L’oceano pacifico è una discarica radioattiva, con un mare di plastica e le tossine degli ftalati


Nel rivisitare questa mia "vecchia" traduzione del 2011, alla luce della attualità di nuove" preoccupazioni" con Fukushima, mi sono resa conto che il link allora citato come fonte, non è piu' attivo. Lo stesso articolo si trova ora qui.
Nel frattempo, l'autrice da cui tradussi, la scrittrice ambientalista, la Dr.sa Ilya Sandra Perlingieri (qui i suoi articoli su Global Research) ci ha lasciato nel 2013; nel mondo della ricerca alternativa la sua morte - si legge nel link succitato- ha destato perplessità: è stata la sua battaglia con la salute dei suoi polmoni a segnare la sua dipartita o ... altro per la sua presenza scomoda? Uno dei suoi libri piu' discussi e acclamati: “The Uterine Crisis.” Il londinese “The Ecologist” definì questo libro una “ispirazione”.
Ripubblico ora in due puntate il lungo articolo del 2011

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Negli ultimi 2 mesi [articolo del 2011], non è stato possibile separare i continui veleni radioattivi diretti verso est sulle correnti del Pacifico, dal Giappone al Nord America (e quindi intorno al globo), da altri seri problemi ambientali dell’Oceano. Semplicemente non si tratta di una crisi causata da un unico problema, sebbene l’incubo radioattivo di Fukushima continui ad avvelenare il resto del nostro pianeta.

Prima di tutto, di primaria importanza per la nostra salute e benessere: non è una scelta sicura mangiare qualsiasi pesce o crostaceo pescato qui. Questo ovviamente a causa della diffusa radioattività nell’Oceano Pacifico.

La tragedia di tutto l’Oceano Pacifico ora interamente contaminato è un’epopea quanto quella dell’avvelenamento del Golfo del Messico. A più di un anno alla catastrofe della BP, l’impatto sia sulla popolazione umana che animale continua a salire vertiginosamente e disastrosamente. Il pedaggio di morte pagato da tutta la fauna e flora non sarà mai noto accuratamente, poiché le tartarughe marine (ed altre forme di vita marina sconosciute) sono state vergognosamente arse vive. 

Per mesi, non si è tenuto conto dei mammiferi morti e degli uccelli spiaggiati. In questa enorme crisi, si è trattato più che di inettitudine e scarsa gestione. E’ stato e continua ad essere, un insabbiamento criminale di vaste proporzioni.

Il Centro per la Diversità Biologica -The Center for Biological Diversity (CBD)- ha pubblicato una nuova indagine che stima “che circa 26000 delfini e balene, 82000 uccelli e 6000 tartarughe marine sono state probabilmente danneggiate (o uccise) dalla fuoriuscita del petrolio.”(1)

C’è stato più che un danno. Molto più che innumerevoli morti nella flora e fauna ed ora il pedaggio continuo di un anno dopo, può essere ben più alto. Tuttavia, come per la tragedia dei reattori a Fukushima, NULLA è stato fatto per salvaguardare le vite umane, né proteggere tutti gli animali e uccelli dell’oceano (veramente tutto l’intero e vasto e prezioso ecosistema!). Tutto questo è sotto costante assedio da parte della negligenza umana, del danno deliberato e dell’avidità delle multinazionali.

E’ piuttosto chiaro, da entrambi questi enormi e continui disastri, che i piani e segreti condotti dalle multinazionali e loro risposte non includono reali soluzioni.

“Danneggiare” è la loro parola d’ordine. (…) Una nuova indagine pubblicata su www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=24543, indica come centinaia di operai di Fukushima siano tutti spendibili: coloro che stanno mettendoci la vita per una situazione devastante che non può essere rimediata.

Pesci e squali morti stanno già arrivando lungo le coste della California. Anche se la causa si suppone sconosciuta, è improbabile ci verrà mai detto che tutti i pesci morti spiaggiati sono per lo più radioattivi. Ecco qui:

L’EPA (Enviromental Protection Agency: Ente di Protezione Ambientale USA) si è rifiutata di testare per radioattività il Golfo dell’Alaska.

