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Le Elite Americane Demonizzano Putin, Dissociato dal NWO

Dal sito End The Lie
Traduzione di Anticorpi.info

Il mondo intero si è congratulato dopo la rielezione di Vladimir Putin, Occidente compreso. Tuttavia c'è chi afferma che oggi più che mai Washington sia impegnata in una guerra contro immaginari demoni russi, capeggiati da Putin.

Pepe Escobar - corrispondente del Times - afferma che al contrario di quanto insinuato tramite la campagna di demonizzazione orchestrata dagli Stati Uniti - il popolo russo abbia fatto una sceltaprecisa e inequivocabile.

"Putin ha definito essenziale una stretta cooperazione tra i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica - n.d.t.). Considera un tale passo come pietra fondante dell'emergente nuovo ordine mondiale multipolare.
Ovviamente, tutto ciò non piace alla elite di Washington", asserisce Escobar. "Basta seguire come le diverse agenzie di stampa occidentali stiano trattando la immagine di Putin: si tratta di una demonizzazione implacabile; la solita vecchia personificazione del male."

Il giornalista spiega come qualsiasi membro della comunità internazionale che non si adatti al film occidentale intitolato: "Masters of the Universe" sia subito additato come nemico. Lo stesso trattamento viene riservato a qualsiasi paese non allineato: dalla Siria, alla Corea del Nord alla Russia di Putin, alla Argentina presieduta da Cristina Kirchner.

Nel suo pezzo Escobar cita un articolo in cui Putin illustra alcune opinioni sulle relazioni internazionali e la futura politica estera della Russia.
"Nel nuovo mondo multipolare è necessaria una stretta collaborazione tra i BRICS per combattere l'invasione NATO - preoccupazione molto, molto rilevante per la stragrande maggioranza degli elettori russi - e trovare una collocazione per la Russia in questo emergente nuovo ordine mondiale multipolare."

"La Russia, secondo la 'sceneggiatura' scritta per il post-Eltsin, avrebbe dovuto trasformarsi in uno stato vassallo, una sorta di satrapia (provincia - n.d.t.) al servizio degli interessi di Washington. Proprio per questa ragione la Russia si è avvicinata alla Cina, ed i BRICS hanno iniziato ad integrarsi tra loro.

La Russia ha già creato una partnership strategica con la Germania, alla quale ha iniziato a vendere le proprie risorse naturali. Tutti questi eventi - afferma Escobar - rappresentano un incubo per gli Stati Uniti - dato che non c'è nulla che Washington possa fare per arrestare il processo. "Fatela finita" - ha concluso Escobar - "Putin è stato rieletto, e resterà in carica per i prossimi sei anni."

Articolo in lingua inglese pubblicato sul sito End The Lie
Link diretto:

Traduzione a cura di Anticorpi.info



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Google Earth scopre nuove piramidi

Utilizzare Google Earth per le grandi scoperte archeologiche. È quello che deve aver pensato Angela Micol, archeologa di Maiden, nella Carolina del Nord, che ritiene di aver scoperto due possibili complessi di piramidi egiziane.

L'archeologa statunitense avrebbe individuato un ammasso di tre volte le dimensioni della Grande Piramide di Giza. Il tutto con l'ausilio di Google Earth e nell'arco di uno studio di oltre dieci anni su alcuni antichi siti. Proprio questi ultimi, se dovessero essere accertati come autentici, rientrerebbero in quel patrimonio inestimabile che è l'eredità della civiltà degli Antichi Egizi. E, a detta di uno dei maggiori esperti di egittologia, Nabil Selim, questo ritrovamento è stato effettivamente ignoto al mondo scientifico fino ad ora.

