Due studi
confermano la presenza di attività idrotermale con produzione di silicio
e metano.Encelado è solo una piccola palla ricoperta da una spessa
calotta di ghiaccio che orbita intorno a Saturno, ma probabilmente è il
luogo del sistema solare al di fuori della Terra dove è più probabile
che ci sia la
vita. A dirlo sono due studi che si basano sui dati
trasmessi dalla missione Cassini
– dell’Agenzia Spaziale Europea (Esaa), della Nasa e
dell’Agenzia Spaziale Italiana – che ha scoperto che su Encelado
eruttano pennacchi di acqua alti fino a 50 miglia, getti di vapore. I
pennacchi di questi geyser contengono sale, ghiaccio e materiale
organico e proverrebbero dall’oceano nascosto sotto la calotta di
ghiaccio che ricopre la luna di Saturno, che i ricercatori pensano sia
riscaldato da bocche idrotermali, forse simili a quelle che si aprono
sui fondali degli oceani terrestri, che ospitano singolari comunità di
organismi “alieni” che vivono in assenza di luce solare.
Il primo studio, “Ongoing hydrothermal activities within Enceladus”,
pubblicato su Nature, sottolinea che, «Il rilevamento di granuli di
ghiaccio ricchi di sodio-sale emessi dal pennacchio della luna di
Saturno Encelado, suggerisce che i grani sino formati formate da
goccioline congelate provenienti da una riserva di acqua liquida che è, o
è stata a contatto con la roccia. Misure del campo gravitazionali
suggeriscono che ci sia un oceano regionale sotto la superficie sud
polare, con circa 10 chilometri di spessore, che si trova sotto una
crosta suoi ghiaccio fino a 30 – 40 chilometri di spessore Questi
risultati implicano interazioni roccia-acqua nelle regioni che
circondano il nucleo di Encelado. . Dalle “footprints” chimiche
risultanti ne risulta che dovrebbero essere state conservate in
liquido e successivamente trasportate verso l’alto attraverso le fonti
del pennacchio in prossimità della superficie, dove alla fine verrebbero
espulsi e potrebbero essere state misurate dal veicolo spaziale».
Le impronte chimiche trovate dagli scienziati sono ricche di silicio ed
hanno la dimensione di articelle nanometriche di polvere – le cosiddette
stream particles – che si distinguono dagli oggetti acqua-ghiaccio
caratteristici di Saturno. Gli scienziati pensano che si tratti di
granelli di silice (Sio2), «Particelle, inizialmente incorporate nei
grani di ghiaccio emessi dalle acque sotterranee di Encelado e
rilasciati dalla polverizzazione dell’erosione nell’anello E di Saturno.
La composizione ed il range di dimensioni limitato (da 2 asd nanometri
dui raggio) del flusso di particelle indicano che sono in corso alte
temperature («90° C) con reazioni idrotermali associate ad un’attività
geotermica su scala globale, che trasporta rapidamente i prodotti
idrotermali dal fondo dell’oceano, ad una profondità di almeno 40 Km,
fino al pennacchio di Encelado».
Sarebbe quindi il geyser di Encelado a “sparare” i misteriosi granelli
nello spazio ed uno degli autori dello studio, Frank Postberg,
dell’università di Heidelberg che fa parte del team Cassini, spiega:
“Abbiamo cercato metodicamente spiegazioni alternative per i grani di
nano-silice, ma ogni nuovo risultato ha indicato una singola origine
come molto probabile»
Il secondo studio, “Possible evidence for a methane source in Enceladus’
ocean”, pubblicato su Geophysical Research Letters, cerca di spiegare
perché i pennacchi che eruttano da Enclado sono così’ ricchi di metano
e, anche in questo caso i ricercatori puntano sulla soluzione
idrotermale. Infatti sottolineano che «L’oceano interno di Encelado
dovrebbe presentare condizioni favorevoli per la cattura di volatili in
clatrati. Questo processo potrebbe influenzare l’eventuale composizione
del mare e quindi dei pennacchi emessi dalla regione polare sud». I
ricercatori hanno utilizzato un modello statistico termodinamico per
valutare che specie di materiali intrappolate nei sono intrappolate nei
clatrati sono state rilevate nei pennacchi da Cassini-Ion e
dall’esperimento Neutral Mass Spectrometer e dicono: «Abbiamo trattato
l’oceano interno di Encelado come un lago subglaciale terrestre con una
miscela di volatili disciolti indicati dalla misura dei pennacchi di
gas. Abbiamo come vengono soddisfatte le condizioni per la formazione
di clatrati in questo oceano, salvo punti superiore ai 20 km o ipotetici
hot spot. La formazione di molteplici clatrati ospiti esaurisce il
metano sotto i livelli del pennacchio, suggerendo che i clatrati
eventualmente si dissociano (rilasciando metano) nella fessura che
collega l’oceano alla superficie o che un altro meccanismo (come ad
esempio le reazioni idrotermali) sta compensando con l’aggiunta del
metano nell’oceano».
La causa di questa attività idrotermale che potrebbe favorire forme di
vita aliena in mancanza di luce solare proviene dalla gravità che
“spreme” la luna ghiacciata di Saturno, riscaldando così il nucleo
roccioso di Encelado e facendo fuoriuscire i getti di vapore dai camini
idrotermali che eruttano materiale caldo nell’oceano sotto la calotta
glaciale.
Le prove dell’esistenza di queste bocche idrotermali sono ancora scarse,
ma è anche vero che è molto difficile che nel sistema di Saturno si
produca silicio se non in un ambiente caldo umido, per questo Encelado è
già stato candidato ad essere il luogo dove sarebbe più probabile
trovare vita extraterrestre nel sistema solare.
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C'è vita intelligente sulla Terra???
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