di Oreste Tarantino
Le fondazioni bancarie (nella foto il prestigioso palazzo Melzi d’Eril al centro di Milano, sede della Fondazione Cariplo, rigorosamente esente dall’Ici) sono in totale 89 e dispongono di un patrimonio complessivo di oltre 50 miliardi di euro, oltre la metà in mano alle prime 5 (Cariplo, MPS, Compagnia di S. Paolo, Ente CR di Roma e Fondazione Cariverona), due terzi in mano alle prime 11: le altre otto sono Fondazione CR di Torino, Ente CR di Firenze, CR di Cuneo, Fondazione Banco di Sardegna, Fondazione CR di Genova e Imperia, Fondazione CR di Padova e Rovigo.Nel dicembre 2002 la quota impegnata nelle partecipazioni bancarie era del 33,7% (14.062,9 milioni di euro), 41% nel 2001, mentre il resto era investito in titoli di Stato ed in società private scelte esclusivamente secondo il criterio della redditività .
Da questo capitale le fondazioni ricavano ogni anno lauti guadagni, devoluti ad attività di utilità sociale: il settore maggiormente finanziato è quello artistico e culturale. E’ opinione diffusa che tale predilezione sia dovuta al fatto che le manifestazioni culturali siano un’ottima occasione per fare pubblicità alla propria banca. Questa la suddivisione dei comparti: Artistico e culturale 29%, Istruzione 16,5%, Assistenza sociale 12,5%, Filantropia e volontariato 12%, Sanità e ricerca 10% e 9%.
I soggetti privati hanno ricevuto il 57,4% degli importi, i soggetti pubblici il 42,6%.
Le storture di tutta questa falsa beneficenza
Prima della beneficenza, bisognerebbe pagare le tasse. Le fondazioni in questione beneficiano tutte dello status di no-profit, pertanto sono esentate dal pagare le tasse, persino degli utili usurai che ricevono dal prestare a strozzo il denaro ai cittadini.
La beneficenza, se non c’è prima la giustizia sociale, è solo restituzione del maltolto.
I contributi elargiti, oltre ad essere squilibrati rispetto alla destinazione d’uso, sono squilibrati anche da un punto di vista geografico. Infatti circa l’82% dei contributi è a favore di iniziative del nord, mentre al centro va il 16% ed al sud ed isole solo il 2% (Fonte: Acri). Ciò accade perché le fondazioni distribuiscono i contributi nel territorio in cui risiedono: poiché la maggior parte di esse ha sede al nord, ecco spiegata l’anomalia.
La Fondazione Cariplo è la seconda socia di maggioranza del Gruppo Intesa-San Paolo (dopo Goldman Sachs), da sempre nella lista delle banche che commerciano in armi.
Una domanda a tutti quelli che chiedono di far pagare l’Ici alla Chiesa, scimmiottando l’intellettuale affondo di MicroMega (organo ufficiale di Goldman Sachs in Italia): come mai vi è sfuggita questa anomalia delle fondazioni bancarie che incassano miliardi e pagano meno della Chiesa?
fonte:http://www.qelsi.it/2011/le-89-fondazioni-bancarie-patrimonio-di-50-miliardi-ma-non-pagano-lici/
tratto da:http://www.nocensura.com/2012/09/le-89-fondazioni-bancarie-patrimonio-di.html
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