«Le centrali nucleari francesi non sono sicure»


Parigi - Allarme sicurezza per tutte le centrali nucleari della Francia. Secondo un rapporto confidenziale, che questa settimana passerà al vaglio della Commissione Ue, le 19 centrali della Francia - quattro delle quali non sono lontane dal confine italiano - «presentano carenze in materia di sicurezza». Il documento di lavoro, che recensisce i “test di resistenza” condotti da un anno a questa parte sui 134 reattori del parco nucleare europeo, deve passare al vaglio dal collegio dei commissari Ue mercoledì prossimo a Bruxelles. 
Le raccomandazioni dell’esecutivo comunitario saranno poi sottoposte al vertice dei capi di Stato e di governo dei Ventisette, probabilmente ad ottobre. Bruxelles, in ogni caso, non raccomanda di chiudere neanche una delle centrali transalpine. «In generale, la situazione è soddisfacente, ma non dobbiamo avere nessun trattamento di favore», ha fatto sapere oggi il commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger, senza confermare né smentire il contenuto del rapporto. Diciotto mesi dopo l’incidente di Fukushima, in Giappone, il rapporto confidenziale rileva che le 19 centrali francesi sono sprovviste degli strumenti di misurazione sismica necessari a garantire il massimo della sicurezza. Inoltre, gli equipaggiamenti per il soccorso in caso di incidente nucleare non sono adeguati, contrariamente ai reattori tedeschi, britannici, svedesi o spagnoli. Carenze che erano già state rivelate dall’alta autorità di Parigi per la sicurezza nucleare (Asn). Tanto che l’Edf, il colosso francese dell’atomo, si è impegnata ad ovviare a questa situazione. 
I test condotti dall’Ue rivelano anche fattori di rischio caratteristici della Francia, benchè estremi. Oltre ai terremoti, alle inondazioni, o a incidenti ipotetici come la caduta di un aeroplano su un sito nucleare. «Fukushima ha dimostrato che i reattori vanno protetti, anche contro gli incidenti considerati altamente improbabili», scrivono gli autori del rapporto. Infine, il documento stima tra i 10 e i 25 miliardi di euro la spesa necessaria per migliorare il parco nucleare dei 14 Paesi europei che producono energia in questo modo (da 30 a 200 milioni per reattore). 
La Corte dei conti francese, in uno studio dello scorso gennaio, aveva a sua volta valutato il costo, per i soli reattori di Edf, a 5,6 miliardi di euro spalmati su 14 anni. Prima potenza nucleare civile dell’Ue, con 58 reattori, la Francia - osserva Le Figaro - aveva statisticamente molte più chance di farsi bacchettare da Bruxelles rispetto agli altri Paesi Ue. Il presidente, Francois Hollande, che si è impegnato a ridurre la parte dell’atomo nella produzione energetica nazionale nei prossimi anni, ha già promesso la chiusura, per il 2016, della centrale di Fessenheim: la più vecchia della rete nucleare della Francia.

Fonte:  http://www.ilsecoloxix.it


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