Fukushima, e' ufficiale: l’acqua della falda sotterranea è contaminata da alta radioattività


Di Maria Ferdinanda Piva – Fonte: Blogeko

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Lo si poteva già intuire da tempo, adesso è ufficiale. E’ fortemente radioattiva l’acqua della falda sotterranea in corrispondenza della centrale nucleare di Fukushima, afflitta oltre due anni fa da triplo meltdown. E l’acqua si diffonde senza limiti circolando in tutto il globo.


E’ noto che gli edifici, squassati da terremoto, tsunami ed esplosioni, si sono riempiti di acqua proveniente dalla falda sotterranea e che, ad ingresso avvenuto, essa è diventata molto radioattiva (pompare via, stoccare e possibilmente decontaminare quell’acqua è un problema assai complicato): la novità sta nel fatto che è risultato assai radioattivo un campione di acqua della falda sotterranea prelevato in prossimità della centrale.

Già due anni fa scrissi che, se l’acqua di falda entrava nei sotterranei crepati, poteva verosimilmente anche uscirne dopo essere diventata radioattiva; ora la contaminazione diffusa è acclarata: bisogna solo più capire fin dove arriva e trovare qualche fantasioso modo per impedire che si perpetui e si accresca.

Tanto per cambiare, la Tepco, la società proprietaria di Fukushima, non è stata chiarissima ed esaustiva nello spiegare la situazione. Ha parlato solo di elevati livelli di Stronzio 90 e di Trizio. Sono tutti e due sottoprodotti delle reazioni che avvengono nei reattori nucleari.

I sottoprodotti in questione sono tuttavia numerosissimi. Non si capisce se gli altri non ci sono o se gli altri non sono stati nemmeno cercati. In ogni caso, tracce di Cesio radioattivo sono state rinvenute poche settimane fa nell’acqua di falda a monte dell’impianto: quella che la Tepco vorrebbe buttare a mare bypassando la centrale per diminuire l’accumulo d’acqua negli edifici.

Ora, riferisce Reuters, è stato analizzato un campione di acqua attinto dalla falda sotterranea nelle vicinanze dell’edificio che ospitava le turbine annesse al reattore numero 2.

Lo Stronzio radioattivo è aumentato di 100 volte rispetto alle tracce rinvenute sei mesi fa, ed è ora pari a 1.000 becquerel per litro (supera di 30 volte il limite ammesso dalle autorità giapponesi per le acque di scarico delle centrali nucleari); il Trizio, sempre in sei mesi, è aumentato di 17 volte ed ora misura 500.000 becquerel per litro; supera di 8 volte il limite di legge per gli scarichi delle centrali.

Sempre secondo il resoconto di Reuters, la Tepco ritiene che verosimilmente il materiale radioattivo si sia disperso nell’ambiente dopo che l’acqua buttata sul reattore numero 2 per raffreddarlo si è infiltrata nell’edificio delle turbine, situato tra il reattore e l’oceano. La Tepco tuttavia non ritiene che lo stronzio e il trizio abbiano raggiunto l’oceano.

Fin qui la cronaca. Non mi piace vestire i panni della Cassandra, ma voglio tornare sul fatto che già due anni fa avevo tratteggiato questa probabilissima evoluzione.

Allora la faccenda di Fukushima era calda e costantemente al centro dell’attenzione generale. C’era un tale che, nei commenti di Blogeko, faceva la punta alla matita per ogni parola che scrivevo: voleva difendere anche in quella disperata situazione la reputazione dell’energia nucleare.

Ebbene, quando parlai del probabile contaminazione della falda sotterranea lasciò un commento indignato. Mi piacerebbe sapere cosa ha da dire adesso. Però i troll evaporano con lo stesso tempismo impiegato per manifestarsi in rete.

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