Nella sua ultima negligenza, l’EPA ha postato il 3 maggio il suo rifiuto a monitorare quotidianamente le radiazioni da Fukushima,“a causa delal consistente decrescita nei livelli di radiazione in relazione all’incidente nucleare giapponese”.”(2)

Questo non è stato un “incidente.”

Ecco perchè vi ho ripetutamente sollecitato a riunirvi e monitorare le radiazioni nella vostra area. La Dr.sa Helen Caldicott, ha ripetutamente detto che bassi livelli di radiazione ionizzata sono estremamente pericolosi.

Inoltre, ha fatto notare come sia stato vistosamente e deliberatamente fuorviante collegare i livelli di radiazioni esterne con quelli interni. Non sapremo mai la verità da nessun ente governativo o funzionario. Infatti, la loro pianificata disonestà ed estremo danno intenzionale ci mettono tutti in continuo pericolo.

E’ VITALE CHE DA SOLI CERCHIAMO ACCURATE INFORMAZIONI, che sappiamo quanto veramente possiamo proteggerci

(…) Come ha scritto Jeff Rense il 21 Aprile us, è “l’ultimo esempio della lampante negligenza federale … Questo è un altro egregio abbandono del loro obbligo di proteggere la salute pubblica …[e] il diritto del cittadino di conoscere ed essere al sicuro ed informato è mandato al diavolo". 




Il suo articolo ha anche una mappa eccellente che mostra le correnti oceaniche che vengono dalla costa Ovest e dall’Alaska. Questo continuo rifiuto di testare le acque protegge anche la pesca ora tossica dell’industria ittica dell’Alaska, mentre avvelena tutti quelli che mangiano pesce contaminato: www.rense.com/general93/curr.htm

Questo non è in sè un errore dell’industria ittica. Piuttosto, è il risultato di questa enorme contaminazione radioattiva che pone tutto in grave minaccia.

(…) Questo articolo copre un altro oceanico incubo che deve essere incluso nella nostra consapevolezza per ciò che sta accadendo in tutto l’Oceano Pacifico. Ci riguarda tutti. I nostri Oceani sono da decenni in un declino devastante e a lungo termine. I mari da tempo non sono più ciò che possiamo pensare che siano: miglia e miglia di acque incontaminate meravigliose e splendenti, dolci brezze marine con delfini o balene che saltano ogni tanto fuori dall’acqua.

L’Oceano Pacifico è anche stato avvelenato da colossali quantità di spazzatura che galleggiano in vortici che sono chiamati NORTH PACIFIC SUBTROPICAL GYRE= Roteazioni Subtropicali del Nord Pacifico . Questa è la discarica tossica che galleggia nell’Oceano Pacifico, composta da plastiche a base di petrolio e che ha contaminato ed ucciso innumerevoli milioni di pesci e mammiferi, inclusi i delfini e le foche.

Nel 1997, queste gradi aree furono scoperte dal Captain Charles Moore mentre stava ritornando dalla California dalle Hawaii, sulla sua imbarcazione, l’ “Algalita” (ora il nome della Fondazione che ha creato). Fece una deviazione attraverso una regione con poco vento, a causa delle correnti oceaniche. Normalmente, questa area è evitata dai naviganti, perché lì i mari sono molto calmi.

Giorno dopo giorno di navigazione, il Captain Moore vede pile infinite di plastica galleggiare per miglia e miglia. Originariamente questa area veniva chiamata “the Great Pacific Garbage Patch”: 
il cumulo di spazzatura del Grande Pacifico.

Lontano da essere un piccolo cumolo, si stima che questa area sia il doppio degli USA continentali. Questa zuppa turbinante di spazzatura galleggiante dista circa 500 miglia nautiche dalle coste della California e si estende lungo la parte nord del Pacifico, passa dalle Hawaii e arriva vicina al Giappone

Non visto dalle foto satellitari, questo massiccio mare di spazzatura è traslucido e si trova appena sopra la superficie delle acque e continua sott’acqua attraverso la colonna d’acqua.(3)


Da quando Moore ha cominciato con questa ricerca, la misura di questa spazzatura è cresciuta enormemente. Ora il Great Garbage Patch è diviso in quello dell’Est e quello dell’Ovest, su entrambi i lati dell’arcipelago delle Hawaii. Secondo Marcus Eriksen, direttore alla ricerca della Algalita, ci sono circa 100 milioni di tonnellate di “roba” galleggiante in questa regione

Nel 1994(…) schockato da ciò che aveva visto nell’Oceano Pacifico, il Capitano Moore divenne un dedito attivista ambientale e decise di far crescere una consapevolezza globale e trovare molte risposte necessarie. Con la sua fondazione ora è concentrato sulla ricerca oceanica in collaborazione per trovare l’estensione di questa massiccia quantità di spazzatura galleggiante e il danno che continua a creare.

