Mentre ad aprile studiavano la fauna marina del Golfo de Penas, nel sud del Cile, Vreni Häussermann, la direttrice la direttrice della Estación de estudio de campo Huinay, nella Patagonia cilena, e il suo team scoprirono una trentina di balenottere boreali (Balaenoptera borealis), chiamate anche balene Sei, spiaggiate. Questi grandi misticeti, che possono raggiungere i 5 metri di lunghezza e le 45 tonnellate di peso, di solito non si spiaggiano in massa, per questo, quando tornò a Puerto Montt, una città del Cile meridionale, la Häussermann avvertì subito il Servicio Nacional de Pesca y Acuicultura (Sernapesca), che mandò subito suoi uomini a vedere cosa stava succedendo.
A Maggio Sernapescacomunicò ufficialmente che almeno una ventina di balene si erano arenate nella costa meridionale del Cile, ma la Häussermann eera convinta che le balenottere boreali morte fossero molte di più di quel che dicevano le cifre ufficiali.
La ricercatrice cilena e il suo team hanno trovato un finanziamento della Waitt Foundation (legata alla National Geographic Society) e la Häussermann e Carolina Simon Gutstein, dell’Universidad de Chile e del Consejo de Monumentos Nacionales di Santiago, sono partite per una spedizione di 4 giorni a bordo di un piccolo aereo da 4 posti, per ispezionare dal cielo l’area intorno al Golfo de Penas. Quel che hanno scoperto è stato molto peggio di quel che temevano: una vera e propria strage di grandi cetacei.
Come spiega Shreya Dasguputa su Mongbay, «Utilizzando foto aeree ad alta risoluzione e foto satellitari, Häussermann e Gutstein hanno identificato 337 balene Sei morte dentro l’area. L’analisi del team ha dimostrato che tutte le balene erano morte intorno al marzo di quest’anno, all’interno dello stesso episodio». Secondo gli scienziati cileni, si tratta del più grande spiaggiamento di balene avvenuto in un tempo così breve. «Siamo tutti stupiti dai risultati – ha detto la Häussermann a Mongabay – E’ stata un’immagine apocalittica e nessuno di noi aveva visto niente di simile prima».
Ma la Häussermann non ha voluto dire niente a Shreya Dasguputa sulle possibili cause di questa apocalisse delle balenottere boreali: «Stiamo studiando tutte le possibili cause, pero non posso rendere note le nostre conclusioni prima che lo studio venga pubblicato, perché prima deve essere rivisto».
La ricercatrice cilena ha però detto che il suo team ha finito di analizzare più di 10.000 foto, diverse ore di registrazioni video e altri dati raccolti durante la spedizione nella Patagonia cilena.
Quando la strage di balene cominciò a presentarsi in tutta la sua evidenza, La Häussermann ed altri esperti avevano già anticipato che una delle possibili cause della moria di questi misticeti potrebbe essere stata una marea rossa, una proliferazione di alghe tossiche che avrebbero avvelenato le balene Sei e che ha provocato lo spiaggiamento di grandi cetacei ance in altre occasioni.
Già a giugno Mauricio Ulloa, responsabile protezione della fauna marina di Sernapesca, avanzò l’ipotesi che i cetacei fossero entrati nel Golfo de Penas per alimentarsi e che abbiano perso l’orientamento, «Non potendo più uscire dalla zona, l’altra ipotesi è che siano stati intossicati da una marea rossa».
Dopo aver partecipato a giugno ad una spedizione organizzata da Sernapesca, durante la quale furono scoperte 39 balene Sei spiaggiate, Francisco Viddi, coordinatore conservazione marina del Wwf Chile, sottolineò che «Una mortalità di balene di questo livello è davvero senza precedenti in tutto il mondo. Pertanto, come organizzazione conservazionistica, siamo abbastanza preoccupati, soprattutto considerando che, a causa del loro livello trofico, le balene e altri mammiferi marini, come i delfini e i leoni marini, fungono da indicatori ambientali, e tutto ciò che sta accadendo a loro è una possibile prova di un problema di salute che sta pesando sull’ecosistema, sia naturale che creato dall’uomo, ma qualcosa sta succedendo e speriamo di giungere a una conclusione più concreta al riguardo».
Viddi non sapeva ancora che la strage di balene boeali era 10 volte più grande di quanto aveva visto.
A 6 mesi di distanza la Häussermann conclude: «La morte su grande scala è poco comune per i misticeti, perché di solito non si riuniscono come gli odontoceti. Questo è un caso molto raro ed è il più grande che sia avvenuto nello stesso tempo e nello stesso luogo».
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