MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI

Minacce a Gianni Lannes, che non riesce ad aggiornare il suo blog

Gianni Lannes ha denunciato le scie chimiche e ha parlato diterremoti artificiali. Gainni Lannes viene minacciato, non riesce più ad aggiornare il suo sito ... chiedetevi come mai. Se dicesse delle stupidaggini chi gli impedirebbe di scriverle? Di sciocchezze è pieno il web, ma nessuno viene bloccato o minacciato perchè scrive cose ridicole ...

Scrive Gianni Lannes nel suo ultimo articolo:

Qualcuno si chieda ancora come sia possibile il silenzio globale dei media su certe questioni “sensibili” (a fronte di sconcertanti evidenze). In realtà non è difficile intuirne la ragione se si prende atto che  chiunque tocchi certi argomenti (anche a livello di ipotesi) è immediatamente destinato alla “morte civile“, sottoposto a pressioni, estromissioni, ridicolizzazioni, quando non aperte minacce.
Successe a me (nel mio insignificate ruolo) quando incominciai ad occuparmi di “Geoingegneria” e questioni connesse, successe all’Assessore all’Ambiente del Comune di Firenze Del Lungo quando decise di concedere una sala dell’assessorato per una conferenza nazionale sull’argomento (qui il video dell’intervento), succede oggi aGianni Lannes, fino a qualche settimana fa stimatissimo ed apprezzato giornalista d’inchiesta ai massimi livelli (firma di giornali prestigiosi come Il Corriere Della Sera, La Stampa, RAI Radiotelevisione italiana , L’Espresso) ed oggi vittima di intimidazioni, attacchi infamanti a mezzo stampa, attacchi informatici, fino a vere e proprie minacce anonime di morte, a seguito anche dell’intervista rilasciata ai microfoni di Controradio .
Fonte: http://scienzamarcia.blogspot.it/2012/06/minacce-gianni-lannes-che-non-riesce-ad.html

SEGUITECI SU FACEBOOK!!!

L'Italia nella mani del Bilderberg e soci

DI IDA MAGLI

Siamo stretti alla gola, immobilizzati, ridotti alla paralisi davanti a un suicidio al giorno, perché ci troviamo nelle mani di banchieri che non sono soltanto banchieri ma anche membri della Commissione Trilaterale, del Club Bilderberg, dell’Aspen Institute, associazioni massoniche che gestiscono in Europa il potere ai massimi livelli e che non lavorano per noi ma per realizzare il Governo mondiale. L’Italia ne dipende in assoluto perché sono sempre appartenuti a qualcuna di queste associazioni i massimi esponenti dei partiti di sinistra.

Nel suo prezioso “angolo” del “Giornale” Paolo Granzotto elenca fra i nomi dei possibili candidati alla presidenza della Repubblica quelli di Giuliano Amato, Romano Prodi, Mario Monti, tutti importantissimi membri del Bilderberg, dell’Aspen Institut, della Trilateral Commission e operatori del governo mondiale. È il motivo principale per il quale bisognerebbe realizzare la proposta del Pdl di far eleggere il presidente della repubblica dai cittadini, unico sistema per sfuggire al nostro eterno destino di avere un presidente scelto da queste associazioni. Sarebbe necessario, però, lasciare intatta la forma costituzionale dei suoi poteri, visto che tutto l’assetto politico italiano andrebbe cambiato e non è possibile farlo in breve tempo, mentre si dovrebbe affiancare alla proposta di elezione diretta del presidente della repubblica un’iniziativa d’azione concreta per affrontare i problemi  urgentissimi della sopravvivenza economica.

