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Tornado Killer devasta l'intero Midwest degli Usa

Almeno 13 persone, tra cui due bambini, sono morte negli Stati Uniti a causa di una tempesta che ha copito l'intero Midwest, devastando parti dell'Illinois, del Missouri e del Kansas. A Harrisburg, nel Sud dell'Illinois, 10 persone sono state uccise e 30 sono rimaste ferite dal tornado che ha distrutto numerose abitazioni. Anche il piccolo ospedale della cittadina, che ha circa 9 mila abitanti, è rimasto danneggiato. Altre vittime sono state registrate a Buffalo, nel Missouri. I soccorritori sono alla ricerca di eventuali sopravvissuti nelle case travolte dalla tempesta. Il governatore del Kansas, Sam Brownback, ha dichiarato lo stato di emergenza, così come quelli del Tennesse e Kentucky.
Nel centro di Branson (Missouri) la segnaletica stradale è stata divelta dalla forza del tornado e detriti di vario tipo sono disseminati sulle strade. La violenza del maltempo si è generata da una tempesta fredda scesa dalle Montagne rocciose. Ben 16 tornado sono stati avvistati in totale.
Nel maggio 2011 un tornado ha attraversato la città di Joplin, nel Missouri, uccidendo 142 persone.

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2012: l'anno delle missioni impossibili!

Analizzare Marte da vicino, aspettare la nascita di nuove forme di vita sintetica e mettere il naso sotto chilometri di ghiacci dell'Antartide, per scoprire quali sono gli effetti del riscaldamento globale. Il 2012 sarà anche l'anno delle missioni, per così dire, al limite.

Nuove bandiere per le missioni nello Spazio:
Europa, Russia e Stati Uniti. Fino a poco tempo fa la conquista dello spazio sembrava essere una loro prerogativa. Fino all’arrivo sulla scena della Cina, che lo scorso settembre ha spedito in orbita il primo dei moduli della sua stazione spaziale e che ha annunciato l’intenzione di mettere piede sulla Luna entro il 2020. E dimostrando di fatto come lo spazio è grande abbastanza per essere trafficato da altre superpotenze. Da una parte però l’ingresso della Cina – e la fine dell’era degli Shuttle – ha un altro significato, soprattutto per l’America. Infatti, con l’ultimo lancio di Atlantis e in attesa di direttive chiare da parte della Nasa, le missioni con equipaggio sembrano per ora destinate a cambiare bandiera.

Novità da Marte:
Da un lato la scena delle missioni spaziali marziane sarà per il 2012 ancora in gran parte made in Usa (a dispetto degli ultimi tentennamenti sulla partecipazione a ExoMars al fianco dell’Europa). Ad agosto infatti è previsto l’arrivo sul pianeta rosso del rover Curiosity, cui spettano a onor del vero compiti tutt’altro che facili: studiare (anche tramite campionamento) la composizione mineraria del suolo marziano e stabilire se effettivamente su Marte ci sia o ci sia stata in passato qualche forma di vita.

La corsa ai laghi subglaciali:
Tenendo i piedi per Terra il 2012 sarà anche l’anno delle spedizioni dirette verso i laghi subglaciali dell’Antartide, luoghi unici sul nostro pianeta, rimasti a lungo isolati, e che potrebbero fornire preziosi dati sul riscaldamento globale e riguardo l’adattamento di forme di vita sconosciute alle condizioni estreme. In realtà, come nelle promesse, il 2012 è già stato l’anno dei laghi subglaciali, con l’arrivo dei russi al traguardo solo pochi giorni fa, visto che sono riusciti a raggiungere l’acqua nel lago Vostok. In corsa però ci sono anche gli americani, sulla rotta per il lago Whillans, e gli europei, diretti verso il lago Ellsworth.

Esplorazioni oceaniche:
6500 metri. A tanto si inabisserà il nuovo Alvin, il sottomarino che in passato ha permesso di scoprire i resti del Titanic così come di far luce sulle bocche idrotermali nei pressi delle Galapagos. Il più famoso infatti dei laboratori oceanici tornerà a esplorare gli abissi grazie a un miglioramento delle tecnologie di galleggiamento, a nuove telecamere e a una revisione della struttura, che gli permetterà di disporre di spazi ancora più grandi e con una migliore vista sull'oceano profondo.

Dopo Craig Venter:
Il traguardo raggiunto nel 2010 da Craig Venter è innegabile: è riuscito per la prima volta a creare in laboratorio una cellula batterica sintetica, sintetizzandone il materiale genetico. Eppure ricreare la vita dal nulla, compresa la membrana che separa una cellula dal resto del mondo, è un traguardo ancora di là da venire. A cui però alcuni ricercatori, oltre Venter, stanno già lavorando. Alcuni scienziati della University of California di San Diego insieme ai colleghi di Harvard sono infatti riusciti nel ricreare chimicamente strutture simili alle membrane biologiche.

