MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

La Spagna getta la spugna lunedi .Poi manca solo l'Italia.


DI VALERIO LO MONACO
ilribelle.com

Molti analisti e commentatori, ma la cosa è facilmente intuibile, danno ormai per scontato che la Spagna chiederà ufficialmente gli aiuti al Fondo Salva Stati nel corso del prossimo fine settimana, a mercati chiusi, come è logico fare. È il motivo per il quale durante questa settimana, salvo l'uscita di altre notizie, le Borse dovrebbero veleggiare sui valori attuali in attesa della prossima, in cui invece, ad aiuti richiesti, le cose cambieranno sensibilmente.

Il motivo è molto semplice, e nasconde un aspetto ulteriore che a nostro avviso non è stato ancora messo a fuoco con la dovuta attenzione dai più.

Sui dati di Madrid è inutile insistere, così come sul fatto che è in pratica da inizio settembre, momento in cui Rajoy aveva dichiarato che non avrebbe fatto ricorso agli aiuti, che tale possibilità, si sapeva, sarebbe diventata presto una certezza.

La manovra enorme varata giorni addietro tra la rabbia della piazza è peraltro poca roba in confronto a quanto ai cittadini verrà richiesto dalla troika una volta che gli aiuti saranno stati richiesti. Accedere al Fondo, per Madrid, significherà accettare i diktat a livello economico, cosa sino a ora almeno in parte scongiurata, e il governo dichiarerà al popolo, in tutte le circostanze in cui verranno rese note le misure successive, che ciò dipende dalle "richieste dell'Europa". In modo insindacabile, a meno di una uscita della Spagna dall'Euro, i cittadini dovranno dunque piegarsi. Ma la Spagna potrà, per prima, andare anche a vedere - e fungerà da rivelatore per tutti - quale sarà l'effettivo ammontare e la vera efficacia dell'intervento della BCE sui titoli a breve e medio termine, mediante quello che è stato definito "acquisto illimitato", che Francoforte andrà a operare in seconda battuta, dopo la richiesta di aiuti al Fondo. Si vedrà insomma che portata reale avrà quella che sino a ora è stata solo una dichiarazione, da parte di Draghi. 

Il percorso di Madrid è comunque chiaro, e simile, tranne che per alcuni particolari (ad esempio quest'ultimo della BCE) a quello degli altri Paesi Piigs che sino a ora hanno richiesto aiuti e si sono visti imporre le manovre di Fmi-Ue-Bce: l'operazione non ha funzionato in nessun caso e non si vede il motivo per il quale dovrebbe funzionare per la Spagna. Certo, non dimentichiamolo, a qualcuno l'operazione è servita e sta fruttando: gli speculatori brindano a ogni richiesta di aiuti, come sappiamo. Il popolo invece finisce in ginocchio. 

Ciò non toglie che malgrado la parabola certa di un iter del genere si continui, Paese dopo Paese, a riproporre la medesima procedura.

Basta mettersi nei panni di chi opera in Borsa per capire quale sarà il suo andamento nei prossimi giorni: siccome tutti sanno che quando un Paese entra nella spirale del debito all'infinito la sua storia è ormai segnata - e gli spread salgono - per chi vuole speculare a più non posso basta aspettare il momento in cui tale operazione avrà inizio. Per intenderci, Lunedì prossimo.

Ma l'altro aspetto da mettere in luce è il fatto che a quel punto, a Spagna spacciata come è stato in precedenza per Irlanda, Portogallo e Grecia, del club dei piigs rimarremo fuori solo noi. Per poco. L'Italia è l'unico Paese, di quelli "attenzionati" dalla speculazione, a essere rimasto fuori dalla bufera più profonda nelle ultime settimane. I cannoni dei banksters si sono rivolti, durante tutto agosto e soprattutto settembre, proprio su Madrid, ma non appena la Spagna sarà saltata saremo noi a essere messi sul serio nel mirino. 

