Ultimamente la corsa al riarmo generale di molte nazioni sta raggiungendo picchi mai visti prima, ed alcuni Paesi stanno accelerando in modo vertiginoso l’introduzione di nuovi sistemi d’arma, affrettando sia i lavori su nuove unità militari – come mai fatto dalla fine della II Guerra Mondiale – sia la sperimentazione di nuove tecnologie. In questo preoccupante contesto, i media sembrano focalizzare la loro attenzione solo sulla crisi economica globale e su sporadiche manifestazioni di ostilità da parte di quelle nazioni chiamate “Paesi Canaglia”.
Al momento la crisi nazionale più importante è in Siria, dove si dice che il Regime di Bashir Al-Assad, sia una dittatura tremenda che sta compiendo incredibili o, peggio ancora, indicibili crimini contro la popolazione (non prenderò parte alla diatriba tra informazione governativa e controinformazione complottistica, ma devo dire che molte sono le anomalie riscontrabili in questa presunta rivoluzione e nei comportamenti delle varie nazioni che vi sarebbero dietro, cosa che ricorda tanto gli eventi della Libia che portarono alla caduta dell’ex regime – ormai perfettamente democratico – di Mu’ammar Gheddafi). Ovvio che di crimini verso la popolazione se ne stanno commettendo, ma siamo davvero sicuri che le notizie così come gli eventi da entrambe le parti in causa, non siano manovrati e attuati di proposito per screditarsi a vicenda, e tirarci dentro un vortice di violenze e guerra?
Anche la Corea del Nord tende ad aumentare le tensioni con la Corea del Sud, il Giappone e gli Stati Uniti. Essa sembra continuamente provocare gli Stati vicini e gli USA con il lancio di missili a medio e corto raggio verso le coste (soprattutto nipponiche e coreane del Sud) che potrebbero ospitare testate nucleari oltre che convenzionali. Anche la tensione al 38° parallelo che separa le due Coree è al massimo storico dopo la fine del conflitto che portò alla separazione in due Stati della Corea appena rinata dopo la II Guerra Mondiale (per chi non lo sapesse dopo la Guerra di Corea, fu stabilita una zona neutrale di alcuni km di larghezza tra le due Coree e fu utilizzato proprio questo parallelo geografico, che divenne un enorme campo minato ed una no-fly-zone).
Iran ed Israele dal canto loro mettono a rischio l’intera area geografica araba, creando le premesse per l’avvento di un terzo conflitto mondiale. La Repubblica Islamica dell’Iran è la più potente nazione araba dalla disgregazione dell’Iraq e del regime di Saddam Hussein; l’economia iraniana è quasi del tutto basata sulla produzione di petrolio e gas, ma l’avvento della tecnologia per le centrali nucleari (forse anche per le armi nucleari) così come l’incredibile sviluppo tecnologico raggiunto grazie a Russia e Cina – principali partner commerciali – lo hanno reso uno Stato potente, con oltre novanta milioni di abitanti, ed un territorio vasto più della metà dell’intera Europa. L’Iran al momento sta sviluppando una flotta navale e sottomarina, ed oltre ad aerei di fabbricazione russa, sta introducendo diversi velivoli di produzione locale (compreso caccia di ultima generazione che nulla hanno da invidiare ad altri in servizio), velivoli da caccia stealth come il “Qaher 313”(anche se secondo Israele il velivolo è finto e si tratterebbe di mera propaganda) e droni “Shahed 129”.
L’ammodernamento delle truppe di terra prosegue a ritmo serrato insieme a quello Pakistano, ed i due Stati in effetti (soprattutto il secondo) avrebbero fatto parecchie esercitazioni militari insieme ad i soldati cinesi.
