Mamme ora tocca a voi combattere! I demoni vogliono i vostri bambini

03/12/2021 - Stare in mezzo agli alberi mi ha educato ad ascoltare l’aria: significa estendere la punta del cuore fino alla punta delle mani, che è quello che fanno gli alberi. L’albero non ha un cuore, e non ha neanche una mente: è una mente e un cuore fusi insieme, ha la capacità di raccogliere informazioni e, allo stesso tempo, provare emozioni. Non vi nascondo che, questa mattina, l’aria non era delle migliori: per niente. Sentivo una sorta di rilassamento: come se questo fuoco che si sta propagando (la Terra ce lo fa vedere: brucia tutto, e bruciate anche voi, dentro) si fosse assopito, si fosse dimenticato. E’ quello che vogliono: giocano al logoramento. Pian piano, qualcuno cede. Ci sono mamme che cedono, perché i loro ragazzi non possono più uscire, vivere. E allora cedono, per garantire ai ragazzi la possibilità di avere una vita. Ci sono lavoratori che cedono, dicono: non posso mangiare sempre fuori, mi sento troppo diverso. Vogliono questo: portarci al logoramento. E per un attimo, ho detto: tira una brutta aria.

Poi però mi sono ricordato di quello che tante altre volte abbiamo vissuto, ma non soltanto dentro questi attuali involucri. Ricordatevelo sempre: vi portate dentro la vita dei vostri genitori, dei vostri nonni, dei vostri antenati. Siete migliaia di generazioni, in un punto solo. Quindi abbiamo vissuto la morte e poi la rinascita tante volte. E abbiamo vissuto tante volte questo momento, in cui senti che sei arrivato a toccare il fondo. Da una parte è drammatico, perché dici: non ho più possibilità; dall’altra, è il punto di partenza. Bisogna toccarlo, quel fondo, anche nella malattia. Io l’ho vissuta, una malattia importante, e c’è stato un momento in cui ho toccato la disperazione: sentivo che non c’era più una via. Non sapevo, non avevo riconosciuto quel momento: era il momento nel quale io tornavo a vivere. Dobbiamo andare incontro ad un termine: dev’essere mezzanotte, buio pesto, perché allora – da quel momento in poi – comincia quello che in alchimia si chiama il coagulo. Si comincia a creare: quello che è stato creato, in un lato che non si vede, diventa manifesto, e si crea. Ecco, noi siamo in quel punto lì.

E’ un po’ che lo ripeto: mancano due mesi. In effetti, ormai, manca un mese e mezzo. E per quanto mi riguarda, abbiamo un mese abbondante per fare quello che ci permetterà di lasciare un segno, in questo tempo. Numeri alla mano, sappiamo già di aver raggiunto una massa critica. E non la si raggiunge facendo formazione, o promozione. Non la si convince, un’anima: puoi convincere un cervello, non un’anima. E quello che adesso ha fatto massa critica è l’unione di tante anime che sono arrivare a un certo punto. Quelle anime lì non vanno più indietro. E non le hai create oggi: sono percorsi che hanno un iter lunghissimo. E quelle anime lì, oggi, rappresentano una quantità tale da poter dire che questo sistema – senza quelle anime – non funziona. Quanti siamo? Quindici milioni? Non riescono ad andare oltre la soglia dei 20 milioni, di gente che accetta il “siero magico”. Sono stati bugiardi fin dall’inizio: lo hanno chiamato “vaccino”, come quello che abbiamo adottato durante il vaiolo. Ma non ha niente a che fare, con quella roba lì: e lo dicono medici, anche Premi Nobel.

Bene, quella massa critica adesso c’è. E loro, da qualche giorno, hanno iniziato a usare una strategia diversa, molto semplice. Prima hanno tentato di “scioglierci” subito, con la paura. Paura di tutto: oggi, addirittura, dicono che gli infanti sono portatori di virus. Così dovremmo codificarli, i bambini? Come portatori di virus? Ma allora, dico, siete proprio carnefici criminali, senza cuore. Ebbene, hanno provato con questo; e quella strategia è ancora in atto. Poi hanno visto che c’è una massa che non si lascia “sciogliere”, perché l’anima è la parte che rimane dell’essenza solare. E’ il termine di un’esperienza: in uno spazio non manifesto, si coagula un ricordo (quella è l’anima). L’anima è incorruttibile, la puoi soltanto costruire. James Hillman diceva: siamo dei costruttori di anima; costruiamo anima, facciamo anima. E loro lo sanno: quelli che hanno costruito un’anima sufficientemente grande, che ha un’essenza solare (che quando si manifesta su questo pianeta diventa oro, corrispettivo del fotone solare), ormai ha raggiunto una quota che è troppo grande. E allora cosa fanno? Cercano di sgretolarla, di logorarla. Si sono detti: bene, teniamoli fermi lì. Fra un po’, all’aperto non riusciranno a mangiare più, al ristorante. Prima o poi – pensano – si stancherà, l’operaio controcorrente, di pranzare sul cofano dell’auto.