Come, esattamente, non è dato sapere. Sarebbe ipocrita e scorretto - come invece purtroppo fanno alcuni - dire già oggi esattamente cosa accadrà. Ma una cosa è certa: al centro dell'operazione fraudolenta ci saremo noi. 

Ora, la situazione, già a questo punto ma ancora di più da Lunedì prossimo e poi quando toccherà a noi subire le attenzioni dei mercati, è ovviamente profondamente cambiata rispetto a quando nell'occhio del ciclone si sono trovati Portogallo e Grecia. Ed è, per la precisione, peggiorata proprio a livello europeo. Ciò significa che se da una parte è fin troppo facile ipotizzare che per l'Italia tenteranno di riprodurre le condizioni che hanno portato gli altri Piigs a capitolare sotto la scure della troika, dall'altro lato ci sono delle incognite ulteriori (e superiori) che entrano a far parte della partita. Tra queste quella più determinante è la Germania. Cioè l'Euro. 

La Grecia ha già fatto default. E se l'Irlanda a livello economico conta poco, Spagna e Portogallo invece sono sulla strada ormai segnata. Ma a quel punto, quando cioè saremo anche noi sotto attacco veramente serio - in rapporto, quello dei tempi di Berlusconi e quello dei primi mesi del governo Monti saranno stati solo un grosso mal di testa che ci ha tolto il welfare, il lavoro e il futuro - in pratica la palla passerà nelle sole mani della Merkel (la Francia conta veramente poco, al momento, ed è peraltro sorniona in attesa di vedere come si metteranno le cose, ma i conti non sono affatto a posto neanche da quelle parti).

Insomma il vero attacco all'Euro e all'Europa nel suo complesso, a livello finanziario, inizierà proprio con noi al centro del radar. Delle due l'una: o faremo la fine degli altri piigs, come è nell'ordine delle cose (e dei libri contabili) oppure veramente saremo al redde rationem a livello europeo (e dell'euro). Momento nel quale si potrebbero verificare delle situazioni che sino a ora sono state solo ventilate (uscita della Germania? Due Euro per l'Europa, uno forte e uno debole?). Del resto, anche il Wall Street Journal, che si può tacciare di tutto ma non di incompetenza, scrive che Italia e Germania hanno due visioni opposte su come risolvere la situazione. Ovviamente. Vedremo. Di certo, per l'Italia è ormai questione di giorni.


