Ieri la diciottesima eruzione dell'anno sull'Etna

Ieri 15 Novembre Dal cratere di Sud Est fontane di lava e boati, pioggia di cenere sull'Acese. Il fenomeno è durato poco più di un'ora. Secondo gli esperti, la scossa di terremoto registrata all'alba avrebbe svolto un ruolo di acceleratore dell'attività del vulcano. L'aeroporto di Catania resta operativo


CATANIA - Si è conclusa prima delle 14.30 la 18esima eruzione dell'anno sull'Etna. Il fenomeno, come nelle precedenti attività, ha avuto una fase parossistica di circa un'ora e poi si è bloccato. Dal nuovo cratere di Sud-Est c'è stata emissione di cenere vulcanica che è ricaduta nell'Acese. I fenomeni stromboliani, associati a fontane di lava e boati, hanno interessato la parte sommitale del vulcano attivo più alto d'Europa, dove è presente una colata che si dirige nella desertica Valle del Bove.

OPERATIVO L'AEROPORTO DI CATANIA - In seguito alla cessazione dell'allerta, da parte dell'Ingv, l'unità di crisi dell'aeroporto di Catania Fontanarossa ha concluso la sua funzione alle 15.30 dopo aver predisposto fino alle 16.30 una parziale limitazione dello spazio aereo che non provocherà variazioni significative sull'operativo dei voli.

LA NUOVA ERUZIONE COLLEGATA AL SISMA DI MESSINA - Il fenomeno si è attivato un'ora dopo la scossa di magnitudo 4.0 registrata nel Messinese e secondo gli esperti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania il sisma avrebbe svolto un ruolo di 'acceleratore' della nuova attività dell'Etna.

MESSINA, 8 TERREMOTI ALL'ALBA - Otto scosse di terremoto, la più forte di magnitudo 4.0, sono state registrate stamattina nel distretto sismico delle isole Eolie, nella zona a sud-ovest dell'arcipelago di fronte alla costa tirrenica, tra Capo d'Orlando e Sant'Agata di Militello, nel Messinese.

L'evento di maggiore intensità, 4.0, è stato rilevato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 5.59. L'ipocentro è stato relativamente poco profondo, 1,6 chilometri e la scossa è stata nettamente avvertita dalla popolazione.

A questo sisma, tra le 6.19 e le 7.57, hanno fatto seguito altre sette scosse, non avvertite, che potrebbero essere repliche di assestamento, di energia compresa tra i 2.0 e i 2.8 gradi di magnitudo. L'ipocentro è stato localizzato a una profondità compresa tra 7 e 10,3 chilometri. Secondo i primi accertamenti non si registrano danni a cose o persone.

INGV: DA 272 ANNI MAI SCOSSE COSI' FORTI NEL MESSINESE - Era da 272 anni, fatta eccezione per il disastroso sisma del 1908, che nel Messinese, dove questa mattina si sono verificate 8 scosse, non si registravano sismi di questa intensità. Lo ricorda Francesco Mele, funzionario dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), spiegando che l'epicentro delle scosse - la più forte di magnitudo 4.0 - è stato individuato in mare, a 10 chilometri a nord di Capo d'Orlando.

"Il fatto che ci siano state diverse repliche di minore intensità, a breve distanza - spiega - non meraviglia. È infatti rarissimo che un sisma di quella intensità non sia seguito da altre scosse più piccole. Non bisogna poi dimenticare che il 70% della sismicità rilevata dalla rete sismica nazionale è costituito da repliche".

Mele sottolinea che la zona al largo di Capo d'Orlando è "a bassa sismicità. Gli ultimi eventi più forti - aggiunge - risalgono infatti al 1739, quanto venne registrata una scossa in seguito classificata di magnitudo 5,5". Un altro evento, sempre con epicentro al largo di Capo d'Orlando e della stessa intensità, era stato registrato in precedenza, nel 1613. Il terremoto più importante nella zona è quello di fronte al golfo di Patti (30 chilometri ad est rispetto a quello di oggi), di magnitudo 6, registrato nel 1786.

La zona, ha rilevato Mele, è stata caratterizzata, in particolare negli ultimi 3 anni, da una bassa sismicità: "Le fasce con sismicità maggiore sono più a nord, intorno alle isole Eolie, e più a sud, nelle catene montuose a ridosso della costa settentrionale della Sicilia".

La zona di Capo d'Orlando, in particolare, non 'poggia' su faglie attive ma - precisa - ci possono sempre essere faglie piccole". Secondo il sismologo, comunque, alcune scosse possono essere sfuggite alle rilevazioni in passato: "Non dimentichiamo - osserva - che oggi la rete sismica oggi dispone di oltre 250 strumenti, mentre nel 1985 erano 40 in tutta Italia. La nostra capacità di localizzare i terremoti, rispetto ad allora, è di 10 volte superiore".

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