 Nessun partito, oggi, può permettersi di non parlare della realtà fallimentare in cui ci troviamo a vivere, praticamente “alla giornata”, guardando gli indici di borsa o lo spread, aspettando le elezioni in Grecia o il fallimento delle banche spagnole, con un governo di emergenza che ha trasformato l’emergenza in lungo, luttuoso stato di normalità, inventando ogni giorno una tassa e inducendo i governati alla disperazione. Non si può sopportare più neanche un suicidio senza addebitarlo alla volontà di distruggere la nazione italiana (o alla incapacità di governarla) e senza pretendere dai politici ancora in carica di scuotersi dalla comoda inerzia nella quale si sono adagiati. Il problema è la moneta? Ebbene il Pdl come gli altri partiti dicano esplicitamente cosa vogliono fare della moneta perché è di questo che ha parlato Grillo ed è per questo che ha realizzato il suo movimento attraverso il web. Nel web si discute appassionatamente ormai da anni dei problemi della sovranità monetaria, di come i politici abbiano ceduto ai banchieri il diritto di battere moneta, così come basta un clic per trovare i nomi di tutte le associazioni che lavorano alla realizzazione del governo mondiale e i nomi dei loro membri, inclusi quelli italiani. Nel web sono presenti e a disposizione dei lettori centinaia di ipotesi e di simulazioni eseguite da famosi economisti sul futuro dell’euro, vantaggi e svantaggi del rimanere nella moneta unica.

 Non conviene a nessuno, ma soprattutto non conviene ai politici mantenere il silenzio sulle due direzioni antitetiche che ormai si contendono la politica sia a livello dei singoli stati che a livello mondiale: quella che vuole conservare le nazioni e l’indipendenza dei popoli e quella che vuole eliminare il più possibile le differenze fra i popoli e fra gli stati per giungere alla totale uguaglianza e a un governo globale. La crisi dell’Europa obbliga tutti a prendere posizione pro o contro la globalizzazione perché l’unificazione europea non è un fine in se stessa ma il passo determinante verso il governo mondiale. La sinistra sta dove stava, ma sembra vincente perché è stata sempre mondialista, mentre quei partiti di centro destra che, contrariamente a quanto è stato fatto in Francia e in Germania, non hanno detto con chiarezza quali fossero le loro intenzioni, sono diventati  all’improvviso debolissimi come è successo in Italia. Se non vogliono morire debbono uscire allo scoperto e decidere in quale direzione andare.  

Ida Magli

San Diego, il mistero delle pietre che bruciano

Una donna ustionata da due sassi raccolti in riva all’oceano, a San Diego: un fenomeno eccezionale, che nonostante le analisi di laboratorio per molti versi resta ancora un mistero da chiarire e sul quale gli esperti non trovano una spiegazione soddisfacente.


I DUE SASSI RACCOLTI SULLA SPIAGGIA DI SAN DIEGO CHE HANNO PRESO FUOCO
L’episodio sconcertante è accaduto tre settimane fa, in California. La donna, Lyn Hiner, 43 anni, passeggiava con i figli sulla spiaggia di San Onofre, nella contea di San Diego. I bambini hanno trovato due pietre strane, una color arancione e l’altra tutta verde, e le hanno date alla madre che le ha messe nella tasca degli shorts. Un’ora dopo, i pantaloncini hanno preso fuoco, senza apparente motivo. La signora ha riportato ustioni di secondo e terzo grado ed è stata ricoverata in ospedale.

“Il mistero delle pietre bollenti“, come l’ha ribatezzato la stampa locale, è finito su tutte le prime pagine e ha sollevato molti interrogativi. I sassi, di solito, non vanno a fuoco, di certo non per autocombustione. Il fatto che le pietre si trovassero poi in un luogo frequentato anche da bambini ha ulteriormente allarmato l’opinione pubblica. Ecco perchè sono scattati subito i controlli. I primi risultati sono arrivati poche ore fa.

“I test di laboratorio confermano un elevato livello di fosforo sulle rocce”, dice un breve comunicato rilasciato dall’agenzia per la salute pubblica della Contea di Orange. Nel testo, si specifica però che il luogo del ritrovamento è proprietà della Marina degli Stati Uniti ed è gestito dai Ranger, quindi ogni futura indagine sarà condotta dalle “appropriate autorità”. Quelle militari, si intuisce.

LA TV AMERICANA SI È OCCUPATA DEL "MISTERO DELLE PIETRE BOLLENTI"
I Media hanno cercato di contattare i portavoce della base, Camp Pendleton, senza successo. Per quanto riguarda il corpo forestale, non sembra intenzionato ad approfondire la questione. Pure il dipartimento di salute ambientale di San Diego, stranamente, non ha mostrato molto interesse in materia. “Non ci sono indizi che suggeriscono che possa succedere di nuovo- ha detto il portavoce Gig Conaughton- non abbiamo idea di quale sia l’origine del fenomeno, ma in assenza di elementi non possiamo trarre alcuna conclusione.”

