Al di sotto della grande marea della storia umana, scorrono le
correnti furtive delle società segrete che, molto spesso, determinano in
profondità i cambiamenti che si manifestano in superficie.» - Arthur
Edward Wraite
Benjamin Disraeli, primo ministro britannico dal 1874 al 1880, confermò
la suddetta affermazione relativa al controllo esercitato dalle società
segrete nelle faccende umane quando scrisse queste parole: «Esiste, in
Italia, un potere che menzioniamo solo rarissimamente... voglio parlare
delle società segrete. Non serve negare perché è impossibile nascondere
che gran parte dell'Europa – per non parlare degli altri Paesi – è
coperta da una rete di società segrete… Quali sono i loro scopi? Questi
gruppi non vogliono governi costituzionali… Vogliono modificare
l'occupazione delle terre allo scopo di cacciar via gli attuali
proprietari e di sopprimere le istituzioni ecclesiastiche.»
Possiamo osservare che i due scopi delle società segrete, secondo
Disraeli, sono gli stessi di quello che, per convenzione, chiamiamo
«comunismo»: l’abolizione della proprietà privata e la fine delle
«istituzioni ecclesiastiche», ossia le religioni del mondo.
È possibile che quello che chiamiamo «comunismo» sia, in realtà, lo
strumento delle società segrete? È realistico credere che il comunismo
sia controllato da forze gerarchicamente strutturate, situate al di
sopra di esso?
L'attuale concezione della storia insegna che il comunismo risulta da
una volontà popolare che esige cambiamenti nell'organizzazione della
società, per lo più attraverso un'azione rivoluzionaria che rovesci il
vecchio sistema. È concepibile che queste rivoluzioni siano, in realtà,
macchinazioni orchestrate da società segrete che, dopo la rivoluzione,
cercano di rendere il mondo comunista?
Secondo taluni, l'instaurazione di un regime comunista non risulta mai
da una rivolta spontanea, e neppure voluta dalla masse sfruttate contro i
loro dirigenti, ma avviene esattamente il contrario: è sempre imposta
al popolo da dirigenti che tentano di accrescere il loro potere. Tutta
l'agitazione dal basso è provocata, orchestrata, finanziata e
controllata dall'alto da uomini del serraglio che, in tal modo, si
dotano dei mezzi e del pretesto di concedersi maggiore potere, fingendo
nel contempo di combattere o prevenire, in basso, queste attività
rivoluzionarie delle masse.
Il comunismo è la facciata di qualcosa di ben più profondo di quanto non
voglia far credere. Il comunismo non proviene mai da una rivolta di
poveri, bensì da un complotto di ricchi. La Cospirazione internazionale
non è una crociata idealista a favore dei poveri e degli umili ma una
presa di potere truccata, da parte dei ricchi e degli arroganti.
CHI SONO GLI ILLUMINATI?
La storia del comunismo moderno comincia con una società segreta:
l’ordine degli Illuminati di Baviera, o semplicemente, Illuminati. È a
proposito di questa organizzazione che, nel 1953, il rapporto della
commissione d'inchiesta del Senato di California menzionava: «Quello
che chiamiamo comunismo moderno pare che sia la stessa cospirazione
ipocrita mondiale che mira a distruggere la civiltà, fondata dagli
Illuminati, e che è cresciuta qui nelle nostre colonie, durante il
periodo critico che ha preceduto l'adozione della nostra Costituzione.»
Un altro storico, Oswald Spengler, è andato oltre facendo la connessione
tra il comunismo e gli interessi finanziari internazionali. Egli
scrive: «Non esiste movimento proletario, compreso il comunismo, che
non sia stato implicato in interessi finanziari, che non abbia seguito
le direzioni indicate dal denaro, che non abbia ottenuto il successo
grazie al denaro – e tutto questo senza che gli idealisti, fra i leader,
avessero il benché minimo sospetto riguardo a questa realtà.»
Secondo Spengler, perfino i capi del comunismo non sono al corrente
delle azioni segrete in seno al loro stesso movimento. È possibile che
Gus Hall e Angela Davis - entrambi candidati ai posti di presidente e
vice-presidente degli Stati Uniti, nel 1980, e oppositori delle «grandi
banche e dei monopoli corporativisti che controllano l’economia» -
siano, in realtà, stati utilizzati dalle stesse organizzazioni che
denunciavano apertamente? Può essere che le banche e le corporazioni non
solo accettano il Partito Comunista ma lo sostengono, con l’unico scopo
che quest’ultimo si opponga loro?
