L'informazione mediatica, che già agli albori del secolo scorso iniziava a mostrare tutte le proprie potenzialità, ha man mano conquistato nei decenni a venire uno spazio sempre maggiore, crescendo di pari passo con la crescita degli strumenti tecnologici
idonei a veicolarla. Oggi la sua presenza è immanente e costituisce la spina dorsale di un modello sociale ipercinetico e visionario, basato sull'informazione urlata, la superficialità assoluta e la competizione sfrenata, elevata a ragione di vita.
Chi gestisce i media, attraverso la TV, internet, le radio ed i giornali, detiene il potere non solo di gestire, ma anche di creare la realtà nella quale conduciamo la nostra esistenza. Controlla i nostri sentimenti e le nostre idee, decide quando dobbiamo piangere, ridere o indignarci, crea i nostri nemici ed i nostri eroi, sceglie se attirare la nostra attenzione in una determinata direzione, oppure sviarla, ci informa su quanto sta accadendo all'altro capo del mondo e contemporaneamente ci tiene all'oscuro riguardo a quanto accade a pochi chilometri da noi...... Chi gestisce i media sceglie le coordinate per delimitare il piano inclinato attraverso il quale siamo costretti a muoverci, ci suggerisce chi dobbiamo amare e chi detestare, quali devono essere le nostre aspirazioni, quali vicende meritano la nostra attenzione e quali no. Chi gestisce i media gestisce noi e le nostre idee, lasciandoci unicamente l'illusione che esse ci appartengano. E' sufficiente la visione di un TG o la lettura di un quotidiano, per prendere coscienza del sottile lavoro di mistificazione in essi contenuto. In un periodo di grande sofferenza economica come quello attuale, l'attenzione dello spettatore (lettore)