Il responsabile dell’ ufficio “Materiali pericolosi“, Mike Vizzier, ha negato di voler andare alla ricerca di altre simili sassi:” Abbiamo parlato con la Contea di Orange, ci hanno detto di aver controllato e di non aver trovato niente”, ha detto alla stampa. Però anche lui ha dovuto ammettere di non aver mai visto nulla del genere nei 20 anni trascorsi in Marina e nei venti presso il dipartimento. E ha concluso:”Non siamo ancora convinti che fosse fosforo.”

Dunque questo insolito incidente rischia di rimanere insoluto, visto che nessuno finora ha stabilito come e perchè si sia scatenata la combustione, nè come e perchè la sostanza chimica sia finita su quei sassi sulla spiaggia. Alcuni studiosi sono piuttosto scettici, come il geologo Pat Abbot, professore emerito all’Univeristà di San Diego, intervistato dalla nota trasmissione “Good Morning America.”

“Deve trattarsi di qualcosa che prende fuoco a basse temperature- ha detto il docente- per questo ipotizzo che la materia color arancione sia un prodotto umano… E probabilmente è qualcosa ideato per bruciare“. Ha escluso però che possa aver qualche rapporto con la vicina centrale nucleare di San Onofre, come si è affrettata a confermare anche la portavoce dell’impianto. “Non è roba nostra”, ha assicurato Jennifer Manfre. ” Non usiamo sostanze chimiche del genere nè esse sono un prodotto della nostra attività.”

Resta un’altra possibilità: quegli strani sassi che vanno a fuoco hanno a che vedere con la base militare? Chissà. Un professore di chimica presso l’università di Irvine, Ken Shea, ritiene che la presenza del fosforo sulle rocce sia opera dell’uomo e probabilmente proviene da munizioni o razzi. Il fosforo si trova solitamente disciolto nell’acqua. “Solo quando viene in contatto con l’ossigeno, può far luogo a fiamme spontanee”, spiega.


I SASSI INCRIMINATI E LA SPIAGGIA DI SAN ONOFRE, NELLA CONTEA DI SAN DIEGO
In ogni caso, i test di laboratorio effettuati finora non bastano. Altri sono ancora in corso, gli esiti saranno resi noti tra due settimane. Il professor Abbott esplicita il suo malcontento su come la vicenda sia stata gestita finora. “Non sono soddisfatto”, ha detto. “Dobbiamo stabilire di cosa si tratti, in modo da individuarne la fonte e garantire che non capiterà ancora.” Come dargli torto?

SABRINA PIERAGOSTINI

L'Euro e' tecnicamente fallito!

La fine dell'Euro non è più fantascienza, ma una ipotesi considerata nel campo del possibile (anche se deprecata) da tutti i politici europei e dai banchieri di tutto il Mondo. Non è detto che finisca necessariamente così, ma tutti pensano che possa accadere. O perché ne esca la Grecia, avviando un processo a catena, o perché ne esca la Germania, facendo perdere senso a tutta l'operazione e spingendo tutti a tornare all'ovile della moneta nazionale. Nessuno più esclude che questo possa accadere. I presupposti ci sono tutti e anche il più sprovveduto capisce che:

a-la Grecia non sarà mai in grado né di restituire il suo debito né di pagare gli interessi che man mano si accumulano, in una dinamica di ammortamento negativo

b-che il Portogallo non è in condizioni migliori

c-che il sistema bancario spagnolo non è in grado di reggere la pressione dei mercati internazionali

d-che l'Italia, forse, può sostenere il peso degli interessi alle scadenze, a condizione che la tempesta dello spread non superi certe soglie, forse potrà restituire qualche frazione del suo debito svendendo il suo asset, ma, comunque non sarà mai in grado di raggiungere la mitica soglia 60% sul Pil, perché, nel frattempo, la politica di austerità farà crollare il Pil, azzerando ogni miglioria

e-che il sistema bancario francese è troppo esposto con Grecia, Spagna, Portogallo ed Italia, per cui la crisi è destinata a rimbalzare su di esso

