Sembra che la gigantesca catastrofe mondiale, scaturita dal global warming, sia così sgradevole che impedisce alle persone lungimiranti di dover dire, perchè previsto, come in realtà stanno le cose. Sappiamo cosa ci aspetta, sappiamo che ci avviamo ai 3° di aumento di temperature del pianeta. Corrono i ghiacci sull'artico, sciogliendosi sempre più velocemente, mentre migliaia di chilometri più a sud, diverse specie animali si mettono in cammino, stanche di vivere in ambienti che non li sfamano più e nei quali non riescono più a riprodursi. Quello che ci aspetta è uno sconvolgimento gigantesco, rispetto al quale quello che sta accadendo ora ci sembrerà un'inezia.
Le temperature sempre più alte costringono gli animali a spostarsi sempre più verso nord. E questo lo si sapeva, anche se non è chiaro se ciò dipende dalle attività umane o dai cicli climatici cui il nostro pianeta è soggetto.
Almeno da 40 anni gli scienziati osservano il fenomeno, ma ora le recenti migrazioni stanno diventando una fuga di massa che procede ad una velocità doppia rispetto alle previsioni. A stabilirlo è uno studio della Università di York, in Inghilterra, pubblicato sulla rivista Nature, il primo ad aver messo in relazione queste starne migrazioni ed il clima.
L'avvicinamento ai poli viaggia a 17 km all'anno, il che vuol dire che molte speci di animali si stanno allontanando dall'Equatore a 20 cm all'ora, in ogni ora del giorno, ogni giorno dell'anno. Per gli organismi che stanno migrando più in alto sulle montagne, il tasso medio di movimento è di circa due volte più veloce realizzato.
Alcuni si muovono molto velocemente, come gli uccelli di fiume, che in Gran Bretagna sono andati a vivere 150 km più a nord in pochi anni. Ci sono poi altri animali che si stanno dirigendo verso sud, solo perchè in pochi anni si è ridotto il loro habitat naturale.
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