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La "voragine" del campo magnetico del Sud Atlantico


E' risaputo che il campo magnetico terrestre si stà indebolendo e che recentemente il polo nord magnetico ha accelerato il suo movimento spostandosi verso la Russia.
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
La conseguenza dell'indebolimento del campo magnetico ha anche ripercussioni al livello del Sud Atlantico nella quale esiste un "buco" magnetico noto come anomalia del Sud Atlantico, ed il campo magnetico terrestre si sta indebolendo velocemente.
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
La cartografia globale del campo magnetico terrestre mostra un forte minimo dell'intensità del campo in un'area, della grandezza di diversi milioni di chilometri quadrati, che si estende dall'America meridionale verso est a interessare una vasta regione di Oceano Atlantico meridionale. È la cosiddetta anomalia magnetica del sud Atlantico, una regione di considerevole attenuazione del campo magnetico terrestre rispetto al valore che si ha altrove normalmente a quelle latitudini.
Come noto il campo magnetico terrestre non consente al vento solare di giungere direttamente alla superficie del nostro pianeta che proprio a causa dello schermo formato dal campo, viene protetto dalla radiazione corpuscolare di origine solare. La regione di spazio a forma di cometa nella quale in campo è così confinato si chiama magnetosfera.
Quello che è certo è che il campo magnetico si sta indebolendo e che le fasce di Van Allen si avvicineranno alla superficie terrestre allargando di conseguenza l'area dell'anomalia.
Questo fenomeno non solo è certo che avverrà ma stà già progressivamente continuando ogni anno.
Nei cinque anni dal 2000 al 2005, il campo magnetico è notevolmente cambiato in un paio di aree:
La zona debole del Sud Atlantico debole si è ampliata verso est. 

LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
Nella zona del Nord Canada si è indebolito, a causa dei transiti del polo nord magnetico verso la Siberia.
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
Pare anche che quest'anomalia continuando ad espandersi possa essere anche responsabile di possibili incidenti aerei come accaduto all'Air France.
L'anomalia è enorme, sta crescendo, e se continua il suo corso attuale, potrebbe consentire mutazioni causate dalla radiazione cosmica sempre più vicina alla superficie terrestre.
"Nel Anomalia del Sud Atlantico, la forza del campo magnetico è in calo dieci volte più veloce e la stazione darà ai ricercatori l'opportunità di conoscere meglio le conseguenze del globale indebolimento del campo magnetico."
I Satelliti "soffrono di gran lunga la maggior parte delle colpe quando volano attraverso questa zona", dice un'articolo, che dà credito alla teoria disastro Air France.
Interessante quanto riportato da un superstite.
Bahai Bakari, il superstite figlio dello schianto jet Yemenia che ha ucciso 152 persone,ha parlato del suo calvario quando è tornato in Francia.
'Dice che furono date istruzioni ai passeggeri e che poi si sentì qualcosa come elettricità ... come se fosse stato un po' fulminato, 'ha detto il ministro del governo francese per la cooperazione, Alain Joyandet.
Questo indebolimento del campo magnetico all'interno di questo gigantesco varco nella nostra magnetosfera terrestre sembra essere anche capace di influire su un considerevole aumento dell'attività sismica e favorire la risalita dei volumi di magma lungo il sistema vulcanico dell'area con la conseguenza di violente e prolungate eruzioni esplosive.
Partiamo dai terremoti in Cile che si trova proprio sotto questa breccia nel campo magnetico(non si sa quando esattamente sia cominciata ma la cosa importante da sapere è che continua ad espandersi come un tumore e ad approfondirsi) e scopriamo osservando la lista di forti terremoti dal 1730 ad oggi come con il passare dei decenni in corrispondenza con l'approfondirsi dell'Anomalia stiano diventano rapidamente sempre più frequenti rispetto al passato.
1730 07 08 - Valparaiso, Cile - M 8.7 Morti 5
1835 02 20 - Concepcion, Chile - M 8.2 500 decessi
1868 08 13 - Arica, Peru (ora Cile) - M 9.0 25.000 decessi
1877 05 10 - Offshore Tarapaca, Cile - M 8.3 34 decessi
1906 08 17 - Valparaiso, Cile - M 8.2 Morti 3882
1922 11 11 - Cile-Argentina Border - 8,5 M
1928 12 01 - Talca, Chile - M 7.6 225 decessi
1939 01 25 - Chillan, Cile - M 7.8 28.000 decessi
1943 04 06 - Illapel - Salamanca, Chile - M 8.2 25 decessi
1960 05 21 - Penisola di Arauco, Cile - 7,9 M
1960 05 22 - Cile - M 9,5 decessi 1.655
1965 02 23 - Taltal, Cile - M 7.0 Fatalities 1
1965 03 28 - La Ligua, Cile - M 7.4 400 Morti
1971 07 09 - Regione di Valparaíso, Cile - M 7,5 decessi 90
1985 03 03 - in mare aperto Valparaiso, Cile - M 7.8 177 Morti
1998 01 30 - costa nei pressi del Nord Cile - 7,1 M
2002 06 18 - Cile-Argentina regione di frontiera - 6,6 M
2003 06 20 - vicino alla costa del Cile centrale - 6,8 M
2004 05 03 - Bio-Bio, Cile - 6,6 M
2005 06 13 - Tarapaca, Cile - M 7.8 11 decessi
2007 11 14 - Antofagasta, Cile - M 7.7 Morti 2
2007 12 16 - Antofagasta, Cile - 6,7 M
2008 02 04 - Tarapaca, Cile - 6,3 M
2009 11 13 - Offshore Tarapaca, Cile - 6,5 M
2010 02 27 - Offshore Bio-Bio, Cile - M 8.8 547 Morti
Per maggiori informazioni si può vedere lo stesso aumento dei terremoti negli ultimi decenni nell'area in questa lista più lunga..
Adesso porto all'attenzione un'interessante fatto.
Il Cile è la regione del mondo che ha il più elevato numero di vulcani preistorici che hanno già eruttato e che negli anni recenti hanno dato evidenti segnali di forti attività esplosive.
Osserviamo bene cos'è successo dal 1991 ad oggi.
Monte Hudson,1991
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
Monte Hudson, in spagnolo Cerro Hudson, è uno stratovulcano del Cile del sud. Nel 1991 ha prodotto una delle più grandi eruzioni del secolo.
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
Chaiten,2008
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
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Il 2 maggio del 2008 , la città di Chaiten , 7000 abitanti e 1300 Km a sud di Santiago del Cile , si è svegliata sotto uno strato di cenere bianca che copriva strade , prati, automobili . Il vulcano Chaiten annunciava il suo ritorno in attività dopo 9400 anni di silenzio, mettendo in allarme i vulcanologi di tutto il mondo. Dopo poche ore dalla sua bocca si è innalzata verso il cielo una nube di gas , ceneri e lapilli alta circa di 20 Km. I venti in quota hanno trasportato il fumo verso le Ande e sull'Argentina , per spingersi poi fin sull'Oceano Atlantico. Nessuna colata , solo cenere e gas. Gli esperti affermano che è più devastante, dato che danneggia i polmoni e tolgono l'ossigeno al suolo. Prima dell'eruzione , il vulcano era coperto da un duomo , un “tappo” di lava solida a forma di cupola che fessuratosi, ha lasciato uscire il materiale gassoso. La formazione della colonna di gas ha richiesto molte ore come a Pompei nel 79 d.C. . Le 4000 persone evacuate è stata solo una misura prudenziale avvertono dal governo . Le eruzioni esplosive ha fatto registrare colonne alte anche 40 Km , come accaduto nel 1991 con il vulcano Pinatubo , nelle Filippine: in quel caso il clima si raffreddò per un paio d'anni di 1,1°C in media , perché l'anidride solforosa emessa ha bloccato la luce del sole. 
Puyehue,2011
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
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A partire dal 4 giugno 2011 dopo oltre cinquant'anni di quiescenza si è risvegliato con una violenta e spettacolare eruzione.
Per verificare gli effetti di questa eruzione si veda questi estratti:
-"Vastissime aree di Cile e Argentina sono ricoperte di cenere, e questo, secondo l’Onu, provocherà “gravi effetti a lungo termine“. Il documento è stato preparato da un gruppo di esperti delle Nazioni Unite composto da geologi e vulcanologi europei, i quali hanno studiato una serie di scenari proprio nella Patagonia."
-"L’eruzione del vulcano, le cui ceneri hanno ricoperto non solo BuenosAires ma molti atolli del Pacifico fino ad arrivare in Australia e Nuova Zelanda, ha già rovinato quasi otto milioni di ettari di terreno nelle regioni ‘patagonicas’ di Neuquen, Rio Negro e Chubut. E continuerà, affermano gli esperti, il suo devastante cammino, dopo aver coperto di ceneri tante località dell’area."
-"Circa 750.000 pecore sono state uccise solo in Argentina. I dati provenienti da Brasile, Cile e Uruguay non sono ancora disponibili.
In Cile, ceneri e rocce versate nel fiume Nilahue hanno fatto salire la temperatura a 45° uccidendo oltre 4,5 milioni di pesci, la maggiorparte salmoni, e lasciando le comunità locali indigenti e bisognosi di aiuto del governo."
-"La sopravvivenza della vegetazione in Patagonia e’ a rischio a causa della presenza delle ceneri del vulcano Puyehue provenienti dal Cile: lepiante infatti ricevono solo il 15% delle radiazioni solari loro necessarie. L’allarme arriva dalla Facoltà di agronomia dell’ Universita’ di BuenosAires. Gli esperti sono giunti a questa conclusione a partire dalla lettura delle immagini satellitari che rivelano il forte impatto della cenere.
Secondo lo studio esiste ”una diminuzione dell’85% delle radiazioni solari che le piante riceveranno di media, in autunno ed in inverno” a causa della presenza, dal 4 giugno scorso, delle ceneri del vulcano Puyehue che continua la sua attivita’."

