20 aprile 2012 - Pozzuoli - E' in atto, dalla serata di ieri 19 aprile, una lieve sequenza sismica nell'area flegrea. Le lievi scosse di terremoto sono state registrate dalle ore 21:56 con un evento di Ml. 1.3. L'evento di maggiore entità si è verificato alle ore 06:45 con un magnitudo di 1.4. Gli eventi sono stati lievemente avvertiti dalla popolazione.
MONITORAGGIO SISMICO LIVE CAMPI FLEGREI
Sciame sismico in Iran, preludio della nascita un nuovo vulcano?
20 Aprile 2012 - IRAN - Due terremoti di magnitudo 5,1 e 5,0 sono gli ultimi in uno sciame sismico di circa sei terremoti che sono verificati lungo i confini delle placche convergenti araba ed euroasiatica. Lo sciame localizzato a circa 528 km a sud-ovest di Teheran,in Iran. L'epicentro dei terremoti sta interessando la zona in cui le due placche tettoniche si scontrano tra Iraq e Iran, zona conosciuta come la cintura Alpide. Ben tre terremoti di moderata intensita' sono stati rilevati in meno di 20 ore. La maggior parte dei vulcani in Iran sono concentrati nel nord e nel sud del paese,questa regione al di fuori del fiume Tigri, non è considerata una regione ad alto rischio di intrusione magmatica. Potrebbe essere questo il precursore di un evento? Dovremo aspettare e vedere!
Aurore polari osservate dal telescopio spaziale Hubble su Urano
Viste per la prima volta dalla Terra le spettacolari aurore boreali di Urano. Il fenomeno generato dall'interazione del vento solare con il campo magnetico del pianeta e del tutto simile a quello osservabile ai poli terrestri, è stato ripreso dal telescopio spaziale Hubble e permette di ottenere preziose indicazioni sulla struttura interna del lontano pianeta. Le immagini analizzate da un gruppo internazionale di ricercatori guidato dall'Osservatorio di Parigi e pubblicate sulla rivista della American Geophysical Union, hanno permesso di identificare due enormi tempeste magnetiche, grandi quanto la Terra, che hanno provocato aurore sul lato di Urano esposto al Sole.Osservate dalla Terra le aurore boreali di Urano - In precedenza erano già stati osservati segnali di aurore nell'atmosfera di Urano quando nel 1986 la sonda Voyager 2 passò nei pressi del terzo più grande pianeta del Sistema solare, "ma mai prima d'ora avevamo potuto osservare con un telescopio queste emissioni di luce", ha spiegato Laurent Lamy, uno dei responsabili della ricerca.Il fenomeno su Urano dura soltanto un paio di minuti - A differenza delle aurore sulla Terra, che possono comparire nel cielo per molte ore, le aurore rilevate su Urano sembrerebbero durare soltanto un paio di minuti. Si tratta di informazioni preziosissime che possono aiutare a comprendere meglio la magnetosfera e più in generale le dinamiche interne di questo lontano e poco conosciuto gigante gassoso.
http://notizie.tiscali.it/articoli/scienza/12/04/fotografata_aurora_su_urano.html
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Ci sarà la "Big One" delle tempeste solari? Nel dubbio, è meglio prepararsi!
In un mondo in cui la dipendenza dell'uomo dalle reti elettriche e' sempre maggiore, non e' ancora possibile prevedere con esattezza quando arrivera' una violenta tempesta magnetica generate dalle esplosioni solari. Non è cioè possibile prevedere, per le tempeste solari, l'equivalente dei quello che è il 'Big One' per i terremoti, ossia il grande sisma atteso in California, lungo la faglia di Sant'Andrea. Per questo il gruppo britannico coordinato da Mike Hapgood, del britannico Rutherford Appleton Laboratory, ha proposto sulla rivista Nature di costruire una banca dati storica dell'attività solare.
