Montana, la nuova marea nera che spaventa gli Stati Uniti Mille barili di petrolio si sono riversati nel fiume Yellowston per una rottura in un oleodotto della ExxonMobil. L'azienda minimizza, ma tra gli ambientalisti c'è il terrore di una crisi come quella nel golfo del Messico o come in Alaska nel 1989
NEW YORK - L'incubo di una nuova macchia di petrolio fa ripiombare l'America nei giorni bui della crisi del Golfo. L'incidente che sta cambiando il colore dello Yellowstone River lassù nel Montana ricorda paurosamente anche nei primi numeri il più grande disastro naturale nella storia degli Usa. Fortunatamante la perdita è stata colmata. Ma in un giorno aveva raggiunto mille barili di petrolio: proprio la cifra che si pensava perdesse il pozzo maledetto del Golfo del Messico.
Le stime nella tragedia di un anno fa dovettero poi essere paurosamente riviste. Ma proprio per questo gli ambientalisti guardano con preoccupazione a quanto sta succedendo nel Montana. Nessuno ancora riesce a quantificare i danni. E per tutta la giornata di domenica le squadre di pulizia hanno cercato disperatamente di contenere gli effetti della macchia che si è allargata pericolosamente. La perdita ha rischiato di trasformarsi in tragedia per le 6000 anime di Laurel. Più di 150 persone sono state fatte evacuare nella notte di sabato temendo la possibilità di un'esplosione.
L'incidente è stato provocato dalla rottura di un oleodotto della ExxonMobil che porta il petrolio dal Wyoming e dal Canada fino all'area di Billing dove viene lavorato da tre raffinerie. Le cause sono ancora sconosciute ma il sospetto è che la rottura sia stata provocata dalle abbondanti piogge dei giorni scorsi. E già si parla di allarme inascoltato.
La condotta proprio per le precipitazioni abbondanti era già stata
bloccata nello scorso maggio. Poi un test aveva ridato il via libera: “Non ci sono pericoli: la struttura reggerebbe comunque”. La struttura invece non ha retto. È vecchia di vent'anni ed era stata completamente ispezionata nel 2009. A dicembre per la verità un'altra ispezione aveva evidenziato che avrebbe potuto creare qualche problema. E le forti piogge che hanno rimescolato il letto del fiume hanno adesso provocato quel vortice di detriti che ha danneggiato l'oleodotto.
La macchia si estende già per un'area di una decina di migliaia di miglia intorno a Billings: ma si teme che possa presto raggiungere il fiume Missouri in cui lo Yellowstone River si tuffa. Gary Pruessing, il presidente del gigante petrolifero texano, assicura che finora non ci sono “danni indicativi”. Ma l'ambientalista Bobby McEnaney invita a diffidare delle versioni delle compagnie petrolifere. “Hanno giurato che resteranno finché tutto sarà pulito: ma la loro concezione di pulito non è quella che abbiamo noi altri. Ricordatevi di Prince William Sound”. E' il disastro ambientale d'Alaska del 1989: il più grande d'America prima della tragedia del Golfo.
Fonte:La Repubblica.it
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