I siti si troverebbero a circa 50 chilometri l'uno dall'altro e sarebbero stati identificati grazie alla presenza di insoliti tumuli con caratteristiche ritenute artificiali per morfologia e orientamento. Il primo sito si troverebbe nell'Alto Egitto, a meno di 20 chilometri dalla città di Abu Sidhum, precisamente sul Nilo. Si costituirebbe grazie a quattro tumuli, due maggiori e due minori ed un altopiano triangolare. A catturare l'attenzione della ricercatrice è stato un rialzo a base quadrangolare di circa 188 metri.

Il secondo ritrovamento si troverebbe nei pressi dell'oasi di Fayoum, a tre chilometri dalla città di Dimai. È disposto da tre piccoli tumuli che formerebbero un allineamento diagonale molto simile a quello ben noto delle piramidi della piana di Giza. Ci sarebbe una formazione a quattro lati che somiglierebbe inequivocabilmente ad una piramide tronca con una base di 140 metri di lunghezza. Sempre secondo l'egittologo Selim, cumuli di queste dimensioni sono tipiche delle piramidi egizie della XIII dinastia.

"Le immagini parlano da sole", dichiara l'autrice della scoperta sul sito di Google Earth Anomalies. "E' evidente quel che i siti possano ospitare ma la ricerca ha bisogno di verificare che, in effetti, si tratti di piramidi e occorrerà verificarne le origini".

Insomma, la scoperta appare incredibile quanto la sua modalità nell'effettuarla. Sebbene ancora non siano trapelate dichiarazioni a riguardo, le posizioni degli esperti si dividono. Secondo voci diffuse, scoperte come queste non sono nuove e a detta di molti servono studi approfonditi affinché possano essere confermate. non è la prima volta che un fatto del genere accade. Basti pensare a quando, nel 2011, un gruppo di ricercatori scoprì un complesso di ben 17 piramidi grazie ai satelliti.Tuttavia, la Micol non ha ancora rivelato la posizione esatta dei ritrovamenti poiché questi devono prima essere protetti dalle autorità egiziane.

E proprio la ricercatrice ha affermato di voler fondare una organizzazione non-profit atta a promuovere le scoperte archeologiche effettuate via satellite. Per far ciò sta pensando di girare un documentario proprio sulle scoperte da ei fatte proprio grazie ad un insospettabile Google Earth. 

Federica Vitale

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Guardare lontano Agire vicino


Il sistema Italia è palesemente irreformabile. Un paese corrotto sino al midollo, con i suoi vertici in probabile combutta con la peggiore associazione mafiosa del Pianeta, non può migliorare perché non può trovare in se stesso i semi per una generazione nuova, che si preannuncia purtroppo solo come la fotocopia sbiadita ed impoverita della precedente.
Tutto sommato che questa impalcatura massonica, mafiosa e posticcia cada non sarà un dilemma; il problema sarà assistere alla costruzione di ciò che verrà dopo. Temo davvero che il mondo nuovo assomiglierà a Monti: algido, pacato e rassicurante all’esterno mentre sarà inflessibile ed autoritario al suo interno. I sistemi di controllo elettronici oggi disponibili rappresentano l’inverosimile e nessun aspetto della nostra esistenza verrà ignorato dai controllori: i gestori del nuovo mondo riconfigurato.
Da un passato di ingiustizie e nequizie ad un futuro di fredda tecnocrazia elettronica altrettanto ingiusto? In gran parte ci meritiamo questa fine. Abbiamo inseguito le farsesche montature del regime e ci siamo lasciati abbindolare dalle meretrici della seduzione d’accatto. Non credo quindi che sarà possibile sfuggire ad una società riconfigurata con mezzi eccezionali. Pagare le tasse per foraggiare le indecenze è e sarà purtroppo un dovere al quale non si potrà sfuggire.
Che cada quindi l’istruzione pubblica! L’università è in mano a feroci baroni da decenni. La ricerca segue a ruota la conduzione familistica degli atenei. Che si chiuda anche la ricerca pubblica quindi. Che la sanità cada in mani private, quella pubblica non è condotta in forma dissimile dalle università. Provvigioni vertiginose collasseranno in un mucchio di mosche e le auto blu scintillanti si fermeranno per mancanza di benzina. Un esercito di rubagalline sciamannerà per le strade implorando pane ed elemosine e grande sarà la nostra soddisfazione ad elargirle. Fuori dai sogni, sono invece i deboli a cadere per primi.
Guardiamo lontano ma non perdiamo di vista ciò che ci sta intorno: l’amico da aiutare o il ladro da allontanare. Siamo scivolati in una condizione sociale miserrima soprattutto per quanto riguarda la speranza in un futuro migliore che ci ha quasi definitivamente abbandonato. Tutto sembra ritorcersi contro di noi: i sistemi statali e quelli privati, temo davvero che ci si dovrà guardare anche dal nostro vicino che non ci sorride più da mesi. Frustrati, adirati, risentiti ed abbandonati, cosa sarà di noi? Quanti di noi avranno la fermezza di non lasciarsi irretire da facili azioni violente preconfigurate e di comodo?
Il crollo del paese potrebbe rappresentare però un’opportunità. Una possibilità di ricostruire. Nel caso dell’Ilva di Taranto, la soluzione è dietro l’angolo: finanziare la costruzione di una Taranto 2 biocompatibile ed autosufficiente (e soprattutto bella) alla distanza necessaria, bonificando il territorio nelle vicinanze delle acciaierie. Albergare in una dimensione nuova ed esaltante la popolazione arricchendo la città di mezzi di locomozione pubblici moderni ed efficienti. Provvedere alla massima ottimizzazione ambientale delle aziende senza delocalizzarle. Si potrebbe fare ma non si vuole fare e neanche immaginare: questo è il problema.

