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Luna: Scienziati Trovano Segni di Attività Vulcanica Recente


La nostra Luna è sempre stata percepita come un mondo geologicamente inerte, morto da ormai miliardi di anni, ma un gruppo di scienziati Indiani hanno scoperto nuove prove che indicano attività vulcanica recente all'interno di un cratere lunare, e questo apre una nuova finestra verso aspetti del tutto sconosciuti della natura della Luna. La scoperta di un picco alto 2 km, con grandi massi posati sulla sua cima, all'interno di un cratere, insieme a forti segni di attività vulcanica tutto intorno al picco, potrebbe aiutare gli scienziati a risolvere uno dei misteri più grandi: di cos'è composta la Luna?

I dati usati dai ricercatori provengono dal Lunar Reconnaissance Orbiter, e dalla sonda Chandrayan-I. Il team di scienziati proviene dal Physical Research Laboratory (PRL), di Ahmedabad, e ha scoperto prove che indicano la presenza di una sorgente vulcanica e pozze e canali di lava, che risalgono a meno di 100 milioni di anni, e si trovano all'interno di un "cratere d'impatto". Questo porta a pensare che la luna non è stata geologicamente inerte da così tanto tempo e potrebbe anche oggi essere un posto potenzialmente attivo.
Il vulcano lunare era molto differente dai vulcani che vediamo sulla Terra. Probabilmente non c'è stata neanche un'esplosione vulcanica. Il magma potrebbe essere uscito lentamente dalle sorgenti per molto tempo. La scoperta, se sarà supportata da ulteriori ricerche di conferma in futuro, può cambiare drasticamente la nostra idea della storia geologica della luna. Gli strumenti necessari per indagare meglio questo picco saranno lanciati a bordo della missione Chandrayaan-II, nel 2013.

Cratere Tycho vicino al Polo Sud della Luna. Credit: wikimedia

Essendo
costantemente bombardata da asteroidi di varia dimensioni, la luna è piena di cicatrici. L'alta velocità di alcuni impatti porta alla creazione di pozze di roccia fusa dall'energia rilasciata. Il picco al centro di Tycho, vecchio 110 milioni di anni, è un ottimo esempio di cosa può succedere in questi casi.
La fresca evidenza di attività vulcanica suggerisce che il magma potrebbe essere stato rilasciato dall'interno, come conseguenza dell'impatto che ha portato alla formazione del cratere. Questo suggerisce che la luna era geologicamente attiva nel suo interno quando il cratere si è formato.

"O le impronte sono state create nel periodo dopo la formazione del cratere, o del magma solidificato è stato rilasciato per via dell'impatto. Non possiamo ancora essere sicuri e ci servono più studi anche su altri crateri." spiega J. N. Goswami, direttore del PRL e scienziato a capo delle operazioni della sonda Chandrayaan. "Ma diversamente dalla Terra, non possiamo fare dei scavi nella crosta per capire la sua struttura più profonda."


Vicino alle fratture è stata fotografata anche una pozza più liscia, di materiale che dopo essersi solidificato ha subito meno impatti che altrove. Si notano però anche qui fratture più larghe. Credit: NASA/GSFC/Arizona State University



Fratture poligonali all'interno dei depositi intorno al Cratere Tycho. L'immagine ha una risoluzione di 0.52 metri per pixel. Credit: NASA/GSFC/Arizona State University
"Abbiamo trovato del materiale proveniente dall'interno della crosta lunare, esposto sul picco centrale di Tycho" ha spiegato Prakash Chauhan, scienziato del PRL. Lo scienziato spiega che questo studio ha la potenzialità di cambiare come guardiamo alla storia geologica della luna e porterà fuori molti nuovi dettagli riguardo a recenti modifiche della superficie lunare.

"Una grande scoperta è stata l'aver trovato grandi massi, grandi circa 100 metri in diametro, sulla cima del picco. Nessuno riusciva a spiegare come avrebbero potuto raggiungere la cima della montagna." ha spiegato Chauhan. Le scoperte saranno pubblicate il 10 Aprile su "Current Science".


