Paola Pintus su Tiscali Notizie racconta la storia di Ovidio Marras, 85 anni, pastore e agricoltore che possiede dei terreni a Capo Malfatano, a sud-ovest di Cagliari, in Sardegna.
A ridosso di questi terreni la “Società iniziative agricole sarde”, la Sitas, che voleva costruire dei resort vista mare e avevano fatto partire i lavori. Gli addetti del cantiere – come spiega L’Unione Sarda – avevano “deciso di modificare il tracciato di una stradina necessaria ai lavori, ovvero il furriadroxiu usato dal signor Marras per andare in paese e per portare il bestiame al pascolo, vietandogli il passaggio nelle ore notturne e chiudendola con dei cancelli, senza peraltro fornire copia delle chiavi al diretto interessato”.
Così Ovidio ha dato battaglia con l’aiuto di “Italia Nostra” e, alla fine ha avuto la meglio sulla Sitas, per la quale il Tribunale di Cagliari ha dichiarato il fallimento lo scorso 18 agosto.
Si tratta di una notizia – osserva Paola Pintus – “di quelle destinate a far storia, perché dietro la ‘Società iniziative agricole sarde’ (Sitas, appunto) di ‘agricolo’ e di ‘sardo’ c’era ben poco: l’acronimo infatti nascondeva i nomi dei gruppi Benetton, Toti e Caltagirone, praticamente il gotha del settore finanziario-immobiliare italiano, che con il supporto di Monte Paschi Siena avevano puntato gli occhi su una delle aree marine più belle dell’isola, tutelata da stretti vincoli paesaggistici”.
Ma non si può ancora festeggiare:
“Intanto – ha detto a Tiscali Notizie Maria Paola Morittu, vicepresidente nazionale di Italia Nostra – rimane in piedi il contenzioso della società contro la Regione Sardegna; poi bisogna capire chi demolirà i corpi di fabbrica già edificati, che costituiscono comunque un enorme scempio ambientale”.
Inoltre – ha aggiunto – “il progetto uscito dalla porta rischia di rientrare dalla finestra a causa di una norma anomala all’interno della nuova legge Urbanistica della Sardegna, in corso di approvazione in Consiglio Regionale”.
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