L'obiettivo è ottenere dati statistici significativi e la proposta arriva nel momento in cui il Sole è tornato a svegliarsi, all'inizio di un nuovo ciclo di attività di undici anni. ''Anche se la Nasa ed altre organizzazioni stanno sviluppando sistemi sempre piu' accurati per prevedere l'arrivo di tempeste geomagnetiche, fino a poche ore o giorni prima che colpiscano la Terra, non e' ancora possibile stabilire quanto potenti potrebbero essere questi eventi'', commenta Hapgood. ''E' un tema che ci lascia impreparati, come lo è stato il Giappone riguardo alle dimensioni del terremoto e dello tsunami che ha devastato il Paese nel marzo 2011''. Secondo lo studioso dovremmo prepararci ad una tempesta molto potente, ''una di quelle che colpiscono una volta nell'arco di mille anni e, purtroppo, non sappiamo quanto potra' arrivare''.
L'umanità conosce già l'impatto che può avere una tempesta solare di notevoli dimensioni, come quelle che colpirono la Terra nel 1859, nel 1921 e nel 1989. La piu' recente causo' un blackout nello stato del Quebec, in Canada, lasciando 5 milioni di persone senza corrente e al freddo per almeno 9 ore, con danni economici di circa 2 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti fu danneggiato un potente trasformatore da 12 milioni di dollari; danni simili furono registrati nel Regno Unito e le agenzie spaziali del mondo persero temporaneamente il contatto con circa 1.600 satelliti.
Per migliorare la valutazione del rischio, il ricercatore inglese raccomanda la digitalizzazione dei vecchi dati meteo dello spazio, attualmente in forma cartacea, oltre ad ulteriori studi statistici e lo sviluppo di processi di elaborazione dati piu' sofisticati, basati su modelli. ''I sistemi terrestri piu' a rischio - conclude - tra cui le reti elettriche e le compagnie aeree, hanno bisogno di tali dati per prendere decisioni fondate
Ansa.it
Letto.su:http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2012/04/19/ci-sara-la-big-one-delle-tempeste-solari-nel-dubbio-e-meglio.html#more
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Scienziati prevedono che un terremoto di magnitudo 7,5 possa avvenire tra Calabria e Sicilia
L'Italia è una terra a rischio sismico e tre anni dopo il terremoto dell'Aquila, secondo tre diversi studi sismici (uno dei quali prodotto da Vladimir Kossobokov, scienziato dell'Accademia delle Scienze Russa) resta molto elevata la possibilità che in un'area di 400 km di raggio, tra la Calabria e la Sicila, possa avvenire un terremoto di magnitudo 7.5. Una intensità molto più forte di quella del terremoto dell'Aquila. Alcuni esperti insistono anche sul rischio che i nuovi eventi sismici possano essere amplificati dalla devastazione di stabilimenti industriali e chimici... Si chiamano RIR in gergo tecnico, un acronimo che sta per Rischio Incidente Rilevante. Le aree più critiche sono prorpio in Sicilia (isola storicamente esposta ai terremoti). E precisamente a Milazzo e a Priolo (vicino ad Augusta). Mentre gli altri Paesi si dotano di normative specifiche per la progettazione sismica degli impianti RIR, in Italia la normativa attuale è insufficente e i controlli affidati solo ai gestori. Per questo la Commissione Ambiente della Camera ha presentato una interrogazione parlamentare e una Risoluzione per prevenire per quanto possibile ogni rischio. L'inchiesta racconta quali sono le previsioni, come sta avvenendo il monitoraggio sugli eventuali terremoti e in quale situazione versano gli impianti RIR.
Fukushima: Giappone programma evacuazioni di massa per 40 milioni di persone!
Un rapporto preparato dal Ministero degli Esteri russo in merito alla prevista riapertura dei negoziati con il Giappone sulle contese isole Curili, afferma che i diplomatici russi sono rimasti spiazzati dalle dichiarazioni dei loro omologhi giapponesi. Essi affermano che 40 milioni di persone sarebbero in pericolo estremo di avvelenamento da radiazioni. Tutto ciò potrebbe portare a evacuazioni forzate di massa. Le Isole Curili sono situate nella regione di Sakhalin Oblast in Russia e a circa 1.300 km a nord-est di Hokkaido, in Giappone. L’arcipelago è formato da 56 isole e molte altre più piccole. Si compone della Grande Ridge Curili e Lesser Ridge Curili. Le isole passarono dal Giappone all’Unione Sovietica negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale. Il pericolo estremo per decine di milioni di giapponesi è il risultato del disastro nucleare di Fukushima, in seguito al terremoto e allo tsunami dell’11 Marzo 2011.
