di: Ugo Gaudenzi
Allentano il cappio e subito, a mezzo respiro appena, lo stringono ancora.
Ieri Bruxelles ha chiuso - dopo un mese di sbandieramenti e di parole, parole e parole del nuovo governo italico - la procedura di infrazione per deficit eccessivo (oltre il 3% del pil).
Poi ha però preventivato che il debito (per interessi alle banche dalle quali l’Italia è forzata ad attingere prestiti ad usura) salirà ancora, anche nel 1914.
Quindi la Commissione ha chiesto le solite, già fatte, ma da aumentare, “riforme strutturali: e cioè lavoro più precario e più flessibile.
Mr. Enrico Letta ha annuito - dopo aver già messo le mani avanti e dichiarato che qualche denaro (se ci) sarà spendibile nel 2014 - e ha fatto finta di nulla.
Ma a rimettere nella fascia dei cattivi, reprobi e da condannare gli italiani ci ha pensato subito l’altro istituto “Regolatore”, l’Ocse. L’Organizzazione ha prima profetizzato che la produzione nazionale sarà ancora più negativa nel 2013 (da -1,5 a -1,8) e che giungerà a malapena allo 0,4% nel 2014. Ergo, per l’Ocse, occorre “evitare riduzioni premature delle tasse”.
Non solo, il Dotto vicecapo economista Jorgen Elmeskov, ha vaticinato che per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese, l’Italia “dovrà contrarre altri prestiti” e comunque ciò comporterà “il rischio di non giungere al pareggio di bilancio”.
Quindi il consiglio bipartigiano di Ue e Ocse è elementare: l’Italia non si preoccupi, continui nella recessione, l’importante è pagare l’usura internazionale.
E se - come dice la stessa Ocse - la percentuale dei senza lavoro “salirà dal 10,6 per cento del 2012 all’11,9 del 2013 e al 12,5 nel 2014”, poco importa: l’importante è soltanto “non morire del tutto”: altrimenti chi pagherà i banksters?
2 commenti:
Salirá nel 1914? :)
Non calerò le mutande per farmi fottere da questi rovina Stati, anzi se mi capitano davanti come minimo gli sputo in faccia.
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