Pare che la dottoressa Bella Dodd, membro del Comitato Nazionale del
Partito Comunista degli Stati Uniti, abbia stabilito l’esistenza di un
vero e proprio legame tra i ricchi capitalisti e il Partito. Essa
osservò che ogni volta che il Comitato Nazionale del partito non era in
grado di prendere una decisione, uno dei suoi membri si recava alla
Waldorf Tower, a New-York City, per incontrarvi un certo personaggio,
più tardi identificato come Arthur Goldsmith. Ogni volta che Goldsmith
prendeva una decisione questa era subito avallata dal Partito Comunista a
Mosca. Ma ciò che colpì maggiormente la dottoressa Dodd è il fatto che
Goldsmith non solo era membro del partito comunista ma era anche un
ricchissimo capitalista americano.
Se i suddetti commentatori hanno ragione quando accusano il comunismo di
essere una facciata delle società segrete, compresa quella degli
Illuminati, ciò induce il ricercatore, partigiano della concezione
cospirazionista della Storia, a studiare le origini e la storia di tale
organizzazione.
LE ORIGINI DELLA COSPIRAZIONE
L’organizzazione degli Illuminati è stata fondata il 1° maggio 1776 da
Adam Weishaupt, prete gesuita e professore di diritto canonico
all’Università di Ingolstadt, in Baviera. È stato appurato che il
professor Weishaupt era in relazione con società segrete prima che
fondasse l’ordine degli Illuminati. La data di fondazione, il 1° maggio,
è tuttora festeggiata dai comunisti del mondo intero, anche se i
puristi asseriscono che il 1° maggio è celebrato per commemorare
l’inizio della Rivoluzione russa del 1905. Ma questo non cambia nulla al
fatto che il 1° maggio 1905 coincide con il giorno dell’anniversario
della fondazione dell’ordine degli Illuminati, avvenuta appunto il 1°
maggio 1776.
L’organizzazione di Weishaupt si è subito estesa fra gli intellettuali
della sua università. In realtà, tutti i professori, eccetto due, ne
sono diventati membri nei primissimi anni della sua esistenza.
La filosofia di base proposta ai futuri membri Illuminati era
un’inversione della filosofia tradizionale insegnata dalla Chiesa e dal
sistema educativo. Lo stesso Weishaupt l’ha riassunta in questi termini:
«L’uomo non è cattivo ma è reso tale da una morale arbitraria. È
cattivo perché la religione, lo Stato e i cattivi esempi lo
pervertiscono. I problemi saranno risolti quando la ragione diventerà
finalmente la religione dell’uomo.»
Vi sono motivi per credere che il disprezzo di Weishaupt per la
religione sia iniziato il 21 luglio 1773, quando il Papa Clemente XIV
«annullò e fece scomparire per sempre l’ordine dei Gesuiti.» L’atto del
Papa era dettato da una pressione esercitata da Francia, Spagna e
Portogallo che, separatamente, erano giunti alla conclusione che i
Gesuiti avevano ingerenza negli affari dello Stato e, pertanto, erano
nemici del governo. Il re Giuseppe del Portogallo, in particolare, «si
affrettò a firmare un decreto in virtù del quale i Gesuiti erano
denunciati come "traditori, ribelli e nemici del regno…"». Fu così che
le tre nazioni presentarono «una richiesta categorica affinché il Papa
sopprimesse l’ordine dei Gesuiti ovunque nel mondo.» Il Papa accettò e
bandì l’ordine.
Il prete gesuita Weishaupt deve essere stato sicuramente colpito dalla
decisione papale, probabilmente a tal punto da voler istituire
un’organizzazione sufficientemente potente da riuscire un giorno a
distruggere la stessa Chiesa cattolica.
La decisione di Papa Clemente ebbe nondimeno una portata limitata, dato
che nell’agosto 1814 Pio VII reintegrò i Gesuiti in tutti i loro vecchi
diritti e privilegi. La reintegrazione di Pio VII non passò inosservata
negli Stati Uniti, come scrisse l’ex presidente John Adams al suo
successore, Thomas Jefferson: «Non mi piace la ricomparsa dei
Gesuiti. Se sulla Terra vi è stata una corporazione che meritava la
dannazione eterna, è proprio questa Società…» Al che Jefferson rispose:
«Anch’io disapprovo la restaurazione dell’ordine dei Gesuiti, perché
costituisce un ritorno della luce nelle tenebre.»
