Makemake, il pianeta senza atmosfera

Makemake è uno dei cinque pianeti nani finora riconosciuti dall'Unione Astronomica Internazionale, insieme ad Eris, Cerere, Plutone ed Haumea. Scoperto il 31 marzo del 2005, fu soprannominato dagli scienziati "Easterbunny" (coniglietto pasquale), per poi essere battezzato poco dopo “Makemake”, dal nome di una divinità mitologica dell'Isola di Pasqua. Osservazioni precedenti hanno dato modo di credere che Makemake fosse simile agli altri pianeti nani, con un’atmosfera analoga a quella di Plutone. Ma gli ultimi studi eseguiti hanno smentito questa tesi grazie all’occultazione stellare avvenuta di recente, la quale ha mostrato una quasi totale assenza di atmosfera intorno al pianeta. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve ad un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall'Istituto di Astrofisica dell'Andalusia. Utilizzando tre telescopi negli osservatori dell’ESO in Cile, infatti, un gruppo internazionale di astronomi ha osservato Makemake mentre transitava di fronte a una stella distante e ne bloccava la luce. Analizzandone le variazioni si è potuto determinare con grande precisione il diametro del piccolo pianeta, pari a 1.420 chilometri, e le caratteristiche principali. “Mentre Makemake passava di fronte alla stella e ne bloccava la luce, la stella è scomparsa e riapparsa molto bruscamente, invece di affievolirsi e poi tornare brillante gradualmente. Questo significa che il pianeta nano non ha un’atmosfera importante” spiega José Luis Ortiz, autore principale di questo nuovo studio e astronomo presso l' Istituto di Astrofisica dell’Andalusia. Come dichiarano i ricercatori dell’European Southern Observatory, “prevedere accuratamente e osservare questi eventi non frequenti è molto difficile: è da considerarsi un importante risultato che le osservazioni coordinate, da parte di un'equipe sparsa in molti luoghi diversi del Sud America, siano state coronate dal successo”. “Si pensava che Makemake avesse buone probabilità di aver sviluppato un’atmosfera; che non ce ne sia traccia significa che dobbiamo imparare ancora molto a proposito di questi corpi misteriosi. Scoprire per la prima volta le proprietà di Makemake – conclude Josè Ortiz – è stato un grande passo avanti nello studio del ristretto club dei pianeti nani ghiacciati”.
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