Il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo è
intervenuto il 5 agosto in Commissione Affari Sociali alla Camera per
rispondere a due interrogazioni presentate da Silvia Giordano (M5S) e
Renata Polverini (Fi) riguardanti la contaminazione del vaccino
Meningitec.
E’ una vicenda che risale al 13/10/2014, quando l’Agenzia Italiana
del farmaco ha disposto il ritiro cautelativo di lotti del vaccino
Meningitec per la presenza “all’interno delle fiale del vaccino di corpo
estraneo color arancio rossastro identificato come ossido di ferro e
acciaio inossidabile”. Il 27 ottobre, sempre l’AIFA, comunicava che “non
vi sono indicazioni, ad oggi, che le impurezze (particelle di ossido di
ferro), qualora presenti, possano impattare l’efficacia del vaccino” e
rassicurava sull’inesistenza di reazioni avverse causate dall’impiego di
tali prodotti in base ai dati di vaccino sorveglianza. La spiegazione,
in pratica, era: non ci sono state segnalate reazioni avverse causate
dall’impiego di questi vaccini, pertanto queste non esistono.
Gli Avvocati Mastalia, Vaccari e Ciriello hanno inoltrato esposti
all’Aifa, al Ministero della Salute e all’European Medicenes Agency, e
da qui la vicenda è approdata in Parlamento; dopo circa 10 mesi abbiamo
potuto leggere le posizioni del Ministero della salute. Il
sottosegretario ha affermato che:
L’Officina di produzione delle siringhe pre-riempite si trova in
Spagna, il rilascio dei lotti per l’Europa avviene in Germania, mentre
gli Stati membri interessati dal ritiro dei lotti sono: Portogallo,
Germania, Francia, Italia, Belgio, Cipro, Regno Unito, Grecia, Ungheria,
Lussemburgo, Malta, Polonia, Spagna.
A livello mondiale (i lotti interessati sono stati commercializzati
anche in Svizzera, Australia, Brasile e Nuova Zelanda), nessuno Stato ha
ritenuto necessario porre in essere alcuna azione a tutela dei
pazienti, poiché non sono state identificate reazioni avverse
riconducibili alla contaminazione.
La NURON BIOTECH, azienda farmaceutica con sede in Germania, titolare
e responsabile dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
vaccino Meningitec, allo stato attuale risulta essere in amministrazione
controllata, risultando irreperibile il rappresentante legale e
mancando le figure di riferimento (Responsabile di Farmacovigilanza e
Responsabile della Qualità) previste come obbligatorie dalla normativa
vigente. La Responsabile del Servizio di Farmacovigilanza «uscente» ha
fornito ad AIFA i nominativi e gli indirizzi e-mail dei quattro
amministratori incaricati della gestione legale e di seguire le attività
in campo regolatorio facenti capo alla società.
Nessuna Autorità regolatorie coinvolta ha ravvisato, ad oggi, la
necessità o l’opportunità di adottare specifiche iniziative o protocolli
di monitoraggio dei pazienti sottoposti a vaccinazione, ritenendo che
la problematica emersa non costituisca un rischio per la salute.
La vicenda dei vaccini “con la ruggine” iniettati ai bambini di 1
anno di età dovrebbe concludersi qui, ma le rassicurazioni del
sottosegretario non rassicurano affatto perché:
E’ evidente che il ritiro cautelativo in 13 Paesi europei non è stato
disposto a caso. I motivi erano fondati (e visibili persino a occhio
nudo). Emerge la complessità di una preparazione industriale prodotta in
Germania, con siringa fabbricate e riempite in Spagna, che dovrebbe
essere controllata da diverse Agenzie: AEMPS (agenzia regolatoria
spagnola) come «Supervisory Authority» sull’officina di produzione sita
in Spagna (Crucell Spain SA), ove vengono effettuate le attività di
produzione relative al riempimento delle siringhe – fase del
procedimento direttamente interessata dalla problematica emersa;
PEI-OMCL tedesco, per il rilascio dei lotti («Batch Release») del
MENINGITEC nell’Unione europea; SWISSMEDIC (Autorità regolatoria
svizzera), relativamente alla produzione del «bulk» e al «test» al
rilascio; MHRA (autorità regolatoria del Regno Unito), unitamente
all’AEMPS, per le operazioni di etichettatura («labelling») e il
confezionamento («packaging») delle siringhe- stando alle dichiarazioni
del sottosegretario.