Esopianeti:
Oltre Marte ci sono loro: gli esopianeti, a cui la missione Kepler continua a dare la caccia. Per ora, dopo la scoperta di Kepler22b e dei gemelli Kepler 20e e 20f - i candidati, rispettivamente, più somiglianti alle caratteristiche di abilità della Terra o alle sue dimensioni - sono 61 gli esopianeti confermati, ma il loro numero del corso del 2012 potrebbe aumentare, visto che nella lista di attesa (di conferma) ce ne sono oltre 2000.

Terremoto 3,7 richter nel Nord Italia,tra Liguria e Piemonte

29 febbraio 2012 - Trema ancora il Nord Italia - un terremoto di magnitudo 3,7 della scala richter e' stato registrato dall'istituto sismologico europeo EMSC alle ore 16:34 locali tra Piemonte e Liguria,L'epicentro del sisma, avvenuto a soli 6 km di profondita' ,e' stato localizzato a 45 km a Nord da Genoa,14 km Sud Ovest da Solaro,2 km Sud Est da Casasco.Non ci sono notizie di danni a cose o persone.

Cosa sta accadendo nella remota Siberia russa?



Una relazione inquietante, preparata da Viktor Seleznyov, direttore dell'Istituto di geofisica  siberiano dell'Accademia Russa delle Scienze ( SB RAS ), sul terremoto di 6,8 magnitudo che ha colpito la Repubblica Tyva in Russia nella Siberia Orientale avverte che per le prossime settimane potrebbero avvenire nuovi eventi sismici di quella portata e' che sarebbero una prova dello spostamento dei poli sul nostro pianeta.

Il Direttore Seleznyov, e altri scienziati del SB RAS, sono stati sempre più preoccupati nelle ultime due settimane per questa regione, dopo le misteriose esplosioni avvenute il 9 e 12 febbraio che sembravano somigliare a quelle avvenute a Kemerovo nel 30 giugno 1908 il famoso Evento di Tunguska , che resta la più grande esplosione in tempi moderni che per oltre un secolo non e' stata ancora completamente spiegata.

Il "legame comune" tra queste esplosioni misteriose e l'incremento di eventi sismici in Siberiadice la relazione , è dovuto allo spostamento rapido del polo magnetico della nostra Terra del Nord che è raddoppiato negli ultimi 50 anni , e dal 1990 che ha avuto un accelerazione  in direzione  nord-nord-ovest nel Mar Glaciale Artico a più di 55 chilometri all'anno.

l'effetto più immediato sulla nostra Terra, di questa "anomalia magnetica" e' stata la "strana rottura " della corrente a getto sopra l'emisfero nord che sul versante nord-americano ha prodotto l'inverno più secco e più caldo registrato nella storia , ma sul versante europeo ha causato record di freddo e neve con più di 650 vittime.

Secondo il Direttore Seleznyov il pianeta sarebbe attualmente in una fase di indebolimento del campo magnetico 

Un'escursione geomagnetica, come un inversione geomagnetica, è un significativo cambiamento nel campo magnetico della Terra. Diversamente, un'escursione geomagnetica non rappresenta una variazione su larga scala dell' orientamento del campo, ma rappresenta piuttosto una drammatica, diminuzione tipicamente di breve durata dell' intensità del campo, con una variazione di orientamento del polo che puo' arrivare fino a 45 gradi rispetto alla posizione precedente
.http://www.whatdoesitmean.com/index1563.htm
Cosa significa tutto questo?E' noto che lo spostamento del polo nord magnetico e' in atto oramai da tempo,ma cosa potrebbe innescare dei terremoti in una zona del pianeta cosi' remota?Chi ci dice che non si tratti di esperimenti militari?Ed il riferimento alla variazione della corrente di getto del mese di Febbraio 2012 non vi fa pensare a qualche esperimento effettuato nella ionosfera tramite HAARP?Non saprei dire quale sia il male minore,ma a questo punto preferirei che sia colpa veramente di esperimenti militari,perche' se si trattasse veramente di anomalie magnetiche significherebbe che stiamo entrando in un processo irreversibile con conseguenze inimmaginabili per la stabilita dell'intero Pianeta Terra.
terrarealtime

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Migliaia di delfini scappano dalle coste della California,ignote ancora le cause!




29 feb. 2012 - Cosa ha spinto un gruppo di almeno 2000 delfini ad abbandonare le coste della California in modo cosi' repentino rimane ancora un mistero per gli ambientalisti.L'Esodo dello spostamento di massa e' stato filmato dalle telecamere di un imbarcazione dedita al whale-Dolphin Wathcing,secondo i naturalisti sarebbe un comportamento anomalo per questi splendidi animali che solitamente si spostano in colonie di decine e non in migliaia come sono stati filmati. Rimane quindi l'interrogativo su cosa abbia potuto spaventare gli animali a tal punto da farli scappare in massa?Guardate il video che segue...