Osservate ATTENTAMENTE la collocazione di queste forti eruzioni dal 1991 al 2011 e scoprirete che si stanno spostando da Sud verso Nord.
Un'altro vulcano più recentemente,che non erutta da almeno 10.000 anni ha dato evidenti segnali di risveglio con una serie di tremori vulcanici mai prima registrati.
San Pedro-Pellado, Colbún, Chile
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
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"CILE - A quanto pare, la SERNAGEOMIN ha tenuto sotto controllo uno sciame di terremoto del Cile Tatara-San Pedro (noto anche come San Pedro-Pellado), possibilmente dalla numerazione nell'ordine delle centinaia di piccoli terremoti negli ultimi giorni.
Le relazioni sono un po scarse e le informazioni provenienti da diverse parti del governo cileno sono contraddittorie: il governatore regionale della zona è stato citato quando diceva che " si tratta di terremoti vulcanici, quindi siamo in allerta " , mentre il direttore regionale di ONEMI ha dichiarato: "in primo pensiero che ci trovavamo di fronte a terremoti vulcanici, ma i rapporti noti l'analisi hanno portato alla conclusione che dovevamo affrontare tipi di terremoti tettonici."
L'articolo di La Tercera menziona anche che il vulcano non ha eruttato in "decenni ", mentre l'ingresso del Programma Globale di Vulcanismo per San Pedro dice che l'ultima eruzione è" sconosciuta " , probabilmente risalente all'Olocene (ultimi 10.000 anni).
Se si rinnova l'attività presso il vulcano, è potenzialmente la prima volta nella storia registrata."

E ancora più a nord al confine tra il Cile e la Bolivia c'è la vera e propria "bomba atomica",Uturuncu.
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
LA BRECCIA NEL CIELO DEL SUD ATLANTICO
Grazie alla radiazione elettromagnetica ottenuta da nuove immagini satellitari, i ricercatori hanno effettuato una scoperta sensazionale: la presenza di un nuovo supervulcano. Siamo nel Sud della Bolivia, in una zona estremamente remota, dove osservando l’area ad occhio nudo nulla farebbe presagire agli eventi sinistri che si verificano in questa parte di sottosuolo delle Ande. Imponente, alto circa 6000 metri, il massiccio dell’Uturuncu, uno dei vulcani più facilmente raggiungibili al mondo, si è sollevato nel tempo. La soluzione degli scienziati della Cornell University, Ithaca, USA, descritta in uno studio che verrà pubblicato a breve è eloquente: il tetto della montagna sorge su una superficie dieci volte più grande del lago di Costanza. Gli esperti hanno raccolto misurazioni del moto del suolo, confermando ciò che molti ricercatori avevano ipotizzato nel tempo. L’Uturuncu, un gigante addormentato, sarebbe un supervulcano capace di eruttare una quantità di materiale pari a 1000 volte rispetto al tristemente famoso Monte Sant’Elena, autore di una delle più grandi eruzioni del XX secolo; e 10.000 volte superiore a quello delle eruzioni islandesi nel 2010 che hanno paralizzato il traffico aereo mondiale per settimane. Il sollevamento del suolo era già stato osservato nei mesi scorsi, ma il motivo sembrava ancora sconosciuto. Se un tale vulcano eruttasse, ci sarebbe una distruzione totale nell’arco di centinaia di chilometri di territorio. Il vulcano Uturuncu è stato sino ad ora addormentato, tanto che l’età delle sue colate laviche rivelano che l’ultima eruzione risale a circa 300.000 anni fa.
Ma ora il gigante si muove di circa 1-2 cm l’anno da circa 20 anni, e sembra risvegliarsi. Ogni giorno si stanno verificando delle deboli scosse, arrivando ad oltre mille per anno. “La dimensione e la longevità del sollevamento è senza precedenti. E’ circa 10 volte più veloce rispetto al tasso normale di crescita di una camera magmatica di grandi sistemi vulcanici “, ha detto Shanaka de Silva, un geologo della Oregon State University che ha studiato Uturuncu dal 2006. La regione andina della Bolivia, del Cile e dell’Argentina è conosciuta per i vari depositi geologici trovati, causati da mega eruzioni passate. “Non possiamo prevedere cosa accadrà“, spiega Matthew Pritchard della Cornell University. Altri supervulcani come i Campi Flegrei nei pressi Napoli o nel parco di Yellowstone sono in movimento, anche se per il momento non destano preoccupazione. L’uturuncu si è da poco risvegliato dal suo sonno millenario, ed il serbatoio di magma sotto al vulcano sta crescendo di circa 1 metro cubo al secondo, ma per una super eruzione potrebbe necessitare di un accumulo maggiore. “Tutto è possibile nei prossimi decenni”, aggiunge Pritchard, il quale poi aggiunge: “dobbiamo imparare a capire meglio i segnali del vulcano per formulare una previsione, anche perché ci sono più vulcani da queste parti che vulcanologi”. Ed infatti il vulcano Uturuncu è circondato da una delle concentrazioni più densa di supervulcani del pianeta, tutti addormentati da almeno 1 milione di anni.

Come ho fatto notare le più grandi eruzioni vulcaniche degli ultimi due decenni sono avvenute proprio in Cile e seguono uno schema ricorrente che si stà propagando verso nord.
Allo stesso modo nonostante ci siano altri vulcani preistorici che danno segni di attività in tutto il mondo,il Cile è la regione ne ha la maggior parte in fase di risveglio che in qualunque altra parte del mondo.
Quel che è certo è che se lo schema che ho notato delle forti eruzioni vulcaniche che si stanno propagando verso nord è esatto allora se avverrà l'eruzione del vulcano Uturuncu si può certamente dire che sarà un'evento biblico.
Non credo che sia una coincidenza che questo aumento dei terremoti e questo elevato numero di forti eruzioni che si propagano nell'arco di pochi anni da sud verso Nord,per non parlare dell'elevato numero di vulcani preistorici che danno segni di attività in questa stessa regione,si trovino proprio sotto questa enorme falla indebolita del campo magnetico terrestre.
La connessione è piuttosto evidente.


