Centinaia di persone in strada contro le misure adottate dal governo. Molti cassonetti dati alle fiamme. Gli agenti hanno usato lacrimogeni per disperdere la folla. Il primo ministro apre al dialogo con le parti sociali sulla riforma della Sanità
Le proteste a Bucarest (reuters)
BUCAREST - Oltre 70 feriti sono il bilancio dei disordini scoppiati anche la notte scorsa per le strade di Bucarest, dopo le proteste contro le misure di austerity adottate dal governo negli ultimi mesi. I manifestanti hanno incendiato alcuni bidoni della spazzatura e si sono scontrati con la polizia che ha usato i lacrimogeni per disperderli.
Il primo ministro Emil Boc, pur ribadendo la condanna della violenza, ha aperto a un dialogo con le parti sociali sulla riforma della sanità che il governo ha dovuto per il momento ritirare. Resta tuttavia l'allarme, perché le manifestazioni degli ultimi giorni, pur occasionate dalle dimissioni di un sottosegretario alla Sanità, sono un più radicale segno di un malcontento diffuso di fronte alle politiche di austerità e alla perdita di potere d'acquisto delle famiglie.
FOTO - Fiamme e scontri a Bucarest 1
Ieri migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere le dimissioni del primo ministro, del governo e del presidente Traian Basescu. Le dimostrazioni sono presto sfociate in violenze con i circa 2mila poliziotti in tenuta anti-sommossa. Alla fine il bilancio parla di una settantina di feriti (dieci tra gli agenti), oltre 240 arresti, molti danni a banche e negozi. Secondo la polizia, in piazza a far scoppiare gli scontri sarebbero stati per lo più ultrà delle squadre di calcio della Steaua Bucarest e della Dinamo Bucarest.
Boc, dopo una riunione d'emergenza con la sua maggioranza, ha deprecato la degenerazione delle proteste di piazza. "La libertà di parola è garantita in Romania e le dimostrazioni pacifiche sono legittime - ha detto il capo del governo - Tuttavia la violenza di strada è inaccettabile e non sarà tollerata". A questo scopo, ha chiesto al ministro degli interni Traian Igas di prendere misure contro coloro che hanno provocato gli scontri.
Le manifestazioni originariamente sono state provocate dalle dimissioni di Raed Arafat dall'incarico di sottosegretario alla Sanità. L'esponente del governo - un medico dall'alta reputazione, considerato padre dei servizi di pronto soccorso in Romania - è stato di fatto costretto alle dimissioni, dopo aver espresso riserve sulla riforma e in particolare sul trattamento previsto per il pronto soccorso. Basescu, parlando alla televisione, l'aveva di fatto sfiduciato sostenendo che diffondeva informazioni false. "Il presidente s'è opposto a una persona che gode della fiducia di una parte importantissima della popolazione romena e questo è stato un detonatore, un coagulatore di malcontento generale che esiste a ogni livello della popolazione romena", ha commentato il sociologo Micea Kivu. La classica "goccia che ha fatto traboccare il vaso", l'ha definita un manifestante.
Il punto è che la popolazione romena, che paga il prezzo delle politiche d'austerità concordate tra Bucarest e il Fondo monetario internazionale (il quale ha accordato con l'Ue un prestito da 20 miliardi di euro alla Romania per tirarla fuori dalla crisi), è esausta. Al di là delle violenze, la caratteristica delle manifestazioni di questi giorni - a Bucarest, a Cluj, a Iasi a Targu-Mures (città di Arafat) - è che si tratta di dimostrazioni autoconvocate, senza cappelli politici.
La Romania, per rientrare nei livelli di deficit concordati con il Fmi e dell'Ue, cioè l'1,9% del Pil, ha dovuto fare i tagli più duri dell'intera Unione europea. Il 25% in meno negli stipendi per i dipendenti pubblici, ha dovuto andare a colpire le pensioni. Oggi un pensionato romeno con 37 anni di lavoro prende in media 160 euro al mese. Il salario medio è di 350 euro.
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