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600 pinguini Maggellano trovati morti sulla costa atlantica dell'Uruguay


La  marina afferma che l'ultimo ritrovamento è stato di 200 pinguini Magellano morti sulla spiaggia di La Paloma a circa 200 km a est di Montevideo.Gli esperti stanno cercando di determinare cosa ha ucciso gli animali.




Un gruppo di recupero per animali marini aveva in precedenza riferito che le carcasse di 400 pinguini Magellano erano stati rinvenuti intorno alla città turistica di Piriapolis insieme a  tartarughe, delfini ed albatros. Il resort si trova a metà strada tra Montevideo e La Paloma.

Gli esperti dicono che in questo periodo è abbastanza comune trovare  pinguini morti  nella zona, ma quello che e' insolito e' il numero di esemplari morti ritrovati

Fonte:http://www.news.com.au/breaking-news/dead-penguins-wash-up-in-urugu ...

Indonesia:inondazioni dopo forti pioggie hanno colpito la citta' di Sempaja

I Cambiamenti climatici provocheranno carestie in diverse parti del mondo




Un nuovo studio ha trovato che i cambiamenti climatici colpiranno nei prossimi anni aree che già soffrono di problemi alimentari cronici e popolazioni altamente vulnerabili, soprattutto in Africa e in Asia meridionale, ma potenzialmente anche in Cina e in America latina, dove in meno di 40 anni, la prospettiva di stagioni di raccolto più corte e clima più caldo e secco potrebbero mettere in pericolo centinaia di milioni di persone già oggi sotto la soglia della povertà. E tutto questo potrà solo peggiorare con l’aumento della popolazione mondiale.

Lo studio, chiamato “Mapping Hotspots of Climate Change and Food Insecurity in the Global Tropics” (Mappa dei punti caldi del cambiamento climatico e problemi alimentari nei Tropici), è stato prodotto dal programma di ricerca sui cambiamenti climatici, l’agricoltura e la sicurezza alimentare (CCAFS) del CGIAR. Il problema urgente da affrontare ora, dicono i ricercatori, è capire come i cambiamenti climatici agiranno su persone e luoghi gravemente minacciati.

I ricercatori hanno individuato le aree di vulnerabilità esaminando una varietà di modelli climatici e di produzione agricola, creando una serie di mappe dettagliate. Una mostra le regioni del mondo che sono a rischio, trovandosi in “soglie di clima” in cui le temperature troppo calde per alcuni prodotti agricoli come il mais o i fagioli, nel corso dei prossimi 40 anni potrebbero mettere a rischio grosse aree geografiche. Un’altra indica le aree che possono essere sensibili ai cambiamenti del clima perché, in generale, hanno ampie zone destinate a coltivazioni e allevamento. E, infine, gli scienziati hanno prodotto le mappe delle regioni con una lunga storia di insicurezza alimentare.

“Quando si mettono queste mappe insieme, riusciamo a individuare i luoghi in tutto il mondo in cui l’arrivo di condizioni climatiche di stress potrebbero essere particolarmente disastroso”, ha detto Polly Ericksen, senior scientist presso il CGIAR International Livestock Research Institute (ILRI) a Nairobi, in Kenya e autore dello studio. “Si tratta di settori fortemente esposti ai cambiamenti climatici, dove la sopravvivenza è fortemente legata alla sorte del raccolto regionale e delle rese del bestiame, e dove i problemi alimentari cronici indicano che gli agricoltori stanno già lottando e non hanno la capacità di adeguarsi ai nuovi modelli meteorologici”.

“Questa è una combinazione molto preoccupante”, ha aggiunto.

Per esempio, in gran parte dell’Asia meridionale, tra cui quasi tutta l’India, e parti dell’Africa sub-sahariana, soprattutto occidentale – ci sono 369 milioni di persone a rischio di insicurezza alimentare. Un cambiamento della resa agricola globale in queste aree di solo il 5% nei prossimi 40 anni potrebbe influenzare significativamente la disponibilità di cibo in aree dove già grosse fasce di popolazione vivono al limite dell’autosufficienza alimentare.

Oggi, ci sono 56 milioni di persone che soffrono di insicurezza alimentare in alcune parti dell’Africa occidentale, l’India e la Cina. Entro la metà degli anni 2050, prevedono gli esperti, le temperature massime giornaliere durante il periodo fertile potrebbe superare i 30 gradi. Questa è circa la massima temperatura che possono tollerare i fagioli, mentre il mais e il riso possono soffrire quando le temperature superano questo livello. Ad esempio, in uno studio dell’anno scorso su Nature è emerso che anche con quantità ottimali di pioggia, le rese del mais africano potrebbe diminuire di un punto percentuale per ogni giorno trascorso al di sopra 30 ºC.

E poi c’è il problema del commercio dei prodotti agricoli di prima necessità. “Il commercio internazionale delle materie prime agricole assumerà ancor più importanza mano a mano che il cambiamento climatico metterà alla prova i limiti dell’attuale sistema di agricoltura autarchica a cui molti Paesi fanno ricorso”, ha affermato Bruce Campbell, direttore del CCAFS. “Abbiamo già visto con i picchi dei prezzi alimentari del 2008 e del 2010 che la sicurezza alimentare è un fenomeno internazionale e il cambiamento climatico quasi certamente accentuerà tale interdipendenza”.

Ericksen ed i suoi colleghi fanno notare che le aree da monitorare si estendono al di là di quelle che oggi si trovano più a rischio. Per esempio, in molte parti dell’America Latina, la sicurezza alimentare non è oggi un problema, ma vi è motivo di preoccupazione perché milioni di persone sono fortemente dipendenti dalle produzioni agricole locali per soddisfare le loro esigenze alimentari e potrebbero finire nel mirino del cambiamento climatico.

