L’acqua costituisce il 70% circa del nostro pianeta, battezzato, appunto, come il pianeta blu. Ma cos’è l’acqua, com’è fatta? Molti di noi sanno che l’acqua è un liquido con alcune proprietà diverse da altri liquidi. Sappiamo anche che a livello molecolare crea la struttura del DNA e delle proteine e quindi è vitale per il nostro corpo. Essa è costituita da tre atomi: uno di ossigeno e due di idrogeno. Ma cosa significa questo e quali sono le conseguenze, sono pochi a saperlo. H2O è la formula chimica dell’acqua, ma la sua struttura è molto più importante della composizione chimica!
Questi atomi si uniscono formando dei cluster, tali da costituire delle molecole (il cui modulo di base è il tetraedro) che consentono l’insorgere di fenomeni elettrodinamici fondamentali per la vita umana. Si è visto che questi fenomeni si manifestano quando i cluster definiscono delle forme ordinate, armoniche. Infatti, quando l’acqua nella struttura molecolare è ordinata, da luogo a fenomeni interessanti, tra cui la conservazione delle informazioni energetiche e diffusione delle stesse, senza dispersione. E’ proprio quest’ultimo aspetto che fa parlare di “memoria dell’acqua”.
Attraverso degli ingrandimenti delle foto di gocce d’acqua, si è potuta dimostrare la differenza tra un’acqua a bassa e alta energia e verificare l’esistenza della memoria dell’acqua, ossia di informazioni che l’acqua trasporta. Infatti, attraverso delle sperimentazioni, si è visto che l’acqua prelevata presso Roraima (definita la madre di tutte le acque), ha un campo energetico molto maggiore rispetto al caso dell’acqua dei nostri rubinetti. Attraverso uno strumento in grado di determinare i campi energetici dell’acqua, che funziona sulla base dell’effetto Kirlian, secondo cui tutto ciò che penetra in un forte campo elettromagnetico inizia ad emettere luce e più energia possiede, più luce viene emessa, si è visto che l’acqua della sorgente di Roraima è molto più attiva dell’acqua prelevata da un rubinetto. Di questo studio si è occupato uno pseudo scienziato, Masaru Emoto. Dallo studio, documentato con molteplici foto di cristalli d’acqua, è emerso che i cluster assumono forme armoniche o, al contrario, caotiche e disordinate, in conseguenza alle informazioni energetiche ricevute dal contesto circostante. Dunque, lo specchio dell’acqua è l’ambiente circostante, di cui facciamo parte anche noi e con le nostre emozioni siamo in grado di determinare strutture armoniche o meno, che rispettivamente influenzano positivamente o negativamente tutto ciò che entra in contatto con l’acqua. Per quanto fantasioso possa sembrare lo studio di Masaru Emoto, dal risvolto pratico sembra che l’acqua sia in grado di rispecchiare le condizioni circostanti, memorizzando degli stati energetici.
Viene da chiedersi come possano semplici e piccole molecole che non possono memorizzare stati energetici complessi, far manifestare effetti di memoria nell’acqua?
Preparata e Del Giudice, due professori italiani dell’università statale di Milano, si sono preoccupati di una parte di questo aspetto. Essi hanno dimostrato che le molecole d’acqua sono soggette a fenomeni cosiddetti “anomali” che si manifestano nella realtà macroscopica e sono dovuti all’attore Campo Elettromagnetico.
Le molecole sono circondate da una nuvola elettronica (10 elettroni) e quando sono soggette ad un campo elettromagnetico, si eccitano tutte assieme ed entrano in fase con l’oscillazione del campo, in modo che i loro elettroni vibrano tutti all’unisono (in fase). In questa area si creano i ponti idrogeno e l’area viene chiamata dal prof. Del Giudice “dominio di coerenza”. Gli elettroni stessi vibrando in fase generano corrente che interagisce col campo elettromagnetico del vuoto. Le molecole dentro i domini di coerenza oscillano completamente in fase e assumono stati energetici variabili, superiori a quello di minima energia. Non viene richiesto calore per attivarle, basta la fluttuazione del campo elettromagnetico nel vuoto.
Poiché siamo fatti per più del 90% d’acqua e siamo noi stessi produttori di campi elettromagnetici (endogeni), è chiaro che l’acqua esterna con cui entriamo in contatto e la nostra acqua interna interagiscono. Quest’ultima considerazione potrebbe spiegare lo studio pratico effettuato da Masaru Emoto.
Fantasioso o meno che sia, alcune persone sono ricorse a strumenti energizzanti (tipo Ojas), mentre altre persone si chiedono se sia meglio l’acqua in bottiglia o da rubinetto?
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