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Gli scienziati tenteranno di deviare la traiettoria di un asteroide pericoloso!



Gli scienziati stanno tenendo d’occhio un grosso asteroide che potrebbe costituire una seria minaccia di impatto sulla Terra tra pochi decenni. L’oggetto spaziale, che prende il nome di 2011 AG5, misura circa 140 metri di larghezza. Esso potrebbe passare molto vicino alla Terra e addirittura colpirla nel 2040, tanto che gli scienziati stanno cominciando a vagliare ipotesi perdeviarne la traiettoria. Una squadra delle Nazioni Unite ha osservato ripetutamente l’asteroide che si avvicina alla Terra e ha calcolato le possibilità, seppur ridotte, che il corpo possa sbattere tra 28 anni sul nostro pianeta. L’oggetto è stato scoperto nel Gennaio del 2011 dall’osservatorio di Mount Lemmon Survey di Tucson, in Arizona. Anche se le dimensioni sono chiare, la sua massa non è al momento altrettanto nota. “2011 AG5 è l’oggetto che attualmente ha le possibilità più elevate di colpire la Terra. Tuttavia, abbiamo osservato solo la metà della sua orbita, per cui questi calcoli vanno certamente perfezionati”, dice Detlef Koschny dell’Agenzia Spaziale Europea. SecondoDonald Yeomans, responsabile del programma Near-Earth Object presso il Jet Propulsion Laboratory a Pasadena, le probabilità di impatto, è bene dirlo, sono soltanto di 1 su 625, per il 5 Febbraio del 2040. Questa probabilità però potrebbe variare con il tempo e con successive osservazioni. “Fortunatamente, questo oggetto sarà osservabile dalla terra tra il 2013 ed 2016″, ha detto Yeomans.

Credit: Tony Dunn
Il pericolo maggiore sta nel fatto che l’oggetto durante la sua orbita, potrebbe incontrare altri corpi capaci di dirottare anche lievemente la sua traiettoria, e spedirlo direttamente su di noi; quindi nonostante la probabilità sia abbastanza remota, è bene tenere alta la guardia. Un primo approccio si dovrebbe avere nel 2023, quando l’asteroide sarà a soli 0,02 unità astronomiche (2,99 milioni di Km) dalla Terra. Un’unità astronomica infatti corrisponde alla distanza media tra la Terra ed il Sole, pari a circa 149.6 milioni di Km. Secondo una stima del JPL, la porzione di spazio attraverso la quale l’asteroide dovrebbe passare nel 2023 in modo che esista una reale possibilità di impatto con la Terra è di circa 100 Km di larghezza. Le probabilità di impatto potrebbero essere superiori anche ad Aphopis, l’asteroide che passerà ad una distanza ravvicinatissima con la Terra nel 2029 prima, e nel 2036 successivamente. Saranno quindi molto importanti le osservazioni tra il 2013 ed il 2016 per valutare le reali possibilità d’impatto. In risposta ad alcune lettere pervenute, la NASA, nella persona dell’amministratore Charles Bolden, ha detto che c’è ancora tanto tempo per passare ad una fase operativa. Questo non vuol dire che il caso non venga preso con la dovuta serietà, ma che è anche inutile affrontare mille problemi prima ancora di avere stime ufficiali in relazione al suo passaggio. Bolden fa riferimento al fatto che in futuro ci saranno tante osservazioni che permetteranno di capire se servono progetti immediati. Non resta quindi che attendere e sperare che l’asteoide voglia tenersi lontano dalla Terra.Il pericolo maggiore sta nel fatto che l’oggetto durante la sua orbita, potrebbe incontrare altri corpi capaci di dirottare anche lievemente la sua traiettoria, e spedirlo direttamente su di noi; quindi nonostante la probabilità sia abbastanza remota, è bene tenere alta la guardia. Un primo approccio si dovrebbe avere nel 2023, quando l’asteroide sarà a soli 0,02 unità astronomiche (2,99 milioni di Km) dalla Terra. Un’unità astronomica infatti corrisponde alla distanza media tra la Terra ed il Sole, pari a circa 149.6 milioni di Km. Secondo una stima del JPL, la porzione di spazio attraverso la quale l’asteroide dovrebbe passare nel 2023 in modo che esista una reale possibilità di impatto con la Terra è di circa 100 Km di larghezza. Le probabilità di impatto potrebbero essere superiori anche ad Aphopis, l’asteroide che passerà ad una distanza ravvicinatissima con la Terra nel 2029 prima, e nel 2036 successivamente. Saranno quindi molto importanti le osservazioni tra il 2013 ed il 2016 per valutare le reali possibilità d’impatto. In risposta ad alcune lettere pervenute, la NASA, nella persona dell’amministratore Charles Bolden, ha detto che c’è ancora tanto tempo per passare ad una fase operativa. Questo non vuol dire che il caso non venga preso con la dovuta serietà, ma che è anche inutile affrontare mille problemi prima ancora di avere stime ufficiali in relazione al suo passaggio. Bolden fa riferimento al fatto che in futuro ci saranno tante osservazioni che permetteranno di capire se servono progetti immediati. Non resta quindi che attendere e sperare che l’asteoide voglia tenersi lontano dalla Terra.