Fonte primaria: www.ilribelle.com
Fonte secondaria: www.comedonchisciotte.org

La nuova sede della Bce costerà oltre 1,2 miliardi di euro


Dovrebbe diventare operativa nel 2014, ma i ritardi e soprattutto i costi lievitati di circa 350 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali hanno provocato più di un malumore.
A dieci giorni dalla cerimonia ufficiale durante la quale la Banca Centrale Europea ha celebrato il completamento delle principali opere strutturali della sua nuova sede, a Francoforte, l'euroscettico Sunday Telegraph presenta un lungo articolo in cui critica l'avveniristica e faraonica struttura definendola «fuori budget» e inutilmente grandiosa. 
LA STRUTTURA - Il complesso che sorgerà nell'area dei vecchi mercati generali di Francoforte è costituito da tre unità fondamentali: la Grossmarkthalle, un edificio a sviluppo orizzontale e due torri gemelle poligonali alte rispettivamente 185 e 165 metri. Inizialmente la spesa totale dell'opera doveva raggiungere gli 850 milioni di euro, ma le stime presentate qualche giorno fa sono molto più alte. Alla fine dei lavori il costo dovrebbe essere di 1,2 miliardi di euro, ma non mancano coloro che assicurano che la cifra finale potrebbe lievitare ancora.
I ritardi di sei mesi hanno interessato particolarmente le opere edili nella Grossmarkthalle, un imponente edificio storico a carattere industriale del 1928 che fungerà da entrata principale. Secondo la Bce i tempi previsti non sono stati rispettati a causa delle «complessità degli interventi di restauro necessari nella struttura originaria del monumento storico tutelato» e i lavori straordinari su questa struttura da soli hanno fatto crescere il budget di circa 100-150 milioni di euro. Altri 200 milioni di rincari sono stati prodotti dall'aumento del costo dei materiali e delle attività nel settore delle costruzioni.
«Ci sono stati una serie di problemi imprevisti che abbiamo dovuto affrontare», spiega Jörg Asmussen, membro del Comitato esecutivo della Bce incaricato del progetto, mentre il designer Wolf Prix, a capo di Coop Himmelb(l)au, lo studio viennese di architettura vincitore nel 2004 del concorso internazionale di progettazione indetto dalla Bce assicura: «Questa struttura avrà una presenza veramente forte perché l'idea di base è una geometria molto complessa».
CRITICHE - Eppure c'è chi davanti a questa avveniristica struttura non riesce proprio ad esaltarsi ed anzi afferma che i costi eccessivi sono uno schiaffo per i cittadini europei, oppressi dalla crisi economica: «Purtroppo capita spesso che progetti di costruzioni grandiosi superino i costi annunciati - dichiara Richard Ashworth, leader del gruppo degli eurodeputati conservatori britannici - Tuttavia usare tutti questi soldi per un unico complesso è davvero uno spreco spettacolare. Fortunatamente per il Regno Unito i costi graveranno solo sulle 17 nazioni dell'eurozona e non su tutti i membri dell'Unione. In un momento di grave recessione in cui tutti i cittadini del Vecchio Continente stanno stringendo la cinghia, la Bce dovrebbe cercare di dare il buon esempio e non sprecare i fondi in questo modo».
Autore: Francesco Tortora / Fonte: corriere.it

L'agenda incontri della Casa Bianca vuota dal 2 ottobre, perche'?



STRANISSIMO FENOMENO: Non ci sono eventi programmati alla Casa Bianca da qui a fine anno e oltre!

Aggiornamento:
Il Programma Presidenziale della Casa Bianca si ferma alle 3:30 pm di martedì 2 Ottobre, ed è in bianco tutto il percorso fino alla fine dell’anno e il prossimo anno.
Non ci sono eventi di Natale (non è una sorpresa), ma non ci sono neppure eventi musulmani (grande sorpresa).
A quanto pare, non ci sono eventi o incontri o eventi promozionali o qualsiasi cosa d’ora in poi nel calendario della Casa Bianca.
Che cosa potrebbe significare, in quanto praticamente tutti i calendari dei leader mondiali come pure i programmi nei loro siti web sono vuoti?
Coincidenza?
Guardate voi stessi, fare clic sui link e la scheda “Settimana” e poi continuare a cliccare “Avanti”.
Obama ha annullato incontri con i leader, gli eventi di preparazione dei dibattiti e altri eventi importanti ultimamente.

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Terremoto, trema il Piemonte. Scossa nelle Alpi Cozie: magnitudo 4.2 Richter


3 ottobre 2012 - Un terremoto di magnitudo 4.2 gradi sulla scala Richter è stato registrato nelle Alpi Cozie, in provincia di Cuneo, alle 11:20 dal Centro Sismico Euro Mediterraneo (Emsc).

La profondità ipocentrale dell’evento tellurico è stata fissata a 2,0 km.
L’epicentro del sisma è racchiuso tra i comuni di Celle di Magra (CN), Frassino (CN), Macra (CN), Sampeyre (CN) e San Damiano Macra (CN).

Il movimento tellurico è avvenuto in una zona considerata a basso rischio sismico (Zona 3).

Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), la magnitudo sarebbe di 3.9 gradi su scala Richter, mentre la profondità ipocentrale si attesterebbe intorno ai 10,2 km.