E se tutto rimanesse invece com'è?

Suoni dell’Apocalisse registrati in questi giorni in Inghilterra


Ora anche l’Inghilterra è stata raggiunta dai famosi suoni che negli anni scorsi si sono uditi in tutto il mondo. Addirittura, questi suoni definiti in modo troppo azzardato i “suoni dell’Apocalisse”, ora sono stati ribattezzati con il nome  “Godzilla”, il famoso “mostro misterioso” del cinema giapponese, protagonista di una lunga serie di film a partire dal 1954. Appunto questi suoni se riascoltati sono molto simili a quelli emessi da uno dei più famosi mostri della storia del cinema di fantascienza, ma ovviamente nulla a che vedere con tutto questo. I suoni che vi faremo ascoltare provengono da alcune registrazioni video fatte a Manchester e a Halton il 22 e 23 Agosto 2012.
I suoni dell’ Apocalisse, cosa sono?

Parla la scienza ufficiale: le segnalazioni di questi suoni sono pervenute da ogni parte del mondo: Usa, Regno unito, Costa Rica, Russia, Repubblica Ceca, Australia, Brasile, Ucraina, ecc. Sono stati analizzati questi suoni e si è scoperto che la maggior parte si trova all’interno della gamma di infrasuoni, ovvero non è udibile per l’uomo. Quello che la gente sente è quindi solo una piccola frazione della potenza effettiva di questi suoni. Si tratta di emissioni acustiche a bassa frequenza nel range tra 20 e 100 Hz modulata da onde di infrasuoni bassissimi, tra 0,1-15 Hz. In geofisica, sono chiamate onde acustiche di gravità; si formano nell’alta atmosfera, in particolare al confine con la ionosfera. Le cause attribuibili a queste onde potrebbero essere terremoti, eruzioni vulcaniche, uragani, tempeste, maremoti, ecc, tuttavia la scala del ronzio osservata in termini sia di superficie che di potenza, supera di gran lunga quella che può essere generata dai suddetti fenomeni. Insomma, sono molti ancora i dubbi legati a questa vicenda, anche se secondo alcuni sceinziati, sarebbe da escludere la bufala mediatica. I suoni proverrebbero da cause naturali legate ai fenomeni geologici influenzati dall’attività solare. Se così fosse saremmo di fronte ad un fenomeno interessantissimo tutto da studiare.

