Dopo i pianeti e le comete, di extrasolare ci sono adesso anche le aurore. I planetologi dell’Università di Leicester (Regno Unito) hanno trovato prove dell’esistenza di aurore, come le nostre aurore Boreali, al di fuori del Sistema solare.
Il fenomeno delle aurore, ben noto sulla Terra, si osserva anche altrove nel nostro sistema planetario: le più luminose sono quelle di Giove,
100 volte più luminose di quelle della Terra. Ma fin’ora, le ricerche di questi fenomeni non si erano mai spinte oltre Nettuno. Ma come nasce un’aurora? Il fenomeno luminoso è causato dall’interazione tra particelle cariche nella magnetosfera di un corpo planetario si scontrano con gli atomi della sua atmosfera superiore. Gli atomi emettono così luce in un’ampia gamma di colori; prima di raggiungere l’atmosfera, queste particelle emettono anche onde radio, percepibili anche a distanze interstellari. Il gruppo di ricercatori guidati da Jonathan Nichols è riuscito a dimostrare, nello studio pubblicato in Astrophysical Journal, che le onde radio emesse da alcune nane ultrafredde (una categoria di oggetti che comprende le stelle in assoluto di più piccola massa) potrebbero essere spiegate proprio da fenomeni simili alle aurore. Queste, a loro volta, potrebbero permettere di localizzare pianeti che non possono essere scoperti con altri metodi. Lo studio potrebbe aiutare gli studiosi ad avere più informazioni sulla lunghezza dei giorni di altri pianeti, sulla forza dei loro campi magnetici e sull’interazione con le loro stelle e satelliti.
http://www.media.inaf.it/2013/01/22/guarda-che-aurora-extrasolare/
100 volte più luminose di quelle della Terra. Ma fin’ora, le ricerche di questi fenomeni non si erano mai spinte oltre Nettuno. Ma come nasce un’aurora? Il fenomeno luminoso è causato dall’interazione tra particelle cariche nella magnetosfera di un corpo planetario si scontrano con gli atomi della sua atmosfera superiore. Gli atomi emettono così luce in un’ampia gamma di colori; prima di raggiungere l’atmosfera, queste particelle emettono anche onde radio, percepibili anche a distanze interstellari. Il gruppo di ricercatori guidati da Jonathan Nichols è riuscito a dimostrare, nello studio pubblicato in Astrophysical Journal, che le onde radio emesse da alcune nane ultrafredde (una categoria di oggetti che comprende le stelle in assoluto di più piccola massa) potrebbero essere spiegate proprio da fenomeni simili alle aurore. Queste, a loro volta, potrebbero permettere di localizzare pianeti che non possono essere scoperti con altri metodi. Lo studio potrebbe aiutare gli studiosi ad avere più informazioni sulla lunghezza dei giorni di altri pianeti, sulla forza dei loro campi magnetici e sull’interazione con le loro stelle e satelliti.
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