In queste condizioni, questo gruppo di paesi è tecnicamente fallito e si tratta solo di vedere se, con qualche giochino finanziario si riesce a prendere tempo o no; e pare che di tempo ormai ce ne sia davvero pochino: diciamo al massimo 5 o 6 mesi. George Soros è stato anche più drastico parlando di 3 mesi oltre i quali l'Euro perderà la fiducia dei mercati finanziari e crollerà (S24 3.6.12 p. 7).
Da un punto di vista finanziario la situazione non ha speranze perché non ci sono le condizioni strutturali per uscire dalla trappola: le banche hanno la pancia piena di titoli di stato inesigibili (oltre ad ogni altro tipo di spazzatura) e gli Stati non sono in grado di invertire la tendenza che li ha travolti. Soros ha ragione a sostenere che la crisi europea, prima ancora che finanziaria è fiscale: in questo ventennio si è creata una enorme bolla di denaro finito nei paradisi fiscali della stessa Ue (a cominciare dall'Olanda o dall'Irlanda di qualche anno fa) o appena dal di fuori (si pensi alla Svizzera), Questa massa di denaro, alla ricerca di bassi prelievi, è fuggita proprio dai paesi che oggi hanno un alto debito, anche perché hanno compensato con il debito il gettito fiscale mancante.
Ma il fallimento dell'Euro è qualcosa di ben più profondo. La scommessa era che la moneta unica avrebbe creato convergenza fra le economie di diversi paesi ed avrebbe fatto da traino al processo di unificazione politica. Non si è verificata né l'una né l'altra cosa. Le economie dei diversi paesi dell'Eurozona sono rimaste quali erano, anzi, i vantaggi della moneta unica, che consentiva anche a paesi tradizionalmente deboli e ad alto rischio finanziario, come appunto la Grecia, di piazzare i propri titoli di debito ad interessi bassissimi, ha incoraggiato la politica dell'indebitamento crescente, senza attuare alcuna riforma economica.Chi ha tratto i vantaggi maggiori è stata la Germania che ha potuto esportare massicciamente nei paesi vicini ed, alla fine, il differenziale fra i diversi paesi è rimasto lo stesso, quando non è ulteriormente cresciuto. Sinché le cose sono filate lisce nell'economia mondiale, il problema non si è posto, ma quando la crisi ha iniziato a mordere si è rotto il giocattolo e la moneta unica, non governata da nessuno Stato, è diventata una camicia di forza che tiene tutti in sofferenza.

