USA: scoperta una connessione tra cervello e sistema immunitario


Cervello e sistema immunitario sono connessi da un sistema di vasi linfatici finora sconosciuto agli scienziati.

La scoperta è avvenuta dopo anni di studi da parte dei ricercatori della americana, University of Virginia School of Medicine, e potrebbe senza alcun dubbio cambiare i libri di testo di medicina in tutto il mondo.



Ciò che in precedenza era al confine tra le ipotesi di una visione esoterica e una più materiale, di un possibile collegamento tra sistema nervoso e sistema immunitario, ora è stato svelato grazie ad un team di studiosi guidati da Antoine Louveau e Jonathan Kipnis.


Infatti prima di questa sensazionale scoperta, era convinzione comune che il sistema linfatico umano fosse stato mappato in modo completo; in realtà, come dimostrato dai ricercatori, il cervello è collegato al sistema immunitario periferico attraverso vasi linfatici meningei. Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature.

Questo studio può rivoluzionare l’approccio e il trattamento verso le malattie neurologiche, oltre a
contribuire a fare chiarezza sulla loro origine; sclerosi multipla, demenze, autismo, morbo di Alzheimer, sono molte le malattie verso cui la scienza medica potrebbe rapportarsi in modo diverso.

Questa scoperta rappresenta quindi un inatteso, grande passo avanti della medicina, e volendo di proposito spostare solo per un istante l’attenzione sul tema della ricerca nel nostro Paese, è auspicabile che si apra per davvero una riflessione sullo stato di salute della ricerca italiana.

Sarebbe bello che ci fosse anche qui, in Italia, come avviene in molti paesi esteri, una maggiore connessione tra le esigenze della ricerca e lo Stato, così da fermare la grande fuga di tanti brillanti ricercatori che all’estero trovano strumenti, meritocrazia e la possibilità di vincere la grande malattia che attanaglia il nostro Bel Paese: la mancanza della possibilità di costruirsi un futuro.

Ma tornando al tema iniziale, complimenti ai ricercatori della University of Virginia School of Medicine per il lavoro svolto, e speriamo di assistere ad altre nuove straordinarie scoperte in grado di migliorare la nostra vita.




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