Magnitudo uguale a quella fornita dal Centro Sismico Euro Mediterraneo (4.2), viene invece fornita dal Laboratoire de Détection et de Géophysique (LDG), ente geofisico francese.

Le prime stime del sisma parlano di effetti intorno al V° grado Mercalli.

Vitamina D altro che vaccini!


DAL MOMENTO CHE ESISTE UNA SOSTANZA CAPACE DI PREVENIRE L’INFLUENZA MOLTO PIU’ EFFICACEMENTE DEI VACCINI
tutti noi saremmo portati a pensare che gli scienziati avrebbero fatto di tutto per pubblicizzarla, giusto? In fin dei conti il nocciolo della questione non dovrebbe essere quello di proteggere bambini e adulti dalla influenza?Uno studio clinico condotto dal dottor Mitsuyoshi Urashima presso la Divisione di Epidemiologia Molecolare nel Dipartimento di Pediatria presso la Università di Medicina di Minato-ku a Tokyo, ha rilevato che la vitamina D sia estremamente efficace nel prevenire la comune influenza nei bambini. Lo studio è stato pubblicato nel marzo 2010 dal Journal of Clinical Nutrition.Si è trattato di un esperimento randomizzato su due gruppi il quale ha coinvolto 334 bambini, a metà dei quali sono stati somministrati 1.200 IU al giorno di vitamina D3, e alla altra metà un semplice placebo. Tale rigoroso studio è stato svolto seguendo scrupolosamente tutti gli standard scientifici più rigidi. I risultati hanno detto che mentre 31 dei 167 bambini facenti parte del gruppo “placebo” hanno contratto la influenza durante i quattro mesi nei quali è proseguito lo studio, solo 18 dei 168 bambini del gruppo “vitamina D” la ha contratta. Questo significa che la vitamina D è stata responsabile di una riduzione assoluta di quasi l’8 per cento.I vaccini antinfluenzali – secondo i più recenti dati scientifici – ottengono un 1 per cento di riduzione dei sintomi dell’influenza.Ciò significa che la vitamina D sembra essere 800 volte più efficace rispetto ai vaccini per prevenire le infezioni influenzali nei bambini.Per sostenere ulteriormente questi dati, sarebbe stato necessario effettuare un ulteriore studio clinico attraverso il quale porre a confronto diretto i supplementi di vitamina D con i vaccini antinfluenzali, attraverso una sperimentazione su un totale di quattro gruppi di individui:

Gruppo # 1 dovrebbe ricevere un placebo di vitamina D
Gruppo # 2 dovrebbe ricevere vitamina D (2.000 IU al giorno)
Gruppo # 3 dovrebbe ricevere una iniezione di vaccino antinfluenzale
Gruppo # 4 dovrebbe ricevere una iniezione placebo
Purtroppo un simile esperimento non potrà mai essere ufficialmente realizzato perché gli spacciatori di vaccini sanno bene che proverebbe in maniera definitiva la inutilità dei loro vaccini.Tornando allo studio, un altro affascinante risultato è che per quei bambini ai quali in passato – prima dell’esperimento – era già stata somministrata vitamina D da parte dei genitori, i risultati si sono rivelati ancora migliori, in quanto in tali soggetti la vitamina D ha ridotto il rischio di influenza di quasi due terzi.In altre parole, più di sei bambini su dieci che normalmente avrebbero contratto la influenza sono risultati protetti dalla vitamina D.Lo studio ha anche evidenziato come la vitamina D abbia fortemente represso i sintomi da asma bronchiale. Su 12 bambini con precedenti diagnosi di asma, nel gruppo “vitamina D”, solo 2 hanno manifestato tali sintomi.Sebbene questo sottoinsieme sia di dimensione piuttosto contenuta, è apparso assolutamente chiaro che la vitamina D prevenga gli attacchi di asma nei bambini, e tutto ciò si dimostra del tutto coerente con la prova antinfluenzale.