Questo particolare mostra la cima del picco centrale nel cratere Tycho. Si possono notare segni di cedimento del terreno, nell'arco di milioni di anni, e piccoli segni (le tracce in bianco) di impatti con micro-meteoriti che hanno messo in esposizione roccia più "fresca".Notate anche la presenza di grandi massi esposti nella cima.. Credit: NASA/university of Arizona/GSFC
La composizione del nucleo lunare e la natura dei materiali presenti nel mantello e nella crosta, rimangono un problema ancora senza risposta. Le prove fino ad ora si sono basate principalmente sui campioni riportati dalle missioni Apollo e l'analisi di immagini raccolte da orbiter recenti. Serviranno però molte altre nuove indagini e anche nuovi campioni. Stiamo scoprendo che la Luna è di gran lunga più complessa e misteriosa di quanto avremmo mai immaginato.
In questo momento ci sono due sonde della NASA, Flow ed Ebb, che fanno parte della missione GRAIL, e che sta mappando le variazioni più piccole nel campo gravitazionale della Luna, in modo da capire meglio la sua struttura interna, e nei prossimi anni dovremmo rivedere anche rover viaggiare sulla superficie lunare.

16 aprile 2012, trema ancora il Golfo della California

16 aprile 2012 - Un ennesimo terremoto nel Golfo della California viene registrato dell'USGS avvenuto alle ore 03:27 UTC con una magnitudo di 5,0 richter ad una profondita' di 10,3 km con epicentro localizzato a circa 152 km ad est da La Paz.l'evento sismico si puo' ricondurre e collegare alla sequenza sismica che nelle ultime settimane ha visto per protagonista la costa occidentale degli stati Uniti e del Messico.
Usgs
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Scienziati preoccupati : La Terra trema troppo, rischia il collasso!

La Terra trema troppo! Gli scienziati non trovano alcuna spiegazione riguardo ai 39 terremoti che hanno sconvolto il pianeta in soli due giorni. “Qualcosa non va! Ci sono terremoti troppi forti “questo è quanto afferma un sismologo romeno molto famoso, Gheorghe Marmureanu, che trova l’ultimo terremoto indonesiano molto insolito.
La serie di scosse (8.6 e 8.2 sulla scala Richter) che hanno scosso l’Indonesia in questi giorni e altri tre terremoti Poche ore dopo, nel Messico (7, 6.9 e 6.2 sulla scala Richter). Poi altri due terremoti minori si sono verificati in Romania – magnitudo 3.5 sotto il ripiano del Mar Nero e magnitudine 3,5 a Vrancea.
“Un evento straordinario che non può essere spiegato dalla scienza”
Secondo Marmureanu, non vi è alcuna relazione tra i terremoti che hanno scosso il pianeta negli ultimi giorni, ma quello che è successo in Indonesia è arrivato in maniera imprevista, non può essere spiegato dalla scienza. “Le statistiche mostrano che, in questa regione dell’Asia, c’è un grande terremoto ogni 500 anni, circa. Tuttavia, dal 2004, ci sono stati già tre terremoti con magnitudo superiore a 8, e questo è fuori dalle statistiche sismologiche. Qualcosa non va! Ci sono troppi grandi terremoti nella zona indonesiana, “avverte” lo scienziato.
Gheorghe Marmureanu che lavora all’Istituto Nazionale di Fisica della Terra in Romania, ritiene che il pianeta potrebbe collassare dopo una serie di terremoti massicci verificatesi in sole 48 ore.

Le radiazioni di Fukushima arrivano in California: le alghe sono contaminate!

Alghe allo iodio radioattivo anche in California. E indovinate da dove arrivano le particelle contaminate? Già, proprio da Fukushima. Un anno dopo il disastro non si riesce ancora a stimare né a sapere fino a dove si sono spinti i veleni che si sono liberati dalla centrale di Daiichi.
Lungo le spiagge della costa californiana uno studio pubblicato di recente avrebbe segnalato la presenza di particelle allo iodio radioattivo nelle alghe giganti (Macrocystis pyrifera) di alcuni campioni prelevati da Laguna Beach a nord, fino a Santa Cruz. I livelli più alti sono stati trovati a Corona del Mar. Secondo i ricercatori la loro maggiore presenza in quest'area deriva dal fatto che qui le alghe sono esposte anche al "deflusso urbano" che può aver contribuito ad aumentare la quantità di pioggia.


