"Sono mancate azioni di tutela e di responsabilità da parte governi, autorità di regolamentazione e la Tepco". E' questa la denuncia di una Commissione di esperti nominata dal Parlamento del Giappone per far luce su quello che è stato il peggior incidente nucleare dai tempi di Chernobyl.
La crisi nucleare di Fukushima era evitabile ed è stata il risultato di un concorso di colpa tra governo, autorità di regolamentazione e gestore dell'impianto.
E' quanto si legge in un rapporto di esperti, con cui si è conclusa l'indagine sul peggior disastro nucleare degli ultimi 25 anni.
Il rapporto ha sottolineato i problemi dovuti alla risposta alla crisi fornita dall'operatore dell'impianto, la Tokyo Electric Power, e dal primo ministro Naoto Kan, che si è dimesso lo scorso anno proprio dopo le critiche per la sua gestione del disastro.
"L'incidente all'impianto nucleare di Fukushima è stato il risultato di una collusione tra governo, regolatori e Tepco, e dalla mancanza di governance di dette parti", sostiene il panel.
Le autorità di regolamentazione, si legge nella relazione, sono state reticenti nell'adottare gli standard di sicurezza che avrebbero potuto contribuire ad evitare il disastro.
La Tepco, da parte sua, ha sempre sostenuto che l’incidente fosse legato esclusivamente a uno tsunami di grandezza «imprevista». Ma «questa appare essere una scusa per sfuggire alle proprie responsabilità», ha replicato la Commissione di esperti, che ha osservato: «la Tepco e le autorità di controllo erano già consapevoli del rischio di un terremoto e di uno tsunami».
Questo rapporto può avere delle serie ripercussioni in un momento in cui il Giappone sta riaprendo le sue centrali nucleari. Il governo guidato da Yoshihiko Noda ha disposto la riapertura dei reattori numero 3 e 4 della centrale di Ohi dopo che tutti gli impianti erano stati chiusi a maggio per operazioni di verifica e manutenzione. La decisione, che sfida un'opinione pubblica ancora scossa dal disastro nella centrale atomica di Fukushima provocato dal terremoto e dallo tsunami del marzo 2011, è stata annunciata dopo il via libera del governatore della provincia di Fukui in cui è situato il reattore. Il primo ministro Noda ha chiesto ai giapponesi -di sostenere la decisione presa per scongiurare blackout e blocchi delle forniture elettriche in vista dell'estate.
«Hanno tradito il diritto della nazione a essere al sicuro da incidenti nucleari» ribadisce la Commissione. «Deliberatamente non ha fatto nulla, rinviando le loro decisioni o adottando provvedimenti di loro comodo. Nessuna misura di sicurezza è stata presa al momento dell’incidente», ha aggiunto il gruppo di esperti che ha poi ricordato che la crisi «non è finita». Dopo i fatti di Fukushima, circa 80.000 persone sono state evacuate per un raggio di 20 chilometri intorno alla malmessa centrale a causa della radioattività, mentre all'interno migliaia di operatori continuano a lavorare per evitare perdite e rimuovere il combustibile nucleare. E' solo di qualche giorno fa, un imprevisto che ha fatto di nuovo tornare la paura in Giappone: la Tepco è stata costretta ad attivarsi per dei problemi ai sistemi di raffreddamento del reattore 4 della famigerata centrale nucleare di Fukushima in cui la temperatura stava salendo oltre le soglie di sicurezza.
Si stima che la delicate operazioni di smontaggio e rimozione del reattore danneggiato possano richiedere circa 40 anni.
Il rapporto sarà ora discusso dal Parlamento.
I Media tacciono sulle radiazioni e sugli effetti a lungo termine e la fame di energia spinge il paese, ma sarebbe meglio dire i suoi politici e imprenditori, a spingere sull'acceleratore del nucleare.
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