A quasi due anni dal terremoto e lo tsunami che hanno ucciso quasi 20 mila persone, l'alimento base della popolazione giapponese sta per essere abbandonato, almeno per i prossimi dieci anni. Il livello di radioattività nei pesci al largo di Fukushima non è diminuito come si aspettavano gli scienziati, anzi, è rimasto stabile per tutto l'anno, probabilmente a causa della persistente presenza di cesio nei fondali. Prima che l'ecosistema riesca a digerire le sostante fuoriuscite dalla centrale nucleare con i liquidi di raffreddamento dovranno passare molti anni.
Dall'aprile 2012 il governo giapponese ha deciso di consentire il consumo nazionale di pesce a patto che contenga meno di 100 bacquerel di cesio 134 e 137 per chilogrammo. Un limite diminuito dai precedenti 500 bacquerel. Le autorità assicurano la commestibilità dell'alimento, ma "in grandi quantità e per un lungo periodo potrebbe essere altamente dannoso" ha rivelato al Guardian Ken Buesseler, scienziato presso il Woods Hole Oceanographic Insitution (USA), che ha redatto il documento intitolato Fishing For Answers Off Fukushima. "La cosa più sorprendente per me sono stati i livelli di radioattività, nel pesce non andavano diminuendo. Ci aspettavamo numeri molto più bassi. Il consumo di pesce dovrebbe essere vietato per lungo tempo".
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