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Osservato per la prima volta un pianeta divorato dalla sua stella!

Per la prima volta è stato osservato un pianeta distrutto dalla sua stella, che giunta alla fine della sua vita si e' trasformata in una gigante rossa e lo ha travolto e 'ingoiato'.

La stessa sorte che toccherà alla Terra fra circa 5 miliardi di anni, quando il Sole si trasformerà in una gigante rossa. Descritto sull'Astrophysical Journal Letters da un gruppo di ricerca internazionale, il pianeta è stato divorato dalla sua stella quando questa ha iniziato a espandersi, trasformandosi in una gigante rossa e scagliando nello spazio i suoi gusci più esterni.

Grazie al telescopio Hobby-Eberly, in Texas, gli astronomi hanno scoperto anche un grande pianeta in una orbita molto ellittica intorno alla gigante rossa chiamata BD+48 740, che ha un raggio undici volte più grande rispetto a quello del Sole.


E' stata proprio questa scoperta, insieme alla insolita composizione chimica della stella, la prova che il vecchio astro ha divorato un pianeta. ''Le nostre analisi spettroscopiche rivelano che la gigante rossa contiene un'abnorme quantità di litio, un elemento molto raro creato durante il Big Bang 14 miliardi di anni fa'', ha osservato una delle autrici, Monika Adamow dell'Università polacca Niccolò Copernico a Torun. E' raro trovare litio nelle stelle e per questo motivo trovarne addirittura in abbondanza ha meravigliato i ricercatori.

''I teorici hanno identificato solo poche e molto specifiche circostanze nelle quali il litio è presente nelle stelle'', ha rilevato un altro autore della ricerca, l'astronomo Alexander Wolszczan, della Università americana Penn State, che è stato anche lo scopritore del primo pianeta esterno al Sistema Solare.
''Nel caso di BD+48740 - ha aggiunto - è probabile che il litio sia stato prodotto mentre la stella digeriva il pianeta''. A confermare che l'abbondanza di litio intorno alla stella è dovuta alla distruzione del pianeta è anche la presenza di un altro pianeta, che ha una massa 1,6 volte quella di Giove e un'orbita insolitamente molto ellittica per un sistema planetario molto evoluto. Poiché le interazioni gravitazionali fra i pianeti sono responsabili di orbite così peculiari, gli astronomi sospettano che il 'tuffo' del pianeta nella stella possa aver dato al pianeta superstite una sferzata di energia che lo ha scagliato in un'orbita così eccentrica.

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Un'equazione per calcolare le civiltà aliene

Solo nella nostra galassia sarebbero miliardi i pianeti in grado di ospitare forme di vita

Quante potrebbero essere le civiltà sparse nell'Universo? Nonostante la mancanza- totale, fino ad oggi- di prove oggettive che ne dimostrino l'effettiva esistenza, la scienza si interroga comunque sull'eventualità di trovarci, un giorno, faccia a faccia con Esseri di altri mondi. Ma statisticamente parlando, con quali probabilità? 
Alla domanda, ha risposto l'astronomo Frank Drake, che già nel 1961 elaborò una formula matematica per stabilire se e quante civiltà extraterrestri potessero svilupparsi nella galassia. L'equazione, passata alla storia con il suo nome, prevede molte variabili, quasi tutte solo stimabili e non dimostrabili, come il numero delle galassie o delle stelle esistenti. Cambiare il valore di una, ovviamente, modifica radicalmente il risultato finale.

In base alle previsioni di Drake, esso è davvero impressionante: possono esistere 375 miliardi di pianeti abitati nella sola Via Lattea- la nostra galassia- e tutti con forme di vita intelligente. Se anche una piccola parte di esse fosse in grado di comunicare nello spazio, ne risulterebbero milioni di società evolute in potenziale contatto le une con le altre. A livello cosmico, il numero arriverebbe quasi a 3 miliardi di miliardi...


