Dal 30 al 50 per cento dell'acqua degli oceani si è formata negli spazi interstellari prima della nascita del Sole. La scoperta è stata fatta ricostruendo la storia dei ghiacci del sistema solare sulla base dei livelli di acqua pesante che essi contengono, suggerendo che l'acqua sia abbondante anche in altri sistemi solari, aumentando quindi le probabilità di sviluppo di forme viventi.
[Le Scienze] L’acqua che si trova sulla Terra e in tutto il sistema solare è più vecchia del Sole e ha avuto origine negli spazi interstellari.
La scoperta è di un gruppo di astrofisici, chimici e planetologi dell’Università del Michigan e dell’Università di Exeter, in Gran Bretagna, che ha ricostruito la storia dei ghiacci del sistema solare in una ricerca descritta su Science.
L’acqua è ampiamente presente nel sistema solare: nei minerali della Luna e di Marte, nei crateri della parte oscura di Mercurio e soprattutto nelle comete e nelle meteoriti, ma la sua origine è molto dibattuta.
Secondo una teoria, il ghiaccio d’acqua di tutti questi corpi si sarebbe formato all’interno del disco protoplanetario di gas e polveri che circondava il Sole all’epoca della sua nascita, mentre un’ipotesi concorrente, corroborata da questa nuova ricerca, sostiene che avrebbe avuto origine negli spazi interstellari.
“Se l’acqua nel sistema solare primigenio è stata in gran parte ‘ereditata’ dal ghiaccio dello spazio interstellare, è probabile che ghiacci simili, e la materia organica prebiotica che contengono, siano abbondanti in gran parte dei dischi protoplanetari delle stelle in formazione”, spiega Conel M. O’ D. Alexander, uno degli autori dello studio.
“Se invece è il risultato di processi chimici avvenuti localmente durante la nascita del Sole, la presenza di acqua in altri sistemi solari potrebbe essere molto diversa, e inferiore, con ovvie implicazioni per la possibile nascita della vita altrove”, continua il ricercatore.
Per ricostruire la storia del ghiaccio i ricercatori si sono concentrati sul rapporto del suo contenuto in acqua e acqua pesante, quella molecola d’acqua nella quale al posto dell’idrogeno c’è il suo isotopo deuterio e il cui nucleo è costituito da un protone e un neutrone, invece che da un solo protone. Queste caratteristiche fanno sì che le condizioni in cui si possono formare i due tipi di acqua siano differenti.
Alexander e colleghi hanno sviluppato sofisticati modelli per simulare i processi chimici che potevano avvenire all’interno del disco protoplanetario del sistema solare, e stabilire il valore del rapporto fra l’acqua e l’acqua pesante che poteva formarsi in quelle condizioni.
Confrontando i risultati delle simulazioni con i livelli di acqua pesante presenti negli oceani della Terra, nelle comete e nei campioni di meteoriti arrivati sulla Terra, i ricercatori hanno scoperto che sono troppo elevati per aver avuto origine dal disco protoplanetario.
Di conseguenza, una percentuale significativa dell’acqua, dal 30 al 50 per cento di quella degli oceani terrestri e dal 60 al 100 per cento di quella delle comete, deve essersi formata negli spazi interstellari, il che aumenta la probabilità che la vita si sia formata anche in altre parti dell’universo.
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