GLI SPACCIATORI DI VACCINI NON SONO VERI SCIENZIATI

Ora, dal momento che la vitamina D3 ha denotato un effetto così potente nel prevenire l’influenza – 800 volte più efficace dei vaccini – i medici e le autorità sanitarie non dovrebbero darsi da fare prescrivendo la assunzione di vitamina D prima che abbia inizio la “stagione influenzale”?Nonostante la vitamina D abbia offerto una indiscutibile protezione contro tutte le infezioni influenzali, costoro ancora non la consigliano.Perché? Perché non credono nel nutrizionismo! Esso infatti si pone in contrasto con la loro agenda informativa sanitaria, la quale afferma che i nutrienti sono per lo più inutili, mentre solo i farmaci possiederebbero reali funzioni curative.Si potrebbero pubblicare un centinaio di studi atti a dimostrare come la vitamina D sia molte volte più efficace dei vaccini, eppure ancora non la raccomandano.Sono promotori del dogma medico piuttosto che di soluzioni reali per aiutare i pazienti. Ma questa è la storia della scienza: un sacco di persone apparentemente “intelligenti” che commettono errori marchiani su base regolare. Il che ricorda un pò i progressi della scienza: una nuova idea contesta un vecchio assunto, e dopo che tutti i difensori del vecchio assunto (sbagliato) muoiono, ecco che viene accettato il nuovo assunto, il tutto su basi per lo più dogmatiche.Tale atteggiamento si riflette in una citazione del Dr. John Oxford, professore di virologia al Queen Mary School of Medicine di Londra, la cui reazione allo studio descritto in questo articolo è stata:Avete notato le sue osservazioni conclusive? Non ha nemmeno preso in considerazione l’idea che la vitamina D possa sostituire i vaccini. Piuttosto, afferma che la vitamina D abbia valore solo se somministrata congiuntamente ai vaccini!Questo ostracismo “dogmatico” è riscontrabile anche in campo oncologico in merito alle erbe anti-cancro e ad altre sostanze nutritive. Ogni volta che si riscontra una reale utilità di tali sostanze anti-business, ecco che certa stampa afferma cose come: “Beh, questa sostanza potrebbe essere utile se somministrata al paziente dopo la chemioterapia …” ma mai in sostituzione della chemio, ovviamente.Molti medici tradizionali e scienziati medici sono semplicemente incapaci di pensare al di fuori del box molto ristretto in cui i loro cervelli sono stati spinti dopo anni di de-formazione presso le scuole di medicina. Quando hanno a che fare con elementi contrari a ciò che è stato loro insegnato, essi stupidamente finiscono per respingerli.

RIVISTE MEDICHE: CUSTODI DELLA IGNORANZA

Gran parte delle riviste mediche non funzionano come amplificatori di verità scientifiche, ma come difensori del dogma pseudoscientifico. Per essere pubblicato un testo – nella gran parte di tali riviste – il tema trattato deve soddisfare le aspettative e le credenze tanto del giornale quanto dello editore. Così, il progresso della conoscenza scientifica in ogni giornale si limita a rispecchiare le attuali convinzioni di un singolo individuo: il direttore di quel giornale.Quasi tutte le ricerche pionieristiche che abbiano sfidato lo status quo sono state respinte. Solo ai documenti che confermassero le convinzioni di redazione della rivista è stata regolarmente concessa la pubblicazione. Questa è una delle ragioni per cui la scienza medica, in particolare, avanza così lentamente.Gli studi che hanno dimostrato che la vitamina D sia più efficace rispetto ai vaccini hanno visto raramente la luce del giorno nella comunità scientifica. Ciò avvalora l’opera del Journal of Clinical Nutrition, il quale ha accettato la pubblicazione di questo documento da parte Mitsuyoshi Urashima. La maggior parte delle riviste mediche non avrebbero osato pubblicarlo proprio perché mette in discussione lo status quo relativo a vaccini ed influenza.Vedete, le riviste mediche sono in gran parte finanziate dalla industria farmaceutica. E Big Pharma non vuole accordare alcuna credibilità agli studi sulle vitamine, indipendentemente dal loro valore scientifico. Anche se la somministrazione di vitamina D potrebbe comportare un risparmio di miliardi di dollari in America, e ridurre i costi di assistenza domiciliare, nessuno vuole concedere supporto scientifico alla vitamina D dal momento che alle aziende farmaceutiche non sarebbe concesso di brevettare una vitamina. Essa è inoltre facilmente accessibile al costo di pochi centesimi.Con il tempo la vitamina D sarà riconosciuta come superiore ai vaccini nel contrastare la influenza stagionale, ma per adesso dobbiamo sorbirci la sciocca propaganda di un settore che ha abbandonato la scienza, per adorare aghi e provette.
Articolo pubblicato sul sito The Vigilant Citizen
Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio

