Sapevi che il latte che bevi a colazione contiene pus e altro?


18 nov 2013 - Le mucche, negli allevamenti, sono costrette a produrre una quantità di latte pari a 10 volte l’ammontare di quello che sarebbe necessario, in natura, per nutrire il proprio vitello. Le mammelle enormi, quando in piena attività, possono produrre più di 40 litri di latte al giorno. Sono tese, pesanti, dolenti. Non sorprende che ogni anno un terzo delle mucche sfruttate nei caseifici soffra di mastite (una dolorosa infiammazione delle mammelle, che viene curata con antibiotici).

Ma non solo di questo soffrono le mucche: tutti gli animali d’allevamento sono animali poco sani, in quanto tenuti in condizioni di sofferenza, e matenuti “in salute” (si fa per dire) solo grazie alla gran quantita’ di farmaci e antibiotici mescolata ai mangimi. Il latte di mucca, quindi, e’ un liquido ben poco sano, che contiene:
farmaci di vario genere, che sono addizionati al mangime, e che si accumulano nelle loro carni, e nel loro latte;
erbicidi, pesticidi, usati per coltivare i mangimi per gli animali; anche questi si accumulano nel corpo degli animali;
sangue, pus, feci, batteri, virus.
Il pus passa nel latte assieme alle altre sostanze ed e’ stata stabilita una normativa comunitaria che definisce quanto pus può essere ammesso nel latte senza, secondo loro, avere danni alla salute. Secondo la direttiva, in un millilitro possono esserci fino a 400.000 “cellule somatiche” – il nome scientifico per indicare quello che comunemente e’ chiamato “pus” – e un tenore di germi fino a 100.000. In un litro quindi ci possono essere 400 milioni di cellule di pus e 100 milioni di germi.
Questi limiti sono indicati nella Direttiva Europea 92/46/CEE recepita dal DPR 14.01.1997 N. 54
Buon appetito…

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cerchiamo di fare un po di chiarezza visto che l'argomento ogni tanto salta alla ribalta in qualche blog: personalmente trovo giusto dire che il latte proveniente da allevamenti fa male ma trovo ingiusto accusare solo gli allevatori.
Sono un ex produttore, ex perchè sono stato come tanti altri stuprato dalle nostre leggi, ma come ex allevatore mi sta a cuore fare un po di chiarezza.
Innanzitutto la quantità smisurata di latte prodotto avviene anche per selezione sempre più intensa di vacche con alte qualità in fatto di produzione e in fatto di quantità e qui non ci sarebbe niente di male perchè con una sana alimentazione si perde si qualche litro al giorno ma non si provocano assolutamente mastiti, ovviamente pochi nutrono bene le vacche e quindi si incappa in avvelenamenti da soia e mais ogm, da ormoni per produrre di più e antibiotici per guarire.
I prelievi di latte da analizzare per rilevare antibiotico sono quotidiani per ogni azienda e se è inquinato non lo ritirano, poi sapete tutti c'è chi è onesto e chi no e quindi traetene le conclusioni.
La questione delle cellule: certo che ci sono cellule morte, come si desquama l'epidermide all'esterno si desquama anche la mucosa che riveste internamente la mammella e qui ritorna il discorso che se alimentate naturalmente senza spingerle a produzioni industriali il latte ne ha un quantitativo pari a un quarto del limite ed è naturale come è naturale che succeda nel seno di una madre che allatta.
Cellule somatiche NON è il nome scientifico del pus, una rapida ricerca sul vostro caro internet ve lo farà sapere.
Detto questo vorrei cercare di far capire ai non addetti ai lavori che il latte italiano in media ha 10 volte più controlli di quello francese o tedesco o olandese però costando di più (e anche qui ci sarebbe da discutere per ore) viene lasciato indietro dai nostri cari amici industriali a cui non frega un benemerito cazzo della qualità e della salute ma pensano al loro tornaconto e quindi comprano all'estero... solita storia all'italiana.
Ultima cosa, ammettiamo che il latte sia sano e arrivi in industria: da sano esce insano!
Tra pastorizzazioni scremature per burro e panna, trattamenti UHT etc etc voi vi bevete acqua bianca!
Mi sono dilungato ma ho fatto una sintesi della sintesi del problema: in soldoni io da ex produttore non potendo più bere il latte della mia stalla semplicemente non lo bevo più perchè so di cosa parlo: non è il latte in se stesso che fa male e nemmeno quello prodotto da una vacca che ne fa 40 litri al giorno, che fa male è il latte che arriva da stalle che non sono più stalle ma fabbriche, fa male quello che fa l'industria che come fine ultimo ha solo il guadagno!
Se voi aveste una e una sola vacca che tenete per un po di latte la mattina non vi ammazzano le cellule somatiche erroneamente chiamate pus, ma vi ammazza il bicchiere di acqua bianca industriale! punto.

Anonimo ha detto...

Dicono che il latte "fa bene alle ossa". Ma chi lo dice dovrebbe informarsi meglio...

Il latte è un usuraio della peggior specie, quegli usurai che vi fanno un prestito ma poi, se non gli ridate tutto con gli interessi impossibili, vi mandano picchiatori a spaccarvi le ossa.

Il latte contiene calcio, utile alle ossa, e per questo viene consigliato, ampiamente consigliato, per l'osteoporosi. Ma contiene anche proteine animali, acide, che, per essere smaltite, consumano calcio.

Come un usuraio, il latte presta un po' di calcio, ma, alla fine, ne consuma più di quello che dà. Le proteine del latte, sommate a quelle provenienti da carne e pesce, costringono l'organismo a sottrarre calcio all'osso per poter provvedere al loro smaltimento.

Infatti, la salute dell'osso dipende molto più da quei fattori che impediscono le perdite di calcio dall'organismo che dalla semplice quantità di calcio assunta. Quasi tutto il calcio dell'organismo è contenuto nello scheletro, che è la banca del calcio. Il calcio viene perso continuamente attraverso le urine, le feci e il sudore, e queste perdite vengono reintegrate attingendo ai depositi di calcio nell'osso, che cede quindi calcio in continuazione. Il calcio immagazzinato nell'osso viene poi reintegrato con quello alimentare.

Esiste dunque quello che viene chiamato "bilancio del calcio": bisogna che il calcio assunto con la dieta sia maggiore di quello perso, altrimenti il bilancio è negativo, e si va incontro all'osteoporosi.

In generale, nelle popolazioni che consumano molto latte l'incidenza di osteoporosi è maggiore, mentre è rara nei paesi dove non si beve latte. É noto che tra gli esquimesi, che assumono oltre 2.000 mg di calcio al giorno, l'osteoporosi dilaga.

Vari studi, tra i quali l'Harvard Nurses' Health Study, che ha seguito clinicamente oltre 75.000 donne per dodici anni, mostrano che l'aumentato consumo di latticini è associato con un rischio di fratture più elevato.

Il latte, dunque, è si' l'alimento ideale, ma solo per il lattante, e solo il latte umano!

 


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