Manipolazione climatica smascherata! IL PROGETTO PIOGGIA!

Prendendo spunto dal “linkaggio” di un amico su facebook dell’interrogazione parlamentare del 2014 presentata da Dario
Stefano, di SEL , sul “PROGETTO PIOGGIA”, abbiamo deciso di capirci qualcosa in più su questo progetto. Dalle verifiche abbiamo riscontrato che addirittura sin dal 1984 la Tecnagro (Associazione per le innovazioni tecnologiche, l’agricoltura e l’ambiente), attenzione, ASSOCIAZIONE SENZA FINE DI LUCRO, grazie alla tecnologia israeliana, ha sperimentato la stimolazione della pioggia in Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia. La Tecnagro operava quindi A PROPRIE SPESE nell’attività di analisi e ricerche sui dati, nella manutenzione dei centri radar, nella sequenza ininterrotta di incontri e nell’organizzazione di convegni con appelli rivolti in particolare ai politici di turno a livello nazionale. 

Ma come, i disinformatori continuano imperterriti a negare l’esistenza della manipolazione climatica e addirittura già oltre trent’anni fa c’era chi sperimentava nella stimolazione artificiale della pioggia?
Addirittura nei libri scolastici delle elementari si parla sempre più di queste operazioni di aerosol
E di seguito addirittura un cartone animato sulle inseminazioni in Thailandia


L’ex generale dell’aeronatuica militare italiana, Nania, ha dichiarato apertamente:
Ogni volta che c’è una nuvola in cielo con determinate caratteristiche (umidità, temperatura, quota), un aereo bimotore attrezzato con un semplicissimo diffusore si alza, raggiunge la base della nuvola e inizia la semina. Miliardi di granelli di “polvere” vengono catturati dai moti convettivi dell’aria che li portano in alto, nel mezzo della nuvola. Lì, la costringono a cedere una quantità maggiore di acqua di quella che avrebbe ceduto in condizioni naturali. 


Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00452
Atto n. 3-00452
Pubblicato il 14 maggio 2002 
Seduta n. 170
BONATESTA, BONGIORNO, PACE. – Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio, delle politiche agricole e forestali e delle infrastrutture e dei trasporti. –
Premesso:
che l’attuale situazione di carenza di risorse idriche – come universalmente riconosciuto – trae origine soprattutto dalle variazioni climatiche che hanno interessato e presumibilmente continueranno ad interessare l’Italia ed altri Paesi;
che la situazione è particolarmente grave nell’Italia meridionale dove la quantità delle precipitazioni negli ultimi anni è stata inferiore di circa il 30 per cento rispetto alla media trentennale 1930-1960;
che il governo Berlusconi si è preoccupato della situazione costituendo presso il Ministero dell’ambiente e per la tutela del territorio un Comitato di Ministri (Ambiente, Politiche agricole e Infrastrutture) con lo scopo di superare l’emergenza idrica e per avviare un «progetto acqua», diretto soprattutto all’Italia meridionale;
che tale Comitato, come detto in un comunicato del 3 maggio 2002, avvierà, tra l’altro, «un serio programma di attivazione della pioggia»;
che esistono in Italia esperienze in materia di stimolazione artificiale della pioggia dovute alla Tecnagro (Associazione per le innovazioni tecnologiche, l’agricoltura e l’ambiente) con il suo «progetto pioggia» quasi ventennale. Questa tecnologia, della quale Israele è maestro, era stata importata in Italia nel 1985 ed era stata esplicitamente indicata nelle conclusioni di un’indagine conoscitiva del Senato della Repubblica sull’acqua; era stata il cuore del Convegno mondiale delle Nazioni Unite affidato alla Tecnagro e svoltosi a Paestum (Salerno) nel 1994; era chiaramente indicata nella fondamentale legge Galli (5 gennaio 1994, n. 36), realizzata in pratica con due centri fissi ed uno mobile della Tecnagro per la stimolazione della pioggia (Puglia, Sicilia e Sardegna) con piccoli aerei attrezzati e tecnici capaci;
che questo è il primo ed unico sforzo organico e continuativo, che si è avvalso in pieno della collaborazione degli israeliani, avviato nel 1984 dalla Tecnagro la quale, impegnata a fondo nella ricerca di soluzioni alla problematica dell’acqua per l’agricoltura del Mezzogiorno, da allora ha studiato, sperimentato ed attuato in varie regioni meridionali il ricordato «progetto pioggia»;
che si tratta in sostanza di un progetto volto a trasferire le tecnologie israeliane di stimolazione della pioggia nel Sud dell’Italia, adattandole e mettendole a punto in relazione alle situazioni del paese, nato per l’impulso iniziale della regione Puglia, esteso poi alla Sicilia, Sardegna e Basilicata, divenuto di interesse nazionale e pertanto cofinanziato dal Ministero;
che il progetto è divenuto gradualmente una delle più importanti iniziative a livello mondiale e purtroppo si è bloccato in Italia a causa di azioni motivate da interessi particolari o da colpevole trascuratezza, togliendo al Paese la possibilità di avvalersi su vasta scala di quanto messo a punto e quindi di disporre di grandi quantità di precipitazioni in più nel Mezzogiorno;
che l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) seguiva fin dall’inizio il progetto con grande interesse, perché era il primo caso (ad oggi l’unico) di applicazione organica della tecnologia israeliana – che l’OMM valutava essere la migliore – al di fuori dell’ambiente, in fondo limitato, di Israele;
che l’anno 1995 costituiva però un vero «spartiacque» per il progetto pioggia italiano che veniva bloccato dai politici, togliendogli ogni possibilità di farlo diventare una normale attività operativa almeno nel Mezzogiorno d’Italia e quindi di fornire in questi anni qualche miliardo di metri cubi di pioggia in più;
che la Tecnagro – a sue spese – continuava in Italia nell’attività di analisi e ricerche sui dati, nella manutenzione dei centri radar, nella sequenza ininterrotta di incontri e nell’organizzazione di convegni con appelli rivolti in particolare ai politici di turno a livello nazionale «con l’incredibile disinteresse», come denunciato in un volume di documentazione dal Presidente della Tecnagro Massimo Bartolelli, «del Ministero dell’ambiente e l’ostilità degli ultimi 4-5 Ministri dell’agricoltura»,
gli interroganti, con particolare riferimento alla attivazione dell’annunciato «serio programma nazionale per la stimolazione delle precipitazioni», chiedono di sapere se il Comitato dei Ministri intenda avvalersi delle esperienze e dei risultati ottenuti dalla Tecnagro con il suo «progetto pioggia» e portare così a conclusione una iniziativa meritoria e indispensabile per l’agricoltura meridionale.

