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Proteste e manifestazioni contro l'avidita' del capitalismo diventano un fenomeno globale!





ROMA - Un pomeriggio di guerriglia. Quella che doveva essere una protesta pacifica per manifestare contro la crisi economica e contro i costi della politica si è trasformata in un incubo per la Capitale. Gli Indignati, che avevano promosso il corteo e che erano partiti con le migliori intenzioni, con cori e bandiere colorate, sono stati sconfitti da 500 giovani incappucciati e armati di bastoni, mazze, bombe carta e fumogeni che si sono infiltrati facendo degenerare la giornata di mobilitazione. I violenti scontri in piazza San Giovanni, luogo storico delle manifestazioni sindacali e democratiche, e in altre aree della Capitale lungo il percorso del corteo sono stati il culmine di una serie di incidenti iniziati intorno alle 15 in via Cavour, con bandiere bruciate, auto e cassonetti dati alle fiamme, violenze contro chi contestava i teppisti. Un centinaio i feriti ricoverati in ospedale. Cinque ore di battaglia urbana con le forze dell'ordine prese d'assalto da una pioggia di sassi e sampietrini lanciati dai black bloc e un paio di militari che hanno rischiato la vita nel rogo di un furgone dei carabinieri incendiato da gruppi di violenti. Due troupe televisive sono state aggredite; un fotografo ferito alla testa. Un uomo rischia di perdere l'uso di una mano. Alla fine va registrato anche il bilancio dei fermi: venti in tutto e per 12 persone protagoniste a vario titolo degli incidenti è scattato l'arresto. Tra loro giovani di Bari, Trento, Catania, Siracusa, Brindisi e Napoli.

BARRICATE VERSO LA STAZIONE - In via Cavour erano state distrutte intorno alle 15.30 le vetrine di un supermercato e di due banche. Poi in via Labicana, prese d'assalto l'ex agenzia delle Entrate e una filiale della Banca popolare del Lazio all'incrocio con via Merulana. Aggredite due troupe di Skytg24: a un operatore è stata tolta la telecamera, poi distrutta. Intanto i teppisti entravano in un'agenzia di lavoro interinale al Colosseo, devastandola. E dopo lo sgombero di piazza San Giovanni intorno alle 20, la battaglia ha sconvolto il quartiere Esquilino, mentre i black bloc dirigevano verso la stazione ferroviaria Termini. Gli ultimi scontri con barricate di auto e cassonetti incendiati in via Merulana hanno impegnato ancora fino a tarda sera le forze dell'ordine. Domenica, con le luci dell'alba, si potranno contare i danni.

CARICHE E CODICE ROSSO - Sono stati circa cento i feriti (fra cui una trentina di appartenenti alle forze dell'ordine), di cui tre in gravi condizioni e ricoverati in codice rosso: un manifestante di Sinistra e Libertà che ha perso due dita per l'esplosione di un petardo; un poliziotto colpito al torace e una terza persona che ha riportato traumi multipli.
SCONTRI TRA MANIFESTANTI - Per tutto il pomeriggio i manifestanti pacifici hanno cercato di isolare i violenti. Poi hanno ceduto, e intorno alle 19 il corteo si è spezzato e molti sono fuggiti dalle zone degli incidenti. In serata, però, un gruppo di indignati si sarebbe scontrato frontalmente con alcuni degli incappucciati. Un drappello di black bloc si è mosso invece fino a tarda sera nelle strade intorno a via Labicana. Il centro storico è rimasto presidiato dalle forze dell’ordine. L'ultimo obiettivo dei black bloc - che ha tenuto in allerta la Questura - sono stati i binari: tra la folla si era sparsa la voce che potesse essere chiusa dalle forze dell'ordine la stazione Termini, dove i violenti stavano convergendo. Ma dopo le 20.50 la situazione nello scalo era tranquilla. Sono invece saltate, nel corso del pomeriggio, circa 1.500 corse del trasporto pubblico a causa di sistemi di videosorveglianza danneggiati in diverse stazioni della metropolitana (cinque di queste erano state preventivamente chiuse fin dal primo pomeriggio). Vanno inoltre registrati inconvenienti su altre 2.500 corse e, inevitabilmente, il traffico in tilt in tutto il centro. Incalcolabili, al momento, i danni a veicoli privati, banche e negozi.

CATENA DI DEVASTAZIONI - In via Merulana, dove gli incappucciati armati avevano trovato riparo dopo le cariche della polizia in piazza San Giovanni, si sono viste scene apocalittiche: barricate, negozi e auto incendiati, cassonetti distrutti, motorini buttati a terra a formare barriere. E una continua sassaiola verso i mezzi delle forze dell'ordine schierati. Nel tardo pomeriggio, in piazza San Giovanni, gli scontri più duri: sassaiole, assalti ai mezzi della polizia; un blindato dei carabinieri è stato dato alle fiamme. Fortunatamente, i due militari all'interno sono riusciti a mettersi in salvo, mentre i manifestanti continuavano ad attaccare in veicolo con fumogeni e bombe carta. Altri mezzi sono stati bloccati, circondati e fatti oggetto di lanci di pietre, spranghe e sassi. Quando le cariche delle forze dell'ordine li hanno costretti ad indietreggiare, i black bloc hanno dato fuoco a diverse auto soprattutto in via Boiardo. Cassonetti rovesciati, vetrine della filiale di Unicredit bruciate e spaccate. L’ingresso della sede del Pdl a via Etruria devastata. Scontri anche in piazza Tuscolo, via Magnagrecia e via Etruria. Dalle finestre dei palazzi i cittadini - che durante la prima parte del corteo avevano applaudito gli indignati - hanno cercato di fermare i violenti con un fitto lancio di oggetti.