Nel corso degli anni, le stime di Frank Drake sono state riviste al ribasso, anche in virtù delle maggiori conoscenze sul cosmo acquisite in questi ultimi decenni. Ma pur con la visione più scettica possibile e mantenendo i piedi ben ancorati a terra, le cifre che emergono sono da capogiro: lassù, ci sarebbe un gran bel traffico...

I meno propensi a vedere E.T. in ogni angolo partono infatti dalla considerazione che meno del 40 per cento delle stelle della nostra galassia possa far parte di un sistema solare. Un calcolo approssimativo verso il basso, perché- al momento- i nostri telescopi sono in grado di scovare solo pianeti grandi almeno quanto il nostro: quindi, a rigor di logica, tutti gli astri potrebbero essere circondati da mondi alieni più piccoli. In ogni caso, la stima del 34 per cento di stelle dotate di pianeti porta a valutare - nella sola Via Lattea- circa 2 miliardi di gemelli della Terra.

Drake sosteneva che tutti i pianeti abitabili fossero abitati. Ora invece si tende a pensare che solo un 13-15 per cento lo siano: i meccanismi che presiedono alla vita sono complessi e delicati. Ma una volta che si forma, quale percentuale evolverà in vita intelligente? Gli scettici la ritengono un'eventualità eccezionale: guardando alla Terra, solo una specie-quella umana- ha sviluppato abilità cognitive.

Altri scienziati, invece, ritengono che l'intelligenza sia una tappa inevitabile nel corso dell'evoluzione. Quindi, con una sana via di mezzo, si ipotizza che circa il 50 per cento di queste entità biologiche nate e cresciute su mondi alieni possa essere in grado di creare, costruire, pensare... In numeri, ciò corrisponde a 1 milione di potenziali civiltà extraterrestri. E solo attorno a noi.
Ma di queste, quante sono arrivate ad un grado di sviluppo tecnologico tale da riuscire a comunicare attraverso lo spazio? Nella peggiore delle ipotesi, solo un 10 per cento. I numeri si assottigliano ancora di più, se pensiamo a civiltà distanti anni luce, i cui messaggi possono giungere ai nostri strumenti ora, molto tempo dopo la loro stessa scomparsa. Aumentando o riducendo queste variabili, si arriva agli ipotetici popoli alieni che in questo istante stanno cercando di comunicare: da un minimo di 1 a poche decine. Nulla di che, penserete...

E invece no. Moltiplicando questo numero irrisorio per le galassie che formano l'universo, si torna ancora ad una stima spaventosa: centinaia di miliardi di civiltà possibili, evolute almeno quanto noi, se non di più. Tutte lì, tra quei puntini luminosi che osserviamo distratti in una notte di cielo stellato.

Golfo del Messico: e' allarme per l'uragano Isaac in migliaia in fuga dalle coste



La tempesta tropicale Isaac si dirige New Orleans, dopo avere schivato la Florida, punta verso la Louisiana, e secondo gli esperti si trasformerà nelle prossime ore in uragano. Il governatore della Lousiana, Bobby Jindal, ha dichiarato lo stato di emergenza e le autorità di New Orleans hanno dichiarato lo stato di massima allerta.

Isaac dovrebbe raggiungere la Louisiana martedì, proprio il giorno in cui sette anni fa il terribile uragano Katrina di categoria 5 devastò lo Stato, dove causò oltre 1.800 vittime e danni per più di 80 miliardi di dollari.

Anche lo Us National Hurricane Center ha dichiarato lo stato di emergenza nella parte settentrionale del golfo del Messico. Il rischio è che Isaac si trasformi in uragano di categoria tre. Per questo motivo, il partito repubblicano ha deciso di cancellare gli appuntamenti del primo giorno di convention a Tampa, rimandando il primo giorno di lavori a domani.

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