E di seguito l’interrogazione parlamentare di Dario Stefano di SEL del 16 Ottobre 2014 sul PROGETTO PIOGGIA.
Atto Senato
Interrogazione a risposta orale 3-01311
presentata da
DARIO STEFANO
giovedì 16 ottobre 2014, seduta n.333
STEFANO – Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, delle politiche agricole alimentari e forestali e della difesa – Premesso che:
Israele utilizza dal 1961 una tecnica di “inseminazione artificiale delle nuvole” al fine di aumentare le precipitazioni nelle aree desertiche del Paese col fine ultimo di rendere fertili tali aree;
l’obiettivo della stimolazione artificiale è quello di indurre la formazione di particelle di acqua o di cristalli di ghiaccio “pesanti” tali da addensare acqua sospesa così da generare la precipitazione;
l'”inseminazione” delle nuvole avviene ad opera di piccoli aerei che sparano nell’aria sostanze chimiche ad hoc che condensano le particelle di aria sospesa trasformandole in gocce d’acqua;
nel 2005 l’allora Giunta regionale pugliese Fitto stanziò la somma di 3.615.000 euro, rivenienti dai fondi del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per dar corso al progetto di stimolazione artificiale delle nuvole denominato “progetto pioggia”. Dal progetto si attendeva l’aumento della piovosità del 30-40 per cento nelle aree oggetto della stimolazione artificiale;
la gara d’appalto fu vinta dalla Aerotech di Lugano. Le attività riguardavano il servizio di stimolazione artificiale della pioggia ed il monitoraggio tramite la raccolta dei dati radar e pluviometrici, la predisposizione di una banca dati di monitoraggio, l’elaborazione periodica di rapporti, la copertura delle 24 ore per 7 giorni alla settimana sia delle infrastrutture a terra che degli aeromobili adibiti al servizio, attività di monitoraggio e di volo, attività di elaborazione ed analisi dei dati raccolti;
il progetto fu sviluppato in collaborazione con l’Aeronautica militare e la III regione aerea dell’aeroporto militare di Bari “Palese”;
la stimolazione artificiale venne sancita come tecnica fondamentale per risolvere il problema della siccità nelle regioni meridionali nella “legge Galli” n. 36 del 1994;
la geoingegneria ha messo a punto da anni una tecnica di inibizione delle piogge in zone strategiche del Paese, al fine di diminuirne la portata, accorciandone la durata, con l’utilizzo del carbonato di calcio ed il cloruro di calcio che vengono dispersi alla base delle nubi basse;
l’effetto inibitorio in verità produce delle grosse gocce di pioggia che, ingrossandosi in maniera abnorme, precipitano al suolo con una violenza notevole producendo le “bombe d’acqua”, le quali hanno interessato il nostro territorio producendo danni in termini di vite umane e all’economia;
le recenti piogge hanno messo in evidenza la presenza di schiuma e di una patina biancastra sulle strade e sui veicoli interessati da tali precipitazioni;
la diffusione del carbonato di calcio con le chemtrail (scie chimiche che si formano in cielo che non rappresentano le naturali scie di condensazione del vapore acqueo) stanno producendo danni all’agricoltura perché dopo le precipitazioni i suoli mediamente calcarei (la presenza di calcio eccessivo nel terreno produce la riduzione della fertilità causata dall’immobilizzazione di alcuni elementi nutritivi fondamentali per la fotosintesi clorofilliana) diventano praticamente inospitali e sterili;
la messa in atto sul territorio nazionale di pratiche tra di loro antitetiche, di stimolazione artificiale e di inibizione della portata d’acqua e della durata delle piogge, sta generando una complessa attività meteorologica che difficilmente può essere inquadrata nell’ambito delle previsioni oltre che nelle attività di prevenzione degli effetti di eccesso di portata da un lato e di scarsità dall’altro, a cui si aggiunge lo stato di dissesto idrogeologico del territorio,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto descritto;
se altre Regioni d’Italia abbiano adottato o posto in essere un “progetto pioggia” simile a quello della Regione Puglia del 2005 (Giunta Fitto);
quali siano stati i risultati del progetto di stimolazione artificiale delle nuvole denominato “progetto pioggia”, visto che il monitoraggio tramite la raccolta dei dati radar e pluviometrici, la predisposizione di una banca dati di monitoraggio e l’elaborazione periodica di rapporti erano essenziali al fine di conoscere la reale funzionalità del medesimo progetto;
se non ritengano opportuno verificare se la stimolazione artificiale delle nuvole si sia rivelata un boomerang nell’ambito della mitigazione dei fenomeni di scarsità idrica, visti gli ultimi eventi calamitosi che hanno interessato diverse zone d’Italia, dal Gargano fino alla recentissima alluvione di Genova, mettendo in stretta correlazione l’attività di inibizione della portata e della durata delle piogge con quella dell’induzione artificiale a fronte di un’alterazione delle caratteristiche pedoclimatiche del territorio nazionale.