Provano il logoramento, dunque: perché non hanno capito il concetto animico, non possono comprenderlo. Non possono comprendere lo scrigno dell’anima, che è il nostro cuore. Non possono comprendere che noi non cederemo, di fronte a niente: a niente. Perché se fossimo venuti qui per cedere, avremmo già ceduto. Ed è un onore, avere a che fare con tante persone come noi, che sono arrivate a questo punto, perché tra poco saremo costretti ad pervenire a un confronto, a un impatto, là dove le due forze di manifesteranno. Voglio ringraziare tutti, uno a uno: ognuno di voi ha onorato nel modo migliore l’esperienza vitale che porta dentro, in questo modo rendendo grazie a tutto ciò che - prima di voi – avevano fatto i vostri genitori, i vostri nonni, e tutte le persone che si sono rapportate, in questo benedetto pianeta, per raccontare che c’è un modo di vivere che può mettere le persone in uno stato di pace, senza dire “io voglio essere più di te”. La nostra presenza nelle piazze è un gesto altissimo: gli dèi ci guardano e sono fieri di noi, avrebbero detto nel mondo ellenico.

Tanti anni fa, ho vissuto un corso di formazione importante: sono stato in America Latina a incontrare delle persone. Una, in particolare. Quindici anni fa, quella persona mi disse: «Michele, i Freddi hanno imparato a parlare d’amore. Li vedi, adesso? Cominceranno a usare il nostro linguaggio. Diranno le cose che diciamo noi – però, per un fine differente. Si atteggeranno alla stessa nostra maniera, useranno le medesime leve psicologiche che si attivano quando proviamo un’emozione». Aggiunse: «Guardali bene: perché hanno imparato a parlare d’amore, ma non sanno minimamente cos’è». Chiaro? In questi ultimi giorni, abbiamo assistito a dichiarazioni provenienti da quelle realtà che dovrebbero, in un certo qual modo, educarci all’amore. Realtà spirituali; realtà che gestiscono questo Stato, che non è altro che la fiducia che noi diamo a delle persone, perché ci amministrino. Abbiamo sentito frasi, dai massimi esponenti, che hanno parlato di “gesto d’amore”. Ma avete in mente che cos’è, un gesto d’amore? Io per gesto d’amore intendo innanzitutto una sincerità, una trasparenza. La volontà che si sia un sentire, che passi un’informazione chiara.

Loro non sanno minimamente, che cos’è il gesto d’amore. E hanno usato questo termine per introdurre il prossimo atto che stanno per mettere in campo: vogliono raggiungere i nostri bambini. Vogliono i nostri bambini. Hanno preso i giovani, hanno giocato delle carte molto forti. Tutti gli ideali dei giovani, dai cantanti, agli attori: be’, si sono venduti tutti – o meglio, erano già tutti di là, sono stati fedeli al sistema che li ha nutriti. Tutti: quanti artisti avete visto prendere una posizione critica? Io ho visto Eric Clapton: uno. Ho visto un rapper, Povia. Ho visto Montesano, che da tempo è schierato. Ci sono, dei bellissimi angeli che hanno preso una posizione. Ma sono mosche bianche, pochissimi. I giovani sono andati tutti là. A un certo punto, ho sentito un sussulto a livello universitario: è quella parte dell’età dove cominciano a muoversi le energie erotiche, quindi si sono organizzati nelle varie università d’Italia. C’è un movimento, c’è qualcosa. Ma la fascia dei ragazzi giovanissimi che vivono la prima pulsione erotica, fino ai 20-22 anni, è stata totalmente rapita.