Tutto questo poderoso sistema si è arenato con la ruggine e l’acciaio nelle fiale del vaccino.
Obiettivo della farmacovigilanza è riconoscere più rapidamente
possibile le reazioni avverse causate dai farmaci, identificarne di
nuove, ampliare le conoscenze su quelle già note. Il Decreto legislativo
219/06 ha istituito un sistema nazionale di farmacovigilanza che fa
capo all’AIFA, che deve raccogliere e valutare le informazioni sulle
reazioni avverse promuovendo e coordinando la raccolta dei dati. Il
sistema si fonda essenzialmente sulla segnalazione spontanea da parte
degli operatori sanitari che vengono a conoscenza di una reazione
avversa. E’ noto a tutti, AIFA compresa, che esiste un evidente fenomeno
di sotto-notifica delle reazioni avverse. Alcuni studi hanno provato a
quantificarlo: l’85-95% delle reazioni avverse non sarebbe segnalato
(http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16689555). L’AIFA afferma che le
vaccinazioni con la ruggine non avrebbero provocato “ ad oggi problemi
particolari, che le reazioni avverse legate alla presenza di ferro
rimangono teoriche e non confermate dai dati disponibili a livello
mondiale, che non risultano pervenute segnalazioni da parte degli
operatori sanitari rispetto a questa anomalia…” Affermazioni che si
basano quindi sui dati di un sistema che notoriamente non è in grado di
segnalare con precisione quanto avviene dopo la somministrazione di un
vaccino, a causa della somministrazione di un vaccino.
L’Azienda titolare dell’autorizzazione all’ammissione in commercio di
un farmaco è tenuta a tenere un registro di tutte le sospette reazioni
avverse osservate in qualsiasi paese dove il farmaco è distribuito, e
comunicare all’AIFA ogni sospetta reazione avversa grave. Deve
presentare rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza ogni 6
mesi nei primi 2 anni successivi alla prima immissione in commercio, 1
volta l’anno nei successivi 2 anni e successivamente ogni 3 anni oppure
immediatamente su richiesta. E’ scoraggiate apprendere dalle parole del
sottosegretario che la Ditta produttrice non ottempera a queste
disposizioni, essendo irreperibile il rappresentante legale e mancando
le figure di riferimento (Responsabile di Farmacovigilanza e
Responsabile della Qualità) previste come obbligatorie dalla normativa.
Si continuano a usare vaccini prodotti da un’azienda farmaceutica in cui manca il responsabile di Farmacovigilanza.
Il fatto che nessuna Agenzia abbia ravvisato la necessità o
l’opportunità di adottare specifiche iniziative o protocolli di
monitoraggio dei pazienti sottoposti alla vaccinazione con la ruggine
non ci rassicura per niente: è solo l’ennesima dimostrazione di come il
mito della sicurezza dei vaccini non vada scalfito nemmeno difronte alle
evidenze più marcate. Ma c’è stato qualcosa di più in questa vicenda,
che non ha registrato risposte da parte del Ministero: alcuni campioni
dei lotti ritirati sono stati somministrati anche DOPO che era stato
notificato il provvedimento di sequestro, secondo le testimonianze di
alcuni genitori che hanno visto direttamente i vaccini contenenti
“all’interno delle fiale il corpo estraneo color arancio rossastro”.
Solo un programma di sorveglianza attiva dei soggetti sottoposti a
questo vaccino potrebbe aiutarci a comprendere se la somministrazione di
particelle di ferro arrugginito e di acciaio abbia causato danni alla
salute, che potrebbero presentarsi anche a distanza di tempo dalla
somministrazione.
E’ l’ennesima occasione persa per tutelare la salute dei bambini
vaccinati e per far luce davvero sulla sicurezza di questi farmaci.
Fonte: www.assis.it/i-vaccini-con-la-ruggine-e-lacciaio
http://www.attiviamoci.it
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