Anche la Turchia sta seguendo l’identica direzione dell’Iran, e sta progettando propri velivoli da caccia normali e stealth; anche nei rapporti con la Russia sembra che le cose stiano evolvendosi in direzioni impensabili fino a qualche anno fa, infatti dopo decenni di forti attriti ultimamente la Turchia sta acconsentendo alla Russia parecchie cose, nonostante l’abbattimento di un caccia turco da parte di forze antiaeree della Siria (Paese alleato della Russia). Da qualche tempo, mentre l’Unione europea non sembra dare giusto peso all’eventuale presenza del Paese islamico nell’Unione, quest’ultimo sta rafforzando i contatti con la Russia e l’Iran, e dopo gli eventi in cui gli israeliani hanno effettuato un’incursione su civili turchi (pacifisti manifestanti) su una nave in acque internazionali qualche tempo fa, sembra che la Turchia abbia adottato una politica più araba e meno europeista, e sicuramente anti israeliana.
La Cina in questo contesto, negli ultimi due anni ha praticamente triplicato le unità militari di marina, ammodernando oltre il 30% delle unità in servizio e sostituendone altrettante, non trascuriamo poi il varo della prima portaerei “Liaoning” ex “Variag” russa, e soprattutto la volontà di acquisire altre 4 unità similari a quelle USA ma di propria fabbricazione (queste sarebbero atte al contrasto del dominio della flotta USA del Pacifico). Naturalmente l’esercito non è cosa trascurabile, esso è impressionante per numero di mezzi e soldati, ed anch’esso oggetto di ammodernamento. Ma soprattutto è importante la messa in linea di velivoli stealth come: il mini drone spia “Dark Sword”, il caccia “Chengdu J-20” (un quasi clone dell’ F-22 Raptor USA), il caccia “VTOL” (volo verticale) “J-31” o “Shenyang F-60” (un quasi clone dell’ F-35 USA), il caccia multiruolo “J-15” per la marina (che è una variante cinese del “Suckoy Su-35” russo imbarcato), il “Lijiang” (clone del nuovissimo drone bombardiere imbarcato X-47 USA), il “Syanlun” sullo stile del “Global Hawk” –drone da ricognizione strategica- USA, lo “Yi Long” (un velivolo simile al Predator USA), addirittura si vocifera anche di un drone stealth capace di viaggiare a quote impensabili per droni militari (costruito sulla carlinga del J-22) e modificando un’avionica tedesca della Seconda Guerra Mondiale, ritenuta da molti occidentali poco efficiente. Negli ultimi anni la capacità dei droni cinesi è arrivata a quasi 600 unità ed entro altri due verrà raggiunto un numero quasi pari a quello americano che mira ad averne 10000 in linea per il 2015, dato decisamente allarmante; ma la cosa più assurda è che non solo questi sembrano essere tutti cloni di quelli USA, ma sembra che spesso sulle loro fusoliere ci siano delle scritte proprio in lingua inglese. L’azienda che produce buona parte di questi velivoli pilotati in remoto si chiama AVIC (China Aviation Industry Corporation) e con essa si appresta a divenire la maggiore azienda produttrice di droni al mondo.
La Russia per il momento tace, ma fa a braccio di ferro nel Mediterraneo con la NATO per cercare di proteggere la propria base di Tarsus, la più grande base aeronavale del Mediterraneo, l’unica della Russia. Per adesso ha schierato tutto il grosso della flotta russa del Baltico, del Mar Nero e del Mediterraneo a protezione della Siria compresa l’unica portaerei rimasta in servizio nella marina russa l’ “Admiral Kuznesov”. Ovviamente anche la Russia sta ammodernando alcuni sistemi d’arma ed unità, sta cominciando l’adozione di laser solidi per la contraerea, e soprattutto sta per adottare il super caccia stealth “PAKFA T-50” che di fatto, ha tutti i requisiti per diventare il miglior caccia militare del mondo.
L’India ha completato l’ammodernamento dell’ex portaerei russa “Admiral Gorshkov” ora divenuta “Vikramaditya” ed entrata in servizio nell’Oceano Indiano, anch’essa ha tutte le forze armate in rapido ammodernamento, ha comprato (e ne acquisterà ancora) parecchi sottomarini, mentre si prepara ad ordinare o il caccia europeo “Eurofighter Thyphon” o l’omonimo francese “Rafale”; cosa che sta facendo anche il Brasile.