Siria: la Russia prepara l’evacuazione


Giovedì, servizi sui media hanno rivelato che l’esercito russo si sta preparando ad evacuare dalla Siria i propri cittadini, tra cui militari della base navale di Tartus nel paese.
Due informatori dei servizi di sicurezza hanno detto al quotidiano Vedomosti che, sebbene le autorità non abbiano ancora emanato un ordine effettivo, sono previsti piani nell’eventualità di un inasprimento delle tensioni o di un intervento di potenze straniere.
Le fonti hanno affermato che dei piani si occupano il Ministero della Difesa, ilMinistero per le Situazioni di Emergenza e altre agenzie governative.
Ad aprile il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov aveva già parlato della necessità di aiutare i titolari di passaporto russo all’estero, dicendo che la Russia avrebbe dovuto essere pronta a soccorrere i circa 100.000 cittadini russi che vivono in Siria con le loro famiglie.
L’articolo di giovedì scorso giunge dopo che martedì sera il Ministero della Difesa aveva smentito le affermazioni della CNN, secondo le quali la Marina russa avrebbe presto inviato navi nel porto mediterraneo di Tartus, dove sono di stanza circa 100 soldati russi insieme ad altro personale di supporto.
Gli esperti hanno avvertito che la Siria è sull’orlo della guerra civile. I tentativi di negoziare un cessate il fuoco tra le forze antigovernative e il presidente Bashar Assad sono falliti.
Fonte:  The Moscow Times  21.06.2012
Traduzione di Gabriele Picelli per http://www.times.altervista.org/

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Emilia: bloccate le carte di credito ai terremotati

Niente carte di credito per gli abitanti delle città colpite dal sisma in Emilia Romagna del 20 e 29 maggio. Circa una settimana fa, la banca inglese Barclays, circuito Visa, ha bloccato le carte di credito attivate ai cittadini delle zone terremotate. La denuncia arriva dal Alessandro Osti, direttore della Confesercenti di Ferrara e residente in una dei comuni danneggiati dalle scosse, che racconta su Facebook la propria esperienza, invitando a boicottare la banca. (...) un operatore del call center della banca conferma. “È vero. Tanti clienti delle zone terremotate non sono stati capaci di pagare la rata mensile. Per questo la banca ha deciso di bloccare tutte le carte attivate in quei comuni, in via precauzionale. È stato fatto per evitare che il sistema caricasse gli interessi a danno del cliente”. (Fatto Quotidiano)

Avevate dubbi ragazzi? loro lo fanno solo per salvaguardare il cliente eh ... ci mancherebbe altro avete mai visto una banca rubare soldi ai propri clienti?


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Allarme dagli Usa: «Vesuvio bomba per tutta l'Europa».

NAPOLI - Il ticchettio non lo sentiamo neanche più, abituati come siamo a considerare il Vesuvio soltanto come parte del panorama; immagine da cartolina che la rivista Nature (ripresa dal National Geographic) smonta ricordando che il vulcano che domina il golfo di Napoli è «la bomba a orologeria d’Europa». Secondo Nature il rischio Vesuvio è sottovalutato, così come lo era l’ipotesi di un terremoto disastroso in Giappone. La prossima eruzione potrebbe essere peggiore di quanto prevista dal piano d’emergenza.
La giornalista Katherine Barnes, autrice del servizio, raccoglie diversi studi e li mette a confronto. Il punto di partenza è rappresentato dagli studi del team di Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano, che assieme ad altri studiosi già nel 2006 indagò sulla cosiddetta eruzione delle Pomici di Avellino, l’evento che circa 3.800 fa devastò l’intera Campania, con effetti ancora più disastrosi della successiva eruzione di Pompei del 79 d.C.
Il primo dato riguarda l’area da ritenere a rischio. La zona rossa comprende attualmente 18 comuni e circa 600mila residenti. Nature mette in discussione in piano di evacuazione e d’intervento. «Quando si appronta un piano di emergenza – sottolinea la rivista scientifica - occorre tener conto anche del cosiddetto ”worst-case scenario” cioè del peggiore caso possibile». Ed in effetti l’eruzione del Vesuvio con caratteristiche altamente distruttive metterebbe letteralmente in ginocchio non solo la Campania ma lo stesso sistema nazionale e, di conseguenza, l’intera Unione europea. Nature cita a proposito la teoria dei «cigni neri», vale a dire eventi poco probabili ma potenzialmente devastanti. 
Ma quali sono gli elementi che creano allarme? Mastrolorenzo e la sua collega Lucia Pappalardo hanno ipotizzato, sulla base di una serie di indagini sismologiche, l’esistenza di una vasta camera magmatica a circa 8-10 chilometri di profondità sotto il Vesuvio; segno di un possibile risveglio violento del vulcano. Lo studio ribadisce la possibilità che i flussi colpiscano anche al di là della cosiddetta «zona rossa», della quale da anni lo stesso Mastrolorenzo chiede l’estensione all’intera area urbana di Napoli, il che imporrebbe un’evacuazione di tre milioni di persone invece delle 600mila attualmente previste. 
Nature ha, quindi, interpellato anche i rappresentanti del dipartimento della Protezione Civile che ribattono come il piano di emergenza sia in continuo aggiornamento e che la valutazione del rischio viene compiuta «sulla base delle condizioni presenti del vulcano». Secondo il vulcanologo Warner Marzocchi dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia «non si può investire tutto in previsione del peggiore evento possibile: la riduzione del rischio deve basarsi su presupposti razionali. Un’evacuazione di tutti i tre milioni di abitanti dell’area urbana di Napoli sarebbe impossibile da gestire».
Mazzocchi e i suoi colleghi, segnala Nature, stanno sviluppando una serie di modelli probabilistici che potrebbero aiutare le autorità a valutare la situazione e a decidere le possibili soluzioni in caso di crisi. Un metodo simile a quello utilizzato dall'équipe di Peter Baxter dell’Università di Cambridge in occasione dell’eruzione avvenuta nel 1997 sull’isola di Montserrat, nei Caraibi. Le previsioni di Baxter consentirono di evitare l’evacuazione dell'intera isola. Per il Vesuvio, Baxter e i suoi colleghi hanno approntato un modello di previsione che tiene conto dei possibili scenari in caso di eruzione. In base allo studio, un’eruzione media come quella del 1944, con flussi di lava e moderate emissioni di cenere, resta l’evento più probabile. Qualora il vulcano dovesse risvegliarsi, la probabilità che lo faccia con un’eruzione pliniana, devastante come quelle di Pompei o di Avellino, viene calcolata intorno al 4%. Un simile approccio probabilistico, conclude l’articolo di Nature, sembra l’unico a disposizione di autorità e studiosi, in mancanza di sistemi più accurati per prevedere le eruzioni.
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=149289&sez=NAPOLI#

