Di Martino
Fiorito, Belsito, Lusi, ecc., cosa sono? I nostri media li dipingono come l’apice della corruzione italiana nel ventunesimo secolo. La verità è che sono esempi di come un bambino possa rubare le caramelle al negoziante, e uno straccione rubi le briciole dalla tavola del padrone.
La verità è che gli scandali di cui sopra sono le ennesime armi di distrazione di massa a beneficio degli italioti, pronti a lasciarsi distrarre dagli eventi che giorno dopo giorno erodono la nostra sovranità e ci piegano alla volontà di entità sovranazionali antidemocratiche. In particolare parlo dell’istituzione del Fondo Salva Stati che muove miliardi di euro che non vengono contabilizzati nel debito pubblico.
Ma gli scandali hanno anche un’altra funzione: alterare, cambiare e condizionare il futuro della politica italiana, a ridosso delle elezioni, con un obiettivo non tanto malcelato: consegnare il paese a chi si è fatto garante dei poteri forti europei, di quei signori burocrati che ogni giorno ci tolgono potere decisionale, per il “nostro bene”.
Non da molto, il nostro Presidente della Repubblica si è speso a favore della cessione di altre quote di sovranità nazionale a favore dell’Europa. Le sue parole lasciano a dir poco sgomenti:
Le innovazioni comportano ulteriori trasferimenti di poteri decisionali e di quote di sovranità.
Capito? Per poterci salvare – ormai è questa la tiritera – è necessario cedere sovranità all’Europa e ai suoi organismi non eletti da nessun cittadino europeo. È necessario cancellare l’Italia come Stato sovrano e affidare i nostri destini a oscuri burocrati persino esentati dalle leggi civili e penali.
Roba da monarchie assolute. Solo che siamo nel ventunesimo secolo, dove ogni politicante si sente in diritto di straparlare di democrazia, cancellandola parimenti dalla vita dei cittadini, sempre per il loro bene. Perché è questo il segreto: asserire che tutto si fa per il bene dei cittadini… per il nostro bene, mentre invece è solo il loro.
E poi ci parlano di Nobel per la pace e per i diritti umani all’Europa dei banchieri. Oltre l’ipocrisia aggiungiamo pure il senso di ridicolo.
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