Meccanismo Europeo di Stabilita’ che è stato approvato,ecco cosa ci aspetta!


Il M.E.S. (Meccanismo Europeo di Stabilità, acronimo inglese E.S.M.) è un trattato approvato nel dicembre 2011 dal Parlamento Europeo con l’obiettivo di affrontare la crisi dei debiti dei paesi dell’area euro. E’ stata creata una nuova istituzione che ha pieni poteri per accordare prestiti o cercare di risolvere il problema delle insolvenze. Il M.E.S. altro non è, se non un fondo di garanzia tra i 17 paesi membri dell’euro-zona con lo scopo di soccorrere i paesi in difficoltà.
Il trattato ESM non è semplicemente un insieme di regole finalizzate ad ottenere la stabilità finanziaria della zona euro ma si tratta di un documento che disciplina l’istituzione di un organismo finanziario internazionale dove i 17 paesi aderenti, compresa l’Italia, dovranno negoziare, non in qualità di Stati sovrani ma di soci e di debitori, scelte di politica nazionale al fine di ottenere la liquidità necessaria per evitare il default.
La pericolosità di tale scelta per i cittadini europei è riscontrabile nelle trattative con il governo greco: organismi internazionali (troika) mirano a sostituirsi alle istituzioni nazionali imponendo ai rappresentanti politici la firma di un documento che attribuisce il peso della crisi alla popolazione, in cambio dell’assistenza finanziaria necessaria per pagare il debito in scadenza.
Taglio delle pensioni, riduzione dei salari minimi e privatizzazioni, queste sono misure di austerità che scavalcano i sistemi democratici e che tolgono ai cittadini la possibilità di poter attuare politiche di sviluppo economico in grado di contrastare la finanza speculativa.
Il MES è un’organizzazione governata da un rappresentante per ogni paese membro del Trattato di Stabilità e all’art. 5 del M.E.S. questo rappresentante viene definito “governatore”, inoltre lo stesso è “il ministro delle Finanze del paese membro”.
Per cui il rappresentante dell’Italia potrebbe essere Mario Monti e quello della Grecia Papademos. Il Meccanismo di Stabilità avrà una dotazione iniziale di 700 miliardi di euro. La somma sarà divisa in 7 milioni di quote da 100.000 euro l’una. Questi soldi saranno pagati al M.E.S. dai singoli paesi aderenti secondo alcune quote o soglie di contribuzione. L’Italia per soglia di contribuzione è terza, contribuendo col 18% della somma totale, la Francia è seconda col 20,03%, la Germania prima col 27,1%. Fatti i debiti calcoli, l’Italia (cioè lo Stato, quindi noi!) deve dare circa 126 miliardi di euro.Quindi l’entrata in vigore di questo trattato ci renderà più poveri di 126 miliardi di euro! L’art. 9 stabilisce che il gruppo dei 17 governatori può imporre in qualsiasi momento ad ogni paese membro quanto stabilito, insieme ai tempi del pagamento (che saranno di una settimana!), basta che a deciderlo sia la maggioranza dei governatori.
L’art. 10 dice addirittura che il gruppo dei governatori può cambiare QUANDO VUOLE la somma da versare e che DEVE comunque cambiarla ogni 5 anni. Se, dunque, domani il gruppo decide che 126 miliardi non bastano, dovremo pagarne di più! La somma verrà decisa a LORO INSINDACABILE GIUDIZIO! Il problema che, una volta costituito un fondo, non si può più recedere, perché viene costruita una gabbia, una blindatura del gruppo dei 17 governatori che li mette in grado di decidere qualsiasi cosa senza poter essere perseguibili dalla magistratura!
Infatti l’art. 27 dice che “Il M.E.S., le sue proprietà, i suoi fondi, i suoi beni sono IMMUNI da qualsiasi procedimento giudiziario! Gli archivi e i documenti del M.E.S. sono INVIOLABILI, così come le sedi del M.E.S.! Il M.E.S. non avrà restrizioni, obblighi alcuni, controlli, regolamenti o moratorie di nessun tipo e non avrà l’obbligo di essere accreditato come istituto di credito o altri tipi di entità che necessitano autorizzazioni o licenze.” Non soltanto questo fondo potrà chiedere ai paesi membri a suo insindacabile giudizio qualsiasi somma, ma sarà anche non controllabile, come non controllabili ed inviolabili saranno i suoi 17 governatori!