Ai giorni nostri i Gesuiti hanno ancora problemi con la Chiesa, così
come ne avevano durante i primi anni del 1700. Il 28 febbraio 1982, Papa
Giovanni Paolo II disse ai Gesuiti «di tenersi lontani dalla politica e
di fare onore alla tradizione cattolica romana.»
IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI
Per gli Illuminati qualsiasi azione, poco importa che sia morale o
immorale, è accettabile se serve agli scopi dell’Organizzazione:
omicidi, guerre, saccheggi, tutto diventa un comportamento accettabile
per colui che crede nella «nuova religione atea».
Un altro ostacolo importante al progresso umano, secondo Weishaupt, è il nazionalismo. Così si esprime: «Con
la nascita delle nazioni e dei popoli, il mondo ha cessato di essere
una grande famiglia... Il nazionalismo ha preso il posto dell’amore
umano...» Weishaupt non era un anarchico ma pensava che fosse
necessario sopprimere i governi nazionali a vantaggio di un governo
mondiale che sarebbe stato governato dagli Illuminati: «I discepoli [degli Illuminati] sono convinti che l’ordine dirigerà il mondo. Ogni membro diventa così un dirigente.»
Lo scopo ultimo degli Illuminati, e di tutti i loro successori, è
quindi chiaro: è il potere, il potere di governare su tutti i popoli del
mondo.
Se Weishaupt pianifica di sovvertire la vita degli uomini nel senso che
auspicano soltanto i suoi partigiani, è indispensabile che le sue
ambizioni rimangano segrete. Egli scrisse: «Il grande potere del
nostro Ordine risiede nella dissimulazione: fate in modo che esso non
appaia in nessun luogo con il suo vero nome, ma sempre nascosto dietro a
un altro nome e a un’altra attività.»
Sotto l’egida della clandestinità, l’ordine cresce rapidamente.
Nondimeno, come fu il caso per tutte le organizzazioni segrete che
controllano le cosiddette organizzazioni comuniste, non attirò né cercò
di attirare «le masse oppresse» o l’umile lavoratore-agricoltore per
difendere i quali sarebbe stato creato. Egli reclutava, nell’alta
società, i rappresentanti della classe sociale situata immediatamente al
di sotto dei detentori del potere. Un elenco parziale dei suoi membri
ne è la riprova: vi si trovano infatti marchesi, baroni, avvocati,
abati, conti, magistrati, principi, comandanti, professori, colonnelli,
preti e duchi.
Tali erano i titoli e le funzioni delle persone che potevano, senza
preoccupazioni di sorta, incontrarsi segretamente per cospirare contro
il governo, l’esercito, la Chiesa e le istituzioni. Si trattava di
persone che non avevano il potere di controllare completamente i loro
campi d’azione rispettivi, ma che vedevano nell’Ordine degli Illuminati
un mezzo per accedere a un potere individuale.
Quando i membri si incontravano o corrispondevano tra loro utilizzavano
degli pseudonimi per mantenere segreta la loro vera identità. Weishaupt
si faceva chiamare Spartacus.
Qual era lo scopo dei cospiratori? Nesta Webster, che figura tra i
maggiori ricercatori nell'ambito degli Illuminati, ha così riassunto le
loro finalità:
1. abolizione della monarchia e di qualsiasi governo organizzato
2. abolizione della proprietà privata
3. abolizione dell’eredità
4. abolizione del nazionalismo
5. abolizione della famiglia (del matrimonio, della moralità e dell’educazione dei figli)
6. abolizione della religione
ESPANSIONE DEGLI ILLUMINATI IN EUROPA
Nel 1777, Weishaupt è ammesso nella loggia massonica Teodoro del Buon Consiglio, a Monaco. Aderisce alla massoneria non solo per partecipare ai lavori, ma per infiltrarla e controllarla completamente.
Infatti, nel luglio 1782 i Frammassoni tennero un congresso internazionale a Wilhemsbad, e «l’Illuminismo fu loro iniettato indottrinando i leader del movimento…»
Tuttavia, il segreto degli Illuminati fu presto scoperto quando, nel
1783, quattro professori della Marianen Academy «furono convocati
davanti a una commissione d’inchiesta e interrogati a proposito… degli
Illuminati.» Il governo di Baviera scopre così la filosofia e gli scopi
degli Illuminati e, per di più, il suo auspicio di rovesciare il
governo. Al termine di diverse udienze, il governo pronuncia
l’abolizione dell’Ordine. Ma l’aggiornamento dell’organizzazione fu
probabilmente soltanto una grazia mascherata: per sottrarsi alla
persecuzione dello Stato bavarese, gli Illuminati fuggirono in tutta
l’Europa e in America, dove poterono così istituire nuove società
segrete.