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«Le centrali nucleari francesi non sono sicure»


Parigi - Allarme sicurezza per tutte le centrali nucleari della Francia. Secondo un rapporto confidenziale, che questa settimana passerà al vaglio della Commissione Ue, le 19 centrali della Francia - quattro delle quali non sono lontane dal confine italiano - «presentano carenze in materia di sicurezza». Il documento di lavoro, che recensisce i “test di resistenza” condotti da un anno a questa parte sui 134 reattori del parco nucleare europeo, deve passare al vaglio dal collegio dei commissari Ue mercoledì prossimo a Bruxelles. 
Le raccomandazioni dell’esecutivo comunitario saranno poi sottoposte al vertice dei capi di Stato e di governo dei Ventisette, probabilmente ad ottobre. Bruxelles, in ogni caso, non raccomanda di chiudere neanche una delle centrali transalpine. «In generale, la situazione è soddisfacente, ma non dobbiamo avere nessun trattamento di favore», ha fatto sapere oggi il commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger, senza confermare né smentire il contenuto del rapporto. Diciotto mesi dopo l’incidente di Fukushima, in Giappone, il rapporto confidenziale rileva che le 19 centrali francesi sono sprovviste degli strumenti di misurazione sismica necessari a garantire il massimo della sicurezza. Inoltre, gli equipaggiamenti per il soccorso in caso di incidente nucleare non sono adeguati, contrariamente ai reattori tedeschi, britannici, svedesi o spagnoli. Carenze che erano già state rivelate dall’alta autorità di Parigi per la sicurezza nucleare (Asn). Tanto che l’Edf, il colosso francese dell’atomo, si è impegnata ad ovviare a questa situazione. 
I test condotti dall’Ue rivelano anche fattori di rischio caratteristici della Francia, benchè estremi. Oltre ai terremoti, alle inondazioni, o a incidenti ipotetici come la caduta di un aeroplano su un sito nucleare. «Fukushima ha dimostrato che i reattori vanno protetti, anche contro gli incidenti considerati altamente improbabili», scrivono gli autori del rapporto. Infine, il documento stima tra i 10 e i 25 miliardi di euro la spesa necessaria per migliorare il parco nucleare dei 14 Paesi europei che producono energia in questo modo (da 30 a 200 milioni per reattore). 
La Corte dei conti francese, in uno studio dello scorso gennaio, aveva a sua volta valutato il costo, per i soli reattori di Edf, a 5,6 miliardi di euro spalmati su 14 anni. Prima potenza nucleare civile dell’Ue, con 58 reattori, la Francia - osserva Le Figaro - aveva statisticamente molte più chance di farsi bacchettare da Bruxelles rispetto agli altri Paesi Ue. Il presidente, Francois Hollande, che si è impegnato a ridurre la parte dell’atomo nella produzione energetica nazionale nei prossimi anni, ha già promesso la chiusura, per il 2016, della centrale di Fessenheim: la più vecchia della rete nucleare della Francia.