Infatti l’art. 30 dice che “il presidente del gruppo dei 17 governatori – ministri delle Finanze e dei loro subalterni (perché ogni ministro delle Finanze ha diritto di nominare anche dei subalterni che lo sostituiscano quando lui non sarà disponibile) – saranno IMMUNI da qualsiasi procedimento giudiziario, rispettivamente agli atti perpetrati nelle loro vesti ufficiali e i loro documenti saranno INVIOLABILI”. Un bel privilegio, dunque, che si può estendere anche ad ambiti o sfere che non hanno nulla a che fare col M.E.S.. Se ci fosse ad esempio un’indagine in corso, ci si potrebbe sempre richiamare al fatto che si è membri del M.E.S., e quindi intoccabili! Inoltre si potrebbero conservare nelle sede del M.E.S. anche documenti non riguardanti il Meccanismo di Stabilità, tanto le sedi non possono essere perquisite. In tal modo i 17 governatori potrebbero evitare indagini e processi anche per fatti e vicende non inerenti al M.E.S.!
Può sembrare incredibile ma invito a scaricare il trattato e leggerlo attentamente, per farsene una propria opinione. Ho inserito il link del testo in Italiano
In una vera democrazia tutta questa segretezza non ci deve essere ed il potere giudiziario deve avere libero accesso agli atti e giurisdizione su chiunque! Inoltre credo che le democrazie europee non debbano permettere di farsi comandare da DITTATURE FINANZIARIE e che a capo dei paesi ci debbano essere politici eletti dal popolo. Il mercato deve essere fatto per l’uomo, non l’uomo per il mercato, per cui ai mercati medesimi NON DEVE ESSERE CONCESSO di destabilizzare un intero paese, mandando sul lastrico milioni di famiglie ed inducendo alcuni al suicidio!
Per quanto riguarda il nostro paese, per il 2012 è stato preventivato un versamento di quasi 6 miliardi di euro, ossia il triplo rispetto ai soldi destinati ai cittadini colpiti dal terremoto.
Nel silenzio generale il 12 Luglio è stato approvato dalla Camera, il 19 luglio dal Senato e il 23 luglio firmato dal Presidente della Repubblica. Tutto con larghissima maggioranza. (Fonte)
Ecco quello che scrive Paolo Barnard al riguardo:
“Il MES è solo un addentellato di una struttura illegittima, golpista e distruttiva delle nostre democrazie ed economie che è ben più ampia. Come tale non merita la sproporzionata attenzione che qualcuno sta sollecitando, e che nasconde il contesto che l’ha prodotto, cioè la vera bestia nera da combattere. Purtroppo qualche attivista con poca visione d’insieme, e con forse un desiderio di emergere, sta facendo molto chiasso sul MES brandendo aspetti di esso che sono peraltro neppure i peggiori. Come per esempio il capitolo sulle sue immunità. Certo, è vero che sono soldi degli Stati che saranno gestiti da una elite di intoccabili, ma per prima cosa questo non è nulla di nuovo: sono stati gestiti così immensi fondi della Banca Mondiale, del Fondo Monetario, della UE dalla sua nascita, per cui non comprendo perché solo ora si gridi allo scandalo. In secondo luogo, per certi aspetti l’immunità di questo tipo di fondi sovranazionali è persino giustificata: l’intenzione in linea puramente giuridica è di evitare che agenti locali o persino individui (non sempre in buona fede) possano bloccare il funzionamento del fondo per vie legali con fini politici o di speculazione che possono essere perniciosi. Infine, ripeto, non è l’immunità in sé l’oggetto dello scandalo, ma i Trattati che sono venuti prima del MES, e che sono assai maggiori di esso.
