-di Debora Billi per Petrolio-
Così impariamo ad incensare la “globalizzazione”.
Mentre l’emisfero occidentale, improduttivo e consumatore, si dibatte in una crisi economica senza precedenti che costringe le famiglie a stringere la cinghia e a smettere di comprare, l’emisfero orientale manifatturiero affoga nelle merci che ha prodotto e che nessuno vuole più.
Lo racconta il New York Times:
Dopo tre decadi di torrida crescita, la Cina sta incontrando un problema poco familiare per la sua economia da poco in crisi: un enorme ammucchiarsi di merce invenduta sta ingombrando i grossisti, affollando i rivenditori di auto e riempiendo i capannoni.
La gravità della situazione dell’inventario cinese, secondo il NYT, viene mascherata da trucchi contabili del governo. Stagnano le importazioni, cala l’occupazione, scendono gli immobili e fuggono i capitali. (foto:infophoto)
In fin dei conti, le importazioni di petrolio in Cina sono calate di ben l’11% su base annua, nello scorso mese di luglio. Qualcosa vorrà pur dire. Dispiace invece per tutte quelle tonnellate di materie prime lavorate che giacciono inutilizzate nei magazzini. A montagne.
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