E se il Sistema Solare non fosse più alla periferia della Via Lattea? Uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal ha dimostrato che lo Sperone di Orione, sede del nostro Sistema Solare, non sarebbe sono una piccola protuberanza nella spirale della galassia, ma una struttura più importante. Gli astronomi credono sia un ramo del Braccio di Perseo.
Il nostro Sistema Solare è infatti collocato in quello che è sempre apparso come un braccio secondario della spirale che compone la Via Lattea, chiamato Sperone di Orione, posizionato tra il Braccio Carena-Sagittario e il Braccio di Perseo. Lo studio, però, effettuato con il Very Long Baseline Array (VLBA), il radiotelescopio più grande al mondo, ha dimostrato che lo Sperone di Orione potrebbe essere classificato come un braccio della spirale.
Studiare e realizzare la mappa dettagliata della struttura della Via Lattea non è stato un compito facile per gli astronomi nel corso dei decenni. Di certo finora c’è solo la struttura a spirale, sulla quale tutti gli studiosi non hanno dubbi. Molto più incerti e discordanti sono gli studi e le ricerche sul numero e la tipologia dei bracci che compongono la spirale.
Osservando gli oggetti nello spazio dalla Terra quando si trova dal lato opposto al Sole, gli astronomi possono misurare i cambiamenti di posizione degli oggetti nel cielo, paragonandoli a oggetti più distanti. Questo effetto è chiamato parallasse ed è alla base del metodo di studio del team alla guida della ricerca.
Gli astronomi hanno osservato la distanza delle regioni più attive nella formazione stellare della Via Lattea, misurando nove maser (Microwave Amplification by Stimulated Emission of Radiation) di molecole di acqua e metanolo.
Queste infatti incrementano le onde radio come il laser incrementa le onde luminose. Tale effetto è definito maser e rappresenta un vero faro per i radiotelescopi.
Studiare e realizzare la mappa dettagliata della struttura della Via Lattea non è stato un compito facile per gli astronomi nel corso dei decenni. Di certo finora c’è solo la struttura a spirale, sulla quale tutti gli studiosi non hanno dubbi. Molto più incerti e discordanti sono gli studi e le ricerche sul numero e la tipologia dei bracci che compongono la spirale.
Osservando gli oggetti nello spazio dalla Terra quando si trova dal lato opposto al Sole, gli astronomi possono misurare i cambiamenti di posizione degli oggetti nel cielo, paragonandoli a oggetti più distanti. Questo effetto è chiamato parallasse ed è alla base del metodo di studio del team alla guida della ricerca.
Gli astronomi hanno osservato la distanza delle regioni più attive nella formazione stellare della Via Lattea, misurando nove maser (Microwave Amplification by Stimulated Emission of Radiation) di molecole di acqua e metanolo.
Queste infatti incrementano le onde radio come il laser incrementa le onde luminose. Tale effetto è definito maser e rappresenta un vero faro per i radiotelescopi.
Le osservazioni VLBA, effettuate dal 2008 al 2012, hanno prodotto misurazioni più accurate della distanza dei maser e hanno anche permesso agli scienziati di monitorare il loro movimento attraverso lo spazio.
Un risultato fondamentale di questo studio riguarda proprio lo Sperone di Orione, dove si trova la Terra, tra il Braccio Carena-Sagittario, più vicino al centro galattico, e il Braccio di Perseo, che si trova all’esterno della galassia.
I dati pubblicati su Astrophysical Journal dimostrano che non si tratta di uno sperone, ma di una struttura più grande e importante, forse una diramazione del Braccio di Perseo. [media.inaf.it]
http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2013/06/05/il-nostro-sistema-solare-potrebbe-essere-meno-periferico-di.html
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