Quanto all'unificazione politica, va detto che dopo la demenziale proposta di "trattato istitutivo" (detto anche "Costituzione") della Ue -e la sua sonora bocciatura nei referendum di Francia, Danimarca ecc.- semplicemente non se ne è parlato più. Il punto è che gli stati non si inventano e non bastano le più spericolate acrobazie giuridiche a farli esistere. L'Europa, come nazione non esiste nella coscienza degli europei che, volenti o no, continuano a sentirsi prima di tutto tedeschi, francesi, danesi, spagnoli, olandesi ecc. E' vero che sono sempre esistiti Stati pluri nazionali (dalla Cina all'Urss, dalla Svizzera alla Spagna) ma si è sempre trattato di stati con un gruppo nazionale dominante che ha affermato la sua come lingua dello Stato e considerato gli altri come "minoranze nazionali" più o meno garantite e riconosciute, ma sempre marginali. Non era e non è questa la situazione dell'Europa, dove nessuno è in grado di porsi come nazione dominante. Né la cosa è risolvibile in modo negoziale: le alchimie giuridiche per cui la Ue è qualcosa di più di una alleanza, ma qualcosa di meno di una confederazione, non è uno Stato, ma assorbe funzioni statali come la moneta, ha un Parlamento comune che emana direttive che poi devono essere recepite dai parlamenti nazionali ecc. non ha incantato nessuno. Quello che veniva fuori erano testi indigeribili di 6-700 articoli ciascuno con una selva di commi e sotto commi, che descrivevano un processo decisionale farraginoso, lento ed incoerente. E, infatti le bocciature referendarie sono fioccate, mentre in molti paesi (compresi Italia e Germania) non ci si è neppure preoccupati di fare un referendum.
Le burocrazie degli stati nazionali (sicuramente poco vogliose di vedersi declassate rispetto allo Stato confederale) hanno colto la palla al balzo per annacquare sempre di più il processo di unificazione politica di cui si è poi smesso di parlare. Con il risultato che, quello che doveva essere un momento transitorio (la moneta senza Stato) è diventato definitivo e tutti hanno pensato che, in fondo, andava bene così. E così, invece, non va affatto bene, come la crisi sta dimostrando. Questa situazione di una moneta sospesa nel vuoto e non governata, ma che, anzi, vorrebbe governare gli Stati, è un assurdo politico ed economico, prima che giuridico, che è arrivato al capolinea.
Oggi le alternative secche sono due: o il debito dei vari paesi membri viene assunto dalla Ue in quanto tale e si va rapidamente ad un'unione politica (cioè ad uno Stato europeo), o la moneta salta in aria. Puramente e semplicemente: non ci sono alternative. In astratto, la soluzione più auspicabile sarebbe la prima, ma, personalmente non ci credo affatto: se l'unione politica non si è fatta in tempi favorevoli, quando il vento soffiava nelle vele dell'Europa, non si capisce perché dovrebbe riuscire ora che la crisi accentua tutti gli egoismi nazionali, con un ceto politico di mezza tacca in ciascuno dei paesi membri, dopo la raffica di fallimenti sul piano della politica estera (dove mai l'Unione è riuscita a parlare con una sola voce), in una situazione sociale difficilissima. Qualcuno pensa che sono proprio le asprezze della crisi a poter fare il miracolo, costringendo gli europei a fare per forza quello che non sono riusciti a fare per amore. Certamente la situazione richiederebbe una soluzione del genere, ma avere bisogno di 1000 talleri ed avere 1000 talleri non è la stessa cosa, avrebbe detto, più o meno, Kant.
D'altra parte, le condizioni strutturali per l'edificazione di un "Io" collettivo europeo continuano a non esserci per la mancata unificazione linguistica e culturale del continente. Tutto quello che può venir fuori da un processo forzato di unificazione sarebbe una buro-tecnocrazia centralizzata e totalmente priva di qualsiasi legame con la base popolare, un orrendo pasticcio antidemocratico assai poco auspicabile. Ma in ogni caso, anche questo appare come un disegno del tutto velleitario.
Ed allora che si fa? Semplicemente non resta che prendere atto del fallimento politico dell'operazione Euro e cercare di guidare il processo di scioglimento dell'Eurozona attraverso una exit strategy concordata. E magari farlo prima che salti tutto in aria, con costi ben peggiori da sopportare. 

Terremoto Emilia: sequenza sismica da incubo!

Sequenza sismica da incubo in Emilia Romagna,dopo un fine settimana relativamente tranquillo,ieri sera due scosse di terremoto di magnitudo 3.3 e 3.8 prima delle 20:00 poi la scossa piu' forte,di magnitudo 5.1 richter alle ore 21:21 che ha fatto tremare tutto il nord Italia.Una sequenza sismica senza fine che secondo gli esperti potra' durare molto a lungo,intanto nella notte sono state registrate piu' di 50 le scosse,la Terra ha tremato ogni 5 minuti e continua senza tregua,anche in queste ore.

SEGUITECI SU FACEBOOK!!!

Forte scossa di terremoto a largo di Panama nell'oceano Pacifico

4 giugno 2012 - Panama - Un terremoto è stato registrato durante la notte nell’oceano Pacifico, poco a sud rispetto a Panama, piccolo stato dell’America centrale che coincide con il tratto di terra più stretto dell’istmo che collega America del Nord e America meridionale. Il sisma, fortissimo, di magnitudo 6.6, si è verificato alle 2 e 45 (ora italiana), corrispondenti alle 18 e 45 locali. 

SEGUITECI SU FACEBOOK!!!


Paura ancora in tutto il nord Italia,nuova scossa di magnitudo 5.0 richter!

3 giugno 2012 - Una scossa di terremoto di magnitudo 5.0 richter e' stata registrata alle ore 21:21 italiane che ha fatto tremare tutto il nord Italia,con epicentro tra le provincie di Modena e Mantova.per maggiori dettagli restate sintonizzati...

ore 22:17 la scossa di terremoto e' stata rivalutata con magnitudo 5.1


ore 22:31 da fonti apprendiamo che a Novi di Modena luogo dell'epicentro e' crollato il campanile della citta'.


SEGUITECI SU FACEBOOK!!!

 


Post più popolari

AddToAny