(…) persino la più piccola particella di plastica vien scomposta “dall’azione delle onde o dalla luce solare” (chiamata fotodegradazione) e quindi mangiata dai pesci. Una volta mangiate, queste plastiche viaggiano nell’oceano come catena alimentare (dal pesce più piccolo a quello più grande) e poi finiscono nei vostri piatti di pesce. Si veda :www.youtube.com/watch?v=tnUjTHB1lvM

Secondo il programma ambientale dell’ONU, “I detriti di plastica causano ogni anno la morte di più di un milione di uccelli marini e quella di più di100.000 mammiferi marini. Siringhe, sigarette, accendini, spazzolini da denti sono stati trovati dentro gli stomaci di uccelli marini morti”, perchè li hanno confusi per cibo. (6)

(…) da non credere ma ora la spazzatura include: kayaks, frigoriferi, mobili, blocchi lego, palle da football e reti di pesca. Tutti questi oggetti sono stati gettai in acqua sia dalle piattaforme petrolifere o dalle navi.

(…) negli Oceani, le plastiche si decompongono in pezzi sempre più piccoli che sono confuse con uova di pesci o altri tipi di cibo e vengono inghiottiti dai pesci.Si veda: www.surfrider.org e www.youtube.com/watch?v=yom6zlm5VqE, ewww.youtube.com/watch?v=ftbmO4D4DK4

Il Capitano Moore, che sta documentando questa “ chiazza-pattumiera più insidiosa della perdita di petrolio in mare a causa della impossibilità di ripulirla”, ha prodotto un documentario chiamato “MARE SINTETICO” , “Synthetic Sea.”: www.youtube.com/watch?v=pEKohTXF4Xw

Il Capitano chiama l’oceano “il water più grande in cui non si può mai tirare lo sciacquone”
La plastica non si decompone da nessuna parte nel nostro ambiente naturale. Semplicemente diventa sempre più piccola e causa sempre più danno in tutta la rete vitale poichè finisce nella catena alimentare. Ecco che cosi la “qualità della vita” per tutto l’ecosistema marino è stata minacciata e distrutta.

(…) La plastica cambia e riempie di tossine l’equilibrio ormonale e naturale del corpo. E’ una delle maggiori ragioni per cui abbiamo indicazioni ermafrodite nelle rane e altri anfibi. Questa ricerca arriva dagli anni ‘70.

(…) Una categoria di sostanze chimiche industriali è quella degli ftalati, usati comeammorbidenti ed emulsionanti. Queste plastiche vengono trovate in prodotti dai biberon alle borse per frutta e verdura, agli involucri alimentari, ai giocattoli per bambini, ai lubrificanti e in migliaia di prodotti di bellezza.

Emettono tossine invisibili ma altamente pericolose e che si accumulano. Dagli anni ‘70, gli ftalati sono noti per essere degli inquinanti globali. Se ne producono più di un miliardo di libbre all’anno. Prima che venissero commercializzati non sono stati fatti dei test sui loro effetti a lungo termine. Sono elencati come: Dibutyl phthalate (DBP); Diethyl phthalate (DEP); o Butylbenzyl phthalate (BBP). Quando acquistate la più parte dei prodotti che contengono ftalati, per lo più non c’è sulla etichetta alcun avviso per il consumatore con indicazione del pericolo. Ora appaiono frequentemente nelle urine umane come biomarker, dati dalla quotidiana esposizione.

Gli Ftalati sono una classe di sostanze chimiche estremamente pericolose, note come disgregatori endocrini o ormonali. Significa che queste sostanze chimiche vengono assorbite dal corpo e lo danneggiano disgregandone gli equilibri ormonali (sia negli umani che negli animali). Questo veleno si accumula in noi ed in tutte le altre creature viventi. Possono causare un serio danno dagli inizi della vita stessa: nell’utero, nel DNA dello sperma, nel danno all’organo, nella precoce pubertà, nel cancro ai testicoli, prostata, seno. Gli ftalati sopprimo il corretto funzionamento del sistema immunitario. 