Tali alghe sarebbero dunque ricche di "quello" iodio. Gli esperti ne sono certi, vista anche la capacità di tali organismi di rilevare ed assorbire le particelle radioattive presenti nell'ambiente, proprio perchè catturano lo iodio che si accumula su di esse. E allora, vi chiederete? Le alghe vengono mangiate da altri organismi animali, tra cui i ricci di mare, i crostacei ed alcuni pesci. Di cui a sua volta si nutre l'uomo.

E la cosa ancor più grave è che in California i livelli di particelle ritrovati sulle alghe giganti erano significativamente più elevati rispetto alle misurazioni precedenti l'incidente nucleare di Fukushima e paragonabili a quelle che si trovano in British Columbia, in Canada, e nel nord dello stato di Washington in seguito al disastro di Chernobyl del 1986.
Secondo gli studiosi, le particelle radioattive rilasciate nell'atmosfera, in particolare l'isotopo radioattivo iodio 131, hanno fatto strada attraverso il Pacifico, quindi probabilmente si sono depositate in mare durante un periodo significativo di pioggia poco dopo il disastro in Giappone.

Gli autori dello studio hanno inoltre spiegato che mentre l'effetto dei materiali radioattivi nelle alghe non è ben noto, lo è invece per alcune specie di pesci il cui sistema endocrino può essere gravemente danneggiato. Steven Manley, autore principale dello studio, ha spiegato. "Non è una buona cosa, ma se in realtà ha un effetto misurabile negativo va oltre la mia esperienza."
Una piccola buona notizia. I ricercatori hanno anche analizzato le alghe di Sitka, in Alaska, ma almeno qui non sono state trovate sostanze radioattive.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Environmental science and technology.
Francesca Mancuso

Terremoti: aspettando il Big One!

Terremoti in Messico ed in Malesia, nuovi pericoli di tsunami. E intanto in Giappone la terra continua a tremare con scosse di “assestamento” del sesto grado della scala Richter ed oltre.
Tutti pensiamo subito al “Big One” scientificamente previsto da tempo ed abbiamo paura. Oppure cerchiamo di ragionare con la nostra testa e leghiamo questi avvenimenti alla tremendamente annunciata “Fine del Mondo”, che dovrebbe avvenire proprio quest’anno, il 2012, collegandola alla fine del ciclo “b’ak’tun” del calendario Maya.
Le profezie su questo evento aumentano di giorno in giorno, già sembra certa anche la data esatta: il 21 dicembre 2012. Manca solo l’orario! Si parla della possibilità che un asteroide di grandi proporzioni colpisca la Terra, o di un possibile evento meteorologico eccezionale come una alluvione gigantesca, simile a quanto è avvenuto tra 10.000 e 13.000 anni avanti Cristo, noto come “Diluvio Universale” (per maggiori informazioni vedi il libro: Alfio Giuffrida e Girolamo Sansosti: “Manuale di Meteorologia” edizioni Gremese, Roma, 2006).
Altri parlano di una possibile guerra nucleare ed in tal senso le tensioni internazionali tra Islamismo e mondo occidentale ci fanno preoccupare, oppure di una fine del mondo nel senso spirituale, vista come rinascita ad una nuova vita. Tuttavia nessuna profezia si riferisce a terremoti! Forse perché queste manifestazioni , per quanto potenti esse siano, sono localizzate in una regione della Terra, la quale, anche se vasta, non può mai essere tale da poter dare all’evento il carattere di “universale”.
E allora che cosa è il “Big One” di cui abbiamo tanta paura?
La crosta terrestre, pur se costituita da rocce molto dure, è formata dall’unione di numerose “zolle”, ognuna vasta quanto un continente, separate tra loro e con la possibilità di scorrere lentamente le une verso le altre. Ciò a causa delle enormi quantità di energia generate dalla forza centrifuga, dovuta al movimento di rotazione della Terra stessa ed alle reazioni chimiche che avvengono nel nucleo terrestre, che si trova in uno stato fluido a causa della sua altissima temperature, dell’ordine di qualche migliaio di gradi. Le zone che separano una zolla dall’altra, sono soggette a delle “faglie”, ossia delle linee di frattura in cui le due zolle adiacenti scorrono orizzontalmente o tendono a sovrapporsi una sull’altra.
La più nota tra queste faglie è quella detta di “Sant’Andrea”, che si estende per oltre 1300 km attraverso la California, tra la placca nordamericana e la placca pacifica. Essa è famosa per i devastanti terremoti che si sono verificati nelle sue immediate vicinanze. Ne sono esempi recenti il terremoto di Fort Tejon (poco a nord di Los Angeles) nel 1857, di magnitudo 8, e il terremoto di San Francisco, nel 1906, di magnitudo 8,3.
La faglia fu individuata per la prima volta nel 1895 da Andrew Lawson, professore di Geologia dell’Università di Berkeley, che la chiamò così perché partiva da un piccolo lago, la Laguna de San Andreas, situato su una valle formata proprio dalla faglia a sud di San Francisco. Dopo il terremoto di San Francisco, Lawson scoprì anche che la faglia di Sant’Andrea è tesa in particolare nella California meridionale.
The Big One (“quello grosso”, come viene chiamato negli Usa) è il nome dato ad un possibile futuro terremoto che potrebbe essere uno dei più potenti mai verificatisi negli Stati Uniti, superiore al settimo grado della Scala Richter.
Questo terremoto potrebbe scatenarsi come conseguenza dell’elevato accumulo di energia nella faglia e determinerebbe il distacco dalla terraferma di una enorme striscia di territorio che inizia con la penisola di California, continua sul “Salton Sea”, passa a ridosso della vasta area metropolitana di Los Angeles, attraversa la cittadina di Parkfield, che è uno dei luoghi più monitorati per lo studio dei terremoti e si conclude nella baia di San Francisco. Nella evenienza in cui si verificasse questo terremoto, entrambi queste due metropoli sarebbero messe in forte pericolo dal Big One.
Alcuni studi realizzati nel 2005 affermano che le probabilità che il Big One colpisca la California entro 30 anni a partire dalla data dello studio sono molto alte.