Di seguito un articolo del “corriere della sera” risalente al 2002 sul PROGETTO PIOGGIA 
COS’E’ IL PROGETTO PIOGGIA
In pratica si tratta di questo. Ogni volta che c’è una nuvola in cielo con determinate caratteristiche (umidità, temperatura, quota), un aereo bimotore attrezzato con un semplicissimo diffusore si alza, raggiunge la base della nuvola e inizia la semina.Miliardi di granelli di “polvere” vengono catturati dai moti convettivi dell’aria che li portano in alto, nel mezzo della nuvola. Lì, la costringono a cedere una quantità maggiore di acqua di quella che avrebbe ceduto in condizioni naturali.
«Tutto qui», dice il generale Nania, ex responsabile del meteo dell’aeronautica Militare italiana e oggi responsabile scientifico della Tecnagro, associazione senza fini di lucro che da più di 15 anni studia e sviluppa questi sistemi arrivando, tra l’altro, a essere incaricata dall’Organizzazione Mondiale della Meteorologia di avviare progetti per l’applicazione dell’inseminazione della pioggia in tutto il bacino del mediterraneo, paesi come l’Arabia Saudita, l’Iraq, l’Iran e altri del bacino Mediterraneo.
«Non si inquina, perché il condensante è neutro, – spiega Nania – si ha un risultato misurabile con radar adeguatamente tarati e, soprattutto, non si ruba acqua a nessuno.Noi miglioriamo l’efficienza delle nuvole, solo questo: non è che se piove su A togliamo pioggia a B».


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