PANICO IN BASILICA - Le maggiori scene di paura e panico si sono avute a San Giovanni, tra la gente che era venuta da tutta Italia per manifestare pacificamente. Davanti alla basilica un gruppo di persone normali si è trovato stretto tra i manifestanti violenti e le cariche di polizia e carabinieri. Qualcuno è scoppiato in lacrime, altri hanno pianto per il denso fumo dei lacrimogeni sparati tra il Celio e la zona di via Appia. Numerosi i momenti di attrito fra i manifestanti pacifici del corteo - che urlavano «Vergogna» e «Andatevene» - e i black bloc. Alterno il rapporto con le forze di polizia: all'inizio sono state applaudite dagli indignati pacifici, ma poi qualcuno le ha duramente criticate per non aver subito caricato i violenti. Le forze dell'ordine hanno saputo mantenere una calma decisiva: per lo più si sono limitate a cariche di alleggerimento e soltanto nel culmine degli scontri - quando i black bloc hanno attaccato con sassi e pali divelti, fumogeni e bombe carta - hanno reagito con decisione.

Corriere.it


Le violenze dei Black Block infiltrati a Roma




Profanata e distrutta una statua della Madonna




Altro video dei disordini di Roma


Un terremoto di magnitudo 5.2 Richter colpisce la Cina

16 Ottobre 2011 Un terremoto di magnitudo 5,2 della scala Richter ha colpito alle ore 13:44 UTC la regione del nord dello Xinjiang in Cina,coordinate 42.27N 82.76E ad una profondita' di 15 km.Per il momento non ci sono notizie su danni a cose o persone.


Emsc

La Scandinavia va sotto terra!


Dalla Finlandia alla Danimarca, nei paesi scandinavi si afferma la tendenza a interrare edifici, luoghi pubblici e vie di comunicazione. Eppure nella regione meno popolata d'Europa non manca certo lo spazio in superficie.
Per la prima volta al mondo è stato presentato a Helsinki il progetto di un'intera città sotterranea. Entro il 2020 dovremmo assistere alla costruzione di 400 locali sotterranei per un volume complessivo di nove milioni di metri cubi. Un tunnel collega ormai da diversi anni la stazione centrale della città a un centro commerciale distante quasi un chilometro.

Qui si trova un negozio conosciuto in tutta Europa, lo Stockmann. La sua superficie è cresciuta fino a quasi 10mila metri quadrati. Per non intralciare il traffico nel centro cittadino, facilitare l'eliminazione delle macerie e trasportare i materiali, la città ha costruito una rete di vie sotterranee. Questa rete servirà in futuro come circuito sotterraneo di rifornimento per ridurre il traffico nel centro storico di Helsinki. Tre svincoli periferici a nord della capitale, sul mare, saranno costruiti in parte sottoterra.

Il prossimo progetto in cantiere si chiama Pisara, "la goccia" in finlandese. Si tratta di una ferrovia sotterranea che andrà dalla periferia alla vecchia stazione centrale, e che avrà effettivamente la forma di una goccia. In tre anni una ferrovia a grande velocità collegherà la stazione ferroviaria e la stazione della metropolitana all'aeroporto Vantaa, distante 20 chilometri. Il collegamento sarà sotterraneo e passerà sotto la pista di decollo.


La più grande stazione di autobus sotterranea è stata costruita cinque anni fa a Helsinki. E il posto più visitato della capitale è la Temppeliaukion, che ogni anno attira mezzo milione di turisti. Al contrario di Gerusalemme, il tempio è inserito nella collina. Il muro scavato nella roccia fornisce un'ottima acustica ed è un luogo perfetto per i concerti.
Helsinki accoglie anche l'Agenzia europea dei prodotti chimici (Echa), che gestisce le procedure di registrazione e controllo delle sostanze chimiche nell'Ue. L'argomento decisivo nella scelta del luogo è stato il suolo roccioso, che ha permesso di scavare quattro piani e delle sale conferenze. L'edificio resisterebbe anche a un attacco atomico, dicono con orgoglio i responsabili del luogo. A dieci chilometri dal centro storico di Helsinki è stata scavato il più grande centro commerciale del Nord Europa. Oltre ai negozi, ospita una piscina e numerose saune che fanno parte dello stile di vita dei finlandesi.
Ma tutte queste meraviglie non sono nulla in confronto al tunnel di 50 chilometri che dovrebbe attraversare Tallinn e collegare la Finlandia all'Europa. Il tunnel dovrebbe accelerare lo sviluppo della regione e diminuire la dipendenza dell'economia finlandese dal trasporto marittimo. Collegamenti stradali e ferroviari attraverso il golfo di Finlandia faciliteranno il trasporto delle merci e delle persone. Ma la decisione di costruire questo collegamento non è ancora definitiva.
Dall'altra parte del Baltico, nello stretto di Belt Fehmarn, si costruisce un tunnel di 18 chilometri a 40 metri di profondità. Il costo (più di cinque miliardi di euro) sarà a carico della Danimarca, che grazie a questo tunnel sotterraneo beneficerà di un collegamento permanente con la Germania. Finora c'era solo un collegamento sulla penisola dello Jutland.