Il governo di Baviera tentò di opporsi a questa espansione mettendo in
guardia gli altri Paesi d’Europa dai veri scopi degli Illuminati, ma i
sovrani europei rifiutarono di ascoltarlo. Questo atteggiamento
assillerà più tardi questi stessi governi. Come ha osservato Nesta
Webster: «La stravaganza degli argomenti proposti li rendeva non
credibili e i sovrani europei, rifiutando di prendere sul serio
l’Illuminismo, lo ignorarono, considerandolo una chimera.»
Il fatto che i governi europei dell’epoca non accordassero alcun credito
agli scopi degli Illuminati è un problema che vediamo ricomparire in
tutto il mondo. Non per tutti è facile credere che possa esistere un
complotto così enorme e ben organizzato, e che il disegno che prospetta
per il mondo è assolutamente reale. È proprio questa incredulità del
pubblico a nutrire il successo dei cospiratori e a spingerli a
pianificare questi eventi in modo tale che la realtà diventi troppo
incredibile e assurda perché chiunque possa ammettere che è creata
intenzionalmente. Il rivoluzionario francese Georges Danton lasciò
trasparire questa intenzione con queste parole: «Audacia, ancora audacia, sempre audacia!»
Uno dei Paesi verso cui fuggirono gli Illuminati fu l’America. Fu lì
che, nel 1786, in Virginia, formarono il loro primo capitolo, seguito da
altri quattordici in diverse città. Organizzarono la Callo-Italian
Society e, quando iniziò la Rivoluzione americana, cominciarono a
designare se stessi con il nome di Giacobini.
Gran parte di ciò che oggi conosciamo degli Illuminati proviene da
un’opera redatta nel 1798 da John Robinson, professore di filosofia
naturale presso l’Università di Edimburgo, in Scozia, che intitolò: Le
Prove di una cospirazione contro tutte le religioni e i governi
dell’Europa condotta in occasione di incontri segreti di Frammassoni,
Illuminati e delle Società di Lettura. Egli stesso frammassone, il
professor Robinson era stato invitato a unirsi agli Illuminati, ma prima
gli sembrò opportuno condurre un’inchiesta sull’ordine. Robinson giunse
alla conclusione che l’associazione era stata creata «con l’unico scopo di estirpare tutte le istituzioni religiose e di rovesciare tutti i governi d’Europa esistenti.»
LA RIVOLUZIONE FRANCESE
La spiegazione classica della Rivoluzione francese è quella di un popolo
che, stanco di subire l’oppressione di re Luigi XVI e di Maria
Antonietta, si sollevò opponendosi alla monarchia e cominciò col
prendere d’assalto la prigione della Bastiglia. Secondo gli archivi
storici ufficiali, questo evento segna l’inizio della Rivoluzione che
giunge al suo apogeo con la sostituzione della monarchia con la
cosiddetta «Repubblica Francese».
I Francesi commemorano l’inizio della loro «rivoluzione» rendendo il 14
luglio, giorno della presa della Bastiglia, un giorno feriale,
rafforzando in tal modo la tesi secondo cui il popolo francese si
sarebbe realmente ribellato rovesciando il re di Francia.
Coloro che hanno studiato a fondo la Rivoluzione hanno tuttavia scoperto
il vero motivo della presa della Bastiglia. Come spiega Nesta Webster, «era già stato elaborato un piano d’attacco della Bastiglia, non rimaneva altro che mettere il popolo in marcia.»
Il piano consisteva nel prendere d’assalto la Bastiglia, non per
liberare le centinaia di «prigionieri politici oppressi» che si
supponeva vi fossero detenuti, ma per impossessarsi delle armi
indispensabili all’avvio della Rivoluzione. Ciò è stato confermato dal
fatto che, quando la folla giunse alla Bastiglia, vi erano soltanto
sette prigionieri: quattro falsari, due pazzi e il Conte di Solages,
imprigionato su richiesta della sua famiglia per «crimini mostruosi
contro l’umanità». In realtà, «le oscure torri umide erano cadute
completamente in disuso; dal primo ministero Necker, nel 1776, nessuno
vi era più stato imprigionato» .