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I terremoti storici nella regione del Mediterraneo

La regione mediterranea è sismicamente attiva a causa della convergenza verso nord (4-10 mm/anno) della placca africana rispetto a quella euroasiatica. Questa convergenza ha iniziato circa 50 milioni di anni fa ed è stata associata con la chiusura del Mare Teti. Quello che rimane al momento attuale di tale Mare è il Mar Mediterraneo.

I più alti tassi di sismicità nella regione del Mediterraneo sono stati trovati lungo la zona di subduzione greca nel Sud della Grecia, lungo la Faglia del Nord della Turchia e la zona di subduzione calabrese del sud Italia.

Nella regione del Mediterraneo c’è una documentazione scritta, che copre parecchi secoli, ossia la documentazione della sismicità pre-strumentale, che risala a prima del XX secolo. I terremoti storici hanno causato danni diffusi nella Grecia centrale e meridionale, a Cipro, in Sicilia, a Creta, nella regione del Delta del Nilo, nel nord della Libia, lungo la catena montuosa del Nord Africa e nella Penisola Iberica (Spagna e Portogallo). Il terremoto del 1903 di magnitudo 8.2 nell’isola greca di Citera e quello del 1926 di magnitudo 7.8 a Rodi sono i più forti terremoti del Mediterraneo registrati dagli strumenti, entrambi asosciati a zone di subduzione tettonica. Tra il 1939 e il 1999 una serie di devastanti terremoti di magnitudo superiore a 7 si propagagarono verso ovest lungo la Zona della Faglia Nord della Turchia iniziando con il terremoto del 1939 di magnitudo 7.8. Il terremoto a Erzincan sull’estremità orientale della Linea della Faglia  del Nord Turchia. Il terremoto del 1999 di magnitudo 7.6 avvenuto a Izmit, che si trova all’estremità ovest della faglia, ha colpito una delle aree urbane più densamente popolate e industrializzate, con più di 17 000 persone.

Sebbene i tassi di sismicità siano relativamente bassi lungo il margine settentrionale del continente africano, i grandi terremoti distruttivi sono stati registrati e riportati dal Marocco nel Mediterraneo occidentale, nel Mar Morto nel Mediterraneo orientale. Il terremoto del 1980 di magnitudo 7.3 a El Asnam è stato uno dei più grandi e distruttivi terremoti in Africa nel XX secolo.
I terremoti storici nella regione del Mediterraneo
I grandi terremoti in tutta la regione del Mediterraneo sono stati anche noti per la produzione di tsunami significativi e pericolosi. Uno dei terremoti più importanti  terremoti storici all’interno della regione è quello di Lisbona dell’1 novembre 1755, la cui magnitudo fu stmata da dati non strumentali intorno a 8. Si pensa che questo terrmoto sia avvenuto dentro o vicino la Faglia delle Azzorre-Gibilterra che definisce il confine tra le placche africana ed euroasiatica a largo della costa occidentale del Marocco e del Portogallo. Il terrmoto è notevole sia per un grande tributo di morti, pari a circa 60 000 persone, e per la formazione di uno tsunami che spazzò la costa portoghese inondando i villaggi costieri e Lisbona stessa.