Ritengo che la pietra nera di tutta sta storia sia la solita: il sistema Euro. Infatti, a ben guardare, il MES funziona così: gli Stati membri devono contribuire una montagna di Euro al MES. Ok. Da dove li perndono? Li prendono dove prendono tutti gli Euro, e cioè dai mercati di capitali privati indebitandosi, e dalla tassazione di cittadini e aziende. Ma i mercati dei capitali da chi ricevono gli Euro? Dal sistema delle Banche Centrali (BC) dell’Eurozona. Quindi ecco il giro: dalle BC ai mercati di capitali, dai mercati di capitali ai Ministeri del Tesoro dei Paesi membri del MES; dai Ministeri del Tesoro al MES sotto forma delle quote da contribuire; dal MES quei soldi partono in due direzioni: A) nelle casse del Paese da salvare e che è indebitato coi mercati dei capitali o con le Banche Centrali dell’Eurozona, e che li ripagherà; B) oppure nelle casse dei medesimi mercati di capitali o delle Banche Centrali dell’Eurozona sotto forma di investimenti in titoli o assets finanziari da parte del MES. Ora si noti:
tutto parte dalle Banche Centrali dell’Eurozona, passa per i mercati dei capitali privati e ritorna nelle Banche Centrali dell’Eurozona e nei mercati dei capitali privati, avendo però prima indebitato ulteriormente gli Stati della zona Euro e tassato a sangue i cittadini e le aziende. Come si è già detto, uno o più di quegli Stati userà quel credito/debito per onorare i titoli detenuti dalle Banche Centrali dell’Eurozona e dai mercati di capitali privati. Cioè:
le Banche Centrali dell’Eurozona e i mercati dei capitali privati si sono inventati un sistema per inventarsi soldi con cui pagarsi i crediti scoperti scaricando però l’onere di quel trucco sui debiti pubblici degli Stati membri dell’Eurozona e su cittadini e aziende. (questo vale identico anche nel caso di fondi MES usati per ricapitalizzare le banche) Non solo, nel frattempo i mercati di capitali ci guadagnano anche gli interessi sugli Euro prestati. In ultimo, lo Stato da salvare col MES avrà prima sborsato la sua quota di partecipazione al MES, che sono soldi su cui già paga interessi ai mercati privati, poi quei suoi soldi gli torneranno indietro col prestito d’emergenza del MES gravati da altro strozzinaggio di tassi e da condizionalità che gli distruggeranno la democrazia e l’economia per altri 50 anni.
Cioè, tutto quanto sopra è, come scrissi mesi fa:
un manicomio criminale a piede libero. Cioè l’Eurozona. Di cui il MES è solo l’ultima follia, nulla di più.”
Solamente se la maggiorparte della popolazione realizza ciò che sta accadendo sarà possibile che un reale cambiamento abbia inizio.
Ecco alcuni articoli di approfondimento, scritti qualche mese fa, quando si discuteva delle conseguenze del MES che non era stato ancora approvato.

Meccanismo Europeo di Stabilità: solo uno dei capitoli del Golpe, nulla di nuovo.

Cosa dice il Meccanismo Europeo di Stabilità.
Prima cosa, che tutti gli aderenti devono obbedire ai precedenti capitoli della sottrazione della sovranità nazionale e monetaria, come i Trattati UE, il Patto di Stabilità, Il European Semester, il Preventing Macro Economic Imbalances, l’Europact, il Fiscal Compact ecc. di cui ho già scritto.
Gli stati che vogliono ottenere un soccorso dal MES devono aver firmato il Fiscal Compact entro il 1 marzo 2013 (leggete cosa ho scritto del Compact, nda).
Il MES collabora col Fondo Monetario (FMI) sia come consulenze che come approvvigionamento di denaro. Gli stati che vogliono ottenere un soccorso dal MES devono anche notificare il FMI della loro richiesta.
Il MES è finanziato da quote versate dagli Stati membri secondo una percentuale ad hoc per ogni Stato. Ogni Stato versa una cifra e riceve azioni in cambio. L’Italia dovrà versare in scaglioni una percentuale del 17,9% del totale, cioè 125,3 miliardi di Euro, sul totale di 700 miliardi di Euro.
Il MES può anche raccogliere fondi emettendo titoli propri, o con accordi con istituti finanziari o con altri soggetti, ovvero prendendo prestiti dai mercati di capitali privati.
Il MES sancisce che da ora in poi tutti i titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona saranno forniti di Collective Action Clauses (CACs). Sono quelle regole che, in caso di ristrutturazione del debito di uno Stato (lo Stato non può pagare appieno), permettono a una maggioranza di creditori (che hanno comprato i titoli di quello Stato) di accettare perdite in una certa percentuale e di costringere però i creditori che non sono d’accordo ad accettarle.