La seconda presunzione infondata per quanto riguarda le cause della
Rivoluzione francese è che il sollevamento sia stata opera delle masse
popolari francesi. La concezione secondo cui un gran numero di francesi
avrebbero sostenuto la Rivoluzione è errata perché in realtà «sugli 800 000 abitanti di Parigi, soltanto un migliaio prese parte all’assalto della Bastiglia…»
Per di più, coloro che parteciparono alla presa della Bastiglia furono,
in realtà, pagati da coloro che avevano diretto l’intera operazione.
Il fatto che nel 1789 briganti del Sud della Francia fossero
deliberatamente diretti su Parigi, assunti e pagati dai sobillatori
della Rivoluzione, è confermato da troppe persone autorevoli per poterle
citare; è inoltre determinante il fatto che i cospiratori ritenessero
necessario adottare una tale misura: ciò significa che, dal loro punto
di vista, non avrebbero potuto contare sulla popolazione di Parigi per
condurre una rivoluzione. In altri termini, il ricorso a questi
mercenari confuta in modo decisivo la tesi secondo cui la Rivoluzione
sia stata un sollevamento incontenibile del popolo. Inoltre gli
istigatori della Rivoluzione non si avvalsero soltanto di cittadini
francesi, ma di «una banda di briganti eterocliti, assetati di
violenza, costituita non solo di Marsigliesi (i suddetti uomini del Sud)
e di Italiani, ma anche di Tedeschi…»
Il dottor Rigby, in visita a Parigi proprio in quei giorni, era ben
piazzato per testimoniare della realtà della presa della Bastiglia. Le
lettere che scrisse a sua moglie durante quelle giornate offrono
un’impressione interessante di ciò che è effettivamente accaduto. Nel
suo libro La Rivoluzione Francese, la storica Nesta Webster commenta la corrispondenza del dottor Rigby: «La
presa della Bastiglia causò così pochi problemi a Parigi che il dottor
Rigby, ignorando che stava accadendo qualcosa di inabituale, a inizio
pomeriggio andò a visitare i giardini di Monceau.»
Un altro osservatore della Rivoluzione francese, Lord Acton, confermò
che c’era una mano invisibile che operava a fomentare la rivoluzione: «Quello
che è angosciante nella Rivoluzione francese non è il tumulto ma il
disegno. Attraverso il fuoco e il fumo, si percepiva l’evidenza di una
macchinazione orchestrata. I dirigenti rimangono accuratamente nascosti e
mascherati; ma non vi è alcun dubbio per quanto riguarda la loro
implicazione in questa faccenda.»
Il piano dei cospiratori era semplice: creare lagnanze «popolari» così
da poterle sfruttare per i loro fini. Crearono cinque motivi di
risentimento finalizzati a far apparire il re responsabile. Avevano dato
per scontato che sarebbero bastate condizioni di sopravvivenza
difficili per spingere un numero sufficiente di persone a unirsi ai
mercenari. In questo modo la rivoluzione sarebbe apparsa realmente
popolare. I complottisti avrebbero in seguito potuto controllare gli
eventi e condurli ai risultati auspicati.
Il primo motivo di risentimento, montato ad arte, fu relativo alla penuria di cereali. Secondo Webster: «Montjoie
afferma che agenti al soldo del duca di Orléans acquistarono
deliberatamente tutti i cereali; una parte la esportarono e l’altra la
nascosero al fine di spingere il popolo alla rivolta.» Così, il duca
di Orléans, membro degli Illuminati, acquistò una quantità importante
di grano per spingere la popolazione a lamentarsi davanti al re, essendo
stata indotta a ritenerlo responsabile della penuria. Evidentemente
erano gli Illuminati che avevano diffuso la voce secondo cui il Re aveva
provocato intenzionalmente la penuria.
La seconda delle recriminazioni ordite riguarda l’enorme debito
contratto dal governo con l’unico scopo di farlo saldare dalla
popolazione tramite il pagamento di imposte. Il debito nazionale è stato
stimato a 800 milioni di dollari attuali. Questo denaro era stato preso
in prestito dal governo francese per sostenere gli Stati Uniti durante
la Rivoluzione americana del 1776: due terzi del debito francese
sarebbero stati la conseguenza di tali prestiti.
La terza recriminazione provocata era che la popolazione francese soffrisse la fame. Il citato dottor Rigby menziona: «Abbiamo visto poche persone, nei ceti bassi della popolazione, che esprimevano rabbia, erano disoccupati e miserabili.»