Fonte:  http://www.ilsecoloxix.it


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Guerra di robot: uno scenario possibile per gli USA nel 2025.


Gli specialisti hanno immaginato come il Pentagono applicherebbe le tecnologie moderne in un’eventuale guerra futura.
In un collegio militare dello stato nordamericano della Pennsylvania si è tenuto un incontro a porte chiuse nel quale si è discusso in merito ai possibili scenari di una eventuale guerra tra gli USA e un nemico fittizio nel 2025, con l’uso di tecnologie avanzate.
Di fatto, l’incontro, tenutosi sotto l’epigrafe NextTech Workshop, è stato un video game di guerra di due giorni organizzato dalla compagnia australiana Noetic. Si tratta del secondo evento di una serie di quattro incontri dedicati alla ricerca su “come le future scoperte in diverse aree tecnologiche potrebbero essere usate in determinati scenari”, secondo la Noetic.
Il primo incontro della serie, che si è tenuto a Washington a giugno, si focalizzava sulle seguenti tecnologie: robotica, software, energia guidata, biotecnologie e stampe 3D. Il secondo incontro era dedicato alla possibile applicazione militare di tali tecnologie.
Tra i partecipanti del gioco di guerra c’erano funzionari civili, scienziati, ricercatori, ingegneri e ufficiali dell’Esercito, la Forza Aerea, la Marina da guerra USA e militari australiani.
Secondo le regole del gioco, un rappresentante della Noetic descriveva uno scenario e dopo gli esperti nelle diverse aree spiegavano che tipo di armi i partecipanti potevano usare per lo scenario scelto.
Robot spie e robot killer fanno il “lavoro sporco”.
In base al primo scenario, i giocatori dovevano agire in una città piena di carri da guerra nemici. In questa situazione hanno optato di dispiegare un primo esercito composto da robot e droni equipaggiati con missili allo scopo di isolare e disarmare il nemico. Prima i droni, simili a quelli che usa il Pentagono in differenti parti del mondo, dispiegano nel cielo a caccia del nemico. Dopo apparivano droni spia per localizzare le loro posizioni.
Suvvessivamente i microdroni, della misura di un insetto, entravano nel campo di battaglia e divoravano i pneumatici dei veicoli nemici togliendo loro la possibilità di far rifornimento di ogni tipo. Allo stesso tempo altri piccoli robot sorvolavano l’esercito nemico incitandoli a consegnarsi attraverso messaggi sonori. Quelli che non si arrendevano venivano attaccati e distrutti dalle bome e missili dei droni.
Solo dopo che il nemico veniva sconfitto, la fanteria statunitense entrava nella città.
I giocatori hanno calcolato che lo sviluppo e mantenimento di un esercito composto da robot costerebbe un miliardo di dollari, più di quanto costa un esercito formato da persone e che ci sarebbe bisogno di una riorganizzazione completa delle Forze Armate del paese.
Non bisogna, però, escludere che si possa materializzare il peggior incubo di alcuni e di uno degli argomenti più frequenti nei film di fantascienza e che i robot si sollevino e armi in mano attacchino i loro creatori.
Le armi elettromagnetiche fermeranno la marina nemica.
Nel secondo scenario, le navi da guerra di due stati rivali navigano verso le coste di un’ isola oggetto della loro disputa. Da una parte ci sono due portaerei statunitensi con navi distruttrici, sottomarini e circa 140 aerei. Dall’altra parte una portaerei del nemico con 60 aerei e 24 navi distruttrici. In totale circa 20.000 militari da entrambi le parti potrebbero perdere la vita se tutte le forze entrassero in combattimento.
In questa situazione i giocatori hanno scelto di non spargere molto sangue e di fermare la flotta nemica prima che iniziasse la carneficina. Droni, sottomarini e mine acquatiche equipaggiate con generatori di microonde avrebbero la funzione di danneggiare i sistemi elettrici e meccanici delle navi da guerra nemiche, in modo che solo premendo un tasto paralizzante, il Pentagono potrebbe disattivare i principali sistemi della flotta nemica senza decessi,o quasi.
