Un altro asteroide sfiorerà la Terra il 31 gennaio. Stavolta non ci sono rischi, intanto si pensa al sistema NeoShield, che studierà le migliori strategie per respingere le grandi rocce in avvicinamento. Meglio i raggi respingenti o i missili esplosivi?
La Terra è al centro di una grande pista di autoscontri: ogni anno capita che almeno un asteroide grande come un'auto entri nella nostra atmosfera. Niente di preoccupante, la roccia spaziale si incendia e per gli abitanti del pianeta è anche un bello spettacolo da vedere. Le cose iniziano a farsi più serie quando vicino a noi passano oggetti di ben altre dimensioni. È successo venerdì 27, quando un asteroide di 36 metri di diametro – il nome dice poco, 2012 BX34 – è sfrecciato a 60mila km da casa nostra (ancora più vicino di quello che ci ha sfiorati a novembre), mentre il 31 gennaio è il turno dell'asteroide Eros 433, che passerà a quasi 27 milioni di chilometri da noi, circa 70 volte la distanza che ci separa dalla Luna.
La vita sulla Terra è andata (e andrà) avanti come se nulla fosse, ma il timore che i giganti dello Spazio possano seguire rotte di collisione con il nostro pianeta ha iniziato a tormentare gli scienziati. Ma il punto è che nessuno sa ancora con precisione qual è il modo migliore per fermare la corsa di un asteroide. Trovare le giuste risposte a questo dilemma da film catastrofico spetterà al nuovo progetto NeoShield (dove Neo sta per Near Earth Objects) coordinato dall' Institute of Planetary Research di Berlino.
Come spiega la Bbc, si tratta di un'iniziativa internazionale che raccoglie Europa, Russia e Stati Uniti nell'impresa di individuare e valutare le migliori strategie di difesa spaziale contro la minaccia dei Neo. In pratica, si tratta di scegliere come trattare un asteroide in rotta di collisione: se accompagnarlo gentilmente verso un'altra strada o bombardarlo con un arsenale missilistico.
Il primo approccio prevede l'impiego di una sonda spaziale sentinella dotata di un raggio gravitazionale capace di agganciare un oggetto spaziale e trascinarlo su rotte che lascino incolume la Terra. Tuttavia, una soluzione del genere prevede che le sentinelle siano pronte a entrare in azione in qualsiasi momento, portandosi nelle vicinanze dei bersagli pericolosi.
Un'altra soluzione prevede invece di modificare la rotta dei colossi spaziali diretti verso la Terra urtandoli con qualcosa. Infatti, già nel 2005 con il concept della missione Don Quijote era stata tracciata l'ipotesi di deflettere gli asteroidi attraverso l'impatto di una navicella kamikaze, ma il progetto non ha ancora visto la luce.
L'ultima ipotesi prevede sempre di dirottare gli asteroidi colpendoli, ma questa volta con missili. Secondo gli esperti, le armi detonanti sarebbero le uniche risorse in grado di deflettere gli oggetti mastodontici che minacciano la Terra. Ma anche in questo caso, prima di sparare contro il primo asteroide che passa, gli scienziati devono essere sicuri di poter prevedere quali saranno gli effetti prodotti su rocce di diversa consistenza. Infatti, c'è sempre il rischio che il bersaglio rilasci frammenti pericolosi. Se non altro, diversamente da quanto potrebbero suggerire i cliché cinematografici, il progetto NeoShield non intende utilizzare armi nucleari.
Nei prossimi anni, gli scienziati terranno gli occhi ben puntati sulla Galassia nel tentativo di capire quante brutte sorprese dovremo aspettarci dai Neo. Secondo il Wise telescope della Nasa, esistono più di 19mila asteroidi di raggio compreso tra 0,1 e 1 km le cui rotte devono essere ancora ben definite.
http://daily.wired.it/news/scienza/2012/01/30/neoshield-difesa-asteroidi-19256.html
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