I ricercatori hanno scoperto, per esempio, che entro il 2050, le condizioni di crescita delle produzioni agricole dovrebbero scendere sotto i 120 giorni per ogni stagione nelle regioni ad allevamento intensivo nel nord-est del Brasile e in Messico. Almeno 120 giorni sono considerati un periodo critico non solo per la maturazione del mais e di numerose altre colture alimentari di base, ma anche per la vegetazione necessaria all’alimentazione del bestiame.

“L’evidenza suggerisce che molte regioni del mondo, soprattutto ai tropici, potrebbero essere gravemente colpite entro il 2050 in termini di produzione agricola e la capacità di bestiame. La finestra di opportunità per sviluppare soluzioni innovative che possano effettivamente superare queste sfide è limitato”, ha detto Philip Thornton, del CCAFS e coautore della ricerca. “Gli sforzi di adattamento sono necessari ora, se vogliamo evitare che venga a mancare la sicurezza alimentare per centinaia di milioni di persone tra pochi decenni.”

Spettacolari immagini dell'eruzione del vulcano Puyehue


























un quartiere sta sprofondando nello stato di New York



Le città degli Stati Uniti sono state interessate questa primavera da disastri naturali come trombe d'aria a piene improvvise. 


A nord di New York e Vermont, il disastro si sta verificando. Settimane di piogge torrenziali hanno saturato il lago Champlain, allagando centinaia di chilometri di costa. 


Ora, nel villaggio di montagna di Keene Valley, NY, l'acqua ha innescato una enorme frana che sta lentamente distruggendo un quartiere. 


'Il più grande frana della Storia dello Stato' 


La combinazione di abbondanti piogge e nevicate ha fatto sbriciolare il versante della montagna.
il geologo Kozlowski dice che centinaia di migliaia di tonnellate di roccia e terra sono state destabilizzate. La frana sta trascinando verso valle con un ritmo di tre metri al giorno tutto il versante,mai un evento del genere si era verificato in quella regione.


Marlatt un abitante della zona dice di essere stata in giardino e li si e' resa conto che qualcosa di grosso stava accadendo quando ha notato delle enormi crepe che si stavano aprendo.


Gli scienziati non sanno quando la frana si arrestera',ma sicuramente il quartiere a poco a poco sara' trascinato a valle.


Fonte:http://www.npr.org/2011/06/06/136935162/slow-motion-landslide-threatens-homes-in-new-york

42 milioni di persone sfollate dalle calamità naturali nel 2010

6 giugno 2011 - OSLO , Norvegia - Circa 42 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case a causa di catastrofi naturali in tutto il mondo nel 2010, più del doppio del numero nel corso dell'anno precedente, gli esperti lo hanno detto Lunedi.Uno dei motivi per l'aumento dei fenomeni potrebbe essere legato al cambiamento climatico, e la comunità internazionale dovrebbe fare di più per contenerlo, hanno detto gli esperti. L'Internal Displacement Monitoring Centre ha detto che l'aumento di 17 milioni di persone sfollate rispetto al 2009 è dovuto principalmente agli effetti dei " mega-disastri "come le massicce inondazioni in Cina e Pakistan e del terremoto in Cile e Haiti,più del 90 per cento degli spostamenti sono stati causati da calamità legate a rischi meteorologici quali inondazioni e tempeste che sono state probabilmente influenzate dal riscaldamento globale."L'intensità e la frequenza di eventi meteorologici estremi e' in aumento, e questa tendenza è solo destinata a continuare". Con ogni probabilità, il numero delle persone colpite e sfollate aumentera', perché indotti dal cambiamento climatico globale,ha dichiarato Elisabeth Rasmusson, il segretario generale del Consiglio Norvegese dei Rifugiati.Il centro per i rifugiati e consiglio di sorveglianza ha presentato la relazione in una conferenza internazionale sul cambiamento climatico a Oslo.Il numero di calamità naturali finora questo anno è stato considerevole. l' 11 marzo il terremoto e lo tsunami in Giappone ha causato più di 10.000 morti,e circa 17.500 dispersi e mezzo milione di senzatetto. Negli Stati Uniti, trombe d'aria hanno provocato il caos dall'Alabama al Massachusetts, mentre le alluvioni hanno inondato gli stati del Montana e Louisiana. Nel sud-ovest della città di Joplin nel Missouri,un tornado ha ucciso almeno 141 persone e distrutto più di 8.000 case.."Vi sono crescenti prove che suggeriscono che le catastrofi naturali sono in crescita in frequenza e intensità e che questo è legato al processo di lungo termine del cambiamento climatico", ha dichiarato Guterres. The Huffington Post

Londra:i batteri sempre piu' resistenti agli antibiotici

6 giugno 2011 - LONDRA - E' il tempo per le autorità sanitarie di frenare l'abuso di antibiotici,infatti uno sconsiderato uso di tali farmici potrebbe aver creato la resistenza di questo aberrante batterio E.Coli.. L'epidemia massiccia di E coli O104 in Europa, ha infettato oltre 1.800 persone e ha lasciato più di 500 con la complicanza potenzialmente mortale conosciuta come sindrome emolitico-uremica. Essa ha scavalcato i confini di almeno 13 paesi e ucciso circa 20 delle sue vittime. Mentre le autorità sanitarie cercano di tracciare l'origine della infezione in un alimento che se scoperto può essere rimosso dal mercato,Un aspetto della epidemia, però, ha ricevuto poca attenzione: questo ceppo aberrante è resistente a più classi di antibiotici questo dovrebbe suonare da campanello di allarme per le autorita' sanitarie internazionali. 

 Fonte:Guardian.UK



 


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