La storia della stella Scholz, che “invase” il sistema solare nella preistoria

Una stella ha “sfiorato” il sistema solare nella preistoria. Tutto è accaduto circa 70.000 anni fa e il suo bagliore potrebbe essere stato

visto dai Neanderthal e dai nostri antenati. Pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters, la scoperta si deve al gruppo coordinato dall’astronomo Eric Mamajek, dell’università di Rochester
a New York. L’astro noto stella di Scholz, è stato scoperto solo di recente, ed è con tutta probabilità transitato attraverso la Nube di Oort, la remotissima fascia
sferica di comete che circonda il Sistema Solare. Nessun altra stella è nota per avere mai avvicinato il nostro sistema in
questo modo, cinque volte più vicino di quanto lo sia la stella attualmente più prossima, Proxima Centauri.



Per gli astrofisici è una scoperta sorprendente perché stelle ‘aliene’ dovrebbero avvicinarsi al Sistema Solare esterno solo una volta ogni 9 milioni di anni.

La stella che ha salutato la Terra nella preistoria è in realtà un sistema binario, chiamato stella di Scholz, composto da una nana rossa, che ha una massa circa l’8% di quella del Sole, e
da una ‘nana bruna’, una stella mai nata perché è troppo piccola per sostenere le reazioni termonucleari che la farebbero brillare.

Il sistema è stato scoperto nelle immagini riprese dalla missione della Nasa Wise (Wide-field Infrared Survey Explorer) e attualmente si trova a 19,6 anni luce dal Sole.
Nelle immagini sembra allontanarsi dal Sole, così i ricercatori hanno deciso di tracciarne la traiettoria all’indietro nel tempo.

I calcoli indicano che l’incontro sarebbe avvenuto 70.000 anni fa, quando la stella ha attraversato i confini del Sistema Solare sfrecciando alla velocità di 83 chilometri al secondo, ma
senza minacciare la Terra.

La stella di Scholz, sottolinea Mamajek, è un oggetto debole e ha avuto un impatto trascurabile sulla nube di Oort. Anche se avesse spedito comete all’interno del Sistema Solare, queste
non arriverebbero se non fra migliaia di anni.




Tuttavia, rileva ”stelle più massicce che sono penetrate nella nube di Oort in un lontano passato potrebbero aver innescato importanti bombardamenti di comete verso i pianeti e portato
ad alcuni degli eventi di estinzione di massa sulla Terra”.



Cosa è successo sulla Terra?

Una stella così’ vicino al sistema solare non ha avuto particolari ripercussioni dirette e indirette nel nostro pianeta, ma demolisce il record sulla stella più vicina a noi mai individuata
prima, che apparteneva a HIP 85.605 che si sarebbe avvicinata al Sistema Solare in un periodo compreso tra 240.000 e 470.000 anni fa.

La stella quando si trovava nel punto più vicino al sistema solare, sarebbe stata
classificata di decima magnitudine, circa 50 volte più debole di quanto necessario per distinguerla a occhio nudo, pur nella perfetta tenebra notturna della preistoria.
Tuttavia la stella è magneticamente attiva, il che può causare dei brillamenti che occasionalmente la rendono migliaia di volte più luminosa.

Attualmente, la stella di Scholz è una piccola, debole, nana rossa nella costellazione dell’Unicorno, a circa 20 anni luce di distanza. Ma i nostri antenati hanno avuto il
privilegio di osservarla nei momenti in cui avvenivano i suoi rari brillamenti in tutta la sua bellezza e luminosità, anche se solo occasionalmente.


Bibliografia e risorse
Ricerca pubblicata su Astrophysical Journal Letters http://arxiv.org/abs/1502.04655v1
Approfondimento di Space.com 

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