Con la catastrofe dei reattori di Fukushima, ora fuori controllo, non esiste ricerca sulla relazione sinergica tra questi distruttori ormonali chimici e l’uranio radioattivo, anch’esso un distruttore ormonale.

La disgregazione ormonale, è il fattore principale dell’aumento di obesitànegli USA. Ma i media lo dipingono come un questione di dieta. Si lo è ma, oltre a questo c’è l’uso di plastica tossica che circonda ogni movimento: dal microonde, dal bollire e cucinare cibo precotto e confezionato in appositi sacchetti o contenitori, dalle bevande imbottigliate in queste sostanze. Non c’è una valore nutrizionale in questi cibi preconfezionati. Queste tossine si sedimentano nei grassi del corpo e minacciano la capacità del corpo di automedicarsi, 

(…) le sostanze chimiche che distruggono gli ormoni e la radiazione non colpiscono solo il genere degli animali ma possono anche essere collegati al danno del DNA e a difetti di nascita negli umani.

Tutto questo viene raramente riportato, di nuovo perchè la gravità di queste scoperte farebbe chiudere le aziende chimico-nucleari, se le persone sapessero l’estensione della contaminazione genetica con cui abbiamo già a che fare (e già dalle bombe di Hiroshima e Nagasaki). Nel suo articolo sull’influenza della radiazione e dell’energia nucleare, la geoscienziataLeuren Moret dice:

“Le emissioni quotidiane e radioattive permesse e gli scarichi nel Mare d’Irlanda dagli anni ‘50, hanno trasformato i sedimenti contaminati, l’acqua del mare e la biosfera in una cloaca radioattiva o in un punto di permanente radiazione con seri effetti locali e globali. Le emissioni quotidiane e radioattive permesse dalle fonti globali si sono accumulate ad alti livelli di radiazioni nella biosfera, maggiori di quanto è stato rilasciato a Chernobyl e sono la causa maggiore del grande aumento delle zone d’Oceano morte; questo dagli anni ’70. Le persone non si rendono conto o minimizzano il grave impatto di questi rilasci cronici…una stategia garantita al fallimento continuo.”(13)


Semaforo ROSSO di crisi per i nostri Oceani

Cosi questa umana rapacità crea in sè diminuzione e morte. Ogni anno, la misura dei mammiferi e dei pesci maturi diventa più piccola e ci sono sempre meno specie. Il Giappone, con il suo appetito di pesce – il più grande del mondo con il suo sushi- e balene, avrà presto un oceano radioattivo svuotato di vita.

Il tonno è carico di mercurio [mangiarlo a lungo nel tempo è uno dei fattori che contribuiscono alla demenza]. Negli ultimi 30 anni, balene e delfini, a migliaia, si sono spiaggiati da soli.

Il salmone dell’Oregon è radioattivo da decenni a causa del rilascio nucleare dell’impianto di Hanford Nuclear Superfund. Molte specie sono in drammatico declino. Gli scienziati delle multinazionali, hanno poche “spiegazioni” pubbliche. I pochi scienziati indipendenti rimasti vengono messi a tacere.



Radioattività e conseguenze

Il tema non è presente in nessuna discussione pubblica o commento di scienziati ma:

- quale sarà l’influenza della radiazione continua che sta viaggiando attraverso il Pacifico, quando questa incontrerà le miglia e miglia di plastica degradata?

- come si ripercuoterà tutto questo – plastica che degrada il sistema ormonale e la radioattività – sulla vasta area ecologica?

- che tipo di reale futuro avranno gli uccelli marini e la vita marina ovunque, con questa gigantesca contaminazione? Le sostanze chimiche che disgregano gli ormoni si sa che sono bio-accumulabili fino alla catena alimentare e in modo sinergico, che potrebbe voler dire più di 1600 volte della dose di veleno originale.

Nessuna creatura si salva da questo orrendo incubo! Neppure noi.