Non dobbiamo quindi meravigliarci che anche tutti i Paesi della NATO con un’economia accettabile (Italia inclusa), procedano in tal senso, così come sta facendo in solitario anche la Corea del Nord che non ha alcun alleato, ma possiede armi nucleari.
Attualmente gli Stati Uniti ed in parte anche il Regno Unito stanno compiendo salti mortali soprattutto per quanto riguarda la produzione e messa in varo di unità missilistiche navali, di sottomarini (per il Regno Unito con celle di combustibile ad Idrogeno), e di unità superiori d’assalto e d’attacco come la portaerei britannica “Queen Elisabeth” che sarà pronta a breve e procede a passo spedito.
Per quanto riguarda le portaerei, sembra invece in controtendenza la flotta USA che al momento possiede attive ed in linea solo 10 portaerei contro le 15 di 10 anni fa e le 21 di poco più di 20 anni fa. E’ anche vero che in seguito all’incredibile riarmo di Cina, Iran ed altri Stati sono stati accelerati i lavori delle unità portaerei della classe “Gerald R. Ford” la cui prima portaerei che porterà lo stesso nome doveva essere varata nel 2015, ed invece verrà messa in servizio con almeno un anno di anticipo, forse addirittura quasi due; le altre due unità in costruzione, potrebbero quindi essere consegnate anch’esse con due anni di anticipo, o addirittura anche di più, per consentire l’avvio della costruzione di altre unità uguali, che dovranno infine essere un totale di 10 unità ordinate. La stessa sorte sta accadendo proprio alla precedentemente menzionata portaerei britannica e all’altra unità ordinata, che verrà messa in costruzione subito dopo il varo della Queen Elisabeth che diverrà il fiore all’occhiello della famosa Royal Navy. Non possiamo non menzionare l’introduzione nella linea di velivoli schierati per la US NAVY del drone “X-47b”, un bombardiere stealth (di fatto il primo del suo genere) che da pochi giorni ha effettuato con successo il suo primo test da velivolo d’attacco imbarcato.
La cosa più importante e meno osservabile e conosciuta di tutte, è l’introduzione della robotica e la cibernetica all’interno delle forze armate di molti Paesi, l’uso di droni anche per l’esercito, di esoscheletri e tecnologia dell’invisibilità (o quantomeno mimetizzazione per soldati e mezzi), l’uso di laser solidi, EMP (impulsi elettromagnetici), armi sismiche, microonde, satelliti armati, e chissà che altro.
Ritornando al contesto globale delle zone calde, non si possono ovviamente trascurare i dissensi interni degli Stati Uniti (dove sembra più imminente l’adozione di una legge marziale mirata ad alcuni luoghi) e di Paesi europei come Italia, Francia, Olanda, Spagna, Portogallo e Grecia (dove movimenti politici -o pseudo tali- si aggregano in masse sempre più grandi e vengono spesso –a torto- considerati rivoltosi e dissidenti).
Non dimentichiamo che mezzo mondo arabo, parte del Sud Est Asiatico e del continente africano sono in guerra civile o dittatura, e che spesso in questi luoghi avvengono vere e proprie campagne di sterminio o pulizia etnico religiosa. Molti governi Sud Americani sono instabili e si vocifera sempre più dell’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale o dello scoppio della Terza Guerra Mondiale. Leggendo quindi di questo rapido riarmo ed in particolar modo di quello cinese, non posso fare a meno di pensare che ci si stia proiettando proprio in direzione di una guerra globale o di uno stato di tensione continuo peggiore della vecchia Guerra Fredda.
Fonte: seven-network.it
1 commento:
Prima di parlare o scrivere riflettete e informatevi seriamente. Totalmente d'accoro che nell'intero pianeta c'è una corsa al riarmo e crisi sempre più incandescenti,MA L'IRAN NON È UN PAESE ARABO!
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