I crediti concessi a un Paese membro dal MES hanno la priorità su altri crediti che quel Paese debba ripagare, ma non su quelli del FMI.
I lavori del MES, della sua Assemblea dei Governatori, dell’Assemblea dei Direttori, e del Direttore Esecutivo sono aperti ad osservatori della BCE, del FMI, dell’Eurogruppo, ma non al Parlamento Europeo (che è l’unico eletto dai cittadini, nda). Nessuna inclusione formale per sindacati e gruppi di società civile. Potrebbero essere invitati ma a discrezione del MES.
Gli Stati versano una quota a questo fondo, e in caso di guai finanziari sono responsabili solo per la percentuale versata, e non oltre.
(La parte peggiore del MES è questa che segue, anche se riflette ciò che è già sancito dal Fiscal Compact e da altri Trattati precedenti, nda): lo Stato che chiede soccorso finanziario deve scrivere, in accordo con la Commissione Europea, col FMI e con la BCE, un Memorandum dove si vincola a obbedire a tutto ciò che il MES e FMI gli imporranno, a tutti i Trattati, a tutte le condizioni del prestito, persino a critiche e suggerimenti dei sopraccitati (senza fiatare, cioè perde anche l’ultimo grammo di sovranità nazionale e politica, ma, ripeto, questo è già in altri capitoli del Golpe Finanziario, nda).
Il MES può prestare a uno Stato anche per ricapitalizzare le banche (di fatto fallite, nda) di quello Stato.
Il MES può comprare i titoli di Stato del Paese in difficoltà direttamente all’emissione (mercato primario). O sul mercato secondario (titoli già emessi).
Il MES tenterà di far fruttare il gruzzolo raccolto con le quote degli aderenti per ripagare i suoi costi vivi.
Se i fondi del MES saranno superiori ai bisogni di liquidità d’emergenza del momento, e se non ci saranno creditori del MES da ripagare, il MES potrà ridistribuire il surplus agli Stati aderenti.
Se il MES ha perdite, esse saranno coperte in prima istanza col fondo di riserva; poi col capitale versato dagli Stati membri; infine chiedendo agli Stati un nuovo esborso.
I conti dei MES saranno controllati da revisori dei conti interni ed esterni, con pieni poteri di controllo e accesso. Gli esterni dovranno essere del tutto estranei agli ambienti del MES, e non dovranno rispondere a nessuno se non a se stessi.
Il MES gode di immunità totali: le sue proprietà, fondi, beni liquidi e illiquidi, dovunque si trovino, e posseduti da chiunque, sono immuni da qualsiasi intervento giudiziario, da perquisizioni, da sequestri, da espropri, da parte di governi, giudici, amministratori, o parlamenti, a meno che il MES stesso non lo permetta. Sono immuni anche da restrizioni, moratorie, regolamenti e controlli. Il MES non dovrà chiedere autorizzazioni o licenze ai governi membri per funzionare come istituto finanziario e creditizio a fronte delle loro leggi nazionali. Limitatamente agli atti compiuti come responsabili del MES, godranno di immunità legale tutti i suoi dirigenti, e anche altro suo personale, e il MES godrà di inviolabilità dei suoi documenti. Tali immunità possono essere revocate solo dall’Assemblea dei Governatori o dal Direttore Esecutivo.
Le dispute fra Stati membri, o fra loro e il MES, in merito al MES sono giudicate dall’Assemblea dei Direttori, dall’Assemblea dei Governatori, e se lo/gli Stato/i giudicato/i non accetta/accettano la sentenza, la decisione finale è delle Corte Europea di Giustizia, cui ogni Stato deve sottomettersi per vincolo di legge europea.
(I parlamenti nazionali degli Stati membri del MES non sono neppure menzionati nel Tratto che stabilisce il MES, nda).
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MES: Intervista a Lidia Undiemi

lidia undiemi
È vero, è difficile sbarcare il lunario e districarsi tra le difficoltà quotidiane che portano spesso a concentrarsi solo sull’oggi senza la possibilità di alzare il capo, respirare e prendere il tempo per una riflessione di più lungo termine. Eppure come cittadini italiani ed europei in questo momento storico più che mai corre l’obbligo di svegliarsi dal torpore e dal senso di sfiducia nel quale il sistema ci ha impantanato.