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Dai Buchi Neri sgorgano gli UFO

È da un giovane ricercatore della NASA ma originario di Recanati, il ventinovenne Francesco Tombesi, che arriva l’ultima importante scoperta in campo astrofisico. Ed è una scoperta che ci porta lontano, dritti nel cuore delle galassie. Già, perché se Giacomo Leopardi, il suo celebre concittadino, al di là della siepe è riuscito a immaginare l’infinito, spingendo il suo sguardo fin nei pressi dei buchi neri più massicci Tombesi ha intravisto gli UFO. Acronimo, chiariamolo subito per non creare equivoci, che non sta per “oggetti volanti non identificati”, bensì per un fenomeno astrofisico che, grazie alle osservazioni del telescopio spaziale X dell’ESA XMM-Newton, Tombesi e collaboratori sono riusciti di recente a identificare: gli Ultra Fast Outflows, flussi di materia ultra-veloci espulsi, a centinaia di milioni di chilometri all’ora, dal cuore delle galassie con nucleo attivo.

Una galassia con nucleo attivo (AGN, Active Galactic Nucleus) è una galassia nel cui cuore risiede un buco nero supermassiccio in piena attività, avvolto in un disco di accrescimento di cui si nutre. In anni recenti, gli astronomi hanno notato che più il numero e la velocità delle stelle presenti nel rigonfiamento centrale di queste galassie è elevato, più i buchi neri in esse ospitati sono massicci. Come se esistesse qualche processo di feedback che li collega, un meccanismo di rimescolamento della materia che abbia origine nel disco di accrescimento che alimenta il buco nero per poi propagarsi all’intera galassia.

Ma quale meccanismo? Nessuno fra i fenomeni conosciuti, compresi i getti relativistici altamente collimati (jets) emessi dal buco nero, sembrava avere la potenza necessaria. Fino, appunto, alla scoperta degli UFO da parte del team internazionale di astronomi guidato da Tombesi. Scoperta che li ha portati a pubblicare, dal 2010 a oggi, una serie di articoli sulle maggiori riviste scientifiche di settore, da Astronomy & Astrophysics (nel 2010) a The Astrophysical Journal (nel 2011), fino allo studio più recente, in uscita su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. «Il nostro lavoro è consistito nell’analisi spettrale in raggi X di osservazioni di un campione completo di 42 galassie con nucleo attivo effettuate con il satellite europeo XMM-Newton», spiega Tombesi. «Attraverso lo studio di righe in assorbimento del ferro altamente ionizzato, siamo riusciti ad individuare grandi quantità di materiale che viene espulso a velocità altissime, di circa il 10 percento della luce, dal disco di accrescimento intorno ai buchi neri supermassicci nel centro di queste galassie. Data la loro estrema velocità, questi getti sono stati chiamati in inglese Ultra-Fast Outflows (UFOs). La quantità di materiale espulsa è comparabile a quella effettivamente accresciuta dal buco nero, e questi UFOs sono abbastanza potenti da poter avere effetti su grandi scale all’interno della galassia ospite e di influenzarne anche l’evoluzione».

Mistero risolto, dunque? Solo in parte. La fisica all’origine di queste fontane di particelle è infatti terreno ancora inesplorato. «In effetti, la cosa sorprendente – e che vorremmo ancora capire – è come e perché questi buchi neri riescano ad espellere questi enormi flussi di materia, anche oltre una massa pari a quella del sole all’anno, e ad altissima velocità», dice Massimo Cappi, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica presso lo IASF Bologna e co-autore, insieme a Tombesi, della scoperta degli UFO. «Grazie agli ultimi risultati, pensiamo che questo fenomeno sia fondamentale non solo per capire come funzionano i buchi neri, ma anche per comprendere la formazione ed evoluzione delle galassie che li ospitano. E se la missione Athena, progetto internazionale per un grande osservatorio spaziale per astronomia X da lanciare nel prossimo decennio, verrà approvata da ESA, lo studio degli UFOs diventerà sicuramente pane per i suoi denti».

 


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