Ci risiamo… Ecco un’altra scoperta delle
 neuroscienze che si presta a essere interpretata in modi opposti da 
spiritualisti e materialisti. In uno studio
 pubblicato nella rivista Nature Neuroscience da un gruppo di 
ricercatori coordinati da Costas Anastassiou
 del Californian Institute 
of Technology (Caltech) negli Stati Uniti, è stato osservato che dei 
campi energetici molto deboli, dell’ordine di un microvolt per 
millimetro, modificano l’attivazione di singoli neuroni aumentandone il 
sincronismo. Sappiamo che i neuroni nel cervello comunicano a livello 
biochimico mediante collegamenti fisici chiamati sinapsi.Tuttavia, i neuroscienziati hanno trovato solide prove che i neuroni comunicano tra loro anche mediante deboli campi elettrici.
Non si sapeva nulla riguardo a questi 
deboli campi poiché essi sono troppo deboli per poter essere misurati a 
livello dei singoli neuroni. Perciò i ricercatori hanno deciso di 
determinare se questi deboli campi hanno qualche effetto sui 
neuroni. Non è stato un compito facile. Degli elettrodi estremamente 
piccoli sono stati usati a brevissima distanza in un gruppo di neuroni 
di ratto riuscendo così a misurare dei campi debolissimi che, 
modificando in modo netto l’attivazione dei singoli neuroni, aumentano 
la cosiddetta “spike-field coherence”, il sincronismo con cui i neuroni 
si attivano in relazione al campo.
“Io credo fermamente che la comprensione
 dell’origine e della funzionalità dei campi cerebrali endogeni porterà a
 molte rivelazioni riguardanti l’elaborazione delle informazioni a 
livello dei circuiti, che, secondo me, rappresenta il livello in cui 
hanno origine percezioni e concetti,” ha detto il dott. Anastassiou. E 
su questo possiamo dirci sostanzialmente d’accordo. Ma l’articolo si 
chiude con: “Questo, a sua volta, ci porterà a indagare come la 
biofisica crea la cognizione in modo meccanicistico, e questo, io 
ritengo, rappresenta il sacro Graal della neuroscienza.”
Su questo non sono assolutamente 
d’accordo. Pur ammettendo che questa sia una scoperta che ci potrebbe 
aiutare a capire come la biofisica crea la cognizione, a me sembra 
dimostrare esattamente il contrario, perché questi campi energetici 
tolgono alla sequenza delle azioni sinaptiche proprio il meccanicismo 
che deriva dalla consequenzialità rilevata in sede locale e introducono 
un parallelismo attuativo e interpretativo delle connessioni che, 
rispondendo a fattori energetici, i cui effetti sono ancora da 
esplorare, lasciano aperta la domanda sulla natura di quella che 
chiamiamo “spiritualità” con le sue intuizioni, emozioni, astrazioni, 
trascendenza… che nulla hanno a che fare con il meccanicismo 
riduzionista, e magari emergono proprio grazie a questi campi.
Francesco Pelillo


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