IRLANDA IN GINOCCHIO – Il governo irlandese mette mano al portafoglio e annuncia un nuovo piano d’austerità rigidissimo, forse impossibile, per mettere in regola le finanze pubbliche. Una manovra da addirittura 15 miliardi di euro fino al 2014 che, per l’Irlanda, sono davvero tanti. Una manovra assai delicata per il Premier Brian Cowen, alla guida di un esecutivo in dirittura d’arrivo e che ha promesso elezioni anticipate dopo il varo della legge di bilancio.
La scelta di questa manovra economica di rientro sarà perciò l’ultimo atto del governo.
La scelta di questa manovra economica di rientro sarà perciò l’ultimo atto del governo.
La crescita economica del paese ha conosciuto a cavallo degli anni novanta un trend positivo: è stata in media del 10% nel quinquennio 1995-2000 e del 7% nel periodo tra il 1995 ed il 2004. Tuttavia l’Irlanda ha risentito duramente della crisi economica internazionale, la quale ha colpito con particolare intensità il settore finanziario che costituisce una grossa fetta dell’economia irlandese, affossando l’intera nazione. Nel 2008 diversi economisti hanno inserito l’Irlanda nel gruppo dei paesi PIGS, quelli particolarmente a rischio di insolvenza nell’area Euro. La situazione si è ulteriormente aggravata dopo una nuova crisi bancaria venuta alla luce nel novembre 2010. Così lo Stato ha deciso di seguire i passi della Grecia indebitandosi con la Banca centrale europea nel 2008, e per la quale il governo irlandese ha dovuto accettare un prestito del Fondo di stabilizzazione europeo e del FMI, per un ammontare probabile di 90 miliardi di euro, impegnandosi in cambio con un piano di taglio alla spesa pubblica per riportare il deficit sotto la soglia del 3% del PIL entro il 2014. Ovviamente tali tagli non sono mai stati adeguati all’immenso prestito, perciò ora l’Irlanda si è dovuta obbligare ad accettare ulteriori sacrifici.
defaultIL PIANO - Il piano prevede l’aumento dell’iva fino al 23%, in due tempi nei prossimi 4 anni e un taglio alla spesa pubblica da 10 miliardi. Come in Italia, come in Grecia, come in Portogallo l’unica soluzione vista dai tecnocrati è quella di alzare le tasse e tagliare linearmente la spese pubblica. Senza però individuare delle exit strategy concrete. Esattamente come in Grecia il “paziente” viene semplicemente messo in un stato di coma farmacologico, attendendo periodo migliori.
In ogni caso, va considerato, che la crisi del sistema Irlanda è differente rispetto a quelle negli altri Stati membri dell’Ue, in quanto il problema fondamentale dell’intero sistema economico nazionale è il sistema bancario. Al contrario, per esempio, in Portogallo il problema consiste piuttosto in un livello di crescita basso.
GRECIA E PORTAGALLO, SCIOPERI A OLTRANZA – In Grecia, intanto, si organizzano nuove proteste nel periodo estivo dell’anno: contro un nuovo piano di riduzione dei posti nel settore pubblico lo sciopero generale cui aderiscono oggi 16 luglio i principali sindacati ellenici. L’obiettivo è manifestare contro il progetto di legge presentato martedì scorso e che prevede una nuova ondata di licenziamenti nel settore pubblico nel quadro degli accordi con la Troika in cambio di 6,8 miliardi di euro di aiuti. Il terzo licenziamento collettivo in meno di un anno. Atene dovrebbe sopprimere 25.000 posti entro la fine dell’anno: 4.200 di questi sono dipendenti delle amministrazioni locali, compreso personale delle forze dell’ordine. E’ di poche settimane fa la notizia che persino gli equivalenti dei vigili urbani locali sono stati tutti licenziati in alcune città elleniche.
.
Grecia
.
Ed il clima a Lisbona non è diverso. Gli scioperi degli scorsi mesi lo dimostrano. Al di là della classica guerra delle cifre sui manifestanti in piazza – oltre il 70% di adesioni per i sindacati, circa il 20% per il governo – è stato il primo sciopero congiunto delle principali sigle sindacali da oltre 20 anni a questa parte. Ma il governo di José Socrates promette che la cura d’austerità andrà avanti, nonostante la Corte Costituzionale portoghese ne abbia proclamato l’incostituzionale sostanziale. Così l’Europa dei popoli soffre la tragedia dell’austerita, mentre in Italia ci si aspetta già una manovra correttiva di almeno 10 mld di euro per settembre, assieme l’innalzamento dell’Iva.
Nessun commento:
Posta un commento