Ricaricare il tablet o lo smartphone collegandolo a una pianta: è l'invenzione di tre studentesse cilene di ingegneria che hanno messo a punto un meccanismo in grado di sfruttare la fotosintesi
per alimentare la batteria di piccoli device. Si chiama E-Kaia ed è un biocircuito che una volta inserito alla base di una pianta, è in grado di trasformare l'energia solare in energia chimica dell'intensità di 5 volt e 600 milliampere.
per alimentare la batteria di piccoli device. Si chiama E-Kaia ed è un biocircuito che una volta inserito alla base di una pianta, è in grado di trasformare l'energia solare in energia chimica dell'intensità di 5 volt e 600 milliampere.
Il principio è semplice: durante la fotosintesi clorofilliana la pianta produce materia organica che le serve per crescere. I microrganismi presenti vicino le radici scompongono tali agglomerati organici per sprigionare energia, ma durante tale operazione alcuni elettroni vengono rilasciati come sottoprodotti. I raggi del sole, intanto, colpiscono i cloroplasti presenti nelle piante e l'acqua si scinde in ossigeno, protoni e neutroni. E' in questa fase che interviene E-Kala: attraverso un elettrodo il biocircuito cattura gli elettroni "in surplus" tramutandoli in energia elettrica. A questo punto, collegando il telefono al dispositivo tramite un'uscita USB si possono ricaricare gli elettroni della batteria in un'ora e mezza circa, senza mettere in pericolo la salute della pianta stessa.
Carolina Guerrero, Camila Rupcich ed Evelyn Aravena che hanno inventato questa tecnologia eco-friendly puntano a lanciarla sul mercato a partire da dicembre 2016.
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