Fonte


Tra Colombia e Venezuela una faglia geologica crea smottamenti e crepe

Il fenomeno naturale sta colpendo numerose localita tra il Venezuela e Colombia,piu' di 20 case a Las Tres Marias,Turbica sono state evacuate perche' minacciate da enormi crepe,secondo i geologi la zona sarebbe interessata da micro terremoti che stanno devastando il territorio,e in corso un vero e proprio slittamento della superficie terrestre che sta avendo conseguenze piu' che visibili.
http://www.globovision.com/news.php?nid=205042








Il Messico devastato da tempeste tropicali,decine le vittime!

16 Ott. 2011, almeno 2 sistemi ciclonici hanno devastato la costa pacifica e centrale del Messico provocando  38 vittime e decine di migliaia sfollati.Piogge torrenziali e venti sostenuti hanno provocato frane ed inondazioni in Guatemala dove alcuni ponti sono stati letteralmente portati via dalla forza delle acque,almeno 21 le vittime accertate nel paese e 55.000 sfollati dalle inondazioni.

El Hierro: si temono possibili esplosioni!



15 Ott. 2011-Gli scienziati del National Geographic Institute (IGN) e National Research Center hanno confermato, nel pomeriggio di oggi, una eruzione sottomarina in acque poco profonde.

In risposta, il Governo delle Canarie ha deciso di aumentare l'emergenza a luce rossa, livello 1, in cui, oltre alle evacuazioni obbligatorie, ha mobilitato le risorse necessarie per le attività di intervento e di logistica. Questo indirizzo è stato trasmesso alla gente di La Restinga, che deve seguire da vicino le raccomandazioni delle autorità e dei membri della protezione civile.

Individuati dal controllo effettuato da un elicottero nell'area interessata, a circa 2.400 metri dal punto più vicino della costa, numerosi frammenti di lava fumante in sospensionesulla superficie del mare, in una zona di circa 100 metri e circondati da bolle di gas. Inoltre hanno osservato un cambiamento nel colore nell'acqua marina che appare più scura e turbolenta. Ciò indica che l'eruzione si sta verificando a soli 150 metri di profondità.



Trema ancora la Calabria una nuova scossa di 2,8 Richter


15 Ott. 2011 - Una scossa di magnitudo 2,8 gradi della scala Richter è stata avvertita in Calabria alle ore 9:36 di oggi, sabato 15 ottobre 2011. La scossa è stata rilevata con epicentro nel distretto sismico Le Serre nel territorio compreso tra le province di Vibo Valentia e di Catanzaro. La scossa è stata registrata alle coordinate 38.828° N, 16.368° E alla profondità 11,5 chilometri. Nella serata di ieri, nella stessa zona, era stata registrata una scossa di 3,7 gradi, che, stando a quanto appreso dalla Protezione Civile, non ha fatto registrare danni a cose o persone. Anche per questa scossa odierna, secondo le prime comunicazioni, non ci sarebbero stati danni a cose o persone. E, proprio la Protezione civile, relativamente alle procedure che si pongono in essere ogni qual volta si producono fenomeni del genere, ci spiega: «Se la scossa risulta avvertita - si tratta di un controllo che fa il Dipartimento attraverso le Prefetture, le Provincie e i Comuni - emettiamo un comunicato relativo alla scossa». Spesso, sono i cittadini a fare delle segnalazioni. «Ma non è una procedura standard. Ognuno si rivolge a chi meglio crede e la percezione - Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco - e la percezione del terremoto varia di persona in persona. Ci può essere qualcuno che avverte il terremoto e non intende chiamare alcuno».
Il terremoto è stato localizzato con i dati di 13 stazioni della Rete Sismica Nazionale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingvi). La localizzazione epicentrale è quella rivista dagli operatori della Sala Sismica dell’Ingc e comunicata al Dipartimento di Protezione Civile subito dopo l’evento. I dati relativi a ogni terremoto rilevato dalla rete Ingv vengono rivisti successivamente da personale specializzato prima di essere inseriti nel Bollettino della sismicità italiana.
Come riporta l’Ingv, «I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione. Eventuali nuovi dati o analisi potrebbero far variare le stime attuali della localizzazione e della magnitudo». In ogni caso, «sebbene tutti i parametri forniti siano stati rivisti da analisti sismologi - comunica ancora l'istituto -, nessuna garanzia implicita o esplicita è fornita. Ogni rischio derivante da un uso improprio dei parametri o dall'utilizzo delle informazioni inaccurate è assunto dall’utente».

 


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