Un terremoto di magnitudo circa 8 vicino alla Sicilia nel 1693 generò un grande tsunami che distrusse numerose città lungo la costa orientale dell’isola. Il 28 dicembre del 1908 avvenne il terremoto più rovinoso e letale documentato in tutta Europa con una magnitudo pari a 7.2 nella città di Messina. La combinazione di parecchie scosse e uno tsunami locale causarono da circa 60 000 a 120 000 vittime.

Notizie dalla Grecia: il meccanismo di Antikythera

I­­l meccanismo di Antikytheraè un antico strumento “informatico” progettato per calcolare le posizioni astronomiche e l’andamento dei cicli solari. Fu recuperato tra il 1900 e il 1901 all’interno del relitto di Antikhytera, al largo dell’isola greca dal nome omonimo, ma il suo complesso significato non fu capito almeno fino al secolo successivo. Il meccanismo fu costruito probabilmente agli inizi del primo secolo a.C., anche se la datazione effettiva sembra essere incerta e ancora precedente. Molti ricercatori hanno riconosciuto nel dispositivo una particolarità unica nel suo genere, a partire dal disegno e dalla struttura, che indica quella di un orologio astronomico di particolare bellezza storica. Il dispositivo è attualmente conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene.

Antikythera, isola - fonte www.bibliotecapleyades.net

Antikythera - disegni del meccanismo - fonte www.architecture-balar.com2011_02_21_archive.html
Da recenti studi sembra ormai accertato che il meccanismo sia il più noto calcolatore scientifico di una certa complessità del mondo antico, grazie ad una fitta serie di ingranaggi, che richiamano ilcomputer analogico. La particolarità della sua struttura fa però immaginare che la qualità della sua produzione sia dovuta ad una serie di predecessori creati durante il periodo ellenistico. Costruito su teorie dell’astronomia e della matematica, si è sviluppato grazie alla sua elaborazione da parte di astronomi greci. Datato secondo fonti autorevoli intorno all’87 a.C., è costituito da una lega a base di bronzo composto per il 95% di rame e il resto di stagno. Si ritiene sia andato perduto sui fondali marini solo qualche anno dopo la sua costruzione, probabilmente nel 76 a.C.
Le istruzioni presenti sul meccanismo, scritte in greco koinè, farebbero supporre che la macchina sia di origine greca. Una delle ipotesi avanzate consiste nel suo possibile assemblaggio in un’accademia fondata dal filosofo Posidonio sull’isola di Rodi. All’epoca, infatti, l’accademia era nota come un importante centro di astronomia e ingegneria meccanica. Ciò ne attribuirebbe la progettazione all’astronomo Ipparco di Nicea, poiché la presenza di un meccanismo lunare all’interno della sua struttura rimanda alla teoria elaborata da quest’ultimo per il moto della Luna.
I risultati recenti di una ricerca basata sullo studio della meccanica indicano però che il meccanismo abbia avuto origine nelle colonie di Corinto, e questo farebbe pensare, invece, ad una connessione con Archimede.
Il dispositivo fu ritrovato per caso durante una battuta di pesca, quando fu individuata una nave affondata presso l’isola di Antikythera, situata nel Mar Egeo e a 18 miglia da Creta. La rotta era probabilmente molto comune nella storia della Grecia antica, poiché il porto di Antikythera rappresentava un passaggio obbligato nei traffici tra Creta e il Peloponneso. Le ricerche dei sommozzatori, realizzate nell’ottobre del 1900, portarono al ritrovamento di vari reperti, tra cui molte opere d’arte. Solo nel maggio del 1902 l’archeologo Valerio Stais, esaminando il vari reperti, notò che uno dei pezzi di roccia recuperata aveva, intrappolata al suo interno, una strana ruota dentata. Subito Stais pensò si trattasse di un orologio astronomico, anche se le successive opinioni elaborate da altri studiosi vi hanno riscontrato un anacronismo storico, ritenendo il meccanismo troppo complesso per essere stato costruito nella stessa epoca degli altri pezzi ritrovati. Le indagini furono poi abbandonate per essere riprese solo nel 1951 da parte del fisico inglese Derek J. de Solla Price.
Non sono ancora note le dinamiche che hanno portato il meccanismo ad essere trasportato all’interno di una nave cargo, ma si è certi che questa fosse in viaggio verso Roma, un probabile bottino di guerra, insieme a molti altri tesori saccheggiati dall’isola greca. Si ritiene anche che il tutto avvenisse a sostegno di una parata trionfale che sarebbe stata condotta da Giulio Cesare in patria.
Il dispositivo rappresenta un notevole livello di miniaturizzazione e complessità in tutte le sue parti, e la raffinatezza del meccanismo è paragonabile a quella degli orologi del XIV secolo. Costituito da oltre trenta ingranaggi, è basato sulla concezione geocentrica, che comporta la conoscenza di numerose informazioni astronomiche, dalla disposizione della Luna a quella di molti altri corpi celesti. Sulla piastra frontale veniva inserita la data mediante una manovella oggi andata persa, e questo permetteva di stabilire la posizione esatta del pianeta rispetto agli altri.
La concezione eliocentrica fu proposta in epoca moderna nel De revolutionibus orbium coelestium di Niccolò Copernico nel 1543. In realtà la teoria geocentrica di nascita aristotelica (III secolo a.C.), ripresa poi da Tolomeo, vissuto nel II secolo d.C., e riportata nell’Almagesto, era stata già messa in discussione nel III secolo a.C. daAristarco di Samo. Purtroppo nulla dei suoi scritti ci è pervenuto e oggi non è possibile individuare gli elementi che ne supportavano la teoria. Aristarco fu oltremodo osteggiato per le sue idee ritenute rivoluzionarie e sostenuto solo da pochi contemporanei.
Il calcolatore di Antikythera presenta una dinamica rotatoria che prevede una conoscenza di base del moto planetario indispensabile per la sua costruzione. Ciò farebbe supporre che la conoscenza di un simile meccanismo avrebbe indotto Aristarco e ad alcuni suoi coevi studiosi ellenistici ad abbracciare la teoria eliocentrica proprio per la similitudine tra le dinamiche del meccanismo ed il moto celeste.
Se così fosse, il reale inventore del meccanismo di Antikythera avrebbe anticipato di circa 19 secoli i principi postulati da Newton nel suo Philosophiae Naturalis Principia Mathematica e che sono alla base della legge di gravitazione universale, da lui enunciata nel 1687. Un articolo molto interessante sulla meccanica del calcolatore si trova al linkhttp://www.giovannipastore.it/ANTIKYTHERA.htm.

