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L'asteroide 2011 MD passera' Lunedi' a 12000 km dalla superficie terrestre



Un asteroide passera' molto vicino alla terra Lunedi prossimo, dicono gli esperti. Foto: Alamy

La roccia spaziale transitera' ad 11 mila miglia dalla superficie terrestre ed emanera' una luce brillante da essere vista attraverso un piccolo telescopio, dicono gli esperti.

E 'stato solo notato Mercoledì da un telescopio robotico nel New Mexico, che esegue la scansione del cielo alla ricerca di tali rischi. Una segnalazione emessa  ieri dal Minor Planet Center l'International Astronomical Union nel Massachusetts.

Il ritrovamento è stato confermato da Peter Birtwhistle, che ha scoperto decine di asteroidi dal suo osservatorio nel Regno Unito, con una foto scattata dalla Gran Shefford nel Berkshire.

Sarà giorno nel Regno Unito, quando l'asteroide, che è stato chiamato 2011 MD, fara' il suo incontro ravvicinato sopra l'emisfero sud.

Ma gli astronomi in altre parti del mondo, come il Sud America, sarànno in grado di vederlo illuminare e svanire rapidamente attraverso lo sfondo stellato.

L'asteroide 2011 MD è stimato tra 10 e 50 metri di larghezza.

L'esperto di asteroidi nel Regno Unito, dottoressa Emily Baldwin, ha detto:" un asteroide di queste dimensioni dovrebbe per lo più bruciare in una palla di fuoco brillante, forse spargendo un paio di meteoriti".
L'8 novembre prossimo un asteroide largo 400 metri e di peso di 50 milioni di tonnellate, chiamato 2005 YU55, dovrebbe volare dentro l'orbita della luna.

Passando ad una distanza di appena 201 mila miglia dalla terra, l'asteroide è il più grande oggetto in avvicinamento alla terra che abbiamo mai rilevato con cosi' tanto anticipo.

www.telegraph.co.uk

Usa: Gravi inondazioni in Nord Dakota



Magma in risalita dal vulcano Taal nelle Filippine

24 GIUGNO 2011 - MANILA - L'Istituto filippino di vulcanologia e sismologia ha messo in guardia contro ogni attività nei pressi del vulcano Taal, frane ed esplosioni di cenere possono verificarsi a causa del maltempo.Il vulcano Taal era ancora al livello di allerta 2, il magma si vede risalire verso la superficie come dimostra il perdurare di tassi di emissione di anidride carbonica del cratere principale e la sostenuta attività sismica.
I vulcanologi hanno consigliato alla popolazione di stare a distanza di almeno 6 Km perche' potrebbero esserci improvvise esplosioni di vapore e alte concentrazioni di gas tossici, che sono letali per l'uomo e gli animali.L'intera isola vulcanica rimane in una situazione di pericolo permanente.Sull'altro fronte,il vulcano Mayon e Bulusan sono sotto il livello di allerta 1 non e' imminente  l'eruzione del Mayon, ma  la popolazione deve stare a 6 chilometri dalla zona di pericolo a causa della continua minaccia di improvvise esplosioni di piccole frane del vulcano.Al vulcano Bulusan invece  è proibito l'ingresso nei 4-km della zona di pericolo per rischio di esplosioni di vapore e di cenere improvvisi.E stata allertata anche l'aviazione civile per mettere in guardia i piloti in volo vicino alla vetta del vulcano per frammenti di cenere. - Inquirer News

Inghilterra:la contea di Devon scossa da raro terremoto


24 GIUGNO 2011 - INGHILTERRA - Un terremoto è stato riportato nel Devon che ha raggiunto una magnitudo 2.7. L'epicentro del terremoto che ha colpito al 1445 BST, è stato vicino a Bovey Tracey,lo ha riferito il British Geological Society (BGS) . La polizia ha detto che non ci sono state notizie di feriti, ma alcune persone hanno detto di  aver avvertito la scossa.Il BGS ha detto che è un " evento insolito ", gli ascoltatori di Radio Devon hanno dichiarato aver sentito le scosse di Okehampton, Bridford e Moretonhampstead. Pat Fleming, da Poundsgate vicino Ashburton, ha sentito il terremoto : "Abbiamo pensato che qualcosa fosse esploso." L'ultimo terremoto di una magnitudo simile nella contea di Devon incentrata sul Dartmoor si riporta nel 1995,  ha detto il BGS. BBC

2 tempeste tropicali in azione nel Pacifico

Nel Pacifico Occidentale saranno ben due le tempeste tropicali in azione nei prossimi giorni. La prima Meari si è sviluppata ad Est delle Filippine ed ora sta continuando ad intensificarsi, tanto che potrebbe divenire un tifone. Nel suo moto verso Nord-Nord-Ovest, interesserà Okinawa, Taiwan ed infine la Corea del Sud. La tempesta darà a luogo ad acquazzoni torrenziali che potrebbero causare alluvioni lampo, mentre anche i venti risulteranno intensi con tutte le conseguenze del caso. L’altra tempesta è Haima,la quale nel suo moto verso Occidente interesserà il Sud della Cina per poi raggiungere il Vietnam. Anche in questo caso sono attese piogge torrenziali con rischio di alluvioni lampo e violenti venti.