Bolidi di ghiaccio cadono dal cielo degli Stati Uniti!

Effetti collaterari della manipolazione climatica in atto? Dal Minnesota al Texas, l'allarme di fenomeni temporaleschi dalle caratteristiche estreme continua ad imperversare sulle regioni degli Stati Uniti ed il bilancio delle vittime dei danni provocati da importanti fenomeni vorticosi sale a cinque. Secondo quanto appreso da fonti locali e da inviati direttamente sul posto, alcuni chicchi di grandine avrebbero raggiunto grandezza di carattere eccezionale. I residenti delle zone suddette si dichiarano fortemente allarmati dalla situazione che a detta loro "sta diventando sempre più drammatica rispetto a quanto riportato dai media".

Il materiale fotografico che stiamo lentamente raccogliendo all'interno della nostra redazione risulta a tratti stucchevole.

Di seguito vi mostriamo una foto ed un video, dove rispettivamente si evince come il diametro di alcuni veri e propri "bolidi ghiacciati" che siano caduti dal cielo e la potenza spettacolare dei tornado che si sono formati nelle ultime ore.

Multa di 22 milioni di dollari a Goldman Sachs.

La caccia al calamaro-vampiro gigante è aperta, oppure è vero che la fine del mondo è vicina se il colosso bancario Goldman Sachs, simbolo del “male assoluto della finanza mondiale”,  viene multato per 22 milioni di dollari.

Il centro del potere economico e finanziario vacilla? Speriamo
L’ammenda non è la sola tegola caduta di recente sulle teste dei banchieri del mondo. Il Direttore Generale della Goldman Sachs Group Inc., David Loeb è stato messo sotto inchiesta criminale dall’FBI per aggiotaggio (aumento illecito in borsa, dei prezzi delle merci o dei valori negoziabili, per trarne profitto e speculare ndt). Il suo nome sarebbe emerso durante il processo di Raj Rajaratnam, il fondatore dell’hedge fund Galleon, condannato ad ottobre a 11 anni di carcere per insider trading, la pena più alta mai inflitta per casi di questo genere negli Stati Uniti. A Febbraio anche Henry King, analista della banca che si occupa di Taiwan, è stato indagato dall’Fbi.

E pensare che in Italia (ma anche nel nostro Gruppo) affidiamo il nostro destino a chi è cresciuto in quella società, ed è un vero controsenso che si cerchi la cura ad un problema affidandosi a  chi è stato la causa del problema stesso. E’ preoccupante che si siano affidate le sorti dell’Italia a un governo di  “pseudo tecnici” guidato da un International Advisor di Goldman Sachs, una delle più grandi banche che ha speculato sulla crisi dei mutui subprime e ha investito sul debito della Grecia.

 


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