Antikythera - pezzi del meccanismo conservati al Museo Archeologico Nazionale di Atene - fonte www.architecture-balar.com2011_02_21_archive.html
Sul calcolatore sono presentitre quadranti principali, di cui uno sul lato anteriore e due su quello posteriore. Il quadrante posto in anteriore ha due scale concentriche, mentre l’anello più esterno è delimitato dai 365 giorni del calendario egiziano che risponde al ciclo dell’anno Sotiaco. La seconda linea all’interno indica i segni delloZodiaco ed è divisa in gradi. Va detto che il Calendario Sotiaco vigente all’epoca era basato sul ciclo della stella Sirio, situata nella Costellazione del Cane. Sirio non si alzava all’orizzonte per 70 giorni l’anno, in quello che all’epoca coincideva con il prossimo arrivo delle inondazioni annuali del Nilo. Il calendario Sotiaco coincideva quasi del tutto con il calendario Nilotico. I 70 giorni di assenza di Sirio nel cielo rappresentavano al contempo il passaggio della dea Iside (Sothis per gli Egizi) attraverso l’oltretomba egizio, definito duat. Da qui, il ciclo Sothiaco indica il periodo orbitale della stella, di 1460 anni.
La levata eliaca di Sirio avveniva dopo 365 giorni e 6 ore dalla precedente, rispettando la lunghezza del calendario giuliano, ma in leggera differenza rispetto al calendario gregoriano attuale, che rende l’anno solare di poco più corto rispetto a quello Sotiaco. La differenza, sottilissima, farebbe ritardare la levata eliaca di circa un giorno ogni 128 anni. I Greci definivano così “il Grande anno di Sotis” quel periodo di 1460 anni vaghi (costituiti da 365 volte 4 anni) perché il capodanno, che ogni anno anticipava di un giorno, tornasse a coincidere con la levata eliaca di Sirio.
Il quadrante del calendario presente sul meccanismo di Antikythera può essere così spostato per compensare l’effetto del giorno “extra” nell’anno solare, ruotando la scala all’indietro di un giorno ogni quattro anni.
Sul quadrante frontale del meccanismo sono indicate la data e le posizioni del Sole e della Luna. L’indicatore della Luna è sistemato in modo tale da mostrare l’anomalia nell’orbita lunare. Si presume che l’indicatore del Sole abbia una regolazione simile, ma gli ingranaggi del meccanismo, probabilmente esistenti, sono andati persi. Il quadrante anteriore mostra anche un secondo meccanismo, con un modello sferico della Luna che ne visualizza le fasi.
Sempre sullo stesso quadrante, si trova un parapegma, una sorta di antico almanacco, utilizzato per indicare tutte le informazioni di interesse astronomico, dal sorgere al calare degli astri.

Iscrizioni sul meccanidmo di Antikythera - fonte www.architecture-balar.com2011_02_21_archive.html
Il fatto che nelle iscrizioni ritrovate non vi sia alcun riferimento a Marte o Venerefarebbe pensare che alcuni ingranaggi del meccanismo volti ad indicare la posizione dei pianeti siano andati persi. Nel quadrante posto nella parte alta del meccanismo, in forma di spirale, ci sono 47 divisioni per giro che visualizzano i 235 mesi dei 19 anni del ciclo di Metone, un sistema importantissimo nella creazione dei calendari. Solo nel 2008 alcuni ricercatori scoprirono che uno dei quadranti ausiliari presenti sul quadrante principale della schiena del meccanismo era stato pensato per visualizzare i 76 anni del ciclo di Callippic, di circa un secolo successivo a quello di Metone, e che visualizzava un ciclo di 4 anni di Olimpiadi.
Dallo studio di Price sembra che il meccanismo di Antikythera potesse essere esposto al pubblico in una sala a Rodi, vista la particolare importanza che sull’isola si attribuiva all’ingegneria meccanica. Molti non concordano però con l’intuizione del ricercatore, affermando che l’indicatore astronomico, vista la sua compattezza e comodità, poteva essere trasportato agilmente anche durante i viaggi. Nel 1974, Price presentò una simulazione su come il meccanismo di Antikythera potesse aver funzionato. Inserendo nel dispositivo date passate o future, lo stesso ne calcolava l’informazione astronomica in relazione al Sole, alla Luna e ai pianeti.