Prima ancora, erano andati dagli anziani: con la paura. Il padre di un mio carissimo amico, che stava benissimo, ora è all’ospedale alle prese con una paresi, dopo aver fatto il “vaccino”. Anche i miei genitori si sono “vaccinati”: ho detto loro di fare quello che ritenevano, perché questo è il vero gesto d’amore: la libertà è uno dei valori più belli che la vita ci possa insegnare, ognuno è libero di sbattere la testa contro lo spigolo che preferisce. Ma il fatto di usare una leva coercitiva, come la paura, deve farci capire con chi abbiamo a che fare. Non sono come noi, l’avete capito? Anche se hanno due occhi, due orecchie, due braccia: non sono come noi. Hanno una struttura energetica, sentimentale, che è rimasta al protozoico. Un dinosauro, nel Giurassico, si emozionava molto più di loro. Questi masticano vita, ragazzi: non si fanno problemi davanti a niente. Masticano, masticano, masticano. E non si rendono neanche conto di dove arrivano, perché la voracità è tipica dell’istinto rettile, che è la nostra parte più arcaica: il cervello rettile, la parte istintiva.

Loro sono così, sono funzionali a questo. Poi hanno una tecnologia enorme. Hanno un bagaglio di informazioni immenso, che potremmo avere anche noi, ma non ci permettono di accedervi. Qual è il più grosso archivio, al mondo, di conoscenza (non accessibile) del passato? Il Vaticano, esatto. Andateci, provate a chiedere di vedere i Rotoli del Mar Morto. E adesso sono arrivati ai bambini. E questo è il punto critico: la battaglia ce la giochiamo qui. Ed è una battaglia gioiosa: sentiamo di poter dare un senso a tutta quella diversità che abbiamo sempre sofferto. E’ il nostro momento: palla al centro. E’ veramente il punto critico, dove in prima linea ci sono le donne. A loro dico: la partita la chiudete voi. Gli uomini non hanno l’energia per chiudere una battaglia: per farlo bisogna portare quella forza bipolare, che è morte-vita, che hanno le donne. Perché solo la donna chiude e rigenera. La donna è la porta della quarta dimensione: là dove l’uomo finisce, la donna dà un accesso e ricrea vita. La donna è l’alleanza che il cosmo-natura ha stabilito con gli esseri umani.

Pensate alla strega, “strix”, colei che possiede il lato oscuro: in natura, gli strigiformi sono i rapaci notturni. Per gli uomini, vivere in questa società è più facile: non a caso è un uomo, che vi sta parlando. Noi però possiamo solo creare un terreno, portare informazioni: siamo degli attivatori, ma non possiamo creare. La mia è una chiamata d’amore, emozionata: perché questo ultimo miglio lo fate voi. Non certo andando a reclamare una libertà sessuale, o come nel caso di tante altre battaglie sacrosante. Qui siamo chiamati a difendere la continuazione di un’espressione vitale. Perché quando hai tirato dentro i bambini, in questo tritacarne, la storia è finita. E loro vogliono andare lì, perché “vaccinarsi è un atto d’amore”. Una donna è madre anche senza l’utero. Ricordatevelo, donne e madri: pensate alla gatta, o alla femmina dell’animale selvatico. Valle a togliere il gattino, se ci riesci. Prova ad avvicinarti a un cucciolo di cane, con un atteggiamento ambiguo.

Sono madri anche loro, la natura che le anima è la stessa di voi donne: voi create e proteggete, date continuità, tirate fuori le unghie. E allora difendeteli, questi bambini, che non sanno che cosa sta succedendo. E non faranno in tempo, a comprenderlo, perché non ci saranno più le condizioni. Questo è davvero il punto di rottura. Lo dico dall’inizio: questa battaglia non la vinciamo andando a protestare. Ogni volta che gridiamo “no green pass”, loro pensano: quando comincerà a nevicare, gli passerà la voglia di andare per le piazze. E hanno ragione: dobbiamo passare a un’azione concreta, già da adesso. Avevo un’anatra, e i suoi anatroccoli si riparavano sotto le sue ali senza nemmeno sapere perché. I bambini devono sentire che siete forti, che sapete proteggerli e dimostrare il vostro amore per loro.