Prendersi cura del nostro pianeta, la Madre Terra, la sola casa che abbiamo, non è una preoccupazione delle multinazionali. Il mese scorso, Michael Parenti scrisse sulla “patologia del profitto e il pianeta usa e getta”(16)

In breve, con il disastro ecologico di fronte a noi, nulla sarà risparmiato e siamo già in una rovina finanziaria grave e deliberatamente orchestrata. Nè le organizzazioni ambientaliste stanno realmente facendo il loro lavoro per proteggerci. La cosa raramente discussa in questa degradata equazione di morte è l’avvelenemanto a causa umana dei nostri oceani! Cosa che sta sradicando le specie sul nostro pianeta. Fa parte della nostra attuale 6a estinzione. L’ultima fu quella dei dinosauri 65 milioni di anni fa 

(…)Non possiamo vivere senza acqua, né può farlo tutto il meraviglioso assortimento della vita marina. Non può sopravvivere nei mari tossici, non più di quanto possiamo farlo noi respirando il vomito tossico che non si può più chiamare “aria”.

Circa 40 anni fa Jacques Yves Cousteau portò alle nostre televisioni immagini bellissime. Stavamo seduti affascinati davanti ai suoi programmi che raccontavano dei suoi viaggi sul Calypso. C’era un senso di magia in quei programmi che ci educarono, ma non era tutto. Ci affascinavano. Ascoltavamo le canzone delle balene e quei nuovi suoni sott’acqua. La musica dalla profondità degli oceani diede a molti d noi una profonda empatia con queste creature lontane. Veramente, non possiamo vivere senza di loro. Guardate qui:www.couseau.org e qui: www.youtube.com/watch?v=6CKiZERnpq8

(…) Chi poteva pensare che le balene sarebbero state cacciate fino alla estinzione, mentre insani piani militari avrebbero detonato bombe, portandosi via migliaia di vite di animali marini ed emettendo sonar per danneggiare questi giganti magnifici dei nostri mari?

La Marina Militare USA ha un piano quinquennale per uccidere 11.7 milioni di mammiferi marini negli Oceani Atlantico e Pacifico e nel Golfo del Messico! Non c’è stata alcuna discussione pubblica per questo rapace strategia di guerra con i “test.”(18) Quale è la sana ragione per questo?

Anche le balene e i delfini, i tonni e le tartarughe hanno vite. Non devono essere cacciate o bruciate fino a. Non devono essere avvelenate con sostanze chimiche mortali o i ftalati o la radioattività. I doni del pianeta che vivono negli oceani sono sotto assedio. Sono tutto parte delle meraviglie del nostro mondo. Dobbiamo prenderci cura di loro come una questione di sacra fede!

Anche i nostri paesi sono sotto assedio criminale. (…) Umani orwelliani con la totale mancanza di ciò che era solito renderci del tutto umani, hanno creato uno scenario devastante, (…) che proprio ora ci minaccia. Come abbiamo potuto permetterlo in nostro nome?

Abbiamo altre scelte. Possiamo ridurre o eliminare completamente l’uso della plastica. Come consumatori abbiamo la scelta di non comprare o usare articoli pericolosi. Possiamo fare queste scelte prima di arrivare alla cassa del supermercato. 

By ©Dr. Ilya Sandra Perlingieri, May 14, 2011

Traduzione e sintesi di Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net

NOTE:

1. Lynn Hermann. “New report calls for end to all new offshore drilling.” Digital Journal. April 26, 2011: www.digitaljournal.com/article/306018

2. Updated on May 3, 2011: EPA. Japanese Emergency: Radiation Monitoring. www.epa.gov/japan2011/data-updates.html

3. Kathy Marks and Daniel Howden. “The world’s rubbish dump: a tip that stretches from Hawaii to Japan.” London. The Independent. Feb. 5, 2008:www.independent.co.uk/environment/green-living/the-worlds-rubbish-dump-a-tip-that-stretches-from-hawaii-to-japan-778016.html

6. Kathy Marks and Daniel Howden, ibid.

13. Leuren Moret. BE FOREWARNED: The accompanying photos with this article are shocking and gravely upsetting, but we NEED to see what nuclear radiation does! “Global Implications of Sellafield. ‘Irish Seas Coast Effect’ and Beyond.” April 15, 2009:www.rense.com/general85/Pages33-37Final.pdf

16. Michale Parenti. “Profit Pathology and the Disposable Planet.” Global Research. April 8, 2011: www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=24232


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