Forte sisma vicino l'isola di Santa Cruz 6.3 scala righter

24 GIUGNO 2011 - Una massiccio terremoto di 6.3 gradi scala righter nei pressi delle isole Santa Cruz, nel Pacifico, poche ore dopo un'altro massiccio di 7,2 terremoto che ha colpito vicino alle isole Aleutine dell'Alaska . Il terremoto di magnitudo 6.3 ha colpito ad una profondità di 62 km lungo il confine delle placche tettoniche.Solo 3 giorni fa, un 6,1 terremoto di magnitudo ha colpito la stessa regione ad una profondità di 13 km.Nessun allarme tsunami e' stato rilasciato. L'avvertimento emesso giorni fa circa il potenziale di un focolaio di eventi sismici è arrivato e grande agitazione sismica sta mostrando ora sulla griglia globale di sismogrammi, indicando la turbolenza è ancora su di noi. Sotto, (a destra), Alaska e Antartide.
USGS

La Sicilia l'isola degli tsunami?

E adesso scopriamo che la Sicilia è l' isola degli tsunami. Non che sia una novità assoluta, ma uno studio ancora inedito di alcuni ricercatori dell' Università di Catania testimonia che il rischio maremoto è probabilmente molto più elevato di quanto si sia pensato finora.
 Uno studio che dovrebbe proseguire nei prossimi anni, ma che è a forte rischio a causa dei tagli alla ricerca. Un rischio elevato che coinvolge tutti i versanti dell' Isola,a partire da quello orientale, seguito da quello settentrionalee infine dal meridionale. Basti pensare che il catalogo degli tsunami in Italia, pubblicato dall' Istituto Nazionale di Geofisicae Vulcanologia (Ingv), riporta 71 eventi avvenuti negli ultimi 900 anni. Ebbene, di questi 71, ben E 25 riguardano la Sicilia. Tutti i versanti sono stati colpiti da maremoti più o meno gravi, in questi 9 secoli, da Messina a Palermo, da Cataniaa Siracusa, da Cefalù a Sciacca. Nuove, clamorose, scoperte sono state fatte di recente da un gruppo di ricercatori guidato da Maria Serafina Barbano, docente di geofisica all' Università di Catania,e da Paolo Marco De Martini dell' Ingv di Roma. Il team ha condotto uno studio sul campo, facendo buchi lungo oltre 200 chilometri di costa, da Capo Peloro a Capo Passero alla ricerca di testimonianze fisiche degli tsunami che si sono abbattuti sulla costa orientale della Sicilia. E le hanno trovate, le testimonianze. Anzi hanno trovato evidenze che dimostrano la sottovalutazione del rischio dovuta alla conoscenza quasi esclusivamente storica degli tsunami che hanno colpito l' isola. In sostanza, i racconti dei contemporanei sugli eventi avvenuti nel corso del tempo, sono lacunosi e spesso imprecisi per difetto nella valutazione degli effetti dei maremoti. Sottovalutazione comprensibile, se pensiamo alle condizioni di vita, alla densità di popolazione, alle conoscenze scientifiche e alle capacità di comunicazione dei siciliani nei secoli passati. Utilizzando diverse metodologie, come la paleosismologia e la datazione dei materiali, il team ha scoperto, per esempio, che la Sicilia è stata pesantemente coinvolta in uno dei terremoti più forti mai registrati nel Mediterraneo. Si tratta del terremoto che avvenne nel mare di Creta il 21 luglio del 365, stimato di magnitudo 8.3-8.5 sulla scala Richter (quello del marzo scorso in Giappone è stato stimato 8.9). Lo tsunami generato dal sisma devastò le coste della Sicilia, della Dalmazia, della Grecia, della Libia e dell' intero Medio oriente, e contribuì, secondo alcuni storici, al crollo dell' impero romano. La scossa fu talmente violenta che fece alzare istantaneamente di circa 10 metri la costa occidentale di Creta, tanto che un porto si ritrovòa oltre sei metri dal pelo dell' acqua. Le disastrose conseguenze del terremotoe dello tsunami che seguì furono descritte dallo storico romano Ammiano Marcellino, che quel giorno si trovava ad Alessandria d' Egitto. Quel giorno passò alla storia come il "giorno dell' orrore". Racconta Marcellino che il mare prima si ritirò profondamente e moltissimi pesci poterono essere presi con le mani, poi