Però, l’uso di armi elettromagnetiche ha provocato alcuni dubbi nei giocatori. Dato che il nemico in questo scenario era assimilabile alla Cina, i partecipanti del gioco hanno segnalato che il paese asiatico non si sarebbe affidato eccessivamente alla tecnologia elettronica in un conflitto simile con un rivale come gli USA, che li supera di parecchio in questo tipo di “scoperte”.
Un’antiarma biologica serve a prevenire una catastrofe globale.
Il terzo scenario e il più estremo di tutti, incarnava il compito di eliminare le armi biologiche del nemico senza far scoppiare una guerra a grande scala.
I giocatori hanno proposto di usare un’antiarma biologica. Cioè di combattere un agente biologico con un altro per neutralizzarlo, ad esempio un virus che infetta solo batteri. In altre parole: creare un killer di malattie.
Il primo compito è stato quella di individuare che tipo di arma possedeva il nemico. Localizzare le persone coinvolte nel programma di armi biologiche e marcarli con la tecnologia d’identificazione per frequenza radio (Rfid). Il passo successivo consisteva nel modificare l’abbigliamento usato nel lavoro per trasformarlo in una sorta di sensore capace di determinare il tipo d’agente biologico presente negli arsenali della nazione nemica. Gli abiti potevano essere usati anche per trasportare l’antiarma nei luoghi dove si conservavano gli agenti biologici mortali.
Però uno dei giocatori ha fatto notare che l’uso di armi biologiche è vietato secondo le leggi USA e una fuga d’informazione prodotta da infiltrazioni come quelle pubblicate da Wikileaks poteva colpire seriamente la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Il gioco si centrava su ciò che gli USA potevano fare in una guerra nel 2025 ma un altro punto che si è posto è quello che gli USA dovrebbero fare. “Consideriamo che le tecnologie aumentano il nostro controllo, i leader mondiale devono essere più prudenti”, ha segnalato Peter Singer, uno degli organizzatori dell’evento. “Ma, storicamente, ogni volta che abbiamo avuto una tecnologia che cambiava le regole del gioco, è aumentata la velocità e il caos nelle guerre”, ha aggiunto.
La tecnologia 3D aiuterebbe a riparare le infrastrutture danneggiate da un terremoto.
Secondo il quarto scenario, un terremoto di 7 ° della scala Richter aveva scosso un povero paese della zona equatoriale. migliaia i morti. Decine di migliaia di persone sono rimaste senza case, acqua, cibo, elettricità e senza assistenza sanitaria. Un corpo di marines statunitensi doveva prestare aiuto alle vittime del disastro naturale. I giocatori dovevano presentare un piano d’azione del Pentagono nelle prime 48 ore in seguito al sisma, applicando la tecnologia 3D.
I partecipanti del gioco proposero di inviare al paese colpito dal terremoto squadre di ingegneri militari equipaggiati da stampanti 3D. La loro missione era quella di riparare i sistemi di rifornimento d’energia e d’acqua con l’aiuto di tali stampanti ricreando le parti danneggiate di tali sistemi. Questo permetteva risparmiare tempo, dato che installare un trasformatore elettrico, ad esempio avrebbe portato via qualche giorno invece di settimane o mesi. Una ricostruzione più veloce delle infrastrutture danneggiate in modo che il paese tornasse alla normalità in un tempo più breve-
I giocatori, però, hanno avvertito che era importante ritirare i dispositivi avanzati una volta compiuta la missione, in modo che le tecnologie moderne non lasciassero senza lavoro coloro che dipendono dai lavori manuali tradizionali, creando così un nuovo problema sociale.

 


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