Nesta Webster spiegherà più tardi: «Il dottor Rigby continua con lo
stesso registro di ammirazione – che si potrebbe attribuire a una
mancanza di discernimento se tale ammirazione non fosse tuttavia sparita
all’improvviso al suo rientro in Germania che definisce "un Paese nei
confronti del quale la Natura, data la fertilità del suolo, è stata
altrettanto generosa come per la Francia, ma dove ciò nonostante gli
abitanti vivono sotto l’oppressione del governo." Egli ritiene che a
Colonia "la tirannia e l’oppressione hanno trovato la loro dimora."»
La quarta recriminazione maggiore, creata dagli Illuminati e dai loro
complici in seno al governo, fu l’inflazione massiccia che portò alla
rovina le classi lavoratrici. In un breve periodo furono emessi 35
milioni di assegnati, il che provocò, in parte, la penuria alimentare.
La risposta del governo fu quella di imporre il razionamento,
accrescendo così la rabbia della popolazione.
La quinta distorsione della verità riguarda la pretesa «oppressione» del
regno di Luigi XVI. La verità è che prima della Rivoluzione la Francia
era il Paese europeo più prospero. La Francia possedeva la metà della
moneta in circolazione in tutta l’Europa e, tra il 1720 e il 1780, il
commercio esterno era quadruplicato. La metà delle ricchezze della
Francia era nelle mani della borghesia e i «servi» possedevano più terra
di chiunque altro. Il re aveva abolito le corvée e bandito il ricorso
alla tortura durante gli interrogatori. Inoltre aveva fondato ospedali,
creato scuole, riformato le leggi, costruito canali, bonificato le
paludi per aumentare la superficie di terre coltivabili e costruito
numerosi ponti per agevolare la circolazione delle merci all’interno del
Paese.
Attraverso la prima delle «rivoluzioni», possiamo quindi illustrare un
tipico esempio della Cospirazione all’opera. Il re benevolo promuoveva
l’ascesa della piccola borghesia favorendo l’avvento di una società più
giusta e prospera. Questa situazione era intollerabile per coloro che si
situavano nello strato immediatamente sotto la classe dirigente, mentre
la piccola borghesia in ascesa cominciava ad assumere potere, cosicché i
cospiratori tentarono di eliminare, oltre al re e alla classe al
potere, anche la borghesia.
Il nemico della cospirazione è sempre stata la piccola borghesia: in
altre rivoluzioni che analizzeremo in questo libro, mostreremo come la
Cospirazione fomenti sempre queste «rivoluzioni» programmate per questo
unico scopo.
La Rivoluzione francese fu quindi una falsificazione e una
mistificazione. Il popolo venne manipolato per motivi che non sono mai
stati portati a sua conoscenza.
LA MASSONERIA
La mano invisibile che ha diretto completamente la Rivoluzione francese
era quella degli Illuminati i quali, benché esistessero da soli tredici
anni, erano sufficientemente potenti da far scoppiare una rivoluzione in
uno dei più grandi Paesi del mondo.
Ma i membri degli Illuminati avevano tracciato i piani della rivoluzione
diversi anni prima infiltrando un altro gruppo segreto, quello della
massoneria: «La rivoluzione lampo della Francia è stata preparata nei
decenni precedenti il 1789 grazie allo sviluppo della Fraternità
massonica.»
La massoneria è giunta in Francia nel 1725, ma nel 1772 l’organizzazione
si era scissa in due gruppi, di cui l’uno fu conosciuto con il nome di
Loggia massonica del Grande Oriente. Il primo Gran Maestro della Loggia è
stato il duca di Orléans, anch’egli membro degli Illuminati.
La Loggia del Grande Oriente si estese rapidamente in tutti i Paesi,
cosicché nel 1789 esistevano 600 logge in tutta la Francia contro solo
104 nel 1772. I suoi membri erano altresì attivi in seno al governo:
infatti dei 605 deputati degli Stati Generali, 447 aderivano alla Loggia
del Grande Oriente .
Il piano degli Illuminati era di infiltrare la confraternita massonica,
di trasformarla in una branca del loro Ordine e di servirsi del suo
segreto per rovesciare la monarchia. Il nuovo capo di governo sarà il
duca di Orléans. La strategia funzionò per un certo periodo, ma il duca
di Orléans fu infine condannato per tradimento nei confronti del governo
francese e morì sulla ghigliottina.
Autore: A. Ralph Epperson, The Unseen Hand / Traduzione C.R.O.M.
Messo in linea il: 08.04.11
fonte: crom.be
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