Dobbiamo imparare ad andare oltre decodificando ciò che accade intorno per averne consapevolezza e per essere vigilanti decisionisti del futuro. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Lidia Undiemi, studiosa di diritto ed economia, con la quale ci siamo intrattenuti per capire di più e fare chiarezza sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), un trattato che i governanti europei hanno approvato nell’ultima versione il 2 Febbraio 2012 e che è in attesa della ratifica (art. 136) a livello di ogni singola nazione europea aderente.
In che cosa consiste il MES e quali sono i suoi capisaldi?
Il MES è un trattato, uno strumento con il quale si vuole perseguire l’obiettivo di raggiungere una stabilità finanziaria nella zona euro. Con tale documento si istituisce un’organizzazione finanziaria intergovernativa alla quale si affida la gestione di un fondo ‘salva stati’. In sintesi la dotazione iniziale del fondo sarà di 700 miliardi di euro alla quale ogni nazione parteciperà con una quota contributiva proporzionale, per l’Italia si tratta di circa 126 miliardi, terzo più grande contributore dopo Germania e Francia.
Quello che colpisce innanzitutto ed è il primo passo fondamentale da rimarcare è che il fondo sarà gestito da un’istituzione non democraticamente eletta ed indipendente anche dalle istituzioni europee. Quindi si trasferisce la gestione del ‘Salva-Stati’ dalle istituzioni europee a una istituzione che di fatto rappresenta delle logiche privatistiche.
Entriamo un po’ più in profondità, chi saranno i soci o i membri di tale istituzione intergovernativa finanziaria?
I soci sono gli stessi Stati, ma attenzione: il potere di ogni singolo Stato non sarà misurato sulla base del potere sovrano bensì in qualità di socio e quindi del potere proporzionato alla quota versata. Cosa succederà? A cosa andremo incontro?
Basta guardare il caso della Grecia ed è sconvolgente: la Troika, costituita da FMI, UE e BCE, ha imposto alla Grecia delle condizioni che si traducono sostanzialmente in una cessione della sovranità. Ti do dei soldi, però in cambio devi accettare una serie di condizioni di politica interna (piano di austerity, riduzione dello stato sociale, liberalizzazioni e privatizzazioni). Quindi organizzazioni esterne, e non più dei rappresentanti eletti democraticamente, incidono sulla sovranità popolare sulla base di un fabbisogno di carattere finanziario. Potrebbe accadere lo stesso con uno Stato-socio del MES in difficoltà. Il trattato del MES accenna, inoltre, ad una ‘rigorosa condizionalità’ che rischia di aprire le porte ad una rilevante ingerenza del fondo nella politica economica e sociale di ogni singola nazione.
Si è detto che l’obiettivo del MES è quello di raggiungere la stabilità finanziaria dell’eurozona, ma sorgono dei dubbi sul come farlo, sulle modalità con cui si mira all’ottenimento di tale meta.
In effetti, ci sono tante aree grigie ed opache nel trattato che propone ampie libertà. Il MES sarà costituito da un Consiglio di Governatori rappresentato dai ministri delle finanze di ogni stato membro e poi da un Consiglio di Amministratori per il quale il documento resta ancora molto opaco. Chi saranno? Si sa che i suoi membri sono nominati dai governatori e possono essere revocati in qualsiasi momento.
Quello che stupisce inoltre è il fatto che si intenda superare il problema dell’indebitamento con un ulteriore indebitamento finanziario generato da un fondo che viene gestito non da istituzioni europee ma da un’istituzione che potrebbe perseguire degli obiettivi differenti, su tutti quello creare dei piani di finanziamento con i quali ricavare degli introiti con ‘congrui margini’ così come previsto dal MES.
C’è da chiedersi se non si debba parlare di conflitto di interessi; si pensi al ministro delle finanze che, da un lato, deve curare e proteggere gli interessi dello Stato di appartenenza ma che dall’altro è membro-socio del MES che non avrà necessariamente comunione di interessi con lo Stato del ministro. Perché poi non affidare la mission della stabilità alle istituzioni europee? Perché estendere la partecipazione alle riunioni del MES, ad altri soggetti, come potrebbe essere la Cina qualora partecipasse ai piani di finanziamento, inizialmente come osservatore esterno?
