ATTENZIONE: una dose eccessiva può essere letale. La vitamina B17 non è da intendere come un trattamento di prevenzione della malattia.
La vitamina B17 viene assorbita dalle cellule e scomposta per idrolisi, in due veleni: benzaldeide e ioni cianuro.
Al’interno di una cellula sana questi due veleni vengono convertiti rapidamente in acido benzoico e tiocianati, entrambi innocui. Questo avviene grazie alla presenza, nelle cellule sane, di Rodanese un enzima invece assente all’interno delle cellule neoplastiche.
La cellula neoplastica ( tumorale), essendo priva di Rodanese, non è in grado di rendere innocui i due veleni prodotti dalla vitamina B17 che quindi si diffondono nella cellula fino ad ucciderla.
Il medico russo Inosmetzeff professore presso l’Università imperiale di tutte le russie nel 1834 curò una donna di 48 anni con estese metastasi da cancro ovarico e, nel 1845, dopo quindi ben 11 anni, questa donna risultava essere ancora viva.
Giuseppe Nacci in “Diventa medico di te stesso” scrive:
“La vitamina B17 è una molecola stabile, chimicamente inerte e non nociva se assunta nelle giuste quantità appropriate e sotto controllo medico. Il dosaggio iniziale raccomandato nell’adulto è di 4-5 semini amari al giorno, se semini amari di albicocca, (quantità maggiori o minori se di altro frutto), per la prima settimana, salendo o meno di dosaggio nelle settimane successive, a discrezione del medico, fino a raggiungere valori che devono essere accuratamente calcolati in funzione dell’emi-vita biologica della vitamina B17, delle analisi urinarie (presenza di Tiocianato di sodio e di acido ippurico in quantità tale da far presumere un superamento della soglia limite ritenuta compatibile per la terapia in atto), della massa ematica e corporea del paziente, della buona funzionalità epatica, renale e di altri organi, della possibile colliquazione massiccia della massa tumorale con possibile exitus per blocco renale irreversibile, etc…“
Attualmente il trattamento del cancro con vitamina B17 in America è vietato per legge, le multinazionali farmaceutiche hanno portato avanti una lunga campagna denigratoria nei confronti della vitamina in questione già dagli anni 50, convincendo tutti della sua supposta pericolosità.
Nonostante ciò, in tutto il mondo, esistono medici che utilizzano questo tipo di vitamina nel trattamento del cancro, spesso abbinandola a una dieta vegetariana del tutto priva di proteine.
Ne è un esempio il dott. Francisco Contreras amministratore dell’ospedale Oasis of Hope (Oasi di speranza) di Tijuna Messico che, in 35 anni di attività, ha curato oltre 60.000 pazienti con queste tecniche.
Il cancro può essere affrontato in svariati modi diversi, esistono tanti strumenti a nostra disposizione. Purtroppo però ufficialmente l’unica possibilità sembra essere la chemioterapia o la radioterapia.. Entrambe fortemente sospettate di essere inutili e dannose.
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