Gli Stati Uniti, dice il Pentagono, si riservano il diritto di rispondere con la forza militare ai cyber-attacchi e stanno lavorando per aumentare la propria capacità di tracciare la fonte di un eventuale attacco.
Il rapporto di 12 pagine al Congresso, previsto dal Defense Authorization Act 2011, è una delle più chiare dichiarazioni finora sulla politica di cyber-sicurezza Usa e sul ruolo delle forze armate nel caso di un attacco contro asset statunitensi attraverso il cyber-spazio.
"Quando giustificati, risponderemo ad attacchi ostili nel cyber-spazio come faremmo a qualsiasi altra minaccia al nostro Paese", dice il rapporto. "Ci riserviamo il diritto di usare tutti i mezzi necessari - diplomatici, informativi, militari ed economici - per difendere la nostra nazione, i nostri alleati e i nostri partner".
Il cyber-spazio è un terreno di sfida particolare per il Pentagono. I dipendenti del dipartimento della Difesa Usa lavorano su oltre 15.000 reti informatiche con oltre 7 milioni di computer in centinaia di sedi nel mondo. Le reti vengono sondate milioni di volte al giorno e le infiltrazioni hanno causato la perdita di migliaia di file.
Il rapporto dice anche che il dipartimento della Difesa sta cercando di scoraggiare attacchi nel cyber-spazio usando difese efficaci che impediscano agli avversari di raggiungere i propri obiettivi e cercando un modo per far pagare un prezzo agli aggressori per le loro azioni, mantenendo comunque l'opzione della risposta militare, se la deterrenza non dovesse bastare.
Principale indiziato? La Cina
Cyber-spionaggio, Cina respinge accuse Usa
La Cina ha smentito una notizia proveniente dagli Usa sullo spionaggio online definendola "irresponsabile", e ha respinto l'accusa secondo cui utilizzerebbe il cyber-spionaggio per entrare in possesso di informazioni statunitensi segrete in ambito tecnologico e commerciale.
Secondo un report dell'intelligence Usa, Cina e Russia sfrutterebbero lo spionaggio online per entrare in possesso di segreti commerciali e tecnologici statunitensi per favorire il proprio sviluppo economico, che rappresenta una minaccia per la prosperità e la sicurezza americana.
I servizi di intelligence stranieri, le aziende e i privati hanno aumentato i propri sforzi per entrare in possesso di informazioni sulla tecnologia Usa, secondo il rapporto dell' Office of the National Counterintelligence Executive, agenzia governativa statunitense.
Tuttavia il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hong Lei ha negato le affermazioni americane.
"Gli hacker oltrepassano i confini nazionali e restano anonimi. Identificarli senza aver effettuato un'inchiesta a tutto campo e fare illazioni su di loro è poco professionale e irresponsabile", ha spiegato Hong in una conferenza stampa.
"Spero che la comunità internazionale abbandoni i pregiudizi e collabori seriamente con la Cina alla sicurezza online", ha aggiunto.
Il report Usa riconosce la difficoltà di individuare chi esattamente si celi dietro a un attacco su Internet. Le aziende Usa hanno lamentato intrusioni nelle proprie reti informatiche riconducibili alla Cina, tuttavia l'intelligence Usa non è in grado di confermare che si nasconda dietro a tali azioni.
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