Sembrerebbe quasi che l’obiettivo finale non sia quello della stabilità economica ma al contrario quello di aumentare le difficoltà delle singole nazioni per poi prevaricarle consensualmente. L’impressione è che dietro il trattato si celino altri interessi e che il fondo possa tramutarsi in una vera e propria super potenza economica in grado di sostituire la sovranità degli stati in una dittatura economica.
Mi sembra preoccupante e disarmante il volere creare una sorta di limbo intoccabile nel quale i componenti del MES possano agire arbitrariamente godendo tra l’altro di totale immunità e di altri privilegi e nel quale si prevede perfino l’inviolabilità dei loro carteggi, dei documenti, degli archivi.
I membri del MES godranno di immunità nell’esercizio delle proprie funzioni, di esenzione fiscale, di inviolabilità di documenti; preme ribadire la gravità di quanto stabilito. Il fondo potrà applicare sanzioni di natura finanziaria agli Stati membri che dovranno irrevocabilmente e incondizionatamente contribuire nella tempistica prevista.
Ma c’è di più, nel trattato si fa riferimento alla vendita e all’importazione di beni. Perché? Ciò vorrà dire che il MES può entrare nel campo della commercializzazione e nei processi di privatizzazione degli ‘Stati cattivi’? Che attinenza ha tutto ciò con la stabilità finanziaria? È sconvolgente pensare a questa spasmodica ricerca di garanzie di immunità. È quanto meno sospetta questa volontà di proteggersi, in maniera del tutto antidemocratica, con l’immunità e l’inviolabilità. Trovo infine grave la deresponsabilizzazione della politica che è palese nel momento in cui si accetta di garantire e rendere immuni dei poteri spropositati
bandiere unione ue

Quali sono i rischi che il cittadino europeo ma anche le autorità governative di ogni singolo Stato aderente corrono?
I rischi sono per tutti. Innanzitutto quello di perdita o cessione della sovranità, poi quello della perdita dello stato sociale per i cittadini. Nel momento in cui uno Stato non sarà in grado di fare fronte agli impegni presi si entrerebbe nel circuito dell’attuale Grecia: ti ‘salvo’ dandoti dei soldi, ma devi accettare di impoverire la gente con dei piani di austerità che implicano riduzioni di stipendi, riduzioni dei servizi, liberalizzazioni e privatizzazioni.
Le risorse dei paesi potrebbero essere svendute. Infine il rischio per le autorità nazionali che vedranno sempre più perdere il potere istituzionale per fare del posto alle condizioni del MES imposte con logiche privatistiche. In breve i rischi sono rappresentati dalle pesanti ingerenze di un’istituzione intergovernativa nelle politiche economiche e sociali degli Stati europei.
In questo scenario la classe politica italiana, i tecnici non eletti e lo stesso Capo dello Stato tacciono. Qual è il l’allarme da segnalare ai cittadini italiani ed europei? Cosa si può fare e come ci si sta muovendo concretamente per generare un elettro-shock che possa svegliare l’Italia?
Il silenzio è inaccettabile. Ad oggi del MES si è parlato solamente come strumento Salva-Stati. Se la nostra politica non ne parla perché non conosce in profondità i potenziali impatti del MES allora vuol dire che non è idonea ad esercitare le proprie funzioni, ma non credo sia così. Se invece fosse così, mi sono fatta promotrice di una mozione popolare con lo scopo di creare consapevolezza tra i cittadini ma anche per scuotere la classe politica.
Occorre creare la denuncia mediante la partecipazione diretta del singolo cittadino. È inutile dare tante cose da fare ai cittadini; ho pensato ad una mozione popolare da fare firmare e da diffondere massivamente. Gli obiettivi immediati e concreti sono quelli di chiedere al Premier Monti di fornire delle spiegazioni pubbliche in merito al MES. È un dovere per chi guida il Governo ‘rendicontare’ sulle implicazioni di tale atto che potrà avere degli effetti non indifferenti sulle nostre vite. Inoltre, con la mozione si chiede la non ratifica da parte dei parlamentari e il suo rifiuto da parte del Capo dello Stato. Impegniamoci a creare una catena di cittadini.
“L’indifferenza oggi è un atto eversivo” (Lidia Undiemi)

A cura di : Dioni


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