Poi arriverà il 9 ottobre: un apice, nel quale bisognerà partire con un contrattacco. Prima di allora, farò di tutto perché si possa stringere un coagulo: per fare delle azioni concrete. Intanto, non cedete: guadagnate tempo. Sta nascendo una costellazione di iniziative, sia per fare “home schooling” che per fare assistenza pediatrica. Notate: l’incidenza del Covid in età pediatrica è zero, mentre il rischio di reazioni avverse è uno su mille: cioè, su un milione di “vaccinati”, mille bambini che rischiano di finire in gravi condizioni. E’ quello che sta già succedendo. E dopo, cosa potrà succedere? Qualcuno lo sa? Non è un vaccino, ragazzi: è una terapia sperimentale. Una volta la facevano sulle cavie: oggi, invece, in quelle gabbie vogliono mettere i vostri bambini, per vedere cosa succede. Ma lasciatemelo dire, perché io appartengo a una tradizione che ha 5.000 anni: non è corretto, dire che vogliono vedere cosa succede. Loro lo sanno bene. E ricordate: l’allevatore ha a cuore la mucca perché gli dà il latte, ma è lui che la porta al macello. La protegge dal freddo, dal lupo, dai ladri: ma ripeto, è lui che la porta al macello.

Noi siamo quella parte di umanità che ha fatto un salto, che è uscita dal recinto. Cosa ci fa unire, oggi? La nostra stessa natura. In questo momento, abbiamo bisogno di stare insieme: perché, quando stai insieme a persone che sono come te, inizi a vibrare. Succede qualcosa, e loro questo lo temono tantissimo: temono questa frequenza. Lo dico sempre: “sgretoliamoli d’amore”. Fate vedere, a questi signori, che cosa sa fare una madre. A loro, che hanno sempre vissuto la madre come quell’individuo che crea eserciti e schiavi. La nostra religione ufficiale ha un’icona, Maria, che non vedremo mai anziana. Perché è sempre giovane? Perché la donna anziana è quella che ha conoscenza, che rompe i coglioni, che vede dall’alto. Una nonna ha uno sguardo molto più lungo di una madre, di una ragazzina e, ancor più, di una bambina. Una ragazza è nel pieno del suo potere riproduttivo. E questo hanno creato quell’ideale di donna: perché la donna serve a creare figli, punto. E quei figli vanno là, nell’allevamento.

Nella mia tradizione, gli uomini non facevano figli: non ne ho fatti neanch’io. Perché sapevano che tipo di meccanismo c’era, e non era il tempo. Quindi, ripeto: proteggete questi bambini, prendete tempo, cercate attorno a voi le realtà che stanno già facendo qualcosa. Ce ne sono tantissime, nascerà una rete vera e propria. Mandare i bambini a scuola, in queste condizioni? No, meglio a casa, con un maestro a domicilio. L’ha appena fatto un mio amico, insieme ad altri dieci genitori: lezione a casa di uno e dell’altro, a rotazione. Ma ricordate quando ci svegliavamo la mattina? Era un trauma: dovevi andare a scuola. “Dovevi”, “andare”, “a scuola”: tre cose che, messe insieme, diventavano una cosa orribile. Certo, i bambini a scuola stanno bene: sì, perché stanno tra bambini. Ma che senso ha vivere 7 ore di tempo, dove ti insegnano a essere più forte di un altro e dove ti sviluppano soltanto la componente logica, senza più neppure l’educazione musicale?

C’è da fare uno sforzo, certo: è più facile consegnarlo, il bambino. In cinquemila anni, loro hanno creato un sistema dove tu fili liscio come una viola, dall’utero alla bara. Non fai in tempo a nascere, che è tutto pronto: t’hanno già battezzato, c’è un codice fiscale, t’han dato un nome. Poi vai a scuola, poi fai questo e quello. Hanno marcato tutte le età, visto che la natura ci insegna ad avere poteri differenti. Perché la cresima si fa quando sei in quella mezza età lì? Perché sta per partire il potere erotico, e lo devono gestire. Perché ti battezzano subito? Perché hai la fontanella aperta: e il bambino registra che sta subendo una violenza con la madre e il padre consenzienti, e quindi impara che essere schiavi è giusto. Sono bravissimi, in questo: hanno creato un sistema perfetto. Oggi possiamo creare un’alternativa, un parallelo. Perché, o ci creiamo un parallelo dove andare a stare, o per noi non c’è più posto. L’avete capito, o no? E abbiamo un mese e mezzo di tempo: dobbiamo creare un’alleanza. Fare in modo che questa rete si coaguli. E voi donne potete fare la differenza.

(Michele Giovagnoli, dichiarazioni rilasciate nella diretta video “Agorà d’Amore”, da Ancona, il 20 agosto 2021, visibile sulla pagina Facebook di Giovagnoli).

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