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genn – Il 16 gennaio un parlamentare del partito dei Greci Indipendenti
ha presentato una denuncia alla Corte Penale Internazionale (ICC)
contro Paul Thomsen del FMI, Mathias Morse dell’UE e Klaus Mazouch della
BCE.
Nella denuncia si
accusano gli imputati di aver provocato 3.500 suicidi, la perdita di
oltre 1,5 milioni di posti di lavoro, la chiusura di migliaia di imprese
ed esercizi commerciali, la distruzione del benessere delle famiglie e
di aver gettato il paese in una grave recessione con le misure imposte
alla Grecia.
Queste misure violerebbero
l’articolo 2 dello statuto dell’ICC sulla protezione dei diritti umani e
delle libertà fondamentali, come pure la Carta dei Diritti Fondamentali
dell’UE, compresa la dichiarazione che “tutti hanno il diritto alla
vita”, oltre che la costituzione greca e la Convenzione Europea sui
Diritti Umani.
Similmente Yannis Panagopoulos,
presidente della Confederazione Generale del Lavoro Greca (GSEE) ha
annunciato che la sua organizzazione farà ricorso contro la Troika alla Corte Europea sui Diritti Umani.
Nella stessa settimana le
associazioni mediche di Portogallo, Grecia, Spagna e Irlanda hanno
pubblicato una “Lettera aperta ai leader politici e alle autorità
sanitarie d’Europa” in cui si deprecano gli effetti disastrosi delle politiche di austerità della Troika sulla salute e le vite dei popoli delle loro nazioni.
La dichiarazione accusa l’UE, la
BCE, l’FMI e i governi nazionali di aver mancato di prendere in
considerazione gli effetti delle loro misure anti-sociali sui sistemi
sanitari nazionali, e chiede una rapida inversione di rotta.
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