Secondo prime voci non confermate provenienti da fonti britanniche, francesi e turche, martedì 26 giugno forze speciali britanniche sono passate dalla Turchia al nord della Siria, avanzando fino a 10 chilometri nell’interno del paese. Le stesse fonti rivelano pesanti combattimenti attorno al complesso della Guardia Repubblicana (Presidenziale) alla periferia di Damasco.
Informatori militari Debka evidenziano che questo complesso di edifici serve a difendere il palazzo presidenziale di Bashar Assad sul monte Qasioun, che sovrasta Damasco.
Stazioni televisive britanniche e del Golfo stanno di nuovo intervistando decine di soldati siriani fatti prigionieri dalle forze ribelli e trasferiti nelle basi del FSA (Esercito Siriano Libero) nel sud della Turchia. Ma stavolta le interviste vengono trasmesse in concomitanza di questi nuovi sviluppi, segno di un’attività militare cruciale e coordinata all’interno del paese in guerra, o anche l’inizio di un intervento occidentale contro il regime di Assad.
Martedì, informatori militari del Golfo hanno successivamente confermato la presenza di forze speciali britanniche in Siria. I nostri informatori militari pensano che, se confermata, l’incursione militare britannica in Siria sia diretta a costituire la prima zona di sicurezza lungo il confine turco-siriano, alla quale faranno poi seguito ulteriori incursioni militari occidentali per istituire altre aree di accoglienza in altre parti della Siria. L’attività successiva dipenderà in gran parte dalla risposta siriana, russa e iraniana (con Hezbollah) alla fase iniziale dell’operazione.
Se confermata, l’incursione britannica segnalata ha avuto luogo martedì mattina, verso la fine della visita di 24 ore in Israele di Vladimir Putin, e rappresenterebbe una sfida diretta al suo reiterato avvertimento secondo cui Mosca non avrebbe tollerato un intervento militare occidentale in Siria e anzi lo avrebbe impedito energicamente. Avvertimenti simili sono giunti da Teheran.
A proposito di tempistica, la doppia operazione militare contro Assad ha anche avuto luogo alcune ore prima di una “consultazione” della NATO a Bruxelles, riguardo all’abbattimento di un aereo da guerra turco da parte della Siria lo scorso venerdì 22 giugno, sul quale Ankara lunedì ha dichiarato che “non deve rimanere impunito.”
La presunta duplice operazione – l’incursione britannica e i gravi scontri davanti alla porta del palazzo presidenziale di Assad – sembrerebbe essere destinata ad ampliare le crepe del suo regime e accelerarne il suo definitivo disfacimento.
Fonte: Debka 26.06.2012
Traduzione di Gabriele Picelli per http://www.times.altervista.org/
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