improvvisamente una enorme onda travolse tutto uccidendo migliaia di persone e trascinando le navi per due miglia nell' entroterra. I morti furono stimati in 50 mila. Il devastante tsunami dunque raggiunse le coste della Sicilia, e nel Pantano Morghella, nell' estrema parte sud dell' Isola, vicino Pachino, i ricercatori hanno lavorato per due anni con i carotaggi e trovato i sedimenti proprio di quel maremoto addirittura fino a 1200 metri dalla costa. I campioni sono stati individuati a circa un metro di profondità e sono stati analizzati sia con il metodo del carbonio 14 che con la tecnica della "Luminescenza ottica stimolata" (effettuata dal dipartimento di Fisica dell' Università di Catania). Entrambi gli esami hanno confermato la compatibilità del sedimento con lo tsunami del 365. Nel corso della ricerca, il gruppo ha anche trovato prove simili, per esempio, per lo tsunami generato dal terremoto di Messina del 1908 (magnitudo 7.1), e le ha trovate ben più nell' entroterra di quanto si pensasse: «Ad Augusta abbiamo trovato sedimenti a circa 500 metri dalla costa - spiega Barbano - cioè a una distanza tre volte più grande di quanto prima stimato». Sulla base di questa ricerca la docente lancia un allarme: «Il rischioè molto sottostimato. La gente, e anche la comunità scientifica, non è cosciente del reale pericolo». Un pericolo cui è esposta una parte significativa di popolazione: storicamente la parte più esposta è quella orientale, che ha fatto registrare gli eventi più disastrosi a causa dei forti terremoti che hanno colpito l' area. Solo per citare i più recenti, nel 1693 in seguito al terremoto che distrusse la Sicilia orientale facendo 70 mila morti, uno tsunami colpì i centri costieri, da Catania a Mascali (dove il mare entrò per oltre un chilometro nell' entroterra), da Augusta (dove morirono diverse donne e alcuni bambini) a Siracusa, da Messina alle spiagge sotto Taormina. Devastante anche lo tsunami del 1783 che colpì soprattutto Messina e fece 1328 morti solo a Scilla, in Calabria. E ancora nel 1908, uno tsunami di intensità 6 (il massimo sulla scala Sieberg-Ambraseys) fece diverse centinaia di vittime a Messina, ma anche a Riposto e Catania, generando onde alte fino a 12 metri. Un maremoto di intensità4 colpì la costa settentrionale siciliana nel pomeriggio del 5 marzo 1823 in seguito a un forte terremoto in mare (magnitudo 5.9) che danneggiò Palermoe altri centri. Il mare si agitò in modo anomalo su tutta la costa e a Cefalù distrusse una grande nave trascinandola sulla terraferma. Altre onde anomalee tsunami non catastrofici hanno colpito Palermo nel 1726 e nel 1940, mentre Sciacca ha subito lo stesso tipo di eventi nel 1727 e nel 1817. Molti gli episodi nelle isole Eolie, che registrano anche l' ultimo evento italiano, quello del 2002, quando una enorme frana precipitò in mare da un fianco dello Stromboli provocando uno tsunami che danneggiò le coste dell' isolae si propagò fino alla costa nord della Sicilia. Un quadro a cui prestare attenzione, dunque, visto anche che nel Mar Tirreno, a nord delle Eolie, incombe il vulcano Marsili, un gigante sottomarino alto 3 mila metri, lungo 70 chilometri e largo 30, che secondo il presidente nazionale dell' Ingv Enzo Boschi, potrebbe eruttare o franare in qualsiasi momento, col rischio di provocare tsunami disastrosi. «Noi vorremmo continuare i nostri studi anche sul versante settentrionale della Sicilia - dice Barbano - ma i fondi sono finiti l' anno scorso e temiamo che i continui tagli impediranno un nuovo finanziamento. Il nostro studio è stato finanziato da Protezione civile e Ingv, a cui abbiamo mandato i risultati». Ma di quanti soldi si parla? «Abbiamo chiesto 64 mila euro per due anni, incluso lo stipendio per un ricercatore, ma la nostra richiesta è ferma da oltre un anno al ministero dell' Università e non abbiamo ancora avuto risposta». - TURI CAGGEGI


 


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