Con la scusa degli attentati il Pentagono vuole installare una base Usa in Tunisia

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In una dichiarazione al quotidiano Al-Bilad, pubblicato sabato, il generale in pensione Abdelaziz Medjahed e analista politico, ha detto che l’attacco terroristico
che ha colpito la Tunisia, attribuito a Isis, è «una forma di pressione esercitata sulla Tunisia affinché accetti l’installazione di una base militare americana sul suo suolo.”

«Così – dice il generale  Medjahed – gli Stati Uniti potrebbero finalmente stabilire l’AFRICOM (il Comando per l’Africa) nel Maghreb, a dieci anni dalla sua creazione. “In base a questa analisi, l’attacco a Sousse  farebbe parte di un piano per creare un clima “favorevole” (intimidatorio) in Tunisia per prendere questa decisione.”
Più in generale, questo attacco contro il complesso turistico di Sousse, secondo il generale Medjahed “, fa parte del  piano per promuovere lo smembramento del mondo arabo, dagli accordi Sykes-Picot durante gli accordi della Grande Guerra e Malta la fine della seconda guerra mondiale. ” Il processo continua: “Dopo la caduta dell’Unione Sovietica e dell’ex blocco orientale, ha osservato l’ex ufficiale, un nuovo piano di partizione dei paesi arabi è stato avviato,  con l’installazione di basi militari delle potenze occidentali in vari paesi della regione. ”
Glii Stati Uniti hanno basi in quattordici paesi del Golfo solo, e cinque in Africa, mentre la Francia ne ha sei. “Questa presenza, ha detto il generale in pensione, denota una chiara volontà delle grandi potenze di imporre la loro egemonia sulla regione al fine di impedire l’ascesa di Paesi emergenti come la Russia e la Cina, da parte dei paesi arabi linee di difesa dell’Occidente. ”

Si noti che i sospetti circa l’esistenza di un accordo per l’installazione di una base militare americana in Tunisia è apparso durante la visita del presidente tunisino Beji Caid Essebsi a Washington lo scorso maggio, in cui si è incontrato con il presidente Barack Obama, il quale ha detto senza mezzi termini che prevede di fare della Tunisia “un importante partner strategico al di fuori della NATO”. Inoltre ha offerto un aiuto economico di 100 milioni di dollari, dei quali ha già fatto richiesta al Congresso.
Essebsi, prima dell’attentato al museo Bardo, era fortemente contrario ad una base USA nel Paese.
Nell’incontro, l’ambasciatore Usa intendeva insistere sul progetto di una base militare statunitense in Tunisia, una proposta alla quale – secondo Press Tv – il presidente tunisino avrebbe reagito con grande irritazione. Non solo. Pare che la “irritazione” di Essebsi per le pressioni statunitensi sia arrivata al punto di negarsi ad una telefonata di Obama.
Questo secondo attentato avrebbe dunque lo scopo di fiaccare totalmente la resistenza del presidente tunisino? Secondo il generale Abdelaziz Medjahed sembrerebbe proprio di sì.
Ovvero: prima che ti distruggo completamente economia e turismo, me la fai costruire la base o finisci prima del tempo nelle grinfie del FMI e invece di 600 milioni di dollari te ne servirà un miliardo?
E veniamo ad un altro particolare: COINCIDENZE?
Il killer della strage al resort di Sousse si è addestrato in Libia insieme con uno degli attentatori del museo del Bardo. 
Secondo funzionari della sicurezza tunisini, Seifeddine Rezgui, il killer che ha ucciso 38 persone in un resort a Sousse, è entrato in Libia a gennaio e ha effettuato un periodo di addestramento nei pressi di Sabrata, nell’ovest del Paese, dove si trovavano anche i due terroristi che lo scorso marzo attaccarono il museo del Bardo di Tunisi uccidendo 22 persone.
Armando Manocchia

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