Antikythera - iscrizioni sul meccanismo - fonte www.architecture-balar.com2011_02_21_archive.html
Il meccanismo conteneva targhe con l’espressione di oltre duemila caratteri, che vennero identificati come una sorta di manuale di istruzioni. La cosa faceva supporre che lo strumento, usato anche da chi non ne conosceva bene il funzionamento, fosse utilizzato anche durante la navigazione. Le incrostazioni salmastre risalenti all’epoca, oltre quelle formatesi nel corso dei secoli sott’acqua, giustificherebbero il suo costante utilizzo a bordo. Da un dialogo di Ciceronecontenuto nel De re publicaemerge anche la sua conoscenza diretta di altre due macchine simili dell’epoca, a suo dire entrambe costruite da Archimede e portate a Roma dal generale romanoMarco Claudio Marcello alla morte del matematico e custodite come cimeli di famiglia. Cicerone parla anche dell’indicazione sul meccanismo di eclissi di Sole e di Luna.
Se la tesi di Cicerone è corretta, è presumibile che questa tecnologia esistesse già nel III secolo a.C., tanto che il dispositivo attribuito ad Archimede, è menzionato anche da scrittori di epoca romana. Ovidio, celebre poeta elegiaco, ne parla nei Fasti (VI, 263-283); Lattanzio, del IV sec. d.C., nelle Divinae Institutiones (II, 5, 18); Claudiano, del IV sec. d.C., in un epigramma de In sphaeram Archimedis. Quest’ultimo aggiunge che lo strumento era racchiuso in una sfera stellata di vetro. Un’altra indicazione si trova in Proclo, filosofo greco successore di Platone vissuto nel V secolo d.C. (412-485 d.C.), nell’opera Commento al primo libro degli Elementi di Euclide della geometria.
Lo stesso Cicerone parla di un’altra macchina di “recente” costruzione attribuibile al suo amico Posidonio. In realtà sembra che nessuna di queste macchine citate dal filosofo fosse il meccanismo di Antikythera ritrovato nel naufragio, poiché entrambi i dispositivi fabbricati da Archimede e ricordati da Cicerone si trovavano a Roma almeno 30 anni prima della data – presunta – del naufragio. Il terzo dispositivo pare sia stato nelle mani di Posidonio entro quella data.
Si parla però di un vero e proprio planetario attribuibile ad Archimede, anche se non è rimasta alcuna descrizione dettagliata dei meccanismi che lo animavano.
Gli scienziati che hanno ricostruito il meccanismo di Antikythera erano anche d’accordo sul fatto che il dispositivo fosse troppo sofisticato per essere piazzato su un’unica base ed essere quindi un meccanismo unico ma provenisse da una antica tradizione greca di tecnologia meccanica, poi trasmessa almeno in parte alla  cultura bizantina e a quella islamica.

Antikythera - meccanismo ai Raggi X - fonte www.architecture-balar.com2011_02_21_archive.html
Nel 2002 lo scienziato informatico australiano Allan George Bromley, insieme a Michael Wright, ha tentato la ricostruzione del meccanismo non basandosi sul modello elaborato da Price, ma usando delle immagini a raggi X originali. I raggi X hanno indicato che vi sono almeno 30 diversi attrezzi presenti nel calcolatore. Bromley e Wright sostenevano che i quadranti posteriori avessero funzioni diverse, supponendo anche che ci potesse essere un ulteriore terzo meccanismo, sotto il quadrante anteriore, andato perso. Questo ipotetico modello indicherebbe nel meccanismo di Antikythera un vero e proprio planetario, che mostrava le posizioni degli astri usando un meccanismo di potente orologeria.
Il meccanismo di Antikythera, fin dal suo ritrovamento, ha destato stupore e fascino, ma anche incredulità, tanto che alcuni ricercatori non ne hanno mai riconosciuto la veridicità, pensando si trattasse di un falso abilmente ricostruito. Soprattutto ai primi del Novecento, le ricerche furono numerose, e l’individuazione del relitto comportò diversi morti, oltre a molti incidenti. La scatola di legno che conteneva il dispositivo era troppo corrosa per fornire ulteriori informazioni, e la stessa cornice si ruppe durante il recupero.
Le numerose iscrizioni ritrovate sul meccanismo, e il rinvenimento di una scritta nascosta, grazie all’uso del tridimensionale e dei raggi X, hanno dato agli esperti la sensazione di poter finalmente risolvere il mistero dell’origine e dell’uso del dispositivo, anche se ancora oggi la piena portata delle funzioni dello strumento rimane sconosciuta.
Il fatto che si trattasse del più vecchio computer al mondo di tipo analogico ha fatto però pensare che il meccanismo potesse essere non del tutto umano, tanto per la sua costruzione, quanto per il suo utilizzo. Sulle basi delle tante intuizioni, il meccanismo è tuttora studiato presso diverse università del mondo, in un Progetto di ricerca congiunta che coinvolge numerosi Paesi.

 


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