Secondo questo rapporto, i diplomatici giapponesi hanno segnalato che la restituzione delle isole Curili al Giappone sarebbe fondamentale in quanto non esiste un altro posto per l’insediamento di così tante persone. In sostanza diventerebbe la più grande emigrazione di tutti i tempi. I diplomatici giapponesi avrebbero affermato di aver preso seriamente in considerazione anche l’offerta della Cina, trasferendo la popolazione in quelle che vengono chiamate città fantasma, costruite per ragioni ancora sconosciute. Le immagini satellitari mostrano queste sorprendenti città costruite in zone remote della Cina, completamente abbandonate da anni. Secondo alcune stime, il numero di case vuote è di 64 milioni. Le notizie di questa catastrofe in corso per alcuni è ancora in fase di censura negli Stati Uniti, lo stesso non si può dire in Giappone. Non solo esperti indipendenti, ma anche fonti interne al governo dicono che si tratta di una situazione gravissima. Il peggiore scenario elaborato dal governo comprende non solo il crollo della piscina di contenimento del reattore n° 4, ma la disintegrazione delle barre di combustibile esausti provenienti da tutti gli altri reattori dell’impianto. Se questo dovesse accadere, i residenti nella zona metropolitana di Tokyo sarebbero costretti ad evacuare. Nonostante questa crisi sia stata descritta da alcuni come una guerra nucleare senza guerra, i militari statunitensi sono stati riforniti con enormi quantità di pillole anti-radiazioni, mentre la popolazione non sarebbe stata tutelata adeguatamente. Secondo l’ANSA, la radioattività è stata rintracciata a livelli elevati nelle acque al largo delle coste giapponesi, altre fonti indicano che addirittura sono state rilevate radiazioni in prossimità delle coste americane. D’altro canto il governo giapponese ha permesso a 16mila sfollati di ritornare alle loro abitazioni. Le persone evacuate furono 80mila, si prospetta un lento ritorno alla normalità per la zona di Fukushima. Le autorità giapponesi hanno infatti cominciato ad abolire il divieto parziale di accesso a tre città della zona.
Pianeti nomadi vengono attratti da stelle massicce!
Potrebbe essere stato il triste destino di molti, anzi moltissimi pianeti nella nostra galassia. Formatisi dal disco di gas e polveri attorno alla loro stella madre e poi da esse allontanate per effetti di interazioni gravitazionali con altri corpi celesti. Ma anche in queste storie può esserci anche un lieto fine.
Alcuni di questi pianeti “orfani” alla fine trovano una nuova casa, catturati da un’altra stella trovata sul loro cammino. A ricostruire questo scenario di scambi planetari tra differenti sistemi stellari sono stati Perets Hagai dell’ Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics e Thijs Kouwenhoven dell’Università di Pechino in un lavoro che verrà pubblicato nel prossimo numero della rivista The Astrophysical Journal.
Gli scienziati hanno simulalto al calcolatore il comportamnento di ammassi stellari di recente formazione in cui siano presenti pianeti non legati gravitazionalmente ad alcuna stella. Seguendo i loro movimenti nel corso del tempo, hanno riscontrato che se il numero dei pianeti ‘orfani’ è lo stsso delle stelle, allora possono esserci fino a sei stelle ogni cento che riescono a catturare un pianeta nel loro sistema.
Questa scoperta potrebbe spiegare l’esistenza di alcuni pianeti che si trovano ad orbitare attorno al loro sole a distanze sorprendentemente elevate o che addirittura formano un sistema “doppio” con un altro pianeta.
Gli astronomi non hanno ancora scoperto in modo certo casi di pianeti vaganti catturati dalle stelle. La migliore prova che abbiamo finora di questo fenomeno ci arriva dai telecopi dell’Esa o in Cile,che nel 2006 hanno scoperto la presenza di due pianeti della massa di 7 volte e 14 volte quella di Giove che orbitano uno attorno all’altro senza avere una stella ospite. “Questo è quanto di meglio oggi conosciamo dalle osservazioni. Per avere informazioni più convincenti dovremo avere delle statistiche più affidabili utilizzando i